Rifacendomi sfacciatamente allo stile di Matteo Bordone (si, è il mio blogger-mito) nella sua rubrica "Il bacio della pantera", tenterò di commentare i film che vedo, anche perché One dopo il successo iniziale di Hereafter è sparito... Inizio parlando del film visto ieri sera, La Versione di Barney.
Cos'è È il racconto malinconico di una vita, e di una storia di amore. È un film canadese del 2010 di Richard J. Lewis (regista di serie TV, soprattutto di C.S.I.), è un film drammatico tratto dal romanzo omonimo dello scrittore canadese Mordecai Richler. Parla della vita di Barney (Paul Giamatti), regista televisivo che decide di raccontare e rivedere la sua vita quando viene pubblicato un libro su e contro di lui di un detective che lo ritiene responsabile di un omicidio. Barney racconta della sua gioventù nella bellavita romana, dei tre matrimoni tutti finiti, del suo unico innamoramento, del suo essere ebreo, delle sue ubriacature nei momenti importanti della sua vita. Nel finale Barney si trova di fronte alla crisi di aver perso stupidamente il suo grande amore, e all'avanzare di una malattia di cui solo alla fine sarà consapevole.
Com'è È un film incentrato sul protagonista e sulla sua vita, e soprattutto sulla storia d'amore con Miriam (Rosamund Pike), intensa e anomala, che mette in risalto le asprezze e le indecisioni di lui, e la semplicità e la fiducia di lei. In più di due ore di film si va a conoscere sempre più profondamente Barney, apprezzandone i pregi e la sua umanità. L'interpretazione di Giamatti è splendida, ma anche i personaggi di Miriam e del padre di Barney (Dustin Hoffman) meritano una citazione. Non ho letto il libro, ma da quanto ho capito lo segue fedelmente, e chi l'ha letto ha apprezzato anche il film.
Perché vederlo Perché la vita di Barney è vissuta pienamente ed è allo stesso tempo normale e unica, perché Paul Giamatti è bravissimo, perché è girato anche a Roma, perché Miriam è bella e affascinante e perché è un film di amore non sdolcinato. E perché nonostante la diffidenza iniziale, alla fine gli si vuole un gran bene a Barney.
Perché non vederlo Perché dura venti minuti di troppo, perché non c'è azione e scorre senza troppi colpi di scena, perché il ruolo della seconda moglie è un po' troppo stereotipato. Perché Barney fuma il sigaro per tutto il film.
Una battuta "La vita è reale, è fatta di piccole cose: minuti, ore, sonnellini, fare la spesa, routine".
Manca una voce al tuo commento: "Perchè scriverci su un post". Sono curioso...
RispondiEliminaperché, non ti è piaciuto?
RispondiEliminaComunque la aggiungo:
Perché scriverci un post: così Giovanni Giorgi riprende a commentare sul blog!
Non vale... Scrivi seriamente quella voce...
RispondiEliminaComunque il film l'ho visto e non si può dire che non mi sia piaciuto.. Le due ore sono passate bene.. E concordo anche abbastanza con quello che hai scritto...
Il mio commento nasce dal fatto che a me è sembrato un film decente ma che di sicuro non rimarrà nell'immaginario collettivo neanche per una stagione: ce ne dimenticheremo subito (io di sicuro...).
E' il tipico film di cui a me non verrebbe voglia di parlare o scrivere: non ho da dire nè che è brutto nè che è bello... A nessuno direi "vai a vederlo che merita" ma neppure direi di non guardarlo.. Se uno capita ad un multisala in una sera in cui non c'è un cazzo in programmazione si passa due ore...