sabato 27 novembre 2010

La Tetralogia: SIEGFRIED

Cari amici,
ormai ho intenzione di terminare questo progetto, nonostante qualche mormorio di sottofondo. Seguirà un quinto post di commento generale.

TERZA GIORNATA
Ancora una volta sono trascorsi un sacco di anni dalla fine dell'ultima opera. Il sipario si apre su una caverna a forma di fucina, in cui è presente Mime (il fratello di Alberich, il Nibelungo malvagio) che architetta un piano tutto suo. Anni prima ha accolto una Sieglinde morente e ha allevato il figlio di lei, Siegfried. Il nano tenta di riforgiare la spada di Siegmund, Notung, senza riuscirci; il suo progetto è addestrare Siegfried e inviarlo a combattere Fafner, il gigante-drago, per impossessarsi dell'Anello. Il ragazzo è ardito e mal sopporta la presenza del nano, che sa non essere suo padre. A un certo punto giunge Wotan, che ingaggia con Mime una gara di indovinelli per testare la purezza dei suoi intenti, che si rivela scarsa. Il dio è maturato molto dalle ultime opere, come vedremo, e conta di non intervenire più attivamente nelle vicende riguardanti l'Anello perchè l'ultima volta che ci ha provato ha fatto un gran casino e ha perduto una figlia. Arriva Siegfried che riforgia la spada del padre e parte con Mime alla volta della caverna del drago, ignaro di ciò che lo attende e desideroso di conoscere per la prima volta la paura.


Davanti alla caverna Alberich attende l'esito della battaglia, certo che andrà a suo favore. Giunti Siegfried e Mime, egli si nasconde. Mime se ne va, lasciando l'eroe davanti alla caverna. Il ragazzo inizia a meditare su di sè, sui suoi genitori mai conosciuti, sulla natura. Viene interrotto dal drago Fafner che esce dalla caverna in cerca di cibo. Il dialogo tra i due termina con un duello che vede il drago perdente. Negli ultimi istanti di vita, Fafner mette in guardia Siegfried dalla maledizione legata all'Anello. Morto il drago, Siegfried si rende conto che il contatto con il suo sangue gli consente di percepire il canto degli uccelli del bosco. Un uccellino gli svela l'esistenza, all'interno della caverna, del tesoro dei Nibelunghi. Siegfried lascia tutto lì, preleva solo l'elmo magico e l'Anello. Così facendo Siegfried riesce a sottrarsi alla maledizione, conquistando l'Anello ignaro del suo potere e dandogli pochissimo valore. All'uscita ritrova Mime, intenzionato ad avvelenarlo a tradimento e a rubargli l'Anello. Ma grazie a un incantesimo Siegfried lo smaschera e, disgustato, lo uccide e getta il suo corpo nella caverna, coprendo l'entrata con la carcassa del drago. Alberich assiste alla scena e comprende che non può ancora entrare in azione; è però lieto che l'Anello non sia più in mano al drago. Guidato dall'uccellino, Siegfried parte alla volta di una rupe su cui giace una dama addormentata, protetta da un mare di fuoco (si ricorderà Brunilde).

Wotan va a trovare la dea Erda, che tanti anni prima lo ammonì dal possedere l'Anello e gli predisse la fine degli dei. Egli mostra di aver compreso la lezione: il suo tempo è finito e la corruzione della stirpe divina sta giungendo a compimento. Non ha in mente di fermare questo processo, a cui peraltro ha contribuito (l'influenza di Nietzsche è palpabile: di questo parlerò nel quinto post). Il futuro appartiene a un uomo nuovo, un uomo ignaro del potere e capace di cambiare il mondo. Siegfried arriva alla base della rupe di Brunilde e lì, finalmente, incontra Wotan. Dopo uno scambio verbale in cui Wotan si compiace dell'ardire del giovane, Siegfried riconosce colui che ha spezzato la spada del padre e distrugge la lancia di Wotan. A quel punto il dio comprende che il suo ruolo è terminato davvero (il simbolo della sua egemonia sul mondo è distrutto): lascia passare il giovane che sale sulla vetta. Lassù trova Brunilde addormentata e, al cospetto della sua bellezza, apprende la paura, che nemmeno il drago gli ha insegnato. Con un bacio sveglia la ragazza che, dopo aver salutato il sole e la vita ritrovata, apprende di aver fatto la scelta giusta: presentiva che solo lui avrebbe potuto svegliarla e superare il mare di fuoco, il figlio di Sieglinde da lei difeso nell'opera precedente. Dopo un duettone infinito, Brunilde rinuncia alla verginità e si abbandona felice tra le braccia di Siegfried.
FINE TERZA GIORNATA

Qui di seguito il momento culminante della lancia spezzata di Wotan.
http://www.youtube.com/watch?v=dqScmEUkL2U&feature=related

Come al solito sarà necessaria un pò di pazienza.

Il vostro corrispondente dall'Emilia

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