domenica 6 febbraio 2011

"Il momento di pensare a ciò che siamo e a ciò che vogliamo"

C'è un articolo oggi sul Fatto intitolato "Saviano, l'investitura", di Mario Portanova.
L'articolo si riferisce al discorso tenuto ieri dallo scrittore all'incontro di Giustizia e Libertà: non ha parlato solo dei suoi cavalli di battaglia, ma ha anche entusiasmato la platea con proposte, o meglio propositi, per un'Italia migliore che, secondo l'autore dell'articolo, possono essere letti come l'inizio di un suo impegno personale in politica.
Parla di unità da ritrovare fra tutti quelli che chiedono, pretendono, un'Italia pulita e libera.
Cita Don Milani: “A che cosa sarà servito avere le mani pulite se le abbi­amo tenute in tasca?“. E proprio in questa frase si può leggere l'indizio di una volontà di cambiare la sua storia di scrittore trentenne sotto protezione.
"Vedo l’assenza di un progetto alternativo di governo, io sogno un progetto diverso. Ma non basta dire di essere diversi. Dobbiamo dimostrarlo, comunque la pensiamo politicamente”.


Prima di leggere l'intero articolo, leggendo solo il titolo, ho pensato: sè vabbè, Saviano primo ministro, Vendola alle politiche per la famiglia e Travaglio alla giustizia. E in effetti anche il giornalista confessa un po' di fatica nel pensare a Saviano come successore di B. Però...
Quante volte ci siamo tappati il naso per votare persone che rappresentano solo il meno peggio?
E' davvero così utopistico pensare che in questo momento difficile per la nostra democrazia (guai a chi mi accusa di qualunquismo, perché lo penso davvero) possa nascere un movimento (non partito) politico nuovo che si identifica nella figura di Saviano? Un movimento che raccolga il meglio delle esperienze della società civile e che diventi interlocutore privilegiato e obbligato dei partiti di centrosinistra?
Molti di voi mi diranno di sì, che è una strada già tentata coi vari movimenti dei girotondi del 2002: il tutto è scemato in pochi mesi.

Ma io dico questo: l'Italia è in pericolo, le idee affaristiche e subdole di un miliardario alla guida del paese hanno diffuso un malcostume nella società che sta ora mostrando i frutti. La gente non si indigna più per niente, scrolla le spalle di fronte a tutto perché "tanto sono tutti uguali"! Non si interessa. Non legge.

C'è bisogno di qualcuno che sappia fare due cose:
1. progetti vincenti per il rilancio economico del paese
2. appassionare VERAMENTE il popolo del centrosinistra, distinguendosi da tutti gli scandali e intrallazzi del passato. E faccia questo puntando sul classico solito elettorato di riferimento ma soprattutto SUI GIOVANI, perché mi rifiuto di credere che dei miei coetanei possano appassionarsi davvero al Cavaliere, a meno che non ne ricavino un qualche tornaconto.

E io penso che Saviano possa effettivamente concretizzare questa ambiziosa trasformazione. Sicuramente, poi, più di un'alleanza del PD con Casini: ma stiamo scherzando?
Già che c'è da riformare le fondamenta della politica, non neghiamoci l'occasione di puntare in alto, cazzo!


Concludo col commento di un lettore all'articolo del Fatto:
"Questo ragazzo campano di 30 anni è maturo come se ne avesse 60 e sogna come un adolescente. Per il governo dell’Italia, lui e altri 10 come lui!"
Condivido.

2 commenti:

  1. Aggiungo quest'altro pezzo del discorso di Saviano, che mi ha galvanizzato ancora di più:

    "Mon­i­celli poco prima di morire aus­pi­cava una riv­o­luzione. Oggi la parola riv­o­luzione in me non evoca banchetti di sangue né vendette, né palazzi d’inverno né Mon­cada. Ancor meno fucilazioni e “uomini nuovi”. E’ invece la parola che mi fa tornare alla mente la lezione di Piero Gob­etti: oggi ho la sen­sazione che sia riv­o­luzionario non con­sid­er­are gli elet­tori di un’area avversa come per­duti. Che sia riv­o­luzionario sen­tirci tutti parte­cipi di uno stesso paese ed un unico des­tino. O si riparte da questo o non saprei pro­prio il motivo di impeg­narci, inter­venire, “sporcarsi le mani”."

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  2. Lo ammetto... Mi hai turbato... Ma anche convinto... Grazie a te mi sono ritrovato a chiedermi una cosa che non credevo mi sarei mai chiesto... Ma... Io lo voterei Saviano? La risposta è uscita spontanea. Ma velata da qualche dubbio. Cercherò di spiegarmi.

    Per me Saviano significa legalità. In questa congiuntura particolare, avendo per Presidente del Consiglio il principe del "fate (e faccio) quel cazzo che mi pare", come fosse la vera traduzione del concetto di libertà, è naturale che avvenga una contrapposizione. Una contrapposizione che non può e non deve essere politica. Saviano questo lo sa bene (come credo provi il tuo commento in aggiunta). Il suo, giustamente, vuole essere un messaggio per tutti, affinchè l'italiano tipico e un pò caricaturale che punta a fottere lo Stato non sia più così "tipico". Ma l'Italia non è un paese pronto ad affrancarsi da queste cose. Automaticamente troppa è la gente che, come dici tu, si disinteressa o ha identificato Saviano come uno dei soliti luogotenenti di una ipotetica cultura rossa imperante nel nostro Paese. Non riesce a capire che ciò Saviano trasmette dovrebbe essere un valore universale. Ed ecco spiego i miei dubbi... Un Saviano politico porterebbe una vera ondata di aria fresca... Ma non potrebbe fare a meno di mettersi sotto una bandiera (le distinzioni tra movimento e partito non mi convincono... spiegami meglio...), rovinando la portata "rivoluzionaria" del suo messaggio. Non credo ci possa essere pericolo più grave, ed è ciò che B. ha fatto, che identificare la parola "legale" con l'espressione "di sinistra". Ecco perchè non penso possa accadere una cosa del genere. Ma siamo d'accordo sia io e che te che sarebbe davvero interessante.

    E' pur vero che, se aspettiamo un rinnovamento all'infinito, non arriverà mai. Concordo sul fatto che è ora di puntare in alto.

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