giovedì 20 maggio 2010

Se Questo è un Ministro

Il ministro della difesa Ignazio Benito Maria La Russa è notoriamente uno scatenato tifoso interista, e nel tifo della sua squadra del cuore ci mette la stessa passione che impiega nel difendere chi ama o le cose in cui crede.
Dopo la vittoria di domenica contro il Siena, e la conseguente vittoria dello scudetto da parte dell'Inter, il ministro tifoso ne è uscito con queste affermazioni:

Sono qui a casa con i miei figli, e gli amici dei miei figli, abbiamo già messo le bandiere fuori dalle finestre, quella nerazzurra, accanto al tricolore.
Vergogna al Siena però: ha giocato per la Roma.
Una squadra retrocessa cerca di vincere per un punto in più ma il Siena ha giocato per far vincere la Roma.



Qui c'è l'articolo del Messaggero da cui ho preso la frase.

Già di per se, è di dubbio gusto che un ministro si lasci andare ad affermazioni del genere. Per carità, niente di grave, però sarebbe carino se i ministri evitassero di creare polemiche per ogni cosa... vabbè, la notizia non è questa, la notizia è che, dopo aver fatto arrabbiare i tifosi di Roma, Siena, e addirittura il altri componenti del Pdl, il ministro La Russa si è sentito in dovere di fare un comunicato, nel giorno in cui sono stati uccisi due militari italiani in Afghanistan di cui lui in qualità di ministro della difesa è responsabile. Questo è il comunicato:

(ANSA) – ROMA, 17 MAG – Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, “nel rispetto dei tragici avvenimenti che hanno coinvolto oggi i nostri militari in Afghanistan” ritiene opportuno “non entrare nella polemica nata dalle dichiarazioni da lui rilasciate al termine della partita Siena-Inter”, ma, attraverso l’ufficio stampa, precisa che si aspettava dal Siena “un atteggiamento più propositivo”. Il senso delle dichiarazioni di ieri, sottolinea l’uffucio stampa del ministro, “era che dal Siena, già retrocesso, fosse lecito aspettarsi un atteggiamento più propositivo alla ricerca di una vittoria che avrebbe dato lustro al suo campionato. Invece il Siena ha solo inutilmente cercato uno sterile ed inutile zero a zero con un ‘catenaccione’ vecchia maniera, quasi che l’importante fosse ostacolare l’Inter anziché cercare un risultato di prestigio per se stesso. Al contrario il Chievo, sia a Milano la scorsa settimana che ieri con la Roma, ha giocato alla ricerca di una vittoria che, quando non vi sono problemi di classifica, dovrebbe essere l’obiettivo di tutti. Anche della squadra di Mezzaroma”. L’ufficio stampa sottolinea infine come il ministro La Russa “sia ieri al termine della partita, sia nei giorni scorsi, abbia sempre rivolto alla Roma sinceri complimenti per l’ottimo campionato disputato e abbia dichiarato alla Gazzetta dello Sport la sua preferenza per Francesco Totti come miglior giocatore italiano”.

Prima di tutto, il ministro in pieno stile Berlusconi nega ciò che ha affermato due giorni prima dandogli un'interpretazione ridicola, ma il vero problema è un altro, e lo lascio spiegare a Luca Sofri che lo dice molto meglio di come direi io:

Non c’è dubbio che la contraddizione spesso ipocrita che si registra in Italia tra momenti di lutto solenne e regimi quotidiani di tarallucci e vino sia spesso insopportabile. Non c’è dubbio che si passi da una cialtronesca superficialità a un improvviso battersi il petto e prendersi sul serio che non ha nessuna credibilità. E non c’è dubbio che nei giorni in cui dei militari italiani muoiono in guerra questa contraddizione e questa ipocrisia raggiungano i massimi livelli.
Ma la precisazione che ieri il Ministro della Difesa La Russa non è tanto un esempio di maggior concretezza su questo piano, quanto un caso spettacolare di maldestria mediatica, insensibilità politica e ignoranza del proprio ruolo. Sarebbe altrettanto sopra le righe e trombone scatenare indignazioni strumentali contro la mancanza di tatto del ministro, o urlare “vergogna”: il punto è un altro. Il punto è che molti ruoli di grande responsabilità in Italia sono affidati a uomini capaci di fare, nella giornata di ieri, una cosa così: non è questione di vergogna, è questione di inettitudine.

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