martedì 30 novembre 2010

La Manita del Barcelona al Real Madrid



Ieri sera oltre a Vieni via con me, c'è stata un'altra cosa meravigliosa, che consiglio di vedere a chi se lo fosse perso!
La vittoria del Barcelona è ancora più bella rileggendo ciò che aveva detto C. Ronaldo dopo l'ultima partita del Barcelona, vinta 8 a 0: "L'8-0 all'Almeria non mi dice niente, vediamo se ne segneranno otto lunedì".
Non ne hanno segnati 8, ma le facce di C. Ronaldo & C. a fine partita sono più eloquenti di ogni parola.
Altafini ieri durante la telecronaca ha detto: "ma questa squadra non è di questo pianeta...scendono ogni tanto in terra per giocare e far vedere come si gioca a calcio".

lunedì 29 novembre 2010

Lascio il Movimento 5 Stelle di Grillo



Lettera di una ex-grillina, in cui spiega i motivi per cui lascia il Movimento. L'ho trovato su facebook, qui. Interessanti anche i commenti alla nota.

Alle scorse elezioni comunali di Bologna e alle regionali ho votato il Movimento 5 Stelle. Leggo i post di Grillo da anni, e ho visto nel Movimento una “speranza” per il nostro Paese. La scorsa primavera ho deciso di partecipare attivamente alle riunioni dello stesso. Avevo ovviamente letto il programma nazionale e ne condividevo i contenuti. Sono insegnante e mi interessano molto quelli inerenti alla scuola. Ci lavoro da quasi 30 anni e la demolizione della scuola pubblica portata avanti dalla Gelmini, la circolare Limina in Emilia Romagna che invitava i dirigenti scolastici ad assumere provvedimenti disciplinari nei confronti degli insegnanti che avessero preso posizioni pubbliche critiche nei confronti della Riforma, la situazione sempre più drammatica del nostro Paese con la crisi economica affrontata con i tagli allo Stato sociale, hanno suscitato in me la necessità di assumere un impegno civile diretto .

Entrata nel Movimento ho organizzato il gruppo scuola, ho partecipato alle manifestazioni di protesta contro la riforma, convinta che il Movimento ne condividesse i contenuti. Come gruppo scuola, del quale ero la coordinatrice, abbiamo presentato un documento nel quale è stata analizzata l’attuale situazione della scuola pubblica e si chiedeva al Movimento di assumere una posizione chiara rispetto alla politica scolastica del Governo. Pochi e chiari principi: difesa della Scuola pubblica e conseguente NO alla riforma, laicità dello Stato e conseguente richiesta di abolire i finanziamenti alla scuola privata. Abbiamo chiesto al Movimento di approvarlo. Non è stato possibile. La risposta del Movimento è stata l’ostracismo. Di scuola non se ne parla o, se si è costretti a farlo, comunque non si assume una posizione, perchè all’interno del Movimento le posizioni sono diverse, inconciliabili e, per non allontanare nessuno, meglio far “finta di niente”, meglio discutere di cose più semplici. Il Movimento nei fatti non assume alcuna posizione sulla riforma della scuola, come non ne assume su moltissimi argomenti che riguardano il “sociale” e le politiche economiche di chi ci governa. 

Poco per volta mi sono resa conto che il Movimento non è ciò che viene descritto da Beppe Grillo: il programma nazionale e lo stesso nome di Beppe servono solo come “specchietto per le allodole”, per attirare i voti di chi non ne può più dell’attuale classe politica, dei suoi privilegi e della sua incapacità di dare risposte credibili ai problemi del Paese. Il Movimento è eterogeneo, composto da persone che cavalcano la tigre della protesta e che affrontano solo argomenti “facili” sui quali convergere. Quando si parla di piste ciclabili, o di spazi verdi nella città, o di diminuzione dei costi della politica, di raccolta differenziata, di nucleare …. è facile trovare una convergenza di idee e di proposte. Diverso invece è assumere posizioni politiche rispetto alla riforma Gelmini, al finanziamento alla scuola privata, alla laicità dello Stato, ai diritti delle coppie di fatto, alla legge 194 sull’aborto, al problema ormai drammatico della casa, del precariato, all’accordo di Pomigliano, che non è un fatto isolato nel Paese, ma rappresenta il tentativo di togliere sempre più tutele ai lavoratori in tutto il Paese. Su queste e altre problematiche il Movimento non è in grado di prendere una posizione, perché al suo interno ci sono persone con idee spesso contrapposte: vi sono conservatori e “orfani della sinistra”, laici e cattolici integralisti, uniti nella “protesta”, nei facili luoghi comuni, ma incapaci di avere un progetto realistico e coerente di più ampio respiro. Uno dei loro motti preferiti è che non sono un partito, non sono una casta. A mio modo di vedere sono molto peggio: “uno vale uno” è in realtà solo uno slogan. Nelle assemblee si decidono solo alcuni aspetti, per lo più organizzativi, per il resto c’è un’oligarchia che decide per tutti: sono gli eletti e i loro stretti collaboratori. In questi mesi trascorsi nel gruppo l’assemblea non ha deciso nulla di rilevante dal punto di vista politico. Sono gli eletti Favia e De Franceschi che assumono in totale autonomia qualsiasi decisione politica a nome del Movimento. Quando ho chiesto di discutere in assemblea di alcune problematiche, come il finanziamento dato alla fine di luglio dalla Commissaria Cancellieri alle scuole private a Bologna, l’adesione alla manifestazione in difesa della scuola pubblica indetta a Reggio Emilia il nove ottobre scorso, la discussione sull’eventuale nomina alla presidenza della Commissione Pari Opportunità in Regione di Silvia Noè, l’accordo di Pomigliano e la necessità di assumere una posizione politica in difesa dei lavoratori, non ho mai ricevuto risposta. Formalmente non rispondono, lasciano decadere, non ne parlano, così possono fingere di essere tutti d’accordo, così possono coesistere nel movimento posizioni spesso contrapposte, intanto gli “eletti” decidono per tutti, perché loro sono i “portavoce” del Movimento. Bell’esempio di democrazia! Ieri sera l’ultima “farsa”: i Consiglieri Regionali in assemblea pubblica hanno presentato un bilancio politico ed economico dei primi sei mesi in Regione, hanno “rimesso il proprio mandato nelle mani dei cittadini”, quindi c’è stata una votazione al fine di confermare o meno la “fiducia” a Favia e a De Franceschi. Nessuna possibilità di porre domande ai Consiglieri, di discutere veramente su ciò che è stato o non è stato fatto. Una votazione plebiscitaria, ad alzata di mano, nella peggiore tradizione dei peggiori partiti. Uno “spot di propaganda”, non uno strumento di democrazia, una “trasparenza” di facciata. Un’autoesaltazione del proprio operato e una continua denigrazione di ciò che fanno “tutti gli altri”, questo è stato, in una povertà di contenuti e progetti reali davvero impressionante. Stupefacente scoprire, tra l’altro, che il denaro proveniente dagli stipendi regionali dei Consiglieri ( l’Assemblea ha deciso per loro un compenso di 2500 euro mensili ) non viene gestito dal Movimento stesso, ma dai Consiglieri che trattengono l’importo dovuto nei loro conti correnti personali! E questo sarebbe un approccio nuovo alla politica?

Per non parlare della chiusura totale che mostrano rispetto a tutte le altre realtà culturali presenti a Bologna. Nessun confronto e nessuna alleanza, questo a prescindere da possibili convergenze, perché solo loro sono portatori della “verità” grillina. Intanto, per le prossime comunali questo Movimento così aperto alla società civile, così diverso dagli altri partiti avrà un candidato sindaco alle prossime amministrative autocandidatosi e scelto da chi? Dagli elettori che lo indicano in base ad un programma? No, scelto nel chiuso dell’assemblea degli attivi, e solo da chi risulta essere attivo alla data del 30 settembre 2010, scelto quindi da poche persone nella peggior tradizione dei partiti. Criticano i partiti, non accorgendosi però di essere ancor peggio degli stessi, perché non vi è alcuna reale democrazia all’interno. E chi “osa” far presente certe incoerenze viene visto immediatamente come un “nemico”, qualcuno da isolare. E così vanno avanti senza prendere mai alcuna posizione chiara, convinti come sono che tanto saranno premiati elettoralmente in ogni caso: gli elettori voteranno sulla base di quello che dice a livello nazionale Grillo, il voto di protesta continuerà ad esserci e solo questo conta. Lo stesso atteggiamento in fondo che ha la Lega: parlare facile, per slogan comprensibili ed efficaci,nient’altro. Far credere che vi sia un programma nazionale condiviso, far credere che il movimento rappresenti una novità, una possibilità di riscatto del Paese,parlare alla “pancia” delle persone, glissare su tematiche qualificanti perché una posizione chiara allontanerebbe qualcuno: l’importante è prendere voti da tutti, da destra e da sinistra perché loro sono “sopra” volano “alti”. Parole prive di un reale significato, solo vuoti slogan di propaganda: come la Lega appunto.

Povertà culturale, intellettuale, politica. Inaccettabile quando da movimento di protesta si decide di entrare nelle Istituzioni, si decide di proporsi come forza che deve amministrare le città, le regioni e forse domani il Paese. Per farlo bisogna avere delle idee, occorre avere il coraggio di assumere posizioni politiche, di fare scelte chiare, condivise non solo dagli “eletti” ma dal Movimento intero e soprattutto uscire dalla facile ottica della protesta e degli slogan ad effetto, occorre occuparsi dei problemi reali dei cittadini e prendere posizioni chiare esponendo le proprie idee e cercando di aumentare il consenso per questo più’ che per le invettive contro gli altri. 

Per questi motivi lascio il Movimento, per la mancanza totale di democrazia all’interno, per la povertà di contenuti. Lascio il Movimento perché non voglio rendermi complice dell’inganno che stanno perpetuando verso gli elettori : a parole sostengono il programma nazionale di Grillo, nei fatti approfittano del suo carisma per ottenere facili voti di protesta ed iniziare la propria personale “scalata” alle Istituzioni. Non ci sto. I partiti non mi piacciono, ma il Movimento non è ciò che appare: non c’è democrazia all’interno, non ci sono idee che non siano quelle “facili” e scontate che la stragrande maggioranza delle persone può condividere, non c’è un progetto serio di società, solo slogan.

Un Movimento a parole di tutti, nei fatti solo di pochi.

Monica Fontanelli

domenica 28 novembre 2010

Il Quinto Postulato sbarca in Polonia!!!


Ebbene si, siamo arrivati in Polonia, in particolare nel blog ufficiale del Vespa Club polacco (s'intende la moto, non l'insetto che prepara i plastici).
Il tutto, grazie a un post di Lore di qualche tempo fa. Il Quinto Postulato sempre più in giro per il mondo!!

La Tetralogia: IL CREPUSCOLO DEGLI DEI

Cari amici,
la mia storia giunge finalmente a compimento. Dovrò poi far seguire questo delirio da un commento finale...

QUARTA GIORNATA
Il sipario si apre su una notte densa, in cui le Norne, le tre filatrici del destino, si interrogano sugli eventi passati, presenti e futuri. La loro premonizione sul futuro e i loro poteri sembrano notevolmente indeboliti. Mentre filano la fune del destino si spezza. Esse lo prendono come un segno della fine del mondo così come lo conoscono e si ritirano negli anfratti della terra, avvilite e rassegnate.

Alba. Siegfried e Brunilde escono dalla loro dimora sulla rupe di Brunilde e ingaggiano un bellissimo duetto di fiducia e di speranza. Il primo intende partire in cerca di nuove avventure; la donna, ormai mortale e soggiogata da lui, lo lascia partire. Siegfried dona a Brunilde l'Anello maledetto come pegno del loro amore e della sua fedeltà, confermando ancora una volta la sua capacità di essere refrattario al male. Siegfried parte allora sul fiume Reno.

Reggia dei Ghibicunghi, il popolo che vive sulle sponde del Reno. Gunther, il re, si rivolge al fratellastro Hagen, suo consigliere, chiedendogli come può rinsaldare il suo potere. Hagen, apparentemente in buona fede, osserva che sia Gunther che sua sorella, Gutrune, sono senza consorti. Parla allora di Brunilde, una donna splendida assunta su una rupe, protetta da un mare di fuoco, che solo il più grande eroe del mondo, l'uccisore del drago, Siegfried può conquistare. Gunther gli domanda quindi come ciò possa giovargli. Hagen spiega che per convincere Siegfried a conquistare Brunilde per lui basterà farlo innamorare di Gutrune e promettergliela in sposa in caso l'impresa riesca. Gunther e Gutrune sono subito interessati alla cosa. Manco a farlo apposta, in quel momento giunge Siegfried. Subito tra lui e Gunther si crea complicità; Siegfried nella sua bontà scevra di consapevolezza del male si fida e beve da un calice in cui Gutrune ha sciolto un filtro d'amore. Siegfried allora si dimentica di Brunilde e si innamora di Gutrune. Dopo aver fatto un giuramento di fratellanza, Gunther e Siegfried partono alla volta della rupe di Brunilde, affinchè il secondo possa conquistare la sua donna (allucinante...) per il primo. Una volta rimasto solo, Hagen rivela allo spettatore di essere il figlio di Alberich e intenzionato a impossessarsi dell'Anello per il padre.

Brunilde è sulla sua rupe e accarezza l'Anello. In quel mentre giunge Waltraute, una delle sue sorelle Walkirie, che la informa che il loro padre, Wotan, è tornato al Walhalla con la lancia spezzata, che ha radunato tutti i suoi guerrieri nella grande sala e che aspetta la fine. Brunilde si mostra preoccupata fino a un certo punto, mostrando di essere ormai incapace a ricordare la sua vita di prima. Quando la sorella le vede l'Anello al dito e le intima di gettarlo nel Reno per salvare una volta per tutte il mondo, Brunilde si scalda e le dice che mai rinuncerà al pegno d'amore di Siegfried, a costo di vedere il Walhalla crollare, rimanendo così invischiata nella maledizione, anche se per lei l'Anello non rappresenta il Potere, ma l'Amore. Waltraute parte allora disperata, maledicendo la sorella e profetizzando la fine degli dei. Rimasta sola, Brunilde vede il mare di fuoco accendersi. Convinta che Siegfried sia di ritorno, si affretta alla base, laddove trova uno sconosciuto. Siegfried ha indossato l'elmo magico e ha assunto le fattezze di Gunther. Brunilde cerca di difendersi, ma Siegfried-Gunther le ruba l'Anello. In una barca sul Reno avviene lo scambio e Siegfried anticipa l'imbarcazione alla reggia dei Ghibicunghi.

Notte. Hagen riceve la visita del padre Alberich, che dopo tante vicissitudini spera di riottenere finalmente il suo Anello e dominare la Terra. Hagen raduna il popolo, contando di irretirlo nel seguito. Giunge Siegfried, che si ritira con Gutrune. Nel seguito giungono Gunther e Brunilde, prostrata dal dolore. Quando vede Siegfried accompagnato con Gutrune non capisce ciò che accade, dichiara pubblicamente di essere la sua donna e di aver giaciuto con lui. Quando poi vede l'Anello al suo dito comprende di essere stata ingannata. Siegfried, inconsapevole di ciò che accade, giura sulla lancia di Hagen di essere nel giusto e di non aver tradito la fiducia di Gunther. Brunilde del canto suo fa lo stesso e lo accusa di mentire. Ormai inviperita, quando tutti si ritirano, progetta con Hagen e Gunther l'uccisione di Siegfried, rivelando al primo che Siegfried può essere colpito solo sulla schiena (la tradizione reputa questo fatto alla caduta di una foglia di tiglio sulla sua schiena durante il contatto con il sangue del drago; una sorta di variante del mito del tallone d'Achille). Poi si avvia all'altare, dove vengono celebrate le sue nozze con Gunther e quelle di Siegfried con Gutrune.

Siegfried si allontana durante una battuta di caccia. Giunto sulle sponde del Reno incontra le ondine, che cercano di sedurlo. Lo mettono in guardia dall'Anello e lo pregano di restituirlo. Siegfried non ne vede il motivo perciò rifiuta. Le ondine se la ridono mentre gli predicono la morte, certe anche loro che ormai gli eventi non possono essere mutati. Raggiunto dai partecipanti alla caccia, tra cui Hagen e Gunther, Siegfried inizia a raccontare del suo scontro con il drago. A seguito dell'ennesimo filtro propinato da Hagen, riacquista la memoria e, come rapito, narra anche della sua conquista di Brunilde. Di fronte alla sorpresa degli astanti, Hagen si sente finalmente giustificato dai giuramenti posti sulla sua lancia di uccidere l'eroe. Dopo un'ultima invocazione alla donna amata, Siegfried spira. Gunther sembra pentito e avverte che la volontà di Hagen ha avvelenato gli eventi sin dall'inizio. La Marcia Funebre per Siegfried è un bellissimo intermezzo musicale che rievoca la sua vita.

Alla reggia dei Ghibicunghi giunge la battuta di caccia con il corpo di Siegfried. Hagen mostra compiaciuto il cadavere a Gutrune che si dispera. Poi, di fronte a tutti, dichiara di potere, a ragione, rivendicare per sè l'Anello di Siegfried. Quando si avvicina per impossessarsene la mano del cadavere si alza come ad ammonirlo; Hagen resta sconvolto, conscio della sua sconfitta. In un monologo finale interminabile, Brunilde mostra di aver compreso la verità: la fine degli dei era in opera dal principio, da prima della forgiatura dell'Anello. Esso ha solo accelerato il processo. I maneggi di suo padre Wotan hanno portato a questo e alla morte dell'uomo nuovo, Siegfried. Rivolta al cielo mormora comunque parole di pace per lui. Prende indisturbata l'Anello dalla mano di Siegfried e si getta nella pira funebre di Siegfried con il suo cavallo. A quel punto il Reno esce dagli argini e le ondine tornano in possesso del loro oro, mentre Hagen annega. Il fuoco raggiunge la dimora degli dei, che ne viene completamente invasa e distrutta.

Il mondo di prima non esiste più, ma la speranza di un mondo migliore è ora possibile.
FINE DELLA QUARTA GIORNATA

Qui di seguito alcuni link fondamentali. La parte musicale dell'ultimo link è universalmente riconosciuta come uno dei vertici musicali di tutti i tempi (questo ve lo consiglio vivamente; per quanto riguarda le immagini la produzione è un pò datata ma efficace).

Duetto Siegfried-Brunilde e viaggio di Siegfried sul Reno:
http://www.youtube.com/watch?v=9hznQe0DlZE
Seconda parte morte di Siegfried e Marcia Funebre:
http://www.youtube.com/watch?v=VqZWd3_WhvM&NR=1
Finale opera:
http://www.youtube.com/watch?v=dpzwvlEVLgM

Buon ascolto cari amici... Ho terminato questo progetto.

Il vostro corrispondente dall'Emilia in trasferta

sabato 27 novembre 2010

Link – 27 Novembre

  • Sempre Vieni via con me: il programma più visto dell’anno crea sempre grandi dibattiti, in particolare per tutte le richieste di leggere gli elenchi (vedi i Link del 25 Novembre). Capriccioli fa l’elenco di chi dovrebbe aver diritto di replica da Fazio e Saviano, Gilioli estende il diritto di replica ad ogni programma tv o manifestazione, Bordone ricorda che un programma Tv non deve necessariamente concedere il diritto di replica. Infine, sul blog di Nonleggerlo ho trovato il link ad un illuminato commento di Feltri, imperdibile: incolpa quelli di sinistra di fare televisione buonista e quelli di destra di fare televisione idiota. Lui, superiore, propone un programma di destra all’altezza di Vieni via con me. E chi è che si offre per creare questo programma? Sgarbi;
  • Consigliato da Doson, link ad una post sull’occupazione dei neolaureati: L'articolo in sè è una schifezza: pressapochista come pochi altri. Quello che è fantastico è leggere i commenti dopo: se l'articolo è scadente e a mio parere non riesce a dare nessuna vera informazione su quella che è l'appetibilità dei neolaureati, un chiaro quadro lo danno i commenti che seguono (magari eliminandone qualcuno qua e là);
  • Su America Online, uno dei più grandi provider del mondo, hanno pubblicato un post dal titolo “Dite grazie per non essere uno di questi tacchini” (siamo vicini al giorno del ringraziamento…), con una classifica votabile di 12 personaggi che per qualche motivo si meritano questo titolo. Sono presenti undici americani e un solo straniero, indovinate chi
  • E’ uscito un libro interessante su Comunione e Liberazione, “La Lobby di Dio”, presentato qui;
  • Il Buongiorno di Gramellini su italiani e politici;
  • Spinoza parla di manifestazioni ed Emilio Fede.

La Tetralogia: SIEGFRIED

Cari amici,
ormai ho intenzione di terminare questo progetto, nonostante qualche mormorio di sottofondo. Seguirà un quinto post di commento generale.

TERZA GIORNATA
Ancora una volta sono trascorsi un sacco di anni dalla fine dell'ultima opera. Il sipario si apre su una caverna a forma di fucina, in cui è presente Mime (il fratello di Alberich, il Nibelungo malvagio) che architetta un piano tutto suo. Anni prima ha accolto una Sieglinde morente e ha allevato il figlio di lei, Siegfried. Il nano tenta di riforgiare la spada di Siegmund, Notung, senza riuscirci; il suo progetto è addestrare Siegfried e inviarlo a combattere Fafner, il gigante-drago, per impossessarsi dell'Anello. Il ragazzo è ardito e mal sopporta la presenza del nano, che sa non essere suo padre. A un certo punto giunge Wotan, che ingaggia con Mime una gara di indovinelli per testare la purezza dei suoi intenti, che si rivela scarsa. Il dio è maturato molto dalle ultime opere, come vedremo, e conta di non intervenire più attivamente nelle vicende riguardanti l'Anello perchè l'ultima volta che ci ha provato ha fatto un gran casino e ha perduto una figlia. Arriva Siegfried che riforgia la spada del padre e parte con Mime alla volta della caverna del drago, ignaro di ciò che lo attende e desideroso di conoscere per la prima volta la paura.


Davanti alla caverna Alberich attende l'esito della battaglia, certo che andrà a suo favore. Giunti Siegfried e Mime, egli si nasconde. Mime se ne va, lasciando l'eroe davanti alla caverna. Il ragazzo inizia a meditare su di sè, sui suoi genitori mai conosciuti, sulla natura. Viene interrotto dal drago Fafner che esce dalla caverna in cerca di cibo. Il dialogo tra i due termina con un duello che vede il drago perdente. Negli ultimi istanti di vita, Fafner mette in guardia Siegfried dalla maledizione legata all'Anello. Morto il drago, Siegfried si rende conto che il contatto con il suo sangue gli consente di percepire il canto degli uccelli del bosco. Un uccellino gli svela l'esistenza, all'interno della caverna, del tesoro dei Nibelunghi. Siegfried lascia tutto lì, preleva solo l'elmo magico e l'Anello. Così facendo Siegfried riesce a sottrarsi alla maledizione, conquistando l'Anello ignaro del suo potere e dandogli pochissimo valore. All'uscita ritrova Mime, intenzionato ad avvelenarlo a tradimento e a rubargli l'Anello. Ma grazie a un incantesimo Siegfried lo smaschera e, disgustato, lo uccide e getta il suo corpo nella caverna, coprendo l'entrata con la carcassa del drago. Alberich assiste alla scena e comprende che non può ancora entrare in azione; è però lieto che l'Anello non sia più in mano al drago. Guidato dall'uccellino, Siegfried parte alla volta di una rupe su cui giace una dama addormentata, protetta da un mare di fuoco (si ricorderà Brunilde).

Wotan va a trovare la dea Erda, che tanti anni prima lo ammonì dal possedere l'Anello e gli predisse la fine degli dei. Egli mostra di aver compreso la lezione: il suo tempo è finito e la corruzione della stirpe divina sta giungendo a compimento. Non ha in mente di fermare questo processo, a cui peraltro ha contribuito (l'influenza di Nietzsche è palpabile: di questo parlerò nel quinto post). Il futuro appartiene a un uomo nuovo, un uomo ignaro del potere e capace di cambiare il mondo. Siegfried arriva alla base della rupe di Brunilde e lì, finalmente, incontra Wotan. Dopo uno scambio verbale in cui Wotan si compiace dell'ardire del giovane, Siegfried riconosce colui che ha spezzato la spada del padre e distrugge la lancia di Wotan. A quel punto il dio comprende che il suo ruolo è terminato davvero (il simbolo della sua egemonia sul mondo è distrutto): lascia passare il giovane che sale sulla vetta. Lassù trova Brunilde addormentata e, al cospetto della sua bellezza, apprende la paura, che nemmeno il drago gli ha insegnato. Con un bacio sveglia la ragazza che, dopo aver salutato il sole e la vita ritrovata, apprende di aver fatto la scelta giusta: presentiva che solo lui avrebbe potuto svegliarla e superare il mare di fuoco, il figlio di Sieglinde da lei difeso nell'opera precedente. Dopo un duettone infinito, Brunilde rinuncia alla verginità e si abbandona felice tra le braccia di Siegfried.
FINE TERZA GIORNATA

Qui di seguito il momento culminante della lancia spezzata di Wotan.
http://www.youtube.com/watch?v=dqScmEUkL2U&feature=related

Come al solito sarà necessaria un pò di pazienza.

Il vostro corrispondente dall'Emilia

venerdì 26 novembre 2010

La Tetralogia: LA VALCHIRIA

Cari amici,
la mia narrazione continua.

SECONDA GIORNATA
Sono trascorsi anni dalla prima opera. L'eroe Siegmund si rifugia in una casa rustica durante una tempesta. Lì è accolto dalla bella Sieglinde: è subito passione. Ma improvvisamente arriva a casa il marito di lei, Hunding, una sorta di bigottone, a cui è stata maritata senza amore. Dopo una cena tesa, Hunding scopre che Siegmund appartiene ad una stirpe, quella dei Walsidi, contro cui egli combatte. Siegmund narra le sue gesta, di come combattè per anni a fianco del padre (la madre era morta e la sorella scomparsa), poi scomparso anche lui nella foresta. Sieglinde addormenta il marito con una pozione e ha così modo di discutere con Siegmund: la giovane rivela che il giorno del suo matrimonio un uomo cieco in un occhio infilzò una spada nel tronco centrale della casa, sfidando i presenti a sfilarla, impresa tentata da molti ma mai riuscita. I ragazzi percepiscono di stare scoprendo sempre più cose in comune... Siegmund riesce a estrarre la spada magica dal tronco e la chiama Notung. In un lampo di illuminazione, dopo questo gesto, si scoprono fratelli di sangue: Sieglinde è la sorella perduta da Siegmund. Incuranti della morale comune, si abbandonano all'impeto della passione, consumando l'incesto. Subito dopo fuggono dalla casa di Sieglinde.

Valle rocciosa. Il dio Wotan cavalca con la figlia Brunilde, una delle Walkirie, semidee reputate alla ricerca di guerrieri valorosi da uccidere e da portare nel Walhalla. Wotan è informato dell'incesto consumato da Siegmund e Sieglinde e ordina a Brunilde di aiutare il primo nel probabile duello con Hunding. La moglie di Wotan sopraggiunge imponendogli invece di dare la vittoria a Hunding: Wotan è il garante della legge, dell'ordine, dei giuramenti, perciò DEVE garantire la vittoria al marito e non al fratello incestuoso. A questo punto Wotan si confida con la figlia e le confessa tutta la verità. Le racconta la storia di Alberich, dell'Anello maledetto, dell'oro, dei giganti, spiegandole il suo piano per riavere l'Anello e liberare il mondo dalla minaccia del Nibelungo: ha generato Siegmund e Sieglinde affinchè il primo riconquisti l'Anello per lui, ignaro del suo valore, dal momento che lui, legato dalla maledizione e dalle Rune scritte sulla sua Lancia, non può farlo. Le impone quindi, a malincuore, di dare la vittoria a Hunding. Brunilde intercetta i fratelli in fuga e, mentre la giovane giace addormentata, dice a Siegmund di seguirla nella rocca beata del Walhalla. Ma Siegmund afferma di voler essere solo là dov'è Sieglinde e preferirebbe ucciderla che lasciarla. La vergine Brunilde, finora ignara dell'amore umano, si commuove e decide, contro il volere del padre, di difendere Siegmund. Durante il duello tra i due uomini interviene però Wotan in persona che manda in frantumi la spada magica, consentendo a Hunding di uccidere il figlio. Brunilde raccoglie i frammenti di Notung e porta via una Sieglinde sconvolta. Wotan, disgustato dai suoi pasticci e dall'ingenuità con cui ha creduto di risolvere in senso positivo l'avventura dell'opera precedente, uccide Hunding e si mette all'inseguimento della figlia traditrice.

All'inizio del terzo atto c'è la celebre cavalcata delle Walkirie, le altre 8 oltre a Brunilde, che accorrono in suo aiuto. Brunilde ha ormai scelto l'Amore e dice a Sieglinde di lottare e sopravvivere se non altro per il figlio che porta in grembo. In un momento di altissima intesa femminile, la Walkiria dona alla ragazza la spada frantumata e la lascia libera, dopo averle detto di chiamare il nascituro Siegfried. Mentre le sorelle cercano di proteggerla, Wotan arriva e le caccia, rimanendo solo con la figlia. Soggetta ormai all'ira paterna, apprende che la punizione che Wotan ha in serbo per lei è pesante: la perdità della divinità e un destino di donna comune. Il dio conta di addormentarla su una rupe e lasciarla in balia del primo bruto che, svegliandola e rubandole la verginità, la condannerà al futuro che ha scelto. Durante un duettone infinito, Brunilde gli spiega che ha fatto libera ciò che lui, prigioniero dei suoi poteri, voleva ma non ha potuto fare. Alla fine lo implora almeno di coprire la rupe con un mare di fuoco, di modo che la svegli solo il più coraggioso tra gli eroi. Wotan, intenerito, accoglie la sua richiesta e, durante uno dei momenti più struggenti della Tetralogia, si congeda dalla figlia dopo averla addormentata.
FINE SECONDA GIORNATA

Qui di seguito il congedo di Wotan. Chi non ha pazienza si ascolti solo il secondo link.

http://www.youtube.com/watch?v=hNPBclhziXE&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=3sB_-rxMtAM&feature=related

Buon ascolto cari amici.
Il vostro corrispondente dall'Emilia in trasferta

La Tetralogia: L'ORO DEL RENO

Cari amici,
incoraggiato dal commento di Ballets al mio ultimo post su Wagner ho deciso di raccontarvi una storia... Per trasmettervi come sia sciocco relegare a tutti i costi in un ambito "impegnato" l'opera lirica. E anche perchè, ahime, ora come ora non ho nulla da fare...
Se non conosco la "Divina Commedia" di Dante sono un ignorantone, ma se non conosco la tetralogia di Wagner "L'Anello del Nibelungo" (datata, completa, 1876) sono a posto, anzi evito di apparire come un nonnetto in giacca e cravatta che si sorbisce ore di declamazioni su un palco. Capolavoro musicale portatore di valori senza tempo, la Tetralogia è una storia unica divisa in quattro parti, ciascuna ascoltabile singolarmente. Wagner ha rielaborato alcuni miti nordici aggiungendo qualcosa di suo. Chi è appassionato di fantasy non esiterà a riconoscere alcuni temi cari al buon Tolkien, che ha pubblicato "Il Signore degli Anelli" quasi 80 anni dopo la prima rappresentazione della Tetralogia. A storia finita (dopo il quarto post) spero vi siate trovati a capire un pò di più chi ascolta l'opera.
PRIMA GIORNATA
Fiume Reno. Le tre sciocche figlie del fiume montano la guardia all'oro custodito dal padre. Giunge improvvisamente il Nibelungo Alberich (una sorta di nano) che vuole possederle. Le ondine si burlano di lui e gli rivelano che l'oro del Reno consente di dominare la Terra a colui che rinuncia all'Amore. Chi mai farebbe un simile scambio? Il nano, frustrato dalle loro risa e dai loro rifiuti, rinuncia all'Amore e ruba l'oro, che usa per forgiare un Anello, mentre le ondine piangono la perdita dell'oro.

Valle in cui sorge una splendida rocca, il Walhalla, la dimora degli dei. Wotan (il dio Odino) ha promesso la dea dell'Amore ai giganti, i fratelli Fasolt e Fafner, per la sua costruzione. Egli è rappresentato come signore della guerra e dei corvi. Egli è senza un occhio perchè lo ha perso strappando uno dei rami dell'albero della vita. Con quel ramo ha costruito la Lancia Runica, con la quale si è fatto garante dell'ordine, dei patti e dei giuramenti. In questa prima parte è ossessionato dal consolidare il proprio potere. Quando i giganti vengono a reclamare il loro tributo, il dio lo rifiuta. Loge, dio del fuoco e dell'inganno, giunge al momento giusto, raccontando dell'oro rubato e propone uno scambio: l'Anello al posto della dea dell'Amore. Wotan e Loge scendono nel regno di Alberich per recuperare l'Anello.

Il regno di Alberich è una sterminata miniera in cui i Nibelunghi sono schiavi della sua volontà e costretti a lavorare per estrarre oro dalla terra. Il fratello di lui, Mime, gli ha forgiato un elmo magico con cui può diventare invisibile o cambiare aspetto. Il suo scopo è ridurre "il mondo di sopra" come quello "di sotto" e rendere tutti tanto disperati da non volere più l'amore, ma l'oro. Quando giungono Wotan e Loge, inizia una lotta d'astuzia che Alberich perde. Ridotto in catene è costretto a cedere il tesoro dei Nibelunghi, l'elmo e l'Anello. Prima di scomparire lo maledice, condannando alla brama di potere e alla morte coloro che lo portano. Al ritorno dei giganti, Wotan cede tutto il tesoro e l'elmo, ma rifiuta di consegnare l'Anello. Appare allora Erda, dea della terra e della conoscenza, che gli intima di lasciarlo andare, perchè "Quanto è, finisce". Turbato dalla profezia della dea, Wotan consegna l'Anello ai giganti. Fafner uccide il fratello Fasolt, che lo aveva toccato prima di lui, avverando per la prima volta la maledizione di Alberich. Una volta impadronitosi dell'Anello, si trasforma in drago e fugge con il tesoro. Tutti gli dei, a parte Wotan, che è preoccupato, sono felici e si apprestano ad entrare nel Walhalla, mentre le figlie del Reno piangono, reclamando l'Oro e lasciando intendere che il lieto fine è lontano.
FINE PRIMA GIORNATA

Qui c'è una foresta di simboli e di richiami. Le interpretazioni possibili sono infinite. A me piace pensare semplicemente ad una bella storia. Ma per chi volesse andare oltre a tutti i costi, c'è chi ha visto nell'oro e nell'Anello il simbolo della società capitalistica, una società spersonalizzante, priva di poesia e umanità. L'umanità sarà il tema della Seconda Giornata. Come avrete già capito l'opposizione fondamentale Potere-Amore permeerà tutta la storia. Ma il messaggio non è così scontato. In quel "Quanto è, finisce" si percepisce, in modo incredibilmente profetico, come si vedrà nell'ultima giornata, la fine di un'epoca, come di lì a poco le guerre mondiali avrebbero drammaticamente confermato.
Qui di seguito il finale epico, tipicamente wagneriano.

Nella viva speranza di avervi annoiato esco di casa.
Il vostro corrispondente dall'Emilia in trasferta forzata

giovedì 25 novembre 2010

Link – 25 Novembre

  • Anche il Movimento per la Vita vuole partecipare a Vieni via con me, dopo gli interventi di Beppino Englaro e Mina Welby. Su Avvenire è partita la campagna “Fateli Parlare”, e il cda Rai ha ovviamente obbedito e chiesto a Fazio e Saviano di lasciare spazio anche a loro. Ma qui non si parla più di un (ipotetico) attacco ad un partito o ad una istituzione. Semplicemente, vista la visibilità del programma, ora ci vogliono andare tutti. Gad Lerner spiega e commenta in maniera perfetta questa situazione;
  • Ieri Berlusconi ha detto che ha un gradimento del 54,6%. Pensavo fosse la solita incapacità di ammettere che ormai è finito, invece Gilioli spiega bene come ormai anche lui stia ammettendo il suo crollo;
  • Visto che negli ultimi post ne abbiamo parlato spesso, un post di Leonardo su Ratzinger, e su Wojtyla;
  • Editoriale di Concita De Gregorio sulla Carfagna;
  • Dal blog di Giavasan, che pubblica video, immagine ed “esperienze virtuali” sempre molto interessanti, un bel video sugli skater, e più in generale sui giovani di Kabul.

mercoledì 24 novembre 2010

OmoRatzi

Cari amici,
mi sono ritrovato, come al solito, a difendere l'indifendibile... Le solite affermazioni del Papa sull'omosessualità annullano quella sorta di vaga e ipotetica speranza sorta con le sue (a questo punto supposte) aperture sul Durex.

Essenzialmente viene ribadita la posizione canonica classica sull'argomento: l'omosessualità è una prova come un'altra, una tentazione, che come tale va combattuta e cedervi non rende essa moralmente giusta. In questo post non intendo svolgere le ovvie critiche a affermazioni come questa (il fatto che sia una "prova come un'altra" è assurda perchè coivolge un'esistenza affettiva tutta intera, cosa sia "moralmente giusto" non è stabilito ecc ecc) No. Intendo invece cercare una spiegazione matura e razionale dell'omofobia. In un qualche modo, quindi, cercare di capire di più cos'è questa OSSESSIONE del Papa e della Chiesa nei confronti del sesso tra due uomini (implicitamente la questione è questa... si tratta di SESSO; la vaga idea che si possa parlare di altre cose non li sfiora minimamente).

Le radici sono antiche. E molto forti. Spesso ho udito che quella antropologicamente più attendibile è la seguente: il sesso omosessuale è sterile, non porta alcun frutto alla specie e per questo è percepito come superfluo, innaturale e mostruoso. Mah... Attenzione bene... Qui non sto parlando del punto di vista della Chiesa. Io sto parlando di quegli archetipi quasi animali su cui la Chiesa (e non solo della Chiesa) ritiene di fondare le sue posizioni. Sarei interessato a sapere cosa pensano gli antropologi sul sesso tra gli uomini primitivi. Siamo davvero certi che stessero a guardare queste cose? Io penso di no. In un certo senso credo la specifica funzione riproduttiva del sesso è stata avvertita DOPO. All'inizio ciascuno faceva sesso con chi più gli piaceva, perchè conta sempre e solo la ricerca del piacere (la psicoanalisi ci ha aiutato tanto). Quindi una posizione come quella di inizio paragrafo si indebolisce. La diatriba sulla naturalità dell'omosessualità (dando per assunto che non sempre intervengano fattori esterni nell'età dello sviluppo, il che non è dimostrato ma attendibile) viene quindi a cadere, perchè se per "naturale" intendiamo l'istinto alla sopravvivenza dell'individuo, anche l'omosessualità è un'idea naturale. La definizione di "naturalità" come "istinto a preservare la continuazione della specie" è venuta dopo, perchè altrimenti nel tempo in cui l'uomo era ai suoi inizi ma iniziava ad avvertire il ruolo del sesso come atto riproduttivo, il soggetto omosessuale si sarebbe ucciso, conscio della sua inutilità. Ma è palese che non è così che funziona; qui andiamo alle fondamenta della cultura occidentale: l'individuo, la priorità dell'io sul noi, l'ego e l'istinto a preservarsi sono più forti di tutto il resto (dove per tutto il resto intendiamo ciò che Freud chiama Super-Io: la cultura, il contratto sociale, la morale comune e via dicendo).

Ma allora che senso ha tutto questo? Dove nasce l'omofobia se crolla la speranza di spiegarla da un punto di vista animale? La parola stessa lo dice. "Paura". Paura nata da un difetto di conoscenza. Ma paura di cosa? Vorrei cercare di capirlo con voi. Andiamo alla radice della questione, non confondiamoci con i sostrati delle epoche successive all'antichità greco-romana.

Ho scritto abbastanza, per ora, cari amici. Riflettiamo e confrontiamoci insieme sul perchè delle cose. Non fermiamoci pensando solo al fatto che l'omofobia è retrograda. Cerchiamo risposte sulla sua origine.

Il vostro corrispondente dall'Emilia in attesa

martedì 23 novembre 2010

lunedì 22 novembre 2010

Libera Informazione

Punti di vista: leggete e commentatemi gli articoli di Repubblica e del Giornale riguardanti la vicenda del restauro del gruppo marmoreo del I secolo a Palazzo Chigi.
R
G
Mentre quello di Repubblica è un articolo di cronaca, quello del Giornale è un piccolo capolavoro che descrive in poche righe tutto ciò che c’è da sapere sul Giornale, i suoi giornalisti, su Berlusconi e sull’Italia che vorrebbe.

I problemi della gente comune...

Ottimo discutere su temi di legalita` e democrazia interna al Pdl.
Va bene non risparmiare neanche una critica ai neo-avversari berlusconiani.
Passi anche parlare di ipotesi di successioni al potere, o di "poltrone" da assegnare.
Ma mi perdoni, on. Bocchino, qui leggo che dobbiamo sorbirci pure la vostra lite sul simbolo del Pdl:
"il nome e il simbolo del Pdl sono in comproprietà con Fini e non potrà utilizzarli"
e sul concetto di "vero centrodestra":
"Per evitargli problemi giudiziari, che purtroppo non gli mancano - sottolinea -, gli comunichiamo che dal 17 maggio scorso 'il vero centrodestra' è stato registrato da noi all'ufficio marchi e brevetti di Roma. Una ragione in più che prova che il suo non sarà il vero centrodestra italiano".

Cooosa? Fatemi capire, quelli di Fli hanno brevettato il termine 'vero centrodestra'?? E sarebbero loro i paladini della nuova destra italiana???
Che depressione....

domenica 21 novembre 2010

RatziDurex

Cari amici,
un breve post per celebrare il mio ritorno in patria cosparso di foglie autunnali e oscuri presagi sul mio futuro... Ma avete finito i tappeti rossi?

Vorrei porre l'attenzione su un fatto interessante. Pare uscirà a breve un libro-intervista del Papa dal titolo "La luce del mondo". Alcune anticipazioni, trovate sul solito sito di Repubblica, mi hanno impressionato molto positivamente. La più popolare è quella riguardante un'apertura sull'uso del profilattico. Dopo le marmoree convinzioni che facevano passare il condom come uno strumento del peccato, anche la Chiesa ha finalmente ammesso la sua importanza per limitare il diffondersi delle malattie, specialmente nei paesi del Terzo Mondo. A quanto ne so è la prima volta che l'autorità ecclesiastica parla in modo così esplicito di un tema così delicato. Del resto credo che la Chiesa stia iniziando a capire che, se vuole continuare (almeno sulla carta) a farsi portatrice del più grande messaggio che ha sorvolato questo pianeta deve, con moderazione, iniziare a rimodernarsi. Bravo Ratzi!!! E grazie al cazzo...

Davvero tenero, senza ironia, il punto di vista umano di un uomo anziano che valuta la possibilità di ritirarsi a vita privata nel caso il corpo non lo sorreggesse più. Alle volte penso che avrebbe voluto dedicarsi alla sua vecchiaia con serenità e tranquillità, godendosi il suo pianoforte e la sua cultura, senza avere la responsabilità di un potere mediatico come questo.

Il vostro corrispondente dall'Emilia in attesa di sapere che ne sarà di lui

La Mara Capricciosa

Nei link che ho postato ieri parlavo già dell’affaire Carfagna, ma dopo la nuova prima pagina di Libero devo già dedicare un post intero a ciò che il Giornale e Libero han detto di lei in due giorni. Dopo Boffo, Fini, Saviano anche la Carfagna è finita dentro alle prime pagine dei giornali di regime, con l’accusa di essersi messa contro B. in persona.
Di seguito, la prima pagina del Giornale di ieri e quelle di Libero di ieri e oggi.

Libero tratta la Carfagna, fino alla scorsa settimana paladina e simbolo del pdl, come una bimba capricciosa incapace di aver delle sue idee o di poter compiere delle scelte senza l’aiuto del capo. Il Giornale invece parla già di “amicizie pericolose”, per ricordarle che chi si mette contro Silvio rischia sempre di avere qualche dossier contro…
A sua difesa interviene invece la direttrice dell’Unità Concita De Gregorio con un bell’editoriale.

sabato 20 novembre 2010

Link – 20 Novembre

  • Prima pagina del Giornale contro Saviano, si commenta da sola;
  • Non solo Saviano viene attaccato dal Giornale: tutti quelli che in qualche modo possono creare problemi a Berlusconi finiscono in prima pagina. Quindi dopo lo sfogo di ieri, Mara Carfagna viene trattata come una bimba capricciosa e finisce direttamente nelle prime pagine del Giornale e di Libero, con relativo articolo che le ricorda che anche lei ha scheletri nell’armadio;
  • Articolo di Gad Lerner sui giornalisti di destra in tv;
  • Grande post di Leonardo: Belusconi è ricattabile?
  • Spinoza.it sul governo e la mafia;
  • Gli ultimi due post di Big Picture: manifestazioni in giro per il mondo e la meravigliosa galleria sul National Geographic Contest.

Newsweek e il Tg2

Prima di iniziare, una citazione per il sito in cui ho appreso la notizia: il Post. A me piace sempre più, quando è partito ero scettico sui contenuti e la possibile durata di un progetto del genere, invece rimane sempre molto interessante, d’ampio respiro, e soprattutto da spazio a molte voci: da Civati a Facci, da Scalfarotto a Mantellini, e soprattutto il direttore Luca Sofri, sempre illuminante con i suoi commenti mai estremisti, populisti o di parte.

Tornando all’argomento del post, ho letto sul Post (perdonate la ripetizione) un articolo riguardo a questo servizio del Tg2:

Il Tg2 parla del numero del Newsweek (uno dei più importanti settimanali americani di politica e società) della seconda settimana di Novembre, nella cui copertina c’è scritto: “Il problema che Berlusconi ha con le donne”. In piccolo c’è poi scritto: “la sua cultura da harem sta minando l’economia italiana e il suo stesso governo”. All’interno sono presenti due articoli durissimi contro Berlusconi e l’Italia.

Il primo, scritto dalla corrispondente dall’Italia Barbie Nadeau, scrittrice e giornalista per molte altre testate internazionali, è dedicato al maschilismo della società e della politica italiane. Il titolo è Il problema delle donne italiane. Inizia con una foto di Berlusconi che “guarda” la nuotatrice Federica Pellegrini. Grazie alla traduzione del Post, cito anche una parte di questo lungo articolo (troppo lungo, io non sono riuscito a leggerlo tutto in inglese), in cui viene citato Striscia la Notizia come esempio di tipico stile italiano, in cui la donna, maltrattata dall’uomo, è vista come un oggetto.

Un’intera generazione è cresciuta in una società in cui una specie di porno in versione soft e umiliante è considerato un di più accettabile di ogni programma di news quotidiano. Sono passati ventitré anni da quando Canale 5 di Berlusconi ha introdotto Striscia la Notizia, con le sue donne voluttuose dette veline – letteralmente, “brandelli di carta” – che sfilano negli intermezzi della trasmissione. Oggi, le showgirl non solo compaiono in tutti i canali ma alcune sono perfino al governo, nominate da Berlusconi. Alcuni sondaggi dicono che le giovani italiane preferiscono diventare veline ben retribuite piuttosto che medici, avvocati o imprenditori. Ma per Berlusconi l’idea di una forza lavoro femminile educata sembra essere più una barzelletta che la chiave per il successo economico. È stato lui che ha nominato una ex showgirl, Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità. I suoi calendari in topless sono ancora appesi nei corridoi più nascosti del Parlamento italiano. Ma nonostante lei faccia discorsi promuovendo «parità di diritti e di dignità» per le donne,  Berlusconi resta indifferente.

È chiaro che chi sostituirà Berlusconi – qualora dovesse accadere – indebolirà questo collegamento tossico tra politica, media e discriminazione di genere. Ma richiederà a tutti gli italiani, di entrambi i sessi, di riprogrammare il loro modo di pensare se davvero si vuole sperare che ci siano dei progressi. E non basterà soltanto cambiare canale.

 

Il secondo articolo è invece a cura di Jacopo Barigazzi, collaboratore del settimanale (il Post precisa che nè lui nè il settimanale americano sono notoriamente di centrosinistra). Il titolo è Silvio in ribasso: gli ultimi scandali sessuali sono il minimo tra tutti i suoi problemi, e racconta il declino della maggioranza berlusconiana e i disastri italiani soprattutto sul piano dell’economia, partendo dal caso Pompei (il crollo di un edificio a Pompei, con il ministro Bondi che esclude ogni colpa del suo ministero):

Questo è il modo di lavorare del governo italiano. Nessuna responsabilità, nessuna vergogna, nessuna attenzione verso un paese fatiscente. Oggi l’economia è quasi congelata nel tempo, come le rovine ricoperte di cenere di Pompei. Per vent’anni l’Italia non ha praticamente avuto nessuna crescita, ma nessuno accetta di essere accusato per questo. L’ultimo affair di Berlusconi è stato tanto stupido quanto salace. Ruby dice di avere mentito al premier sulla sua età e di non avere mai avuto rapporti sessuali con il vecchio satiro. Ma mentre queste narrazioni di lussuria un tempo servivano per rafforzare la reputazione di virilità del primo ministro, questa volta sembra che abbiano lasciato l’impressione opposta.

 

Dopo due attacchi così diretti a Berlusconi e alla società italiana e maschilista (del fatto che siano condivisibili o no non me ne occupo qui), il Newsweek ha pubblicato sul sito, non sulla versione stampata, una galleria fotografica con le foto di dieci donne italiane importanti nel mondo, con questa presentazione:

Non tutte le donne italiane sono celebrate semplicemente per il loro seno o per la loro abilità a preparare un bel pranzo della domenica. Mentre i titoli, almeno recentemente, hanno ritratto le donne italiane come personaggi poco vestiti in televisione, come escort o come modelle teenager appartenenti al partito di Silvio Berlusconi, il paese ha una ricca storia di donne contro gli stereotipi che hanno avuto successo in diversi campi. In questa galleria solo alcuni esempi tra le più importanti e influenti donne d’Italia del passato e del presente.

Come scrive il Post, per quanto la severità dell’attacco di uno dei più noti e autorevoli settimanali del mondo sia certamente una notizia, si può legittimamente sostenere che ci siano cose più importanti e che quindi non ci sia spazio per occuparsene nel corso di un telegiornale. E siamo talmente abituati al pressapochismo e alla superficialità dei telegiornali italiani da non nutrire grandi aspettative sul loro interesse per quanto scritto nientemeno che da Newsweek: peggio ancora se si tratta di articoli così inappellabilmente critici nei confronti di Silvio Berlusconi, uno che sulla RAI esercita qualche influenza.

Invece, contro ogni aspettativa, il Tg2 si è occupato di ciò che ha scritto il Newsweek, ma come? mostrando nelle immagini la copertina di Newsweek, leggendo il titolo sbagliato “Le ragazze di Berlusconi” e passando subito alla galleria fotografica online senza citare il contenuto degli articoli. Sul finale la mette poi sul politico, ma solo per citare Sonia Ghandi e Carla Bruni. Si tratta quindi di un servizio falso che prende in giro gli italiani, la loro intelligenza e il Newsweek. Un’altra ottima figura per l’Italia. Fortunatamente, il Tg2 ha una così bassa visibilità e credibilità che in pochi si sono accorti di questo obbrobrio.

Ma ora arriva il bello. Il direttore del Tg2 Mario Orfeo, invece di fare italianamente finta di niente si è premurato di rispondere al Post, giustificando l’ingiustificabile:

Caro Luca (Sofri, direttore del Post), in merito al vostro articolo sul Tg2 che spiega Newsweek sull’Italia qualche precisazione/considerazione: mi pare che già fare quel servizio, e farlo egregiamente come ha fatto Tommaso Ricci, serviva a segnalare un’anomalia e non a ripulire una versione come sostenete voi (non mi pare ieri di averlo visto su altri tg). Non abbiamo citato letteralmente il titolo “Il problema con le ragazze di Berlusconi” ma l’abbiamo fatto vedere diffusamente, cosa che in televisione -- mi insegni -- ha la stessa (o maggiore) efficacia delle parole, infine il taglio del servizio non voleva essere prettamente politico tanto che sviluppava solo una parte degli articoli del settimanale americano e per questo era collocato in chiusura del telegiornale, voleva essere piuttosto la sottolineatura dell’importanza delle donne italiane riconosciuta anche in America mentre qui da noi si parla più o solo di noemi e ruby. Ma nonostante ciò la presentazione -- il lancio in termine tecnico -- del conduttore che vi deve essere sfuggito diceva così: “Sulle pagine del settimanale americano Newsweek un articolo molto critico sul presidente del consiglio Berlusconi tesse l’elogio di alcune famose donne italiane”.

Luca Sofri ha prontamente risposto:

Caro Mario Orfeo, sei gentile a scriverci e a dare la tua versione. Non posso fare a meno di notare alcune cose. Non capisco quale “anomalia” fosse segnalata dal servizio, né capisco l’uso dell’avverbio “egregiamente”. Non mi pare un primato quello di avere battuto altri tg su una notizia inesistente (gli americani che apprezzano Sofia Loren e Carla Bruni è una notizia?). Ti confesso che non credo che la stranezza della parziale citazione del titolo di copertina sia compensata da pochi secondi di visione del testo in inglese. Voglio essere del tutto sincero con te: neanche una macchina della verità applicata all’autore del servizio mi convincerebbe che quell’omissione si spieghi così. La tua tesi sull’immagine che ha maggiore efficacia delle parole è strana: implicherebbe che Saviano sarebbe stato più efficace l’altra sera tacendo e mostrando invece dei cartelli con il suo testo scritto, per esempio.
Proseguo nel dare attenzione a ciò che dici: che “il taglio del servizio non volesse essere prettamente politico” è ciò su cui siamo completamente d’accordo, appunto. Ma dire che “sviluppava solo una parte degli articoli del settimanale” è troppa grazia: non ne sviluppava neanche uno, dedicandosi invece solo a una fotogallery del sito di Newsweek, ovvero a niente che sia contenuto nella copia del giornale che era mostrata dal servizio. Il quale giornale, invece parlava solamente del trattamento riservato dal berlusconismo politico e televisivo alle donne. Sulla presentazione del conduttore hai ragione, ma lascio ai lettori di decidere quanto questo dettaglio ribalti il loro giudizio.
Guarda, noi non pretendiamo di dirti se nel tuo telegiornale debba avere più spazio l’opinione internazionale sul nostro governo e sulla nostra cultura maschilista o piuttosto una rinnovata ammirazione per il fascino di Anna Magnani: fai tu. Ma è proprio per stima nei tuoi confronti che non crediamo sia una scelta libera. Buon lavoro, Luca Sofri.

Infine, la contro-risposta di Mario Orfeo:

caro Luca, brevissima controreplica che prego di estendere ai lettori del Post: rispetto la tua risposta come l’opinione espressa nell'articolo anche se non la condividevo e ho cercato di spiegarne le ragioni. Discutere e confrontarsi è il sale della democrazia, non mi sottraggo come hai visto. Ma con la stessa stima che io ho nei tuoi confronti devo pensare che quell’ultima riga sulla libertà ti deve essere proprio scappata dal computer (per qualche riflesso pavloviano?). Le mie scelte -- giuste o sbagliate -- sono tutte libere. Puoi giurarci. Mario Orfeo.

Apprezzo il coraggio di provare a giustificare un articolo del genere, ma sicuramente avrebbe fatto meglio ad ammettere che effettivamente il servizio era approssimativo ed incorretto. La risposta di Sofri invece è meravigliosamente chiara e cortese, non a caso Orfeo nella contro-risposta non entra nel merito e si attacca solamente all’ultima e pungente affermazione di Sofri.

mercoledì 17 novembre 2010

Come lui mentì al marito di lei

Uso questa straordinaria cassa di risonanza per pubblicizzare la spettacolo di dicembre della nostra compagnia, "La pinguicola sulle vigne".....
.... per altro esiste un blog da qualche giorno, vi metto il link qui: è ancora in costruzione, ma sicuramente ha già una grafica più accattivante della nostra!!!!
Venite a vederci in massa a teatro!!!!


In scena a dicembre a Genova:
sabato 4 ore 21.00 Teatro della Gioventù - Via Cesarea
domenica 5 ore 16.00 Teatro della Gioventù - Via Cesarea
venerdì 10 ore 21.00 Teatro Verdi - Genova Sestri P. Piazza Oriani



“Come lui mentì al marito di lei”
Da G.B.Shaw.

Regia: Graziella Martinoli
Aiuto regia: Fabiana Malaguti
Movimento Scenico: Barbara Martinoli

con Lorenzo Franco, Lucia Caponetto, Vittorio De Ferrari

I tre protagonisti, Lei, Lui e L’altro, si trovano immersi in un’atmosfera tesa e difficile, dove il triangolo amoroso può portare ad inevitabili e drammatici finali ma, l’ironia e la sapienza di Gorge Bernard Shaw, trasformano la tragedia in commedia e regalano un finale inatteso e rivelatore del carattere giocoso e volubile dei personaggi. Una graffiante commedia, dunque, sul valore della menzogna dove la verità risolve e alleggerisce.

Il cast, composto da tre validi attori: Lucia Caponetto, Vittorio De Ferrari, Lorenzo Franco, trova in questa commedia il pretesto per confrontarsi con una comicità sottile che esalta le attitudini brillanti e offre un’interpretazione fresca e divertente.


A far da cornice all'intrigo, troveremo gli altri attori della Compagnia Teatrale "La Pinguicola sulle Vigne", che ricreeranno con i protagonisti le suggestioni di questa frizzante commedia.

Link – 17 Novembre

  • Riflessione di Mantellini su Bondi e i crolli di Pompei;
  • Divertente intervista (finta) a Berlusconi sul blog Nonleggerlo;
  • Un post di Leonardo contro l’idea che Berlusconi e il Berlusconismo stiano per finire;
  • Due post “contro” di Matteo Bordone: il primo contro chi – come me – non crede nella fine di Berlusconi, il secondo contro lo sciopero della fame della giornalista precaria del Corriere della Sera;
  • Grande post di Spinoza su Fini e Berlusconi;
  • Foto da Big Picture: grandi migrazioni e cavalli islandesi.

martedì 16 novembre 2010

Vendola a Milano?

Ci sono state le primarie a Milano, e ha vinto il candidato vendoliano.
Ovviamente il commento più bello sulla vicenda l'ho udito oggi da un esponente del Pdl, che affermava che se il Pdl è in cattive acque allora il PD è in pieno naufragio, vedi il caso di Milano.
Invece secondo una novità del genere va analizzata a fondo, non in maniera superficiale o strumentale, perchè si sta parlando dell'ennesimo caso di Davide che vince Golia in casa centrosinistra.
Qualcuno si è già espresso:
1. dichiarazioni pessimistiche di Follini (che vi ricordo è un parlamentare del PD... sì lo so sembra assurdo ma è così!!): "Il culto delle primarie a lungo andare rischia di trasformare il Pd in un campo di battaglia per le scorrerie di tutti gli altri. A questo punto s'impone una riflessione. Tanto piu' perche' avverto fortissimo il rischio che il partito finisca fuori strada";
2. perplessità da parte di Fioroni, che sembra preferire l'alleanza con l'UdC piuttosto che quella con SeL e Federazione della Sinistra: serve [ndr] "Un Pd coraggioso che ambisce a rappresentare la complessità della società italiana e che rivendica intese con i moderati o con il Terzo polo anche se questo comporta di dire no ad altre alleanze. Continuare a sostenere l'alleanza che parta da Ferrero a o da Vendola è come dare l'alibi al Terzo polo per non scegliere di dare vita a una coalizione in grado di mandare a casa Berlusconi."
3. frase mistica di Letta (quello che affermava con tono fermo e deciso che fischiare Schifani è un qualcosa di inaccettabile che non può essere tollerato dal PD, da allora ho giurato che non voterò mai nulla che esca dalla mente di quell'uomo), a cui chiedo di spiegare meglio il suo pensiero: «Il risultato delle primarie a Milano apre interrogativi che non possono essere superficialmente elusi. Sia per la scarsa partecipazione al voto, sia per il risultato stesso, che ovviamente va accettato con un conseguente appoggio al candidato vincitore. Il voto milanese disegna scenari sui quali sarà bene riflettere in profondità prima che sia troppo tardi».

In tutto ciò ho trovato un'analisi un po' lunghetta ma interessante di Dino Amenduni sul Fatto che metto qui.

Vieni Via con Me

La puntata di ieri di Vieni via con me (puntata completa qui) è stato il programma più visto su Rai3, ed è stata vista da quasi due milioni di persone in più rispetto alla prima puntata: un successone.
Indipendentemente da ciò che si possa pensare sul programma e sui protagonisti, tutti dovrebbero complimentarsi con Fazio e Saviano per ciò che stanno facendo, soprattutto per la Rai, che invece continua a remare contro (prima hanno spostato il programma al lunedì in contemporanea col Grande Fratello, poi gli hanno affiancato Il Commissario Montalbano su Rai1).

Io ho visto il programma, nonostante qualche riserva, mi è piaciuto molto: grandi i due monologhi di Saviano, interessanti gli elenchi e gli interventi dei politici; preparare un elenco sui valori di destra e sinistra e recitarli in tv non è il loro lavoro, complimenti per il coraggio. Mi piacerebbe andassero nel programma anche B. e Di Pietro, per vedere se anche loro sarebbero in grado di fare un discorso così, senza attaccare gli altri o fare campagna elettorale.
Nel primo monologo Saviano ha parlato di infiltrazioni mafiose "legali" al nord, legali nel senso che mettono i soldi nel campo dell'edilizia, principalmente in Lombardia. E ha citato la Lega, che è impegnata nella lotta alla mafia come organizzazione criminale, ma non come "potenza" economica. Maroni si è arrabbiato non poco, ma più che criticare Saviano dovrebbe accertarsi sull'operato dei suoi dirigenti locali. Le cose dette da Saviano a riguardo mi sembrano tutte ben documentate, mentre Maroni ha solo chiesto uno spazio in tv per ricordare che lui fa un grande lavoro per arrestare i boss mafiosi.

A confermare il successo del programma sono arrivati i commenti deliranti del Giornale e del Pdl: Capezzone e Gasparri che paragonano i discorsi di Fini e Bersani a "temini di quinta elementare" (come se loro fossero in grado di fare anche solo un discorso di senso compiuto), e i giornalisti del Giornale che parlano prima di Fini, della sua casa di Montecarlo o della parente in Rai, e poi fanno il riassunto a modo loro del programma.

Update: sull'Espresso è uscito un articolo sulla mafia in Lombardia, che parla anche di fatti/persone citati da Saviano.
Qui sotto invece pubblico la "nuvola" delle parole dette da Fini e Bersani ieri sera: la parola più detta da Fini è "destra", in coerenza col tema dell'elenco. Bersani invece la parola "sinistra" la dice solo 2 volte. (fonte Espresso)

Università & Tremonti

Qui l'articolo di Repubblica che spiega quello che, secondo la deputata del Pd, Rosa De Pasquale, sarebbero i trucchetti del governo (Tremonti, in particolare) per non stanziare nuovi finanziamenti alle università pubbliche, e su come lo stesso Tremonti in questi giorni abbia cancellato i tagli a quelle private.

Difficile dire con obiettività e certezza chi abbia ragione, bisognerebbe arrivare alle carte e conoscere il modo di capirci qualcosa.

Sincerità


Dall’intervista del Corriere al deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio:

Lei è uno dei deputati più fedeli al Cavaliere e... 
«Certo: io gli sono estremamente fedele, come dovrebbero, però, esserlo tutti. E sa perché?».
No, perché?
«Oh... è semplice: il Pdl altro non è che una protesi del Cavaliere».
Una protesi nel senso che...
«Che senza di lui il partito non esisterebbe. Tutti noi parlamentari non esisteremmo. Nessuno può pensare di esistere senza di lui».

lunedì 15 novembre 2010

7 Gennaio 1990

«L’onesto Silvio Berlusconi sta monopolizzando il mercato delle comunicazioni e dell’informazione: prima la tv e adesso la stampa (la vicenda Mondadori; ndr). La classe governante assiste felice ed applaude. Ci siamo già espressi su questa turpe vicenda e ancora ovviamente lo faremo. Essa è di quelle che in qualunque paese civile avrebbe provocato un intervento immediato del potere politico a tutela della libera concorrenza e della libera stampa o in difetto una crisi di governo da parte dei membri dissenzienti della coalizione ministeriale. Non pare che accadrà né l’una né l’altra cosa. È esagerato affermare che la mainmise berlusconiana accentua robustamente i connotati di regime? Ma c’è un punto che finora è stato poco messo in luce e che invece è della massima gravità. Se l’operazione berlusconiana andrà in porto, noi vedremo a capo del più grande gruppo editoriale multimediale un membro della Loggia P2, debitamente individuato come tale dalla commissione parlamentare d’inchiesta e reo confesso di iscrizione alla Loggia. Se sta nascendo un regime col volto di Silvio Berlusconi, questo regime e quel volto avranno nei prossimi mesi ed anni la nostra più meditata e rigorosa attenzione».
(Eugenio Scalfari, la Repubblica, 7 gennaio 1990).
P.S. Nel blog di Gilioli si parla di “fine impero”, io non credo ci libereremo così facilmente di B.

mercoledì 10 novembre 2010

1867 - oggi. Varie ed eventuali.

L'allegato cliccabile qui (cliccatelo prima di continuare a leggere) è la prima pagina del quotidiano La Stampa del 5 novembre 1985, cioè giorno in cui è nato il nostro blogger principe (non me ne vogliano gli altri due) e al quale nè io nè il blog abbiamo fatto gli auguri...

Questa strana premessa un po' serve a dimostrare che alla fine quel giorno non è che sia successo poi un gran che di interessante (ma gli auguri te li farò lo stesso, va!), ma un po' mi serve anche per pubblicizzare ciò che forse qualcuno di voi non sa e che invece secondo me interessante lo è davvero: da qualche giorno a questa parte il quotidiano La Stampa ha messo disponibili e consultabili gratuitamente qui i suoi archivi, digitalizzando tutte le copie del giornale dal 1867 (!) ad oggi. A mio parere una gran bella iniziativa (tra l'altro, credo siano i primi in Italia a fare una cosa del genere).

martedì 9 novembre 2010

Musica e reinterpretazione

Cari amici,
questo è uno spazio di condivisione in un senso ampio. Per questo adesso rimpiazzo il mio promesso post su Fini con la recensione di un'opera, stimolando una riflessione accennata nel mio vecchio post "Il grande dittatore" sull'interpretazione del passato e sul potere della cultura.
"Tannhauser" è un'opera di Richard Wagner diretta la prima volta nel 1845 e rimaneggiata fino alla fine della sua vita. Non mi soffermerò sugli aspetti rivoluzionari della sua musica e del suo teatro, anticipatori del cinema, quanto sulla sua capacità di essere, via opportune reinterpretazioni, attuale al massimo.
Il plot è datato ma non del tutto scontato per i tempi di allora. Tannhauser è un cantore del X secolo che scopre con la sua musica la montagna di Venere, luogo traboccante di sesso e delizie innominabili. Dopo un lungo periodo al suo interno, decide di lasciare Venere e tornare nella società, in cerca di libertà e di nuove avventure. Venere lo maledice e gli predice il suo ritorno. La società riaccoglie Tannhauser come un eroe dopo la lunga assenza; qui egli ritrova Elisabetta, innamorata di lui da sempre di un amore casto e pulito. Ma durante una gara di cantori, Tannhauser, in preda alla maledizione, rivela di essere stato nella montagna di Venere. L'ipocrita corte di palazzo lo ripudia e vuole metterlo a morte ma Elisabetta lo difende, facendo appello alla speranza della redenzione umana. Tannhauser parte allora in pellegrinaggio per Roma per ricevere il perdono del Papa. Ma il Papa si rifiuta di accordarglielo e paragona la sua speranza di salvezza all'impossibilità del suo bastone di rifiorire. Il cantore si rimette quindi in cerca della montagna di Venere, disgustato dalla falsità del mondo e della speranza cristiana. Venere compiaciuta sta per accoglierlo di nuovo, abbandonato da tutti, quando gli giunge la notizia della morte di Elisabetta e delle sue costanti preghiere. Mentre alcuni pellegrini portano il bastone del Papa di nuovo verde, Tannhauser muore, certo di avere trovato la redenzione.
Solo una sciocca visione superficiale vedrebbe in questo un drammone cristiano, offuscato da cupi fumi nordici o nazisti. L'atmosfera nordica è palpabile, certo (si pensi allo scambio vita di Elisabetta-anima di Tannhauser). Ma in quest'opera non c'è solo questo. Tannhauser è un reietto della società perchè ha assaporato sapori sessuali proibiti. Sapori che certamente anche i nobili che lo condannano conoscono... Neppure il Papa lo perdona. Eppure Dio (in cambio di una vita umana) lo perdona. Da questo punto di vista l'opera si trasforma in un tentativo da parte di Tannhauser di essere accettato, capito, compreso. Ecco come, usando un punto di vista diverso, si possa INTERPRETARE, rileggere, scoprire. Wagner non penso avesse in mente questo, magari no, ma importa?
In Italia Wagner non solo non si rappresenta molto per una faccenda di costi. Esiste un pregiudizio troppo diffuso sulla sua "nazisticità". Wagner è morto nel 1883. E non era un santo. Ma Hitler è nato nel 1889. La finiamo di accostare queste due personalità come fossero la stessa cosa? La reinterpretazione, la stessa che ho operato io in modo grossolano qualche riga fa, ha permesso di fare di Wagner un nazista. Non è allora possibile un rinnovamento?
Negli ultimi anni ammetto che c'è un'inversione di tendenza. Quest'anno (e pure due anni fa) la Scala inaugurerà con "Die Walkure", altro capolavoro di questo genio tanto incompreso. Ma è noto quale sia lo stato degli stanziamenti alla cultura in Italia.
Vi lascio nella speranza di non avervi annoiato con un link che vi consiglio per apprezzare semplicemente la bellezza, scevra da ogni connotato politico. Ed è da uomo dichiaratamente di sinistra che vi parlo.
Il vostro corrispondente dall'Emilia

lunedì 8 novembre 2010

Fini..re per cambiare idee

Oggi sentivo Sallusti argomentare dell'inaffidabilita` di Fini con un esempio: dieci anni fa diceva che gli omosessuali dichiarati non possono fare i maestri.
Ho voluto verificare coi miei occhi la consistenza della dichiarazione: Sallusti ha ragione (sigh).
Guardate un po' qui l'articolo integrale di Repubblica.it dell'aprile '98, e`assolutamente strabiliante confrontare il Fini di allora col Fini di oggi:
"un maestro elementare dichiaratamente omosessuale non può fare il maestro"
"Non è moralmente opportuno che chi è omosessuale dichiarato o chi arriva a considerare la pedofilia, tutto sommato, una forma d'amore, possa fare l'insegnante"
e rivolto a Grillini diventa addirittura (?!)profetico:
"io non farò nulla perché siate discriminati ma non chiedetemi di fare qualche cosa perché siate considerati sullo stesso identico piano legislativo della famiglia naturale."
e conclude con un sempre verde
"Con me è il 95 per cento degli italiani".

Bene, si puo` sempre cambiare, non dico il contrario, ma passare da posizioni del genere (e chissa` cosa pensava nell'88, forse non erano dichiarazioni udibili in pubblico!!) alle sue odierne serenate a gay ed immigrati e` forte. Forse bisognerebbe che dimostrasse una volta per tutte che il suo cambiamento e` sincero, medidato, profondo, e soprattutto disinteressato.
Perche` non vorrei che ora che Vendola sembra voler ricostruire una forza unitaria di sinistra, Fini possa affermare che la sua segreta fede comunista lo obbliga a candidarsi alle primarie (altro che Papa straniero)!!!


NB: la cosa piu` divertente dell'articolo targato '98 e` l'intervento di Tiziana Parenti che ha chiesto a Fini:
"Che cosa ha in comune con An un movimento liberale e democratico come Forza Italia? Lei non è né liberale nè democratico".
Oggi abbiamo capovolto un po` le cose.....

giovedì 4 novembre 2010

Lingua biforcuta a tutti i costi? No, grazie.

Cari amici,
anche la lingua biforcuta che conoscete bene riesce a non uscire dai denti qualche volta. Ci sono momenti come questo che mi chiedo come può un uomo del mio livello spararle grosse con quel voluttuoso e infantile piacere di dire la cosa che non andrebbe detta per il puro gusto di farlo. Mi sono messo a riflettere stasera...

Ho appena finito di vedere un film su Sky (datato 2008) che non avevo ancora visto. "Milk" di Gus van Sant, con Sean Penn come protagonista. In esso essenzialmente si racconta la storia di Harvey Milk, primo uomo dichiaratamente gay ad essere eletto ad una carica pubblica negli Stati Uniti nel '78 e fatto fuori poco dopo. Allora erano presenti, anche da parte di alte cariche pubbliche, appelli alla "normalità" e quant'altro... Tò, guarda un pò anche oggi è così... Allora non è cambiato niente?

Continuo a pensarla allo stesso modo su come andrebbero trattate le affermazioni di B., cioè andrebbe ignorato per stanarlo laddove non potrebbe difendersi. Ma a pensarci bene... La mia idea sarebbe certamente la migliore se tutti la pensassero come la pensiamo noi, senza bisogno di affermare verità ormai ovvie, come la parità dei diritti di tutti e quant'altro. Ma la pensano tutti come noi? Per esempio a Roma c'è (o almeno c'è stato nei mesi scorsi) un clima di caccia alle streghe. Cosa ne sappiamo di ciò che si pensa nel profondo Sud? Quanto è alta la sensibilizzazione (in profondità) sull'omosessualità nell'evoluto (in superficie) Nord? Quindi mi sono sentito di dover ammorbidire la mia posizione dei giorni scorsi.

Nel '78 Milk doveva combattere per la difesa dei posti di lavoro delle persone omosessuali. Questo almeno non è più in discussione (sulla carta). In Italia ci sono altre cose che andrebbero curate ma non è questo ciò di cui voglio parlare. Si tratta soprattutto e anzitutto di indagare l'opinione comune. La Chiesa in questo certamente non aiuta, ma d'altronde non possiamo nemmeno pretenderlo. In tutto questo spunta un signor B. con le sue cazzate. E' l'opinione comune quello che pensa il signor B.? Il dubbio viene...

Simili puttanate non possono, NON POSSONO essere ignorate, in virtù di questo dubbio.

Cedo perciò volentieri allo sporco gioco del signor B. e spendo cinque minuti del mio tempo per scrivere su questo blog della sua inutile esternazione, nella speranza che non ce ne sia molto bisogno.

Ma siamo certi che non ce ne sia bisogno? Ne siamo certi?

Il vostro corrispondente dall'Emilia

martedì 2 novembre 2010

E' meglio se Ruby o se sei gay??

A dispetto del post di Bolo, io credo sia giusto far sentire la voce di chi non ci sta.

Comunque non ho per niente le idee chiare...
Da una parte mi dico: è come aggiungere gocce d'acqua in un vaso, plink plink plink, volete davvero farmi credere che non straborderà mai?
Dall'altra mi rendo conto che ormai è quasi inutile urlare a destra e a manca che B è un maleducato, parolaio, volgare, maschilista, ecc ecc, che in nessun paese democratico avrebbe alcuna chance di essere eletto tre volte presidente del consiglio. Lo abbiamo già detto migliaia di volte a proposito di migliaia di fatti o dichiarazioni differenti. Evidentemente la gente è comunque appagata da sto tizio squallido.

Commento poi l'intervista rilasciata da Sgarbi Vittorio, che appoggia la battuta di B.

"... è una posizione. Ha fatto bene. Lo condivido in pieno. Una frase provocatoria ma legittima. E’ come dire: preferisco pescare piuttosto che andare a caccia”
NO! Apparte il fatto che chi equipara la dichiarazione sui gay a quella sulla caccia dimostra quantomeno scarsa sensibilità, se non addirittura ignoranza o malafede. Mi sembra ovvio, banale. In un caso si parla di hobby, in un caso si parla di sentimenti, che si portano dietro vergogne, ansie, frustrazioni, discriminazioni, ecc ecc.
Non è la stessa cosa anche perchè è altrettanto banale capire la tattica di B: la sparo grossa perchè così non devo rispondere delle mie azioni. Mi domando: come commenta CL queste dichiarazioni?

E poi che squallore Sgarbi Vittorio quando dice: "Mi ha sempre invidiato perché sono libero, ora lo è anche lui. Non siamo più “occupati” dalle donne, ma ‘visitati’. Come Taormina, come la Grotta Azzurra. [...] Ora che si è liberato dall’influenza negativa di Veronica deve stare solo. Essere visitato dalle donne. Come la Grotta Azzurra. Comunque gli ho segnalato una ragazza molto bella: Lizandra Silva, cubana. Meglio di Ruby”

Ma davvero esistono donne a cui piace tutto ciò??

Il buio oltre i gay

Cari amici
"Meglio essere appassionato di belle ragazze che essere gay".

Non ottenebriamo i punti centrali della questione. L'odio verso la stampa e la magistratura, la lotta alle intercettazioni, le Sue "libertà" illegali, il tentativo quotidiano di uniformare il metro di valutazione del bene e del male di tutti ricalcandolo sul suo sporco senso dello Stato e della persona. Una mossa geniale, il solito diversivo per farci distogliere lo sguardo. Ignoriamolo, non diamogli la soddisfazione di concentrarci su cose diverse da quelle su cui non ha argomenti. Tanto c'è il caso che ben più della metà degli italiani pensi che sia meglio andare a troie (possibilmente minorenni) che prenderlo nel culo. Del resto chi lo ha votato? Una tribù aborigena dedita al cannibalismo?

Una affermazione come questa non merita nemmeno contrattacco. Ma poichè alla massa belante bisogna spiegare proprio tutto, ci sarà certamente chi si indignerà, cadendo nella trappola, e punterà il dito dicendo: "La comunita omo-lesbo-bisex-trans-queer-termine di 'sto cazzo si è sentita ferita. Massa belante sappilo! L'affermazione è medioevale!" Ma no! Davvero?

Naturale che non si possa restare del tutto zitti di fronte a simili oscenità, ma mi urta fare il suo gioco in questo modo.

Il vostro corrispondente dall'Emilia