mercoledì 25 luglio 2012

Bufala o no? A chi credere?


Da un po' di settimane gira la notizia di un referendum per l'abrogazione parziale della legge del 31 maggio del 1965, n° 1261 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Parlamento).

Oggi sul portone di casa ho anche trovato un volantino (vedi foto)


 
La questione che mi porta a scrivere questo post è presto detta: in questo articolo viene messa in evidenza una regolamentazione temporale dei referendum abrogativi che non conoscevo.

Secondo tali argomentazioni il referendum così fatto sarebbe inutile.

L'articolo che ho citato si spinge oltre, dichiarando che c'è un secondo referendum pilotato dall' UDC (il primo, quello della mail, è del "comitato del Sole") nato con lo scopo di sfruttare dei presunti rimborsi per far quattrini

Invece imputa all'ingenuità degli attivisti del Movimento del Sole il non sapere che il loro referendum fosse inutile.

Quest'ultima accusa non mi convince molto.

Però le norme riguardo ai referendum abrogativi sembrano puntare dritto al fatto che un referendum così fatto sia inutile.

Tra l'altro lo stesso Comitato del Sole ha dichiarato la volontà di interrompere la raccolta firme (vedi QUI) in quanto, a loro dire, nei pochi giorni rimasti non si sarebbero mai raggiunte le 500.000 firme necessarie (essendo ora a quota 250.000) .. Atteggiamento non chiarissimo.

Loro inoltre dichiarano di voler far ripartire la raccolta firme ad ottobre. Cerchiamo di capire esattamente se abbia senso appoggiare quest'iniziativa,
Perchè se non ha senso, come dichiarato dal primo sito riportato, tanto vale alle prossime elezioni votare un partito che abbia questo punto come programma.

In tutto questo quello che è certo che la stampa ha totalmente snobbato la vicenda.

Le tesi complottistiche secondo le quali i giornali non l'abbiano riportata apposta perche pressati dalla politica non mi convincono molto (sicuro delle ingerenze ci saranno, anche in altre occasioni, ma non fino al punto di imporre il non riportare una notizia), l'unica cosa che mi viene da pensare è che l'informazione, come ogni altro settore, alla fine deve fare quattrini, cioè puntare su notizie che abbiano forte presa sui cittadini: meglio un bel servizio da 10 minuti sull'omicidio di Avetrana piuttosto che parlare di quattro sfigati che tanto non si caga nessuno.

martedì 24 luglio 2012

CCCP - Cosmic Comunist Construction Photographed


In continuità con il post di Lore di qualche mese fa, volevo condividere con voi alcuni scatti di Frédéric Chaubin, giornalista francese nonchè fotografo.

Le foto che sto per mostrare sono tratte da un catalogo di architettura sovietica, in realtà il catalogo di una mostra fotografica tenuta dallo stesso Chaubin, nella quale sono mostrati alcuni esempi della megalomania costruttiva del regime sovietico degli anni 70 /80.

A prima vista queste costruzioni appaiono "brutte": austere, rigide, grigie.. verrebbe naturale definirle "ecomostri".

In realtà dietro a queste cattedrali di acciaio e cemento c'è di più.
Le linee architettoniche razionali ed essenziali, che richiamano quasi sempre figure geometriche semplici, hanno una pulizia, una sobrietà ed una precisione che lascia intuire quanta ricerca e studio è stata fatta dietro a ciascuna di esse. La possenza, le dimensioni, la monumentalità di questi edifici fa il resto.


Infatti sfogliando CCCP (è questo il nome della raccolta) siamo proiettati in un mondo lontano, visionario, caratterizzato da paesaggi surreali, fantascientifici, alieni.
Le sensazioni suscitate da questi sono miste: malinconia,  tristezza, ma anche una sorta di nostalgia e familiarità, come se quel mondo rispecchiasse ed evocasse in qualche modo una parte di noi.

Ecco alcune delle foto che mi hanno colpito di più




Residenza estiva del presidente del Soviet supremo d'Armenia - Armenia 1976
 


Facoltà di architettura - Bielorussia 1983

 

Casa di riposo Druzba - Ucraina 1985



Palazzo dei Soviet di Kalingrad - Russia 1974



Ministero delle autostrade della Georgia - Georgia 1974



Caffè Poplakov - Ucraina 1976



Monumento alla rinascita dell'Armenia - Armenia 1979
 


Stazione degli sport invernali - Russia 1985

 
Ambasciata sovietica - Cuba 1985

venerdì 20 luglio 2012

Favole



La legge elettorale: da quanto tempo ci raccontano che c'è assoluta necessità di cambiarla?




Lo dicono tutti, tutti ma proprio tutti, da mesi, mesi, mesi, mesi e mesi.

Eppure "la porcata" è ancora li.

Il dubbio (che forse si sta trasformando piu in una certezza) è che, tutto sommato, questa legge elettorale faccia comodo un po' a tutti.

Insomma, spero di sbagliarmi, ma se fossi costretto con le spalle al muro scommetterei sul fatto che la legge elettorale non verrà cambiata.

O forse verrà cambiata all'ultimo minuto, quel tanto che basta per lavarsi le mani di fronte all'opinione pubblica, mantenendo comunque la possibilità di dare la colpa di una non totale modifica all'altro schieramento e al poco tempo rimasto.

Intanto i mesi passano.

martedì 10 luglio 2012

L'arte incompiuta

Carissimi
Quella che vi porrò è forse una domanda complessa, interessante forse solo per gli accademici, gli appassionati, coloro che non hanno di meglio su cui scrivere o da leggere, ma stimolata da una vicenda che ritengo affascinante.

Anton Bruckner (1824-1896) è uno dei miei compositori preferiti, austriaco, per non dire il mio compositore preferito. La sua vita è priva di eventi interessanti. In eredità ci ha lasciato, tra le altre cose, undici splendide sinfonie (contandone anche due non numerate). Cattolico, visionario anticipatore di tanta musica successiva, erede sinfonico di Wagner, aveva una mezza mania ossessivo-compulsiva di rimaneggiare i suoi lavori, per cui delle sue sinfonie spesso esistono varie versioni, poco distanti l'una dall'altra nella stragrande maggioranza dei casi, ma che hanno creato una grande baraonda e un eccesso di revisioni e riadattamenti da parte di "amici" poco intelligenti, che lo ricoprivano di suggerimenti per "tagliare" o "migliorare" il suo lavoro. La sua era una musica difficile per il suo tempo (in occasione della prima della sua Terza, due terzi del pubblico abbandonò la sala), troppo vicina alla nostra concezione, che so, di una colonna sonora. Continuamente paragonato, a suo svantaggio, ad un contemporaneo come Brahms (che nella mia modesta opinione era solo un abile prestigiatore che presentava musica già sentita, per quanto bella), non ebbe mai troppo successo in vita. Credo troppo poco apprezzato anche oggi (meno di un mese fa al Carlo Felice ho ascoltato la sua Terza, una meraviglia, in compagnia di quattro gatti), la storia del nostro compositore ha un finale curioso e che stimola la mia riflessione.

Dovete sapere che Bruckner ha iniziato tardi a comporre sinfonie. Insomma com'è, come non è, egli si ritrovò a comporre il suo capolavoro, che è anche il suo testamento, alla fine della sua vita. Parlo della sua Nona Sinfonia. Normalmente una sinfonia "classica" è costituita da 4 movimenti. Bruckner portò a termine interamente solo i primi tre prima di morire (perse infatti tempo a rivedere la sua PRIMA sinfonia!), lasciando solo delle bozze del quarto. Per quasi cento anni praticamente tutti i direttori di orchestra eseguirono questa versione "incompiuta" della sinfonia. Il finale del terzo movimento sembra perfettamente accordarsi in ogni caso con l'incompiutezza del lavoro. Infatti la Nona sembra una grande riflessione musicale ed esistenziale, che termina con una sorta di grande punto interrogativo, sia su come potrà essere la musica del futuro, sia su ciò che potrebbe essere al di là della vita. In modo NECESSARIAMENTE incompiuto, verrebbe da dire.



Cosa accadde dopo? Si dice che il maestro desiderasse come Finale il suo "Te Deum". Boh. Alla fine del Novecento sono state prodotte, sulla base degli scritti lasciati dal compositore, varie versioni del quarto movimento. Queste sono molto differenti tra loro.


Nel febbraio 2012, i Berliner Philarmoniker, una delle orchestre più prestigiose del mondo, hanno inciso sotto la direzione di Sir Simon Rattle, direttore molto intelligente, la versione che viene a tutt'oggi ritenuta "la più accreditata" del Finale, ad opera di un team di quattro musicisti, che hanno operato un'attenta revisione filologica degli scritti disponibili rimasti. Questo passo "ufficiale" di Rattle potrebbe essere l'inizio, nella pratica concertistica, dell'esecuzione di un'unica versione definitiva.


Finale che io ho avuto modo di ascoltare oggi in seguito all'acquisto del CD. Lo splendido tema principale è certamente di Bruckner, lo riconosco ad orecchio (ed è l'unica cosa comune a TUTTE le versioni del Finale). Eppure il dubbio viene... E sorge spontanea la domanda che volevo porvi: E' LECITO COMPLETARE L'OPERA DI UN ARTISTA CHE, INTERROTTO DALLA MORTE, NON HA POTUTO FINIRE IL LAVORO? Siamo certi che in questo modo non si snaturi un poco il significato che questo viene ad avere?


Questo non è l'unico caso, nella storia della musica (anche il Requiem di Mozart è stato "completato", la Turandot di Puccini...). Ma questo è forse quello più dibattuto, perché il significato stesso dell'opera ne risulta distorto (la riflessione artistica e umana di cui sopra continua e termina in un qualche modo, una contraddizione in termini). Nonostante questo, Bruckner non avrebbe mai lasciato la sua sinfonia senza Finale, tant'è che ci stava lavorando. Eppure...

Insomma... Per portare la riflessione su un altro piano. Avreste consentito ad un dilettante di concludere la "Gioconda" di Leonardo? Sarebbe stata la stessa? No signori. Non sarebbe stata la stessa. Per me la Nona sinfonia di Bruckner termina con il terzo movimento e con il famoso punto di domanda. Ma con un pò di spirito critico, senza pretendere un rigore filologico e un Finale "come l'avesse scritto lui", si possono accettare altre versioni della storia. Che però, da un certo punto di vista, nulla c'entra con il lavoro dell'artista morto prima che potesse concluderlo. 

Capiamoci. Il Finale in questione è bellissimo. E forse Bruckner lo avrebbe apprezzato, tenuto conto che il tema principale è certamente suo. Ma non spingiamoci troppo oltre con le pretese. Per me il lavoro incompiuto di un artista deve rimanere tale, per rispetto verso di lui. In generale l'arte è soggetta all'interpretazione di chi ne fruisce. Fruire di un'opera d'arte incompiuta richiede solo un pò di interpretazione in più. Ma pretendere che una di esse, di coloro che hanno modo di mettervi mano e farla conoscere al mondo, prevarichi sulle altre e ne modifichi la struttura è scorretto.

Link - 10 Luglio

  • Giovedì scorso la Cassazione si è espressa sulle condanne per le violenze al G8 di Genova. I post di Matteo Bordone, Luca Sofri e Massimo Mantellini commentano la sentenza e le frasi di Manganelli sull'"umana solidarietà" per i condannati;
  • la scorsa settimana è anche stata annunciata al mondo l'esistenza sperimentale del Bosone di Higgs. Matteo Bordone ha chiesto spiegazioni ad Amedeo Balbi;
  • tre post sarcastici di Popolino: il primo sulle primarie, il secondo sulla situazione politica italiana e il terzo sul Movimento 5 Stelle;
  • quest'anno si festeggiano i 50 anni dal recupero della nave Vasa, vascello della marina svedese che affondò poco dopo la partenza nel porto di Stoccolma, e che ora è un museo (che alcuni dei blogger del Quinto Postulato visitarono anni fa): la storia è raccontata da Emanuele Menietti sul Post;
  • altro articolo interessante dal Post: il significato dei nomi dei 50 stati degli Stati Uniti;
  • per rimanere in ambito geografico, ecco 40 differenti cartine geografiche del mondo;
  • una breve video ricostruzione di quello che i fotografi vedrebbero nei prossimi 7 milioni di anni facendo foto notturne alle stelle;
  • in attesa del ritorno della rubrica "Designati", la bella idea di costruire con i Lego alcuni giocatori delle quattro semifinaliste all'Europeo. Riuscite a riconoscerli?
  • bellissime foto di un artista che si disegna opere d'arte famose sulla faccia, e poi si fotografa;
  • infine le foto di Big Picture: contest fotografico di National Geographic, Europei di calcio e Tour de France.

venerdì 6 luglio 2012

Energia: Incentivi verdi (aiuti di stato mascherati?)



E' da un bel po di tempo che è stato introdotto un sistema per incentivare le cosidette "auto verdi", automobili che consumano (e inquinano) sempre meno.



Il bombardamento di qualche anno fa via pubblicitaria era assai consistente: una pubblicità su 3 riguardava un auto, e in quasi tutte la frasetta finale era "se compri quest'auto, oltretutto, inquinerai meno e farai un favore all'ambiente".
(ora in tempo di crisi il jingle è un po' cambiato: "se compri quest'auto consumi di meno così risparmi")

Ma tornando al concetto per il quale comprando un'auto nuova e piu efficiente si fa un favore all'ambiente viene da chiedersi:  è proprio così?

Verrebbe da dire "certo!", ma, con un'analisi piu dettagliata dei consumi e soprattutto della co2 prodotta in fase di produzione dell'auto la risposta potrebbe non essere tanto scontata

QUI c'è un sintetico riassunto medio delle emissioni di CO2 relative alla produzione di diversi tipi di auto.
 concentriamoci sul primo dato:

Veicoli a benzina tradizionale
Emissioni stimate in fase di produzione : 5,6 ton CO2

per ogni litro di benzina consumato vengono prodotti circa 2,4 kg di CO2  (vedi QUI)


ora, i consumi medi per una macchina di media cilindrata sono di circa 18 km al litro.. non so quanti ne facessero anni fa, ho trovato diversi dati del 2008, un valore plausibile direi sia 14 km con un litro.

ebbene facendo la differenza tra questi due dati, considerando di percorrere 20000 km all'anno, si otterrebbe un risparmio di 320 litri di combustibile, con una riduzione di emissioni di 770 kg di CO2 all'anno.

In pratica, da quando l' auto nuova che consuma meno inizia a ripagare (in termini ambientali) le emissioni dovute alla sua produzione passano circa 7 anni.

Questo considerando le sole emissioni dovute alla produzione, e non allo smaltimento /trasporto ecc.

Insomma, è evidente che cambiare macchina ogni tre o quattro anni è assolutamente negativo a livello ambientale, con buona pace di coloro che cercano di pompare il mercato delle auto inducendo gli acquirenti a consumarne sempre di piu con la balla dell'inquinare di meno.