sabato 31 dicembre 2011
Buon 2012
Per augurare un buon 2012 a tutti i lettori del blog, ho scelto questo video, che in dieci minuti racchiude tutti gli avvenimenti importanti degli ultimi 100 anni. Un piccolo ripasso di ciò che abbiamo fatto, ma soprattutto di ciò che non dobbiamo più fare.
Il 2011 che si chiude è stato l'anno della crisi economica, della fine del governo Berlusconi, del referendum, del terremoto in Giappone e soprattutto delle rivolte in tutto il mondo, della fine di grandi dittature e della morte di terroristi e governanti.
A questo riguardo, la frase dell'anno a mio parere è questa:
I popoli delle rivoluzioni non sempre hanno ragione. Ma i dittatori non ce l'hanno mai.
(Giovanni Fontana).
Buon anno a tutti!
Due anni
Si sta per chiudere il secondo anno di Quinto Postulato, che ultimamente è stato un po' trascurato ma non è mai rimasto inattivo, anche grazie a chi nella prima parte di quest'anno ha scritto meno (grazie Doson e Bolo).
Nonostante tutto, ormai abbiamo un buon numero di visitatori fissi, e pur scrivendo poco abbiamo fatto quasi 800 visite. In tutto l'anno, abbiamo superato le 13000 visite, più del doppio dell'anno scorso, direi un ottimo risultato!
Abbiamo scritto una quarantina di post in più rispetto all'anno scorso, abbiamo creato nuove rubriche e abbiamo avuto tanti commenti, anche se i post che hanno creato accese discussioni si possono contare sulla punta delle dita.
I post più letti del 2011 sono stati "Il partito del...", "Meglio un vecchio porco" e "Zero Gas". I più commentati invece sono stati "Ragazzi... ma siamo pazzi??", "iPhone: rivoluzione culturale?", "CL e Silvio" e nuovamente "Zero Gas".
Le città che ci hanno più visitato (Genova e La Spezia escluse) sono state Roma, Milano e Parma, i paesi che ci hanno più visitato (Italia esclusa) sono stati l'Inghilterra (grazie a Lore), la Francia, gli Stati Uniti e la Svizzera.
Le chiavi di ricerca più usate per arrivare al nostro sito (escluse "Quinto Postulato" e simili) sono state "Monica Fontanelli", "Sara Tommasi bancomat" e "Mattia Calise gay".
Da domani si inizia con il 2012 (ho un arretrato di decine di link, più la rubrica Designati), con la speranza di colmare le due cose che più sono mancate quest'anno: costanza e discussioni. Spero che gli altri blogger del Quinto Postulato concordino con me che questo blog debba crescere ogni anno di più, diventando un punto di riferimento per i nostri lettori e anche per noi.
Auguri al Quinto Postulato!
Da acqua ad acqua
Per la serie “le grandi inchieste del quinto postulato”, volevo segnalare una notizia che mi ha colpito recentemente. Nell’era dell’informazione post 11 settembre 2001, tante volte e su svariati argomenti ciascuno finisce per credere a chi gli è più simpatico (fatto quotidiano o il giornale, tg1 o tg3 ma anche informazione standard o alternativa ed infine, genericamente, internet). Ciò accade sia a riguardo di controversie politiche o di attualità ma spesso anche a proposito di questioni pratiche. La questione pratica che mi interessa è quella dell’acqua potabile.
C’è chi dice che sia sempre meglio comperarla in bottiglia, per sapore e salubrità. Chi sostiene il contrario perché l’acqua in bottiglia è meno controllata. Chi, invece, è per quella in bottiglia ma solo di vetro perché la plastica rilascia particelle nocive se esposta al sole. Altri che sono fan dell’acqua del rubinetto “perché in bottiglia è un inutile spreco” ed infine chi, nel mezzo, usa acqua dell’acquedotto pubblico ma la depura attraverso filtraggi fai da te. Io, per natura, sono uno da informazione standard e, conseguentemente, da acqua del rubinetto. Tuttavia recentemente, mi sono fatto convincere all’acquisto di una delle tante brocche filtranti: l’acqua di casa mia è molto dura e si spera così di ridurre il quantitativo di calcare quotidianamente ingerito.
Però da allora, quale uomo di informazione standard, una paura fa qualche volta capolino: scoprire, un giorno, che i filtri in cui l’acqua che bevo passa tutti i giorni trattengono sì le sostanze indesiderate ma rilasciandone altre molto più pericolose. Chi ne certifica l’effettiva non-nocività? L’acqua di un acquedotto è in qualche modo controllata, ma questi filtri? Ebbene, l’altro giorno esce notizia di un’indagine della procura di Torino proprio su questo argomento. E l’accusa è che l’uso di tali filtri facciano diventare l’acqua potabile che li attraversa dannosa per l’organismo. Vedremo cosa ne verrà fuori.
Una precisazione però va fatta: l’indagine è nata in seguito ad una denuncia presentata da Mineracqua una società nata per tutelare le aziende produttrici di acque minerali e controllata dalle stesse aziende. Il sospetto che la denuncia sia stata mossa non soltanto da scopi filantropici ma anche da qualche venale motivo di interesse viene facile..
L'ultima scommessa di Cristiano Doni
Dopo il periodo intenso dedicato alla prima parte del campionato dove quest’anno più di prima in cartello era presente letteralmente una partita al giorno, il periodo natalizio per un amante del calcio, d’abitudine, è scandito dalle notizie del mercato di riparazione. Quest’anno, però,il natale del calcio ha un suono diverso: sotto l’albero per ora niente giocatori di grido o bomber d’oltreconfine ma un’indagine sulle scommesse che coinvolge i volti di calciatori in attività di serie A e serie minori al pari di vecchie glorie persino della nazionale.
L’indagine farà il suo corso e probabilmente tutto l’insabbiabile verrà insabbiato come ultimamente accade in sede di giustizia sportiva (vedi inchieste su calcio scommesse precedenti, su doping e – in parte anche – l’inchiesta calciopoli). Quello su cui vorrei soffermarmi è la figura di Cristiano Doni giocatore, o più probabilmente ormai ex giocatore (ha 38 anni e un squalifica di tre anni sulle spalle con situazione aggravatasi negli ultimi giorni), di lunga militanza nelle fila dell’Atalanta e più breve in Samp, Modena Brescia, Bologna e Maiorca, coinvolto in prima persona nelle indagini.
Doni è stato uno dei migliori giocatori della serie A degli ultimi dieci anni anche se ha raccolto poco rispetto a quanto poteva promettere il suo talento. Tecnico, col fiuto del gol e bello da vedere, Doni avrebbe meritato grandi palcoscenici ed il 2002 sembrava l’anno del grande salto: dopo tre grandi stagioni all’Atalanta viene convocato – da titolare – in Nazionale per i mondiali di Corea e Giappone dove però non incide e la carriera non decolla. Un anno dopo va a Genova dove rimane due stagioni e poi a Maiorca per poi tornare a Bergamo. La seconda esperienza a Bergamo comincia a 33 anni: a svernare nell’unico posto dove abbia davvero inciso, come grande promessa non mantenuta, si penserebbe. Qui, però, qualcosa in lui si risveglia: torna il leader e l’uomo decisivo che era stato fino a quattro anni prima e inanella cinque stagioni per lui esaltanti. “Sono arrivato alla conclusione che per me questa è una maglia davvero speciale, quasi magica; forse la potrei scherzosamente avvicinare al costume che trasformava Clark Kent in Superman. Ogni volta che la indosso sento una forza e un’energia che mi permette di fare cose che altrimenti non riuscirei mai a fare”, dichiara, e l’amore è reciproco tanto che Bergamo lo fa cittadino onorario nel 2008 e lui diventa - da capitano – il miglior goleador della storia dell’Atalanta.
Doni venne inquisito già nell’agosto 2000 con l’accusa di essersi venduto una partita di coppa Italia. Viene assolto e da allora esulta ad ogni gol alzando la testa con una mano a sostegno, si dice per ribadire un concetto esternato attraverso una dichiarazione durante il burrascoso periodo del processo: “ne uscirò a testa alta”. Nel giugno 2011, nell’inchiesta “last bet” viene però di nuovo coinvolto in indagini legate alla compravendita di partite e viene squalificato per tre anni e sei mesi. Gli elementi a suo carico sono pesanti: l’unica attenuante umana ma non sportiva è che, a quanto sembra, lui le partite dell’Atalanta le comprava sempre per vincere e per andare in Serie A.
A questo punto accade l’impensabile: squalificato, indagato e sotto costante controllo, lui imperterrito continua a lavorare sottobanco alle losche trame della compravendita di partite. Sapendo di essere intercettato, sbeffeggia gli investigatori citando Fantozzi e “l’accento svedese”, scavandosi da solo una fossa non soltanto sportiva. Se nella carriera calcistica aveva forse raccolto poco, sotto il profilo del rapporto con i tifosi aveva avuto tutto: una piazza pronta a ricordarlo per decenni a venire e una città che ne aveva fatto uno dei suoi personaggi più rappresentativi. Di tutto ciò, quando Doni si sveglierà dall’incubo che sta vivendo, nessuno sa che cosa sarà rimasto.
mercoledì 28 dicembre 2011
ELEKTRA
Dovessi parlare di una delle esperienze estetiche più sconvolgenti della mia vita vi parlerei di questa opera di Richard Strauss, Elektra, datata 1909, la quale presenta in germe tutte le rivoluzioni musicali del Novecento.
Il libretto di Hugo von Hofmannsthal è un capolavoro poetico dotato di una forza distruttiva. La trama è nota. Elettra è la figlia di Agamennone, il condottiero greco che al ritorno da Troia è stato ucciso dalla moglie Clitemnestra e dal suo amante, Egisto. La ragazza cela un attaccamento morboso al padre morto e organizza l'uccisione della madre per mano del fratello, Oreste, allontanato da Clitemnestra, che lo teme.
Insomma questa volta il punto non risiede nell'originalità della trama, pur dotata di una carica archetipica senza eguali, risalente agli albori della cultura occidentale: la storia è infatti una delle ultime manifestazioni in Grecia di una cultura matriarcale, femminile, che sarebbe poi stata soppiantata dall'egemonia del punto di vista maschile. No. Questa volta la rivoluzione risiede nella musica e nel menefreghismo dei due autori verso il loro pubblico borghese: basta con valori pacificanti, musichette fischiettabili ed omaggi ad una cultura ormai superata. Primo fatto: l'opera è breve, un'oretta e mezzo, in un atto unico (il taglio cinematografico si accentua sempre di più). Secondo fatto: l'opera è moderna perchè il libretto è sensibilissimo alla nuova cultura psicoanalitica nata da poco e pieno zeppo di riferimenti. Terzo fatto: l'opera è quasi tutta al femminile (a parte una partitura caricaturale affidata ad Egisto e un canto banale per Oreste). Cadono perciò tutte le convenzioni: non c'è la storia d'amore, non c'è l'afflato religioso più o meno autentico, non c'è (ma c'erano già state anticipazioni importanti di questo) mai interruzione alla musica, che somiglia sempre più ad una colonna sonora.
Qualche esempio di ciò che ho scritto sopra. Crisostemis, la passionale sorella di Elettra, è una nevrotica repressa a cui non importa nulla della vendetta; teme la madre e desidera solo poter uscire dal palazzo e vivere la sua vita sessuale. In una scena Elettra tenta di sedurla per convincerla a darle una mano (?!). Clitemnestra è un'isterica in preda a manie di persecuzione e sensi di colpa per l'omicidio del marito, pronta a fare sacrifici umani per riuscire a tornare a dormire. Il duettone con la figlia che occupa la parte centrale dell'opera è un momento scioccante: per tutto il dialogo Elettra si mostra conciliante con la madre, sembra quasi riproporsi in alcuni istanti un clima di pacifica convivenza famigliare. Alla fine Elettra sbotta e le urla contro tutto il suo odio: qui la musica raggiunge livelli di violenza inauditi.
Ma al di là di questi fatti superficiali, la vera straordinarietà dell'opera risiede nel personaggio stesso di Elettra. La protagonista non abbandona MAI il palco ed è costretta a stare quasi sempre su un registro alto, acuto, a rendere la sua instabilità psicologica. E' sempre avvolta da masse di musica enormi, quindi si sbatte tutto il tempo per farsi sentire. La musica stessa è un sorta di anticipazione del metal: mai calma, sempre agitata, sempre mossa, casinista a livelli parossistici: trombe, tromboni, piatti, corni e chi più ne ha più ne metta.
Il mito originario è stato adattato a fini operistici. Oreste torna, Elettra vede in lui la possibilità concreta di vendicarsi dopo aver considerato l'idea di farlo da sola. Il momento dell'incontro tra i due è commovente. Dopo che la vendetta è compiuta, Elettra e Crisostemis sono convinte che la loro vita sotto la protezione di Oreste cambierà. Ma Oreste è il primo esponente di una cultura maschile, dove l'opinione della donna non conta nulla: la vendetta non sembra la ragione del suo ritorno, nè sembra interessargli la sorte delle sorelle. Elettra si lascia andare ad una folle danza di gioia per il palazzo. Ma la sua ragione di vita, anche a livello teatrale, non c'è più: perciò cade a terra, morta. La musica della danza di Elettra è la prima violazione consapevole di tutte le regole, da risultare quasi fastidiosa. Dal minuto 6 in poi la potete trovare in questo video (qui la Rysanek si dimostra essere la migliore Elektra di tutti i tempi).
Dovremo aspettare almeno Berg, quasi vent'anni dopo, per avere simili rivoluzioni a livello di musica operistica.
domenica 25 dicembre 2011
Natale 2011
Aggiungo una scusa per la scarsissima produzione post-ale di questo ultimo mese: prometto che l'anno nuovo porterà una ventata di freschezza blogghifera!!
venerdì 23 dicembre 2011
Autocritica
Stimolato da un commento anonimo ad uno dei miei post sul governo Monti ho deciso di rispondere con un intero post. Ho riflettuto a lungo.
Riassunto: alla caduta di Berlusconi ho intervallato istanti di giubilo a istanti di perplessità. Avevo anche scritto che avrei atteso il primo operato di Monti prima di parlare. Sull'onda dell'ottimismo mi sono scagliato contro coloro che avevano solo da ridire sulle aule del potere, non godendosi l'istante di positività. A distanza di tempo è arrivato un commento anonimo che criticava la mia posizione. Ebbene ringrazio l'autore del commento. Eviterò di cadere nell'errore di fare un'analisi formale del commento, che si presta ad attacchi tanto facili da risultare scontati ("Risparmiaci la solita rispostina, cancella pure questo commento, non ci farai tacere!") Ho deciso di cogliere il senso più intimo del commento stesso, vale a dire "non ci siamo".
Ebbene NON CI SIAMO. Sapete bene quanto io abbia sempre rigettato un andare "contro" a tutti i costi, ritenendo le critiche generalizzate al potere simili ad alcuni discutibili post su Facebook, tramite i quali le persone possono ritenersi impegnate politicamente senza fare sforzi. Ma forte di questo posso consentirmi di lasciarmi andare ancora una volta.
Uno di quelli che era, a mio avviso, uno dei miei post più belli è passato sotto silenzio: parlo del post sulla parola proletariato. Non mi sorprende, dal momento che il lettore medio di questo blog non appartiene a quello strato sociale e quindi non percepisce a fondo i significati sottesi alla parola. Il punto sta tutto in questo: la maggior parte delle critiche che si possono leggere su certa "macelleria sociale" hanno un sapore astratto, sono vissute con quella sorta di sereno distacco di chi sa che in fondo non ne verrà colpito, mancano, insomma, di passione. Il distacco si nota dal tono pacato, sempre rispettoso, sempre mai sopra le righe. Per questo ho apprezzato da morire, seppur con qualche dubbio sulla forma sintattica da "mania del complotto", il commento anonimo al mio post. Ho atteso prima di rispondere per poter elaborare una risposta costruttiva: è vero, Monti non è il salvatore della patria. Ho sbagliato ad abbandonarmi ad eccessive manifestazioni di giubilo. Ma vorrei ricordare che comunque avevo lasciato qualche spiraglio di perplessità.
La differenza tra me e chi ha scritto il commento risiede nella fiducia che le cose possano cambiare. Che poi le soluzioni non debbano venire dalle aule del potere può darsi, ma l'atteggiamento nichilistico che appartiene a quel tipo di idee non mi appartiene del tutto.
O forse sì? Ultimamente mi sono ritrovato a pensare che la sfiducia che mi prenderà quando sarò dentro quell'urna sarà grande... Se non esistono nostri rappresentanti a Roma qual'è la soluzione? Qual'è? Osservate lo stile di argomentazione dei miei post: si tratti dei massimi sistemi o di una tavoletta del cesso, seppur infarcendo tutto di infiniti periodi incomprensibili, io cerco sempre di pervenire a due fatti: 1) la risposta alla domanda "perchè?" 2) la ricerca delle soluzioni. Credo che anche questa volta il secondo punto rimarrà senza svolgimento.
lunedì 5 dicembre 2011
Io Ibra, tu Ibra, egli Ibra
Mi sentivo un po' da meno in tutto questo e pertanto ho deciso anch'io di cimentarmi in un qualcosa che mi avvicinasse alle tematiche culturali che ormai possono dirsi proprie di questo blog. Ho deciso, quindi, di intraprendere la recensione di un'opera letteraria moderna (non preoccupatevi, non apro un ciclo, è un eventio unico): il libro a cui ho dedicato buona parte del weekend e di cui voglio scrivere è il quasi best seller Io, Ibra. Autore Zlatan Ibrahimovic (ma in realtà l'ha scritto tal David Lagercrantz).
A meno che il lettore non sia un assoluto cultore della persona fisica di Ibra, l'interesse di un normale appassionato di calcio verso i contenuti di questo libro (come per i tanti altri scritti dai suoi colleghi prima di lui), si focalizza nella descrizione di quelle dinamiche presenti all'interno del mondo del calcio che normalmente sono celate agli occhi delle telecamere ed ai taccuini dei cronisti. Cioè di tutto quanto accade, come si suol dire, all'interno dello spogliatoio. In altre parole, la biografia di un calciatore deve servire da finestra su quella parte di mondo che normalmente è racchiusa dietro silenzi stampa e frasi di rito e, ciò che le si chiede, è di raccontare quanto accade dietro la facciata che club e giocatori quasi sempre riescono a mantenere..
Il libro, alla sua uscita, aveva fatto parlare di sé in quanto, già fin dalle prime pagine, Ibra si scaglia contro Guardiola, allenatore del Barcellona, descrivendolo testualmente come "coniglio", "senza palle", "codardo". La voce narrante del nostro eroe vichingo ci racconta di episodi in cui si è trovato, spinto da un'ira incontenibile, ad apostrofare in malo modo e davanti a tutti i suoi compagni il suo mister di Barcellona, senza che questi avesse il coraggio di reagire.
Le premesse quindi sono buone: Ibra ci offre racconti inediti e chiavi di lettura nuove su quello che è stato il fallimento della sua esperienza spagnola ed il peggior affare (in termini di milioni di euro ma non certo di gol) del Barcellona dell'ultimo ventennio. Purtroppo però, in poco tempo, la prosa di Ibra perde di incisività e le pagine scorrono senza che gran che si aggiunga a ciò che chiunque abbia seguito il calcio negli ultimi dieci anni già non sapesse.
Tutto è scritto in prima persona ed il principale elemento che emerge è la forte personalità del protagonista. Si direbbe quasi che tutto il mondo sia Ibra-centrico cosicchè anche i personaggi che si assecondano interagendo col protagonista hanno tratti sfumati perchè quello che conta è far passare il motto: Ibra è venuto dal Bronx di Malmoe ed è un vincente. Gli è sempre importato solo di se stesso e questo gli ha permesso di diventare il numero uno.
Quello che rimane, come ho detto, è qualche sfumatura: le liti con Mihajlovic e Vieira (ma quelle le abbiamo viste tutti in tv); quella con Onyewu (non c'erano le tv ma ce la siamo immaginati!); la grande amicizia con Maxwell; Messi che sembra uno scolaretto, come tutti al Barca; la stima per Cassano e Robino; le invidie di Van der Vaart ai tempi dell'Ajax; le notti in camera ad ascoltare i racconti orgiastici del Mutu post-Chelsea. Poi gli allenatori: di Guardiola già detto; Capello che fa gelare il sangue appena ti passa affianco ma che è un grande; Mourinho un amico; Mancini un fighetto; Van Gaal un rompipalle; Allegri: sembra bravo. E poi, ancora, Moggi che con il suo sigaro inonda la stanza e piange in piena crisi da calciopoli; Galliani artista della trattativa; Raiola ciccione, mafioso ed amico.
Mi aspettavo un po' di più da questo libro: a tratti si ha l'impressione che D.L. (il vero autore) abbia preso molto più spunto dalle immagini tv che da racconti del protagonista. 300 delle 400 pagine potevano essere scritte da chiunque di noi sulla base di quanto visto in tv e da quello che si trova su Wikipedia. Peccato, visto il personaggio, poteva essere divertente!
venerdì 2 dicembre 2011
LA BOHEME
Riprendo in mano per un attimo la mia vecchia rubrica in un momento cosi' sereno. Perche' proprio questa notissima opera italiana, a discapito delle ignote di cui scrivo di solito? Perche' a partire dal 17 dicembre fino a febbraio sara' messa in scena al vostro splendido Teatro Carlo Felice.
Opera ideale per iniziare, in italiano, del nostro grandissimo Puccini, e' un'occasione per avvicinarsi all'opera in maniera soft e nel modo piu' canonico. Uscita per la prima volta nel 1896, quest'opera non ha mai abbandonato le scene di tutto il mondo: molto apprezzata in America, essa e' un classico per gli appassionati di opera ma non solo, dati i pezzi notissimi entrati ormai nell'immaginario collettivo. Portatrice dei valori di un mondo europeo ormai dimenticato, non e' possibile vedere o ascoltare quest'opera e poi non ripensarci per qualche giorno.
La vicenda e' ambientata nella Parigi dell'Ottocento, dove alcuni artisti (il poeta, Rodolfo, e' uno dei due protagonisti principali) vivono in una squallida mansarda conducendo vita da bohemienne, emarginati dalla societa' e costretti ad arrabattarsi per mangiare e per non pagare l'affitto. Una notte d'inverno, Mimi' entra nella mansarda dei ragazzi e incontra Rodolfo. Qui il poeta la aiuta ad accendere una candela e a cercare una chiave perduta, poi la corteggia appassionatamente ("Che gelida manina"). La ragazza e' povera, disegna fiori di carta da vendere al mercato e si presenta ("Si', mi chiamano Mimi' "). Il duetto d'amore successivo e' uno dei vertici operistici all'italiana e un momento di altissimo coinvolgimento emotivo. Qualche tempo dopo i due escono insieme agli altri artisti: Puccini qui disegna uno splendido spaccato della Parigi povera del tempo, con ragazze che si fanno mantenere per sopravvivere (come Musetta) e dove il piacere di stare insieme e' sempre dipendente dalle difficolta' economiche. Nel terzo atto si vede una situazione stravolta: Rodolfo vuole lasciare Mimi' perche' troppo geloso di lei. Ella non gli crede e solo origliando una conversazione tra Rodolfo e uno dei suoi amici comprende i veri motivi di Rodolfo: Mimi' e' malata (dato il freddo e le terribili condizioni di vita), il ragazzo teme di soffrire troppo e sa che non puo' fare nulla per darle una vita migliore. Un commovente duetto di separazione culmina con il proposito di lasciarsi solo ad inverno finito, per rendere la cosa graduale e stare ancora insieme. Nel quarto atto la separazione e' avvenuta: Mimi' fa la mantenuta come Musetta e Rodolfo finge di non rimpiangerla. A un certo punto arriva la ragazza morente, desiderosa di stare con lui ancora una volta ("Sono andati? Fingevo di dormire"). Continui rimandi musicali ai giorni felici rendono la scena particolarmente straziante. Poco dopo Mimi' muore.
In quest'opera Puccini attua una esaltazione consapevole delle "piccole cose", le uniche alle quali ci si puo' aggrappare nelle avversita' della vita: un dono, il sole, una serata insieme. Innegabile un certo perverso compiacimento a far passare a Mimi' le peggio cose, ponendola in una "bianca cameretta" a ritagliare fiori finti, in preda al freddo e alla fame. In questo momento la tentazione di ironizzare su certa filosofia sottesa alle opere di questo tipo (quella della lacrima facile per capirci) e' fin troppo pressante. Ma superato questo pregiudizio, l'opera e' di una godibilita' incredibile, relativamente breve (si tratta di un paio di ore e un po'), snella nel suo svolgersi. Parigi e' uno sfondo idealizzato, mitico, un luogo vario, multiforme, in cui non e' facile sopravvivere.
Insomma... Se avete qualche soldo da parte andate a Teatro. Io andro' certamente perche' dal vivo non l'ho ancora vista.
lunedì 28 novembre 2011
Link - 29 Novembre
- Il Foglio ha chiesto ad alcuni blogger di immaginare come sarà la situazione politica in Italia nel 2013. Ecco le risposte di Francesco Costa, Leonardo, Wil, e tutti gli altri;
- visto che la política dev'essere fatta anche di buoni esempi e piccoli gesti, le foto di Mario Monti che scende dal treno con la sua valigetta mi piacciono molto;
- imperdibile editoriale del luminare ciellino Magdi Allam, sul dovere di tornare alla "cara vecchia lira";
- uno dei miei blogger preferiti, Alessandro Gilioli, è in vacanza in Nepal, e racconta dei politici locali;
- sul Post presentano un libro molto interessante, una raccolta di infografiche, tabelle e cifre su tutto lo scibile umano: Information is beatiful;
- a proposito di infografiche, eccone una su Google e l'evoluzione della ricerca su internet;
- bel video australiano contro le discriminazioni e a favore dei matrimoni omosessuali;
- interessante articolo sul Barcellona e sul suo stile di gioco (è stato scritto il giorno dopo la vittoria sul Milan);
- infine, reportage di Big Picture in occasione del raggiungimento dei 7 miliardi di abitanti: la prima parte sulle differenti densità di popolazione, la seconda sul rapporto con le risorse della Terra.
Elezioni in Egitto
Trattasi forse di una pubblicità di igiene orale per islamici?
No, questo è il simbolo di uno dei circa quaranta partiti che l’Egitto è chiamato a votare in questi giorni per eleggere il nuovo parlamento incaricato di scrivere la costituzione entro il 2012. Perché proprio uno spazzolino dovreste chiederlo al partito stesso, ma il fatto è che per queste elezioni i politici hanno dovuto trovare il modo di rendersi riconoscibili agli di una grande parte di elettorato analfabeta. E così troviamo schede con pianoforti, macchine fotografiche, ombrelli e molto altro.
Una galleria di immagini la trovate sul Post.
domenica 27 novembre 2011
Il Popolo degli Intelligenti
Tutti noi ormai ci stiamo abituando ad un governo "normale" che non va avanti ad escort e barzellette, ma non dobbiamo dimenticare che i parlamentari sono gli stessi del mese scorso, e personaggi come Scillipoti continuano a scorrazzare liberi.
Proprio Scillipoti, insieme al filosofo (?) Alfonso Marra e a Sara Tommasi, hanno lanciato un nuovo movimento, il "Popolo degli Intelligenti", contro la "dittatura delle banche".
In un tripudio di ignoranza, c'è stato tempo anche per un pseudo-spogliarello della Tommasi, davanti a un Bancomat:
Sara Tommasi che da quanto ho capito è stata pagata decine di migliaia di euro per questa sua apparizione.
Aspettando che gente così sparisca per sempre dal Parlamento e dalla vita politico-culturale di un paese, ecco il servizio del Tg di La7 sull'evento.
Scilipoti, Marra e Sara Tommasi: ecco a voi "il Popolo degli Intelligenti". from Wil Nonleggerlo on Vimeo.
[Grazie a Wil per la segnalazione]
mercoledì 23 novembre 2011
Designati - Novembre 2011
Scusandomi per l'assenza della rubrica di ottobre, torna la rubrica di architettura e design più seguita del blog!
Architettura:
Bellissima casa a Sidney, con poche linee dritte e tante diagonali.
Casa di campagna in legno e cemento, rustica ma con un design moderno.
Interni:
Libreria di design, semplice ma allo stesso tempo unica, per un tocco di originalità alla casa.
Sempre a proposito di originalità, gli armadi Inlay.
Collezione di sedie e sgabelli di design, originali e coloratissimi.
Per l'uomo che non deve chiedere mai, il bar da salotto, by Porsche Design. Per chi ne volesse uno, il prezzo si aggira sui 100/150 mila Euro.
Esterni:
Vi ricordate la vecchia casetta sull'albero? Questa è l'evoluzione moderna e di design: il Mirror Cube, per nascondersi in mezzo agli alberi senza essere visti.
Per le vostre romantiche gite sul lago, una barca pieghevole, montanine in pochi minuti.
Nerd stuff:
Se la vostra casa è buia, vi manca una bella finestra in camera e vi piacerebbe svegliarvi con la luce che filtra tra le persiane, non vi resta che comprare la finta persiana. Per risvegli "solari"!
La macchina fotografica del futuro è già arrivata? La Lytro Camera permette di fare fotografie con messa a fuoco regolabile in post-produzione, oltre che fare foto particolarmente nitide e colorate.
Foto e video:
Bel video in stop-motion che utilizza Google Street Map.
[Address Is Approximate from The Theory on Vimeo]
martedì 22 novembre 2011
Link - 23 Novembre
- Un bellissimo post di Giovanni Fontana, chiaro ed esaustivo, sulle misure (popolari e non) che dovrà affrontare il nuovo governo Monti;
- sempre Giovanni Fontana, con una interessante raccolta di tutti quelli contro "il governo dei banchieri", da vedere;
- imperdibile intervista ad uno dei "responsabili", Maurizio Grassano, sulle sue paure da fine legislatura;
- bel "buongiorno" di Gramellini, più autoreferenziale del solito, sulla sua carriera di giornalista e su Berlusconi;
- Matteo Bordone su i festeggiamenti post dimissioni di Berlusconi;
- Wil fa una raccolta di prime pagine sulle dimissioni di Berlusconi, da collezionare;
- altra raccolta di Wil, un'interessantissima serie di tabelle che riassumono i (pessimi) risultati del "miracolo italiano" di Berlusconi;
- post un po' antico, sempre di Wil, sull'apertura di un pub a Londra, chiamato Bunga Bunga;
- parlando sempre di B. e autorevolezza, bel post su cosa "pensa" Google di Berlusconi;
- il solito immancabile Spinoza, sull'alluvione di Genova sulle dimissioni di Berlusconi e sul nuovo governo Monti;
- Luca Sofri parla di Hallelujah, la celeberrima canzone di Leonard Cohen;
- video che raccoglie 365 timelapse del cielo, uno per ogni giorno dell'anno. L'effetto è molto suggestivo;
- meraviglioso documento storico, che racconta di quando gli astronauti tornati dalla prima missione sulla luna furono fermati alla dogana e dovettero dichiarare il tragitto fatto e cosa portavano;
- infine, alcune raccolte da Big Picture: i reportage sulla Corea del Nord e sull'Oktoberfest, e poi delle foto in 3D fatte dall'elicottero in Inghilterra, da vedere con gli occhialini se li avete.
National Geographic Photo Contest
Si è da poco concluso il concorso fotografico di National Geographic, uno dei più famosi ed importanti.
Il livello del concorso è molto alto, e le foto inviate sono più di 16000, i vincitori saranno proclamati attorno al 15 dicembre.
Visto che visualizzarle tutte è impossibile, vi consiglio la selezione del sempre ottimo Big Picture. Le mie preferite, oltre a quella sotto il titolo, sono queste due qui sotto, a cui assegnerei il primo posto per le categorie paesaggi e animali.
lunedì 21 novembre 2011
“Zoo Story” alla Pinguicola
Dev’essere la settimana dei post autoreferenziali… venerdì 25 novembre, ovvero fra pochi giorni, la mia compagnia “la Pinguicola sulle vigne”, metterà in scena “Zoo story”, prima opera teatrale del drammaturgo statunitense Edward Albee. La serata inizierà alle 19.30 con un aperitivo-buffet e successivamente si potrà assistere alla rappresentazione. E’ necessaria la prenotazione, in modo da avere un’idea di quanto cibo far preparare!
Spero di vedervi numerosi!!
domenica 20 novembre 2011
Geo Scienza
Mi permetto di andare contro le mie stesse "direttive" e di scrivere un post sfacciatamente autoreferenziale.
Doson un po' di tempo fa ha scritto del mio intervento a Geo Scienza del mese scorso, qui vi propongo il video registrato e messo su Youtube, oltre che annunciare che giovedì prossimo 24 novembre, alle ore 17 circa, andrà in onda un altro mio intervento.
Le due puntate sono state registrate lo stesso giorno i poco meno di mezz'ora (vedrete però che sia io che il presentatore Marco Castellazzi avremo le camicie diverse, viva la televisione!), e quella che andrà in onda la prossima settimana è la prima che abbiamo registrato, quindi secondo me sarò più visibilmente imbarazzato.
Un'altra comunicazione molto personale: una mia foto è stata selezionata tra le 30 vincitrici della Maratona Fotografica Fnac, e verrà esposta alla Fnac dal 4 dicembre. Nello stesso giorno verranno anche elette da una giuria di esperti le tre foto vincitrici. Nel frattempo, la foto che prenderà più "mi piace" su Facebook vincerà un premio del pubblico (credo uno smartphone). Quindi, vi chiedo entro il 18 dicembre di andare a vedere la foto e se vi piace di cliccare su "mi piace", pubblicizzando anche la cosa tra i vostri amici, che non si sa mai che non si riesca a vincere qualcosa!
sabato 19 novembre 2011
Su Monti e sul nuovo governo
Ciò che ho visto e sentito al Parlamento in questi giorni mi lascia molto stranito: PDL e PD che votano compatti la fiducia per il nuovo governo, proponendo coesione e collaborazioni, Casini e Rutelli, innamorati folli di Monti, che parlano da statisti e credono di essere tornati alla Prima Repubblica, l'IDV che non sa da che parte stare e che fa di tutto per perdere voti e credibilità, la Lega che è tornata ai primi anni novanta, contro Roma ladrona e contro i poteri forti e chi in questi anni ha rovinato l'Italia (??), Scillipoti che fa interventi folli con grandi risate di molti deputati, dei benemeriti sconosciuti che dichiarano la fiducia al governo da parte di un partitino rappresentato da loro stessi, i vari Berlusconi, Brambilla, Maroni, Brunetta, Rotondi seduti insieme agli altri dei loro partiti e non nei banchi del governo.
In mezzo a tutto questo, Mario Monti e quella quindicina di sconosciuti che sono i suoi ministri, sembrano degli alieni. Il primo giorno al Senato si guardavano intorno, spaesati, quasi fuori luogo. Non che non si siano mai sentiti nominare (ad esmpio Profumo è il presidente del CNR, e quindi in teoria il mio capo), ma di sicuro se li incontri per strada non li riconosci. Gira anche la notizia che Monti domenica scorsa sia andato in un museo a Roma senza scorta, facendo la fila per il biglietto, senza essere riconosciuto e fermato da tutti. Insomma, in una settimana è cambiato tutto: più sobrietà, più istituzionalità, meno volgarità, e sopratutto più credibilità.
Diciamo che dopo Berlusconi e i suoi ministri, anche noi del Quinto Postulato al governo avremmo fatto la nostra bella figura.
Questo è il punto: dopo questi anni di Berlusconi e Carfagne varie, in un periodo di crisi seria come quella che sta colpendo l'Italia, il governo Monti sembra la cosa più figa di tutti: gente laureata, piena di esperienza e di cultura, messe nei posti giusti (economista all'economia, docente universitario all'istruzione, ammiraglio alla difesa e così via), che parla con toni pacati, che non deve inventarsi scuse per rovinare il consenso, che propone manovre economiche degne di questo nome, e se propone le stesse cose degli altri (tagli ai costi della politica, lotta all'evasione fiscale) poi però lo fa veramente.
Anche lo stile di Monti è perfetto: pacato ma mai noioso, ironico ma non volgare, parla a braccia, fa pause e si blocca per pensare alla parola giusta da usare. Si permette di richiamare i senatori, dicendogli di applaudire di meno e ascoltare di più, ringrazia il predecessore Berlusconi ma non per il suo operato, ma perché si è fatto da parte in tempo.
Lo se che sono tutti "tecnici", ma Monti e il suo governo rappresentano quello che per me sarebbe il partito conservatore ideale: serio, rispettabile, cattolico, anziano e vicino alle banche, contrapposto ad un partito riformista, moderno, laico e giovane.
Io voterei per il secondo.
Quindi, ora che abbiamo un serio governo (tecnico) coservatore, voglio che nasca anche un partito davvero di sinistra, perché 17 anni di Berlusconi mi possono bastare, e perché anche l'Italia di cui mi sento di far parte si merita dei rappresentanti degni di questo nome.
(Astenersi bersaniani, dipietristi, dalemiani e veltroniani, grazie)
La fine di un'era
Scusandomi nuovamente per la lunga assenza (ormai non prometto più di tornare a scrivere frequentemente, basta con le promesse da marinaio - sono felice che grazie a Bolo il blog continui ad essere frequentato e soprattutto pieno di contenuti - ), vorrei festeggiare con voi la caduta del governo Berlusconi.
Non sono sicuro che ciò corrisponda con la fine di Berlusconi o del pdl, ma sono piuttosto sicuro che una squadra di ministri così imbarazzanti e incompetenti non si vedrà mai più in Italia.
Il modo migliore per ridere tutti insieme di quei brutti personaggi ce lo fornisce l'ottimo Bruno Vespa (mi sa che lui non ce lo toglieremo mai di torno, ahimè), con uno struggente video delle donne ministro che se ne vanno dai loro uffici. Da vedere fino alla fine, ridendo, abbracciandoci e pensando di cosa ci stiamo liberando.
Nota: il livello di questo servizio di Porta a Porta è così infimo che la Prestigiacomo ne esce quasi a testa alta.
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Grazie a Wil per il video, e a Giacomo per la nota finale.
giovedì 17 novembre 2011
Link del 17 novembre 2011
Non sono impazzito, non ho improvvisamente dimenticato che Link è una rubrica del fondatore Ballets e non è carino rubargliela… ma ormai le abbiamo tentate tutte per farlo tornare a scrivere sulla sua creatura, ho creduto di provare quest’ultima carta, non sia mai che funzioni!
Che dire? L’ultima volta che ai lettori pervenne un suo post (con conseguente ovvio incremento esponenziale delle visite) fu il 6 ottobre… in quell’occasione il nostro si rattristava della prematura scomparsa del creatore di Apple. E’ vero, lo ammetto: nessuno di noi è stato tenero con quel post, ma Ballets non te la prendere, siamo amici come prima, sentiti di nuovo libero di sfogare i tuoi sentimenti più intimi su questo blog, noi lo apprezzeremo comunque!!!
Quindi, dicevo all’inizio, tento quest’ultima carta per convincerlo: mi approprio di una sua rubrica per pubblicare link a me graditi e spero di suscitare così un misto tra gelosia e orgoglio tale da fargli scattare la scintilla del blogger.
- articolo del Fatto sulla grave situazione della pesca del tonno rosso: non tutti sanno che l’Italia rischia di pagare un’altissima multa alla UE perché non porta avanti con la dovuta determinazione i controlli sulla pesca clandestina;
- post di Andrea Scanzi sui suoi “Mi piace Non mi piace” del nuovo governo Monti;
- articolo di Beppe Giulietti sulla probabile chiusura del museo della memoria a Sant’Anna di Stazzema, paese dell’eccidio nazista del ‘44: il governo non l’ha inserito nella lista degli enti che riceveranno il contributo ministeriale, di conseguenza lunedì 20 potrebbe chiudere i battenti;
- dopo un paio di settimane di polemiche che ancora non si sono placate, la sindaco di Genova Marta Vincenzi scrive una lettera ai concittadini per spiegare la sua posizione di sindaco di una città alluvionata.
martedì 15 novembre 2011
Caccia alle zebre
No, questo non è un post di animalisti! Stiamo parlando dell’avvenuta certificazione del fallimento delle strisce pedonali nelle affollate strade occidentali. Già perché da diversi studi emerge che le zebre urbane non siano riuscite a proteggere il pedone dalla furia dei mezzi a motore.
In un articolo di Repubblica Michele Smargiassi e Francesca Caruso interpretano il motivo del fallimento nel fatto che le strisce non sarebbero un’infrastruttura che protegge il pedone dai veicoli ma al contrario una gabbia in cui limitare la libera circolazione dei bipedi della strada. E allora oltre Manica hanno deciso che sua Maestà the Queen le lascerà lentamente sbiadire, preferendo alle zebre i più premurosi panda crossing (segnalati da dossi e luci intermittenti) e pelican crossing (semafori a richiesta del pedone). Solo una zebra sopravviverà alla moria: quella di Abbey Road, sulla quale quarant’anni fa si fecero riprendere i Beatles per la celebre copertina dell’omonimo disco.
In alcuni paesini dell’Olanda addirittura pare che abbiano avviato una sperimentazione in cui la strada è un unico grande marciapiede e sono le macchine a dover chiedere il passaggio ai pedoni… forse solo gli olandesi possono riuscire a convivere con un sistema così anarchico!!
E in Italia? Beh, forse in questo momento non è il caso di chiedere una seria discussione parlamentare sul tema della sicurezza zebrata, ma sappiate che le statistiche parlano di quasi due pedoni uccisi al giorno. Come disse Beppe Grillo:
"Chi rispetta le regole si fida, chi non le rispetta li uccide".
lunedì 14 novembre 2011
domenica 13 novembre 2011
Ma ora torniamo alla realtà: perplessità
In questi giorni ho sbagliato più di una previsione, affermando che il governo tecnico non ci sarebbe stato ecc ecc. Forse davvero non ci sarà ma poniamo il caso ci sia.
La verità è che non potevamo fare altrimenti, come ho già detto più volte; ma a questo punto il dubbio è lecito: siamo certi? Io non sono qui a pormi dubbi su chi è Monti (massone, spia, alieno delle banche...) o su ciò che farà (le sue valutazioni perderanno quel sapore politico che temono tutti). Non sto qui nemmeno a domandarmi la casta c'è, non c'è, sono gli stessi e le solite menate. No. Il dubbio riguarda l'effettiva indipendenza del nuovo governo in primo luogo e la suca capacità di operare in secondo luogo.
L'indipendenza potrebbe venire minata dal solito ricatto vecchio come il mondo (se non fai questo ce ne andiamo) posto certamente da tutti i vari pidiellini. Grazie a Dio la Lega non ci sarà, e tornerà tra la sua gente potendo continuare a urlare le stesse oscenità di prima sperando di essere creduti. Luride capre con le cravatte verdi, opportuniste belanti capre che si credono più importanti di quanto non siano. Questo mi preoccupa alquanto, perchè che il governo entrante si ritrovi a smerciare con chiunque sta fermo uguale, non cambia la legge elettorale e non se ne fa niente delle riforme.
Questo punto si lega fortemente al secondo: se non puoi operare allora tanto valeva che mi portavi al voto. MA... Ciò che mi rincuora è che chiunque butti giù questo eventuale governo con dei rigiri strani entra in campagna elettorale con la responsabilità di averlo fatto. Spero quindi che ci pensino due volte prima di cagarci il cazzo.
Quindi tranquilli. Non perdiamoci in strane filippiche su questo nuovo governo tecnico, le poltrone e tutto il resto. Aspettiamo di vedere cosa succede. Se non faranno le cose ci saremo giocati anche questa opportunità.
Primo passo fatto
Come si fa a raccontare la serenità? Quando si passano mesi o anni a desiderare qualcosa e poi quel qualcosa arriva non ci sono manifestazioni esagerate di giubilo come avevamo immaginato, nè plateali gesti di soddisfazione, solo un senso di serenità non esprimibile.
Ricordatevi bene di questo giorno. Oggi tutto è possibile. E' stato fatto solo il primo passo di un lungo cammino, ma era certamente il più difficile. Io vedo il distacco netto da tutta la storia repubblicana precedente, dal populismo mediatico, dall'inerzia morale e civile di fronte a delle manifestazioni di inadeguatezza e di perversione senza eguali.
Nuovo giorno, nuove ore per fare le cose in modo diverso.
Un gesto plateale però forse ce lo concederemo. Pensiamo di appendere sul terrazzo di casa nostra un lenzuolo con su scritto semplicemente: "ERA ORA!"
sabato 12 novembre 2011
L'antiquo valor nè l'italici cor non è ancor morto.
Ormai è fatta. Insomma qui non so se ci rendiamo conto... Io sono nato nel 1985, narrerò l'esistenza di cose di cui già si sta perdendo il ricordo. Ma l'età della consapevolezza è arrivata in media a 15 anni. Posso perciò dire senza indugio che io non conosco un'Italia diversa da quella governata da Berlusconi. Da oggi tutto sta per cambiare... I problemi restano, la mentalità comune è rovinata e rallentata... Ma qualcosa sta per cambiare. La cosa mi sorprende...
Lo splendido intervento di Benigni al Parlamento mi ha ricordato ancora una volta la nostra storia. Tornerà il tempo in cui in presenza dei nostri grandi partner internazionali non avrò motivo di vergognarmi.
Del resto io sono sempre stato soggetto ad un fascino squisitamente eurocentrico. Corro troppi rischi nel dire che l'Italia avrebbe, nel mio progetto di fantapolitica, un ruolo dominante? La differenza tra me e coloro che paventavano un mondo che ci derideva come migliore è il mio nazionalismo. D'altronde questa è ormai una parola erroneamente collegata ad ambienti di cui non condividiamo le idee o alla Santanchè e a Ferrara. Esiste un nazionalismo dignitoso, un nazionalismo fiero, che troppe volte abbiamo abbandonato in nome di una moda del momento. Insomma... Come tutte le mode passerà e tutti si caricheranno sul carro dei vincitori. Vi ricordate l'antiamericanismo di sinistra ai tempi di Bush? Dov'è finito? Certo le cose sono cambiate per certi ambienti da quando al suo posto c'è un uomo di colore, ma gli Stati Uniti sono gli stessi di prima. Allo stesso modo passerà l'antitalianità con il passare di Berlusconi. Ma forse no... L'antitalianità e l'avversione per il governo centrale è consustanziale con l'essere italiani... Staremo a vedere.
"L'antiquo valor nè l'italici cor non è ancor morto". La Storia sta dando una possibilità al popolo italiani di riscattarsi dalle colpe accumulate. Se non coglierà l'occasione stavolta non ne avrà altre. Ma questo valore io lo vedo, lo riconosco, non posso dubitarne ora. Quindi rinnovo il mio appello di ieri: posiamo il criticismo sagace per un attimo, non rendiamoci schiavi dello stesso anche in assenza di Berlusconi. Quanti di noi, all'arrivo delle elezioni, ritornerà alle sciocche lotte intestine alla sinistra, agli idealismi appassionati senza compromessi, alle terrificanti discussioni su cose di secondo piano, come in passato? Tre punti per iniziare: patrimoniale, legge elettorale e costi della politica (anche quella provinciale e regionale). Non smetterò mai di ripeterlo. Quando voterò vorrei anche poter sapere chi andrebbe ai vari ministeri, perchè io facce come Brunetta, Sacconi e la Gelmini non voglio più vederle.
In attesa delle dimissioni. Non ti perdoniamo. E smettila di farlo come fosse un regalo. Non avresti potuto fare altrimenti.
venerdì 11 novembre 2011
Abramo ha poi risposto con una sola parola: "Fanculo!"
Fiducia rinnovata. Nessuna Sodoma e Gomorra. Abramo è un pò burbero ma intercederà per noi. Pian piano forse ci siamo. Se tutto va bene domani sera Berlusconi si dimetterà e avrà inizio il governo Monti. Egli mi sembra una persona irreprensibile. Il post mi nasce da una osservazione estremamente semplice e direi banale, ma che mi sorprende ogni volta.
Ieri è andata in onda la seconda puntata di "Servizio Pubblico", diretta da Michele Santoro. Una formula molto felice secondo me: persone che parlano senza poter essere interrotte o senza che si parli loro sopra. Non entro nei particolari. Voglio solo muovere due critiche costruttive. Prima: a un certo punto, in merito alla figura di Monti, ha parlato un blogger (e perchè non chiamano me? Colpa dei miei quattro lettori...) intriso di tanto di quel saccarosio per popolini che mi veniva da sboccare. "Monti è per le banche". Ma no? Impossibile... Accennando a delle società, a complotti bancari per farlo salire al potere, a logge che si riuniscono a porte chiuse, lo ha presentato come un ladro della sovranità popolare, perchè "in democrazia bla bla bla". Mi annoio. Mi annoio di avere a che fare con chi muove critiche perchè ha fatto come unica ragione della sua vita qualcosa per cui lottare, per cui andare "contro", con il mix antibanche, antipolitica, demagogia e paroloni da grandi ideali che contraddistinguono personcine del genere. Ci gioco due balle e un rene che ieri era contro Berlusconi e la casta. Il mondo è diventato spaventosamente pratico: per chi non ha l'intelligenza di riconoscerlo esistono monti in cui ritirarsi in meditazione, a contatto con la natura: là le filosofie sole cuore amore funzionano certamente, in un eremitaggio assoluto e senza confronti costruttivi. Subito dopo il suo intervento, il sondaggio di gente come noi (perchè il pubblico di Santoro è quello e morta lì) dava alla fiducia verso il governo Monti un 25% in meno (oddio... è una spia... Chissà chi lo ha mandato...) Se è un politico è mosso dai suoi interessi ed è attaccato alla poltrona. Se non è un politico legato al mondo finanziario allora è un pezzo di merda, perchè "è più ladro chi la banca la fonda non chi la deruba". Ma basta, BASTA con questo pensare piccolo-borghese. Nemmeno a me le banche stanno simpatiche, ma per ora bisogna accettare un tecnocrate che faccia ciò che un politico non è in grado di fare: leggi forti e sistematiche come una patrimoniale, una legge elettorale e una legge che dimezzi il numero dei parlamentari. E per l'amor di Dio perchè nessuno comprende che dobbiamo essere rieducati al voto prima di andarci di nuovo? PERCHE' NESSUNO AMMETTE CHE LA STESSA DEMOCRAZIA CON CUI CI FREGIAMO LA BOCCA CI HA REGALATO DICIASSETTE ANNI DI SILVIO BERLUSCONI, A CAUSA DELL'INERZIA MORALE E CIVILE DI UN POPOLO INTERO? Non che al prossimo voto saremo rieducati. Ma gli idealisti atteggiati come quel blogger, come il Pannella degli scioperi di fame e sete (che aggrappato ad una colonna urlava qualche anno fa "Libertà!!!") restano in ogni caso i nostri peggiori nemici, coloro che ci instillano il dubbio che in fondo tra un futuro incerto e un presente di merda forse va meglio il secondo. Io dico NO! Io non sono cinico, ormai lo sapete. Lo interpreto solo. Ma perchè cazzo la nostra parte politica ha nel suo DNA di non accontentarsi mai, di non festeggiare mai un minimo, di godersi il momento e sperare in un futuro migliore senza subito riattaccare con le solite cose, dove al posto del nome di Berlusconi ci mettiamo coloro che uccidono le balene o coloro che mangiano da MacDonald??? Allora... Per chi ha una così tanto spiccata vena passionale e drammatica, con il gusto dell'intrigo, del sospetto, del grande complotto si dedichi alla letteratura e al teatro.
Seconda: Travaglio ha fatto un ragionamento di grandissimo livello, come sempre. Ma ha ceduto una volta di troppo alla sagacia e alla voglia di usare una lingua efficiente. Il suo ragionamento è: come possiamo riaffidare la cura della malattia a coloro che l'hanno causata? Cosa ci fa credere che lo scolaro somaro passi due anni in uno? Correttissimo... Qui c'è ancora molto da fare, Monti non risolverà tutti i nostri problemi. Conclude con "Non esiste rivoluzione senza epurazione". Non fisica ovviamente. Marco no... Questo no. Insomma... Per te vale lo stesso discorso. UNA COSA PER VOLTA. Possibile che risolto un problema grave come Berlusconi (non il berlusconismo attenzione) immediatamente ne hai ancora per criticare? DIAMOCI TEMPO CAZZO! Io lo so che la classe politica è sempre quella e tutto il resto ma ragazzi ci rendiamo o non ci rendiamo conto che questa capacità di criticare ed autocriticarsi per nobili ideali o onestà intellettuale ha consentito a gente come Berlusconi, mentre eravamo impegnati a farlo, di portarsi via tutto??? Io inizio a odiare il movimento contrario ad ogni costo perchè denota la stessa italianità che ha portato al potere Berlusconi. E godiamoci il momento.
Inizio anche a pensare che sia sempre stato vero un assunto berlusconiano: non siamo in grado di governare senza nemici, senza coloro che ci stanno togliendo democrazia, libertà e diritti.