Prima di iniziare, una citazione per il sito in cui ho appreso la notizia: il Post. A me piace sempre più, quando è partito ero scettico sui contenuti e la possibile durata di un progetto del genere, invece rimane sempre molto interessante, d’ampio respiro, e soprattutto da spazio a molte voci: da Civati a Facci, da Scalfarotto a Mantellini, e soprattutto il direttore Luca Sofri, sempre illuminante con i suoi commenti mai estremisti, populisti o di parte.
Tornando all’argomento del post, ho letto sul Post (perdonate la ripetizione) un articolo riguardo a questo servizio del Tg2:
Il Tg2 parla del numero del Newsweek (uno dei più importanti settimanali americani di politica e società) della seconda settimana di Novembre, nella cui copertina c’è scritto: “Il problema che Berlusconi ha con le donne”. In piccolo c’è poi scritto: “la sua cultura da harem sta minando l’economia italiana e il suo stesso governo”. All’interno sono presenti due articoli durissimi contro Berlusconi e l’Italia.
Il primo, scritto dalla corrispondente dall’Italia Barbie Nadeau, scrittrice e giornalista per molte altre testate internazionali, è dedicato al maschilismo della società e della politica italiane. Il titolo è “Il problema delle donne italiane”. Inizia con una foto di Berlusconi che “guarda” la nuotatrice Federica Pellegrini. Grazie alla traduzione del Post, cito anche una parte di questo lungo articolo (troppo lungo, io non sono riuscito a leggerlo tutto in inglese), in cui viene citato Striscia la Notizia come esempio di tipico stile italiano, in cui la donna, maltrattata dall’uomo, è vista come un oggetto.
Un’intera generazione è cresciuta in una società in cui una specie di porno in versione soft e umiliante è considerato un di più accettabile di ogni programma di news quotidiano. Sono passati ventitré anni da quando Canale 5 di Berlusconi ha introdotto Striscia la Notizia, con le sue donne voluttuose dette veline – letteralmente, “brandelli di carta” – che sfilano negli intermezzi della trasmissione. Oggi, le showgirl non solo compaiono in tutti i canali ma alcune sono perfino al governo, nominate da Berlusconi. Alcuni sondaggi dicono che le giovani italiane preferiscono diventare veline ben retribuite piuttosto che medici, avvocati o imprenditori. Ma per Berlusconi l’idea di una forza lavoro femminile educata sembra essere più una barzelletta che la chiave per il successo economico. È stato lui che ha nominato una ex showgirl, Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità. I suoi calendari in topless sono ancora appesi nei corridoi più nascosti del Parlamento italiano. Ma nonostante lei faccia discorsi promuovendo «parità di diritti e di dignità» per le donne, Berlusconi resta indifferente.
È chiaro che chi sostituirà Berlusconi – qualora dovesse accadere – indebolirà questo collegamento tossico tra politica, media e discriminazione di genere. Ma richiederà a tutti gli italiani, di entrambi i sessi, di riprogrammare il loro modo di pensare se davvero si vuole sperare che ci siano dei progressi. E non basterà soltanto cambiare canale.
Il secondo articolo è invece a cura di Jacopo Barigazzi, collaboratore del settimanale (il Post precisa che nè lui nè il settimanale americano sono notoriamente di centrosinistra). Il titolo è “Silvio in ribasso: gli ultimi scandali sessuali sono il minimo tra tutti i suoi problemi”, e racconta il declino della maggioranza berlusconiana e i disastri italiani soprattutto sul piano dell’economia, partendo dal caso Pompei (il crollo di un edificio a Pompei, con il ministro Bondi che esclude ogni colpa del suo ministero):
Questo è il modo di lavorare del governo italiano. Nessuna responsabilità, nessuna vergogna, nessuna attenzione verso un paese fatiscente. Oggi l’economia è quasi congelata nel tempo, come le rovine ricoperte di cenere di Pompei. Per vent’anni l’Italia non ha praticamente avuto nessuna crescita, ma nessuno accetta di essere accusato per questo. L’ultimo affair di Berlusconi è stato tanto stupido quanto salace. Ruby dice di avere mentito al premier sulla sua età e di non avere mai avuto rapporti sessuali con il vecchio satiro. Ma mentre queste narrazioni di lussuria un tempo servivano per rafforzare la reputazione di virilità del primo ministro, questa volta sembra che abbiano lasciato l’impressione opposta.
Dopo due attacchi così diretti a Berlusconi e alla società italiana e maschilista (del fatto che siano condivisibili o no non me ne occupo qui), il Newsweek ha pubblicato sul sito, non sulla versione stampata, una galleria fotografica con le foto di dieci donne italiane importanti nel mondo, con questa presentazione:
Non tutte le donne italiane sono celebrate semplicemente per il loro seno o per la loro abilità a preparare un bel pranzo della domenica. Mentre i titoli, almeno recentemente, hanno ritratto le donne italiane come personaggi poco vestiti in televisione, come escort o come modelle teenager appartenenti al partito di Silvio Berlusconi, il paese ha una ricca storia di donne contro gli stereotipi che hanno avuto successo in diversi campi. In questa galleria solo alcuni esempi tra le più importanti e influenti donne d’Italia del passato e del presente.
Come scrive il Post, per quanto la severità dell’attacco di uno dei più noti e autorevoli settimanali del mondo sia certamente una notizia, si può legittimamente sostenere che ci siano cose più importanti e che quindi non ci sia spazio per occuparsene nel corso di un telegiornale. E siamo talmente abituati al pressapochismo e alla superficialità dei telegiornali italiani da non nutrire grandi aspettative sul loro interesse per quanto scritto nientemeno che da Newsweek: peggio ancora se si tratta di articoli così inappellabilmente critici nei confronti di Silvio Berlusconi, uno che sulla RAI esercita qualche influenza.
Invece, contro ogni aspettativa, il Tg2 si è occupato di ciò che ha scritto il Newsweek, ma come? mostrando nelle immagini la copertina di Newsweek, leggendo il titolo sbagliato “Le ragazze di Berlusconi” e passando subito alla galleria fotografica online senza citare il contenuto degli articoli. Sul finale la mette poi sul politico, ma solo per citare Sonia Ghandi e Carla Bruni. Si tratta quindi di un servizio falso che prende in giro gli italiani, la loro intelligenza e il Newsweek. Un’altra ottima figura per l’Italia. Fortunatamente, il Tg2 ha una così bassa visibilità e credibilità che in pochi si sono accorti di questo obbrobrio.
Ma ora arriva il bello. Il direttore del Tg2 Mario Orfeo, invece di fare italianamente finta di niente si è premurato di rispondere al Post, giustificando l’ingiustificabile:
Caro Luca (Sofri, direttore del Post), in merito al vostro articolo sul Tg2 che spiega Newsweek sull’Italia qualche precisazione/considerazione: mi pare che già fare quel servizio, e farlo egregiamente come ha fatto Tommaso Ricci, serviva a segnalare un’anomalia e non a ripulire una versione come sostenete voi (non mi pare ieri di averlo visto su altri tg). Non abbiamo citato letteralmente il titolo “Il problema con le ragazze di Berlusconi” ma l’abbiamo fatto vedere diffusamente, cosa che in televisione -- mi insegni -- ha la stessa (o maggiore) efficacia delle parole, infine il taglio del servizio non voleva essere prettamente politico tanto che sviluppava solo una parte degli articoli del settimanale americano e per questo era collocato in chiusura del telegiornale, voleva essere piuttosto la sottolineatura dell’importanza delle donne italiane riconosciuta anche in America mentre qui da noi si parla più o solo di noemi e ruby. Ma nonostante ciò la presentazione -- il lancio in termine tecnico -- del conduttore che vi deve essere sfuggito diceva così: “Sulle pagine del settimanale americano Newsweek un articolo molto critico sul presidente del consiglio Berlusconi tesse l’elogio di alcune famose donne italiane”.
Luca Sofri ha prontamente risposto:
Caro Mario Orfeo, sei gentile a scriverci e a dare la tua versione. Non posso fare a meno di notare alcune cose. Non capisco quale “anomalia” fosse segnalata dal servizio, né capisco l’uso dell’avverbio “egregiamente”. Non mi pare un primato quello di avere battuto altri tg su una notizia inesistente (gli americani che apprezzano Sofia Loren e Carla Bruni è una notizia?). Ti confesso che non credo che la stranezza della parziale citazione del titolo di copertina sia compensata da pochi secondi di visione del testo in inglese. Voglio essere del tutto sincero con te: neanche una macchina della verità applicata all’autore del servizio mi convincerebbe che quell’omissione si spieghi così. La tua tesi sull’immagine che ha maggiore efficacia delle parole è strana: implicherebbe che Saviano sarebbe stato più efficace l’altra sera tacendo e mostrando invece dei cartelli con il suo testo scritto, per esempio.
Proseguo nel dare attenzione a ciò che dici: che “il taglio del servizio non volesse essere prettamente politico” è ciò su cui siamo completamente d’accordo, appunto. Ma dire che “sviluppava solo una parte degli articoli del settimanale” è troppa grazia: non ne sviluppava neanche uno, dedicandosi invece solo a una fotogallery del sito di Newsweek, ovvero a niente che sia contenuto nella copia del giornale che era mostrata dal servizio. Il quale giornale, invece parlava solamente del trattamento riservato dal berlusconismo politico e televisivo alle donne. Sulla presentazione del conduttore hai ragione, ma lascio ai lettori di decidere quanto questo dettaglio ribalti il loro giudizio.
Guarda, noi non pretendiamo di dirti se nel tuo telegiornale debba avere più spazio l’opinione internazionale sul nostro governo e sulla nostra cultura maschilista o piuttosto una rinnovata ammirazione per il fascino di Anna Magnani: fai tu. Ma è proprio per stima nei tuoi confronti che non crediamo sia una scelta libera. Buon lavoro, Luca Sofri.
Infine, la contro-risposta di Mario Orfeo:
caro Luca, brevissima controreplica che prego di estendere ai lettori del Post: rispetto la tua risposta come l’opinione espressa nell'articolo anche se non la condividevo e ho cercato di spiegarne le ragioni. Discutere e confrontarsi è il sale della democrazia, non mi sottraggo come hai visto. Ma con la stessa stima che io ho nei tuoi confronti devo pensare che quell’ultima riga sulla libertà ti deve essere proprio scappata dal computer (per qualche riflesso pavloviano?). Le mie scelte -- giuste o sbagliate -- sono tutte libere. Puoi giurarci. Mario Orfeo.
Apprezzo il coraggio di provare a giustificare un articolo del genere, ma sicuramente avrebbe fatto meglio ad ammettere che effettivamente il servizio era approssimativo ed incorretto. La risposta di Sofri invece è meravigliosamente chiara e cortese, non a caso Orfeo nella contro-risposta non entra nel merito e si attacca solamente all’ultima e pungente affermazione di Sofri.
E io che speravo che la delegittimazione di Masi da parte dei giornalisti Rai, fosse un segnale di cambiamento nella tv pubblica...sigh :-(
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