martedì 4 ottobre 2011

Commento al post di Doson "Il Fatto e l'Unige"

Cari amici...
E' inutile, ironie precedenti a parte, qui non si riesce più a commentare. Se non altro io posso scrivere post al posto (...) dei commenti.

Doson forse ti sorprenderà trovarmi spaventosamente d'accordo con te, parola per parola, e con quasi tutti i commenti da te riportati sulla vicenda. Ora... Io sono il primo che si indigna verso un paese come il nostro che punta così poco sulle potenzialità della ricerca. E tutti conoscete il mio atteggiamento verso coloro che vedono nell'estero il paese dei balocchi: sto pagando e pagherò con ogni probabilità sulla mia pelle con le mie idee. Ma questa mi sembra la storia meno adatta per consentire ad una testata che stimo come "Il Fatto" di parlare della questione.

La sensazione è che il martire di cui hai parlato si sia sentito defraudato dei suoi privilegi (forse non tutti meritati, sentite le testimonianze) e che non avrebbe esitato ad utilizzare ogni mezzo, magari illecito, per mantenerli. Io tendo a essere poco pietoso verso coloro che piangono miseria e che non possono portare il pane a casa ma che hanno la barchetta o la casa con vista sul mare. Manteneva tre figli e la moglie con solo una borsa da ricercatore? Ma non mi fate incazzare!

Che il marcio ci sia e che persone valide non ricevano i riconoscimenti meritati è un fatto oggettivo. Ma che il MIT abbia chiamato il martire Stefano non dimostra il suo valore, specie se le fonti di Doson sono attendibili. Sta dilagando un sentimento di svalutazione del nostro Paese, un pò di moda in certi ambienti, che sembra quasi temano di apparire come nazionalisti (oddio! nazional... No, no, allora non va bene! Vediamo dall'altro lato... ...isti. oddio!). Usare una storia come questa per portare alla ribalta i problemi è controproducente, perchè nell'articolo stesso ci sono punti che consentono un attacco frontale. Vero è che il buco nell'acqua del Fatto non diventa un punto di partenza per dimostrare che i problemi a cui l'articolo fa riferimento non ci sono.

Resta però un minimo di delusione se anche nel Fatto ci sono "omaggi ad amici", come nella peggiore mentalità italiana.

Una critica costruttiva a Doson: farsi un'idea del tuo pensiero in alcuni casi diventa difficile, perchè si ha spesso la sensazione tu ceda solo ad una vena squisitamente polemica. Ma penso si possa iniziare una collaborazione parallela, perchè i tuoi post recenti sono piacevolmente fuori dal coro.

2 commenti:

  1. Mah, non credo di essere polemico tanto per esserlo, è solo che sono motivato a commentare un post per lo più quando non sono d'accordo con ciò che è stato scritto.. E siccome in generale non mi ritengo un grande "maitre a penser", quando i post li devo scrivere io, li scrivo in relazione a fatti che mi hanno coinvolto o colpito direttamente, tipo questo..

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  2. Prendersela con Brizzolara mi sembra totalmente inutile, perché a scrivere l'articolo non è stato lui, e visto che il giornalista è suo amico non credo che Brizzolara abbia raccontato balle.
    E non mi sembra che si faccia molto un problema di soldi, da che mondo è mondo tutti quelli con contratto a tempo indeterminato da ricercatori riescono a mantenere in maniera dignitosa la propria famiglia.
    Per tutto il resto sono d'accordo con voi, il giornalista ha scritto un articolo patetico. E questi articoli sono uno dei motivi per cui io il Fatto lo leggo molto poco: spesso condivido i contenuti, ma quasi mai approvo il modo in cui vengono presentati.

    P.S. Bolo, se mi spieghi bene via mail cosa non ti funziona proviamo a risolvere questo tuo problema dei commenti.. se mi lasci username e password provo a entrarci io e a vedere cosa non va, sennò ne parliamo al telefono!

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