lunedì 2 maggio 2011

Dimissioni o conferma?


Per onestà intellettuale, ecco un'iniziativa del Movimento Cinque Stelle che mi convince, sulla quale credo tutti i partiti della sinistra dovrebbero confrontarsi: a partire da Sel di Vendola, che si pone oggi l'obiettivo di recuperare i voti dei disaffezionati della politica.
Domani sera a Bologna i consiglieri regionali eletti tra le file del Movimento presenteranno le dimissioni ai propri elettori, chiedendo loro di accettarle o rifiutarle in base all'operato svolto nei precedenti sei mesi. Di certo non si può definirlo un gesto simbolico. E promettono di farlo ogni sei mesi d'ora in poi.

Alcune considerazioni:
1. l'assemblea è aperta a tutti coloro che si dichiarano elettori del Movimento: gli organizzatori dicono di non temere un inquinamento dei voti. Perché non lo temano non sono riuscito a capirlo. Se davvero la votazione non sarà "inquinata" da esterni, ritengo molto positivo il massimo coinvolgimento con cui si propone.
2. la politica al servizio dei cittadini è lo slogan del Movimento e certamente con queste verifiche popolari semestrali lo slogan è messo in pratica. Immaginate un voto favorevole alle dimissioni del consigliere di turno: crolla l'immagine dell'eletto intoccabile, e questo è qualcosa di assolutamente rivoluzionario. Ma siamo sicuri che i cittadini siano in grado di usare responsabilmente questo potente strumento? E non verrebbe a mancare forse quella stabilità decisionale che fa sì che una scelta fatta sei mesi prima possa essere portata a termine e, allora, valutata e verificata?
3. e una volta dimessosi Tizio del Movimento, chi prende il suo posto? Non mi intendo di regolamenti elettorali, ma è sicuramente una domanda da porsi prima di "licenziare" un mio rappresentante per un operato semestrale che non mi convince.
4. già oggi il Movimento chiede alla politica di istituzionalizzare questo strumento, per fare in modo che diventi obbligatorio per legge. Siccome dubito che possa avvenire prima del 3011, mi chiedo se in questa "breve" fase di transizione vedremo casi di consiglieri grillini che si affezionano più al loro lavoro (rappresentante in comune, provincia, regione o parlamento che sia) che alla causa del Movimento (potere in mano ai cittadini sempre e comunque) e che si rifiutano di dimettersi nonostante il voto popolare: io credo proprio che ne vedremo molto presto.


Al di là di tutti i dubbi, resto dell'idea che sia un'operazione politica convincente, a favore della partecipazione attiva dei cittadini, che va bel oltre le tante parole che si sentono dai soliti partiti. Teniamola tutti sotto stretta osservazione perché può effettivamente segnare la differenza tra vecchia e nuova politica: possibilmente senza un Grillo che urli e insulti!

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