Da un articolo di Repubblica.it veniamo a conoscenza del pensiero del papa su educazione sessuale e altri insegnamenti blasfemi: "Proseguendo la mia riflessione - ha detto Ratzinger - non posso passare sotto silenzio un'altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un'antropologia contraria alla fede e alla retta ragione".
Provo a indovinare quali sono gli insegnamenti all'indice:
1. il preservativo e` un contraccettivo
2. la masturbazione non provoca cecita`
3. la pillola del giorno dopo non e` da considerarsi omicidio preterintenzionale
4. omosessualita` e pedofilia non sono facce della stessa medaglia
5. chiunque compia abusi su un minore va denunciato alle forze dell'ordine
6. il vescovo non appartiene alle forze dell'ordine
7. ...
Qualcuno vuole aiutarmi con altri punti?
NB:
Nel caso in cui qualche fedele Ratzingeriano si sia sentito offeso, voglio chiarire che ho scritto una provocazione.
So che i termini della questione andrebbero trattati con maggiore serieta` ma il punto e`: il papa preferisce abolire l'educazione sessuale e tornare ai tempi in cui di certe cose non si poteva parlare? Si o no?
E` davvero cosi assurdo pensare che in uno stato democratico, aconfessionale, l'educazione (sessuale e non) si possa basare su valori laici e non su valori vaticani?
E poi scusate, se c'e` qualcosa di "contrario alla retta ragione" non e` forse la fede in una religione? E non lo dico con spregio, anzi, e` proprio quella la meraviglia delle religioni: saper dare risposte sconcertanti a domande che l'uomo si pone.
Sarei seriamente interessato a discorrere di questo ed altro.
Il problema, provando a interpretare il pensiero di Ratzy, è che tali insegnamenti sono dati per "neutri", quando neutri non sono.
RispondiEliminaE' un problema molto generale e generalizzabile (quale insegnamento è neutro?) ma ovviamente sta a cuore - e così deve essere - a chi vede in questa finta neutralità asserzioni completamente contrarie a ciò che ritiene giusto.
Insomma, si spaccia per verità quel che verità non è... e chi questa verità non la condivide se la prendere perché la versione opposta alla sua ha una "corsia preferenziale" e obbligatoria nel sistema di istruzione.
E' un problema molto complesso, perché non c'è facile risoluzione; però iniziare a spiegare che "questa" non è la sola verità e "questo" non è l'unico approccio al problema (in tutti i campi) aiuterebbe molto.
Io penso che l'approccio giusto sia questo: lo Stato deve essere laico e quindi prende le posizioni che migliorano la vita dei singoli; il fine è il bene e la felicità del singolo. E' corretto che in una laica educazione sessuale venga insegnato l'uso del preservativo etc etc..e libero chi vuole di astenersi da tali insegnamenti ma questa deve essere la strada. Ovvio che poi anche in ambito laico è difficile stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma penso che su alcuni insegnamenti siamo d'accordo un pò tutti...
RispondiEliminaMi hai anticipato, volevo scrivere io un post sull'argomento...
RispondiEliminaLa mia riflessione sarà allora un post di risposta. Ci pensavo stasera... Ma possibile che seriamente un ratzingeriano convinto sia dubbioso in merito all'utilità e alla necessità di una educazione sessuale a scuola?
Io non sono un ratzingeriano convinto. Nemmeno un po'.
RispondiEliminaOggi ho letto un paio di articoli sull'uscita di Ratzi e si capisce meglio la questione: esistono stati in cui l'educazione sessuale è materia obbligatoria e certi comportamenti sono passati come "assolutamente giusti" e "assolutamente efficaci".
Questo, ovviamente, è solo un punto di vista e non è per nulla rispettoso delle altrui opinioni e di altre correnti di pensiero, altrettanto valide. Il discorso del papa si inseriva in un'ottica di "libertà dei cristiani" minacciata in molti luoghi, anche con approcci subdoli (o involontari?) come queste politiche di educazione sessuale.
Se io, genitore cristiano conservatore, ritengo che l'uso del preservativo non debba essere dipinto a mio figlio come una cosa buona perché voglio che apprenda l'importanza dell'astenersi da rapporti sessuali... perché il sistema di istruzione della mia nazione deve impormelo?
Il riferimento più esplicito era per la Gran Bretagna, ma la fiducia assoluta nell'educazione sessuale per come la conosciamo è abbastanza comune... e abbastanza imposta. Difficile che questa imposizione sia "giusta".
Sarebbe più corretto presentarla come "una possibilità fra molte", ricordando che ne esistono altre (senza stare a scendere nei dettagli".
Questo mi sembra un discorso condivisibile, almeno in parte...! Perciò ci rifletterò.
RispondiEliminaCerto non credo però che il punto sia la "libertà dei cristiani" (approcci subdoli?!), la cui posizione è storicamente sempre stata, spesso a caro prezzo, quella imposta, quella "giusta".
Scusate ma sto preparando un esame e non tutti i giorni riesco a connettermi, ma non per questo non mi interessa la discussione!
RispondiEliminaIo invece non sono d'accordo con te Andrea.
Sicuramente ti do ragione sul fatto che avrei dovuto leggere il testo integrale e non basarmi solo su i virgolettati di Repubblica.
Chiariamo pero` subito una cosa:
se mi parli di liberta` dei cristiani in stati integralisti, sono dalla parte del Papa che ha il diritto di difendere la loro liberta` di fede. Ma non credo che il Papa alludesse a questo, perche` in quei casi ci sono problemi ben piu` grandi dell'educazione sessuale, no?
Quindi mi sento di discutere della questione in nazioni democratiche e con liberta` religiosa.
Da un punto di vista teorico il tuo discorso e` giusto: io genitore cattolico che mando mio figlio alla scuola pubblica non vedo di buon occhio la promozione dei preservativi (ad esempio) perche` vorrei che mio figlio considerasse la possibilita` della verginita` fino al matrimonio. Ma io ribatto in due punti:
1. come puo` uno stato (o un ministero della pubblica istruzione) farsi carico di prevedere insegnamenti che siano conformi con tutte le religioni esistenti al mondo? E non accetto che mi si dica "Basta la coerenza con la cattolica perche` e` in maggioranza" perche` questa sarebbe una discriminazione.
2. perche` i genitori cattolici dovrebbero aver paura di fare meno presa sui propri figli di un anonimo professore di educazione sessuale? Io Stato non ti obbligo a usare il preservativo, ti dico che se vuoi fare sesso e` bene che tu lo indossi.
E d'altro canto e` lo stesso motivo per cui non capisco perche` il clero debba battersi cosi strenuamente contro ad esempio i matrimoni gay, o il divorzio. Diamo a tutti la possibilita` di fare cio` che non nuoce ad altri, dopodiche` ogni religione predichera` quello che ritiene giusto e il fedele si sforzera` di osservarlo. Non potrebbe funzionare cosi?
Riporto una parte di lettera che avevo inviato tempo fa a Proposta Educativa (tu Andre sai di cosa sto parlando):
<<[...] E perchè le gerarchie si scagliano periodicamente contro proposte di legge che mirano ad allargare i diritti di una persona, invece di concentrarsi totalmente sull’evangelizzazione della persona stessa che, se veramente convinta della scelta di fede compiuta, non avrà alcun bisogno di servirsi della legge in questione? Qual è il merito di chi non commette peccati perchè le leggi dello stato in cui vive non glielo consentono?>>
So che questo e` un discorso generale, ma nessuno me l'ha mai chiarito e secondo me e` la base di tutte le questioni tra stato laico e cattolici.
Appunto... Il punto non è qui la "libertà dei cristiani" (giusta la distinzione con i paesi fondamentalisti), quanto una valutazione morale di alcuni atteggiamenti.
RispondiEliminal'opposizione più efficace di Lore è "perchè i genitori cattolici dovrebbero aver paura di fare meno presa sui propri figli di un anonimo professore di educazione sessuale?"
Tutto il resto, Lore, è, per ora, fantascienza. Sarebbe giusto, ma non praticabile. A lungo, dopo un post di mesi fa, ho riflettuto sulle ragioni che spingono il clero contro gay e divorzi (per citare solo le questioni appena ricordate da te). Ragioni puramente utilitaristiche, non puramente religiose. Ecco la base di tutte le questioni tra stato laico e Chiesa.
"E perchè le gerarchie si scagliano periodicamente contro proposte di legge che mirano ad allargare i diritti di una persona, invece di concentrarsi totalmente sull’evangelizzazione della persona stessa che, se veramente convinta della scelta di fede compiuta, non avrà alcun bisogno di servirsi della legge in questione?" Perchè qui non si parla di fede, o di Cristo, o di religione. E perchè la Chiesa SA che tutti, fedeli e non, ne farebbero uso, inficiando almeno in parte la sua influenza politica ed economica.
"Qual è il merito di chi non commette peccati perchè le leggi dello stato in cui vive non glielo consentono?" Nessuno. Ma ancora una volta si tratta di avere un controllo EFFETTIVO, non basato su una supposta fede del credente, della quale non importa a nessuno, se non al credente stesso, nel suo rapporto privato con Dio e la spiritualità.
Io credo che sia inutile tentare una conciliazione. Va bene un confronto, una critica delle posizioni, ma nulla di più. Ormai la spiritualità è una sfera privata. Le ingerenze nella vita pubblica della spiritualità (o meglio che si vogliono imputare ad essa) avranno vita breve anche senza un tentativo di conciliazione con le alte cariche ecclesiastiche, chiuse nella difesa di una istituzione millenaria. O aspettiamo un terzo Concilio Vaticano che, come mi ricordasti tu, ha già portato un pò di modernizzazione?
Ahimè ci sono troppi commenti e ho troppo sonno per rispondere nel merito, ma vorrei comunque e in breve dire la mia: se Ratzi è contro l'educazione sessuale nelle scuole in sé ha (a mio parere) torto marcio: la maggior parte degli adolescenti crescono col mistero del sesso, lo vedono come una cosa affascinante ma sbagliata, e quindi ne sono attratti. E poi lo fanno non protetto per vergogna di comprare i preservativi, come maggior fonte di informazione hanno youporn e non ne parlano con i genitori finché non si ritrovano con un figlio nella pancia (propria o della fidanzata). L'educazione sessuale leva il velo di mistero, da la possibilità di affrontare il discorso con i genitori, responsabilizza i ragazzini. E non li lascia in balia del solo Rocco Siffredi.
RispondiEliminaSe invece il papa si riferiva al modo in cui può essere spiegata, allora il discorso è più complesso, perché è la spiegazione data da un insegnante in una materia del genere influenza molto gli studenti.
Io comunque resto dell'idea che dire ai giovani "se proprio volete fare sesso e lo ritenete giusto, usate metodi contraccettivi" non è una minaccia alla libertà dei cristiani, è buonsenso.