venerdì 14 maggio 2010

Inequivocabili Ibra e Pique

Questo vuole essere un mio modo simpatico per sdrammatizzare sul tema dell'omosessualità, troppe volte colorito di tinte fosche (come nel patetico post di Scalfarotto...).

Ecco lo scatto dello scandalo... Due giocatori del Barcellona, Ibrahimovic e Pique, beccati in atteggiamenti inequivocabili. Il web impazzisce e tutti dicono la loro. Ibra risponde ad una giornalista "Vieni a casa mia con tua sorella poi vediamo se sono frocio!" e le associazioni gay si indignano. Su Facebook ci sono gruppi di migliaia di iscritti che si scioccano. C'è chi mormora e c'è chi tace. E c'è chi si prende troppo sul serio.

Probabilmente avevano litigato nello spogliatoio su a chi spettasse la saponetta per primo o su chi l'avesse più lungo. Forse non si trovavano molto d'accordo sui ruoli (e non parlo del campo di gioco...). Pique deve aver pensato che qualche tenera coccola avrebbe consolato Ibra dopo l'eliminazione del Barca in semifinale di Champions. O magari si trattava di un alterco tutto diverso, improntato su un maturo confrontarsi di due posizioni diametralmente opposte su un tema politico, religioso o filosofico. La portiera aperta lascia pensare a una cosa accaduta lì per lì, un avvicinamento dei corpi inspiegabile anche per loro. O forse... Ah ah ah ah ah! Ma in fondo... chi se ne frega?

Scalfarotto esagera nel pretendere di sapere dalla signora Elena Kagan chi ama o chi si scopa. Secondo lui deve esserci un outing generalizzato da parte di politici e uomini di Stato sulle loro abitudini sessuali o sulle loro opinioni in merito (leggete il Post lasciato da Ballets). E se non lo fanno VERGOGNA! Ma perchè? "O di qua o di là?" Ma perchè? Vi sembrerà strano da parte di un uomo così netto come il sottoscritto, ma esiste il grigio... Mi sono ricordato di Bush ai tempi dell'11 settembre. Io posso volere o posso non volere schierarmi e, se lo faccio, non ho bisogno di dirti con chi passo le notti. La cosa è PRIVATA, non pubblica. E non si tratta di vergogna. Il bisogno di affermare a tutti i costi e pubblicamente la propria identità sessuale deriva in parte dal bisogno di approvazione e di riconoscimento, bisogno che io non tollero, dal momento che non dovrebbe esserci da parte di chi è coinvolto, come se ci fosse un problema di determinazione della propria normalità, dal mio punto di vista non in discussione. "Oh bravo, sei uguale a tutti gli altri anche se ti scopi una persona del tuo stesso sesso!" Boh... Ma non è scontato? C'è poi chi si aspetta un rasserenante "Anzi no... SEI MEGLIO!!!" Il bisogno di distinguere, differenziare, curare le espressioni e bla bla bla, non è un implicito riconoscimento di una diversità che non c'è? Per alcuni forse no, dato l'interesse di faccende come quella di Ibra e l'indignazione delle associazioni gay.

Quindi ironizziamo!!! Basta con i vecchi schemi anni 80!!! Intendiamoci... A livello di diritti delle coppie di fatto, di tolleranza comune, di costume, ammetto che ci sia ancora molto da fare. Ma ogni volta che si parla di froci parlarne come se si parlasse di un funerale è anacronistico e, in definitiva, comportarsi come se ci fosse un problema. Il problema vero non è da noi, ma in quei Paesi in cui per le tendenze sessuali si impicca ancora la gente nelle piazze. La percentuale di donne e uomini che hanno avuto almeno un'esperienza omosessuale nella vita è più alto di quanto si pensi. Ma dai, non fatemi diventare scontato! Come se oggi la possibilità di avere un qualsiasi tipo di esperienza sessuale, etero, omo, lesbo, queer, bisex, trans (c'è a chi piacciono tanto le distinzioni) fosse un problema. Il tabù, per una persona intelligente, non esiste più (anche se l'Italia, come al solito, è un pò indietro). Ci sono film e libri che affrontano il tema a più livelli, quello divertente, quello drammatico, quello tenero, quello sentimentale. Ormai Almodovar e Ozpetek sono 100 anni che ci martellano le palle. Leavitt sono più di vent'anni che scrive libri in merito. Il bellissimo "Philadelphia" appartiene al passato. Comunque sono certo che tornerò sull'argomento.

Torno infine alla foto dello scandalo. Per me è inequivocabile. Chissà quanti giochini divertenti nella doccia dello spogliatoio... E chissà qual'era in tutto questo la parte del giovane allenatore. Effusioni, sospetti, malignità, sussurri, baci rubati nell'intervallo delle partite... Per arrivare a dello stancante sesso di gruppo prima delle partite di Champions! (ecco perchè l'Inter ha passato il turno...). Magari le rispettive compagne si trovano a consolarsi vicendevolmente a modo loro...

Attendo la seconda puntata con la noia di una stanca casalinga di fronte al pomeriggio di Canale 5.

4 commenti:

  1. Bolo, secondo me il discorso che fa Scalfarotto è un po' più complesso di come lo fai passare te: lui dice che se la signora Kagan fosse convintamente omosessuale dovrebbe dirlo pubblicamente non perché lei deve render pubbliche le sue cose private e per bisogno d'approvazione, ma perché persone così in vista sarebbero le prime a facilitare quel percorso di "integrazione" che gli omosessuali stanno compiendo da anni (decenni) a sta parte. E io questo lo condivido, perché un uomo (donna) delle istituzioni, un politico, un ministro, un giudice, un prete (ehm, quello no, è vietato!) che ammette pubblicamente la propria omosessualità -allo stesso modo in cui un eterosessuale non si vergogna a presentare la propria moglie-, aiuta fortemente nell'abituare la gente a quella che dovrebbe essere la normalità. Mentre per ora, è più facile vedere un gay dichiarato che fa la checchissima al grande fratello, oppure la sfilata carnevalesca al gay pride, che aiutano sicuramente a far entrare nella testolina della gente che i gay esistono, ma non rendono la cosa normale come potrebbe fare un uomo delle istituzioni presentandosi a cena col fidanzato. Capito il mio discorso? Tutti sanno che esistono (tranne il Papa), si fanno grasse risate guardandoli in Mine Vaganti, al Grande Fratello o nelle foto di Ibra e Piqué, ma li guardiamo comunque come delle anomalie, dei "diversi". Quindi, ironizziamo e divertiamoci, ma non dimentichiamoci che c'è ancora tanta strada da fare.

    P.S. a proposito di quello gay del grande fratello, diversi mesi fa avevo letto questo articolo che potrebbe piacerti, appoggia in parte ciò che dici
    http://www.freddynietzsche.com/2009/10/27/vita-e-opere-di-maicol-del-grande-fratello/

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  2. Ballets come in altre occasioni nella nostra amicizia mi ritrovo a darti ragione... Da questo punto di vista non l'avevo pensata... Quella di Scalfarotto sembrava una chiamata alle armi... Ma è pur vero che un autentico rinnovamento nel pensare comune non può venire indotto a posteriori, semplicemente mostrando un uomo dello spettacolo in giro mano nella mano con il suo tipino, ma a priori, nelle scuole e negli ambienti del vivere insieme, i bar e le scuole per esempio.

    Tornerò certamente sull'argomento con meno intento ironizzante e più spessore analitico.

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  3. Si, hai ragione, ma visto che ormai l'educazione nei bar e nelle scuole è data da ciò che passa la televisione....
    A proposito di omosessualità, guarda questo articolo di Filippo Facci:
    http://www.ilpost.it/filippofacci/2010/05/19/il-giornale-su-cui-scrivo/

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  4. Caro Bolo, mi pare che il problema non sia solo l'Iran o il Sudan... forse anche in Italia un po' di emancipazione servirebbe ancora, sostenere il contrario mi sembra un po' semplicistico! Segue il link all'ultimo episodio di cronaca romana...

    http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/05/29/news/gay_aggredito_a_roma-4425058/

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