martedì 8 novembre 2011

Il tenerello 2: la vendetta

Carissimi...
Il tenerello che è in me e che vive con la stessa trepidante attesa di un bambino che sta aspettando l'uscita del suo fumetto preferito o che non vede l'ora di ricevere il suo regalo di Natale è tornato all'attacco.

Immaginate di essere di fronte ad una carcassa putrescente, il cui lezzo si fa insopportabile giorno dopo giorno. L'animale è tormentato dai vermi e dalle mosche. Gli umori più immondi escono dalle ferite purulente e pulsanti, appiccicosi e melmosi. Eppure l'animale respira, il veleno del suo fiato resiste. Lo sguardo si fa sempre più tenace, sempre più aggressivo, mentre medita l'ultimo gesto spietato prima della fine.

Io non lo so cosa succederà domani. Gli ultimi giorni mi hanno portato a pensare che ormai, comunque vada, la negatività ha ucciso ogni volontà e ogni speranza di miglioramento. Esistono cose innominabili in questo Paese. La differenza tra le "cose innominabili" dell'immaginario e queste è che esse sono alla luce del sole, tutti i giorni, tutto il giorno. Faccio appello alle luminose presenze di questo blog affinchè mi restituiscano un poco di fiducia.

Si vede che il tenerello è rimasto chiuso troppo tempo in gattabuia. Come è incazzato...

1 commento:

  1. Il problema è che B. è solo il simbolo di qualcosa che ormai ha infettato l'Italia come un cancro.
    Il fatto che cada apre solo delle possibilità, ma io non credo che "peggio di così non si possa fare"...
    Di certo si può fare meglio (ci mancherebbe!), ma il pericolo del pantano è dietro l'angolo.

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