mercoledì 24 novembre 2010

OmoRatzi

Cari amici,
mi sono ritrovato, come al solito, a difendere l'indifendibile... Le solite affermazioni del Papa sull'omosessualità annullano quella sorta di vaga e ipotetica speranza sorta con le sue (a questo punto supposte) aperture sul Durex.

Essenzialmente viene ribadita la posizione canonica classica sull'argomento: l'omosessualità è una prova come un'altra, una tentazione, che come tale va combattuta e cedervi non rende essa moralmente giusta. In questo post non intendo svolgere le ovvie critiche a affermazioni come questa (il fatto che sia una "prova come un'altra" è assurda perchè coivolge un'esistenza affettiva tutta intera, cosa sia "moralmente giusto" non è stabilito ecc ecc) No. Intendo invece cercare una spiegazione matura e razionale dell'omofobia. In un qualche modo, quindi, cercare di capire di più cos'è questa OSSESSIONE del Papa e della Chiesa nei confronti del sesso tra due uomini (implicitamente la questione è questa... si tratta di SESSO; la vaga idea che si possa parlare di altre cose non li sfiora minimamente).

Le radici sono antiche. E molto forti. Spesso ho udito che quella antropologicamente più attendibile è la seguente: il sesso omosessuale è sterile, non porta alcun frutto alla specie e per questo è percepito come superfluo, innaturale e mostruoso. Mah... Attenzione bene... Qui non sto parlando del punto di vista della Chiesa. Io sto parlando di quegli archetipi quasi animali su cui la Chiesa (e non solo della Chiesa) ritiene di fondare le sue posizioni. Sarei interessato a sapere cosa pensano gli antropologi sul sesso tra gli uomini primitivi. Siamo davvero certi che stessero a guardare queste cose? Io penso di no. In un certo senso credo la specifica funzione riproduttiva del sesso è stata avvertita DOPO. All'inizio ciascuno faceva sesso con chi più gli piaceva, perchè conta sempre e solo la ricerca del piacere (la psicoanalisi ci ha aiutato tanto). Quindi una posizione come quella di inizio paragrafo si indebolisce. La diatriba sulla naturalità dell'omosessualità (dando per assunto che non sempre intervengano fattori esterni nell'età dello sviluppo, il che non è dimostrato ma attendibile) viene quindi a cadere, perchè se per "naturale" intendiamo l'istinto alla sopravvivenza dell'individuo, anche l'omosessualità è un'idea naturale. La definizione di "naturalità" come "istinto a preservare la continuazione della specie" è venuta dopo, perchè altrimenti nel tempo in cui l'uomo era ai suoi inizi ma iniziava ad avvertire il ruolo del sesso come atto riproduttivo, il soggetto omosessuale si sarebbe ucciso, conscio della sua inutilità. Ma è palese che non è così che funziona; qui andiamo alle fondamenta della cultura occidentale: l'individuo, la priorità dell'io sul noi, l'ego e l'istinto a preservarsi sono più forti di tutto il resto (dove per tutto il resto intendiamo ciò che Freud chiama Super-Io: la cultura, il contratto sociale, la morale comune e via dicendo).

Ma allora che senso ha tutto questo? Dove nasce l'omofobia se crolla la speranza di spiegarla da un punto di vista animale? La parola stessa lo dice. "Paura". Paura nata da un difetto di conoscenza. Ma paura di cosa? Vorrei cercare di capirlo con voi. Andiamo alla radice della questione, non confondiamoci con i sostrati delle epoche successive all'antichità greco-romana.

Ho scritto abbastanza, per ora, cari amici. Riflettiamo e confrontiamoci insieme sul perchè delle cose. Non fermiamoci pensando solo al fatto che l'omofobia è retrograda. Cerchiamo risposte sulla sua origine.

Il vostro corrispondente dall'Emilia in attesa

4 commenti:

  1. Interessante Bolo! Partendo da ciò che hai scritto, mi è venuta in mente una riflessione che ho letto da qualche parte ma non ricordo più dove: da un po' di anni il Vaticano nei suoi interventi pubblici parla principalmente di: sesso, gay, preservativi, sesso, prostituzione, concepimento, sesso e ancora sesso. Un'impostazione così sessuocentrica della chiesa è veramente ciò che ha insegnato Gesù? Che io sappia nei Vangeli si parla molto ma molto poco di sesso, e a quei tempi non è che non si scopava o non si andava con uomini o prostitute.
    La mancanza di linee guida riguardo a questi discorsi ha portato a posizioni estremiste ben radicate nel corso di questi duemila anni.
    Forse ne parlano così tanto perché neanche loro hanno più le idee chiare... ma secoli di testardaggine non saranno cambiati sicuramente da questo papa poco coraggioso.

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  2. Condivido... Il Papa attuale si trova nella congiuntura più difficile dalla fine della Guerra... La sua posizione riflette un conservatorismo esasperato. Se capisse che in un momento come questo il messaggio di Cristo nudo e crudo, senza tutte le altre puttanate, aiuterebbe un sacco avrebbe molto più consenso.

    Come già ho detto ho sbagliato a credere in un'apertura in un qualunque senso. Il Papa non potrebbe ORA, neanche volesse, avere idee diverse da quelle che ha. La mia riflessione sull'omofobia e sulle suggestioni sessuocentriche della Chiesa vanno avanti...

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  3. Ehm... Italiano da buttare... Ma ero di ritorno dalla festa di laurea amici!

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  4. Ormai il nostro blog è un importante ruolo di riflessione politico/religioso/culturale, bene così!
    Comunque, di papi che portano avanti il messaggio di Cristo nudo e crudo non ce ne sono mai stati, dal Medioevo in poi... sono troppo incatenati a tutto il sistema che gli si è creato attorno. Giovanni Paolo II era sulla buona strada ma i cardinali si sono ben guardati dall'eleggere un papa che potesse continuare la sua linea... spero si rendano conto della scelta sbagliata, anche se penso che tra di loro ci siano molti più "Ratzingeriani" che "Wojtyliani".

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