lunedì 6 dicembre 2010

La Tetralogia: COMMENTO

Cari amici,
non che mi aspettassi un fiorente scambio di opinioni sui miei ultimi quattro post, ma un simile silenzio non può che indurmi con maggior piacere a stilare un commento finale, nella speranza che almeno questo venga letto e commentato.

La storia, per chi ha letto, è lunga e complicata. Per chi non lo avesse capito, stiamo parlando di un compendio a livello teatrale, musicale e poetico di tutta la cultura occidentale fino alla fine dell'Ottocento. Opere come questa si stagliano imponenti nel paesaggio artistico mutandone le forme e influenzando le successive, sia in modo attivo, stimolando riflessioni ed imitazioni, sia passivo, stimolando invece traettorie e sviluppi in senso direttamente opposto.

Che Wagner sia un genio universale può essere messo in discussione. Ma non possono venire messe in discussione le sue anticipazioni in molti campi e il suo occhio profetico. Anticipazioni di che tipo mi direte? Beh un esempio... Fino a lui molta opera lirica era eseguita a luci accese, con l'orchestra in vista, a mò di sottofondo per scopate sui palchi e vita mondana. Con lui, in una sorta di visionaria anticipazione del cinema, si è data priorità allo spettacolo, alla trama, alle emozioni suscitabili nel pubblico, a luci spente e con l'orchestra nel "golfo mistico". Le colonne sonore e la loro struttura devono più di un tributo a Wagner, poichè la sua musica è intessuta di un certo numero di temi rappresentanti certi personaggi, certe situazioni psicologiche o certi oggetti che ritornano in vari punti, magati sviluppati o modificati. Prima di lui, non temiamo a dirlo (e chi ascolta l'opera non ha difficoltà a riconoscerlo), tutta l'opera, soprattutto italiana, si fondava sugli stessi temi musicali o sugli stessi accordi (non nella stessa opera, ma di opera in opera!), risultando troppo spesso ripetitiva o uguale a sè stessa, senza avere una specificità data dalla trama, come invece accade in Wagner. Insomma, se ascolto una certa aria dell'opera pre-Wagner si stenta a riconoscere da dove è tratta, invece dopo poche note di Wagner si comprende esattamente qual'è l'opera che va in onda.

Wagner è straordinario rifondatore di miti moderni. La Tetralogia è, previa un'opportuna traduzione nordica, una saga del mondo moderno, in cui si trova tutto il sapore delle fiabe, dei miti antichi, sempre farciti di archetipi "alla Jung", ma con una facile reinterpretazione per le generazioni che la ascoltavano. Reinterpretazione, peraltro, possibile anche oggi. L'Anello del Nibelungo è la rappresentazione della debolezza umana di fronte al Potere e alla corruzione. Impossibile nominare tutti gli storici e gli uomini di cultura che hanno detto la loro su questo gruppo di quattro opere; la risonanza per i cinquant'anni successivi alla sua "uscita" è stata incalcolabile.

C'è chi ha visto in Siegfried il superuomo di Nietzsche, ricordato anche nell'atteggiamento finale di Wotan, un misto di rassegnazione e volontà di realizzare l'eterno ritorno. C'è chi ha visto in quest'opera la realizzazione dello stato falsamente ottimistico dell'Europa di fine '800 e inizio '900, poi collassata su sè stessa con due guerre mondiali. C'è chi ha visto una parabola dei poteri che crollano sempre. C'è chi, come me, vede solo una bella storia.

La possibilità di ironizzare si trova dietro l'angolo. E' riconosciuto che Wagner aveva un difetto: tendeva a prendersi tremendamente sul serio! Per questo fioccano anche parodie e varie prese in giro della sua Tetralogia.

Ho finito questo progetto.

Il vostro corrispondente dall'Emilia

2 commenti:

  1. Bolo, io ho letto tutto e l'ho ritenuto interessante..
    L'altro giorno al Teatro della Gioventù hanno pubblicizzato l'opera lirica, e mi sono reso conto che non si capisce una parola di ciò che dicono..e poi: parlano in tedesco se l'opera è in tedesco? ci sono i sottotitoli in italiano?

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  2. ;) buon ballets... Certo! Non si capisce una parola di ciò che viene cantato (anche se in italiano...) Ma tutti i teatri oggigiorno sono provvisti di schermi in sovraimpressione che traducono (o trascrivono) in italiano (o nella lingua corrente) ciò che viene cantato in lingua rigorosamente originale.

    L'opera è per tutti. Davvero... L'altra sera la scuola si è organizzata per portare le classi a vedere "La Traviata" e anche mia cugina (di 9 anni) ci è andata. E' rimasta bene impressionata, per quanto dubito abbia compreso tutto o abbia la cultura per apprezzare al massimo tutto. Gradualmente l'opera può entrare nelle nostre case.

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