Cari amici,
in vena di sperimentazione, inauguro un'altra rubrichina. Dopo i film e le opere, diamo spazio anche ai libri!
Questo breve libro è un capolavoro. Letto in una sola notte ormai dieci anni fa, si ripresenta ancora oggi come uno dei più intensi e coinvolgenti romanzi che abbia mai letto (e riletto più volte). L'autore, ignoto ai più, si chiama Sandor Marai (1900-1989), ungherese naturalizzato americano morto suicida. Spero con questo post di invogliarne la lettura.
Arrivato in Italia tardissimo e scritto ai tempi della guerra, rievoca un mondo perduto, quell'epoca di fiducia e speranza vana di prima dell'arrivo dei due conflitti mondiali. Il plot è semplice: due amici da una vita, legati da un rapporto affannoso, di diversa estrazione sociale e dai caratteri opposti, si ritrovano dopo quarant'anni per chiarire un certo istante che ha segnato le loro vite, in un duello senza spade che li coinvolgerà per tutta una notte. Tra loro l'immancabile ombra di una donna.
Il solito schema Lui-Lei-L'Altro è concentrato al massimo sui due amici e trattato in modo davvero originale, quasi senza coinvolgere la figura di lei. Alla fine si ha un sentore di passato, di vite rovinate, di ineluttabilità incontrastabile.
Chiudo con alcuni dei passi più belli, senza svelare nulla.
"...se qualcuno si ostina a mettere a nudo la propria anima, con una franchezza persino eccessiva, è forse per non dover parlare di qualcosa che ha un'importanza essenziale"
"...tratteneva avidamente le nozioni acquisite, con l'attaccamento spasmodico di chi sa di non possedere altre ricchezze al mondo"
"Guardiamo in fondo ai nostri cuori. Che cosa vi troviamo? Una passione che il tempo ha soltanto attutito, senza riuscire ad estinguerne le braci"
Il vostro corrispondente dall'Emilia
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