Il Post è una sottospecie di giornale online, che prende spunto dal famoso (almeno in America) Huffington Post.
In pratica è un misto tra un giornale online (tipo Repubblica.it) e un aggregatore di blogs e notizie di altri siti. Ci scrivono in molti (tra cui Sofri, Bordone, Facci - che nonostante tutto, a me piace - e Floris) e la cosa bella che è più "aperto" rispetto ai nostri giornali, nel senso che non da risalto solo alla politica interna e alle liti tra i vari Berlusconi/Fini/Bersani ecc ecc ecc.
Dateci un'occhiata e fatemi sapere che ne pensate!
venerdì 30 aprile 2010
martedì 27 aprile 2010
Link - 27 Aprile
Scritto da
Unknown
alle
12:35
- Buongiorno di Gramellini, di qualche giorno fa;
- C'è un nuovo programma televisivo di cui non avevo sentito parlare! Ce lo racconta Matteo Bordone;
- Ne abbiamo parlato l'altro giorno in università, io Agorà voglio andarlo a vedere. Questo un articolo uscito sul Fatto Quotidiano che ne parla;
- Foto straordinarie su Boston.com, sulla giornata della Terra.
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lunedì 26 aprile 2010
Fisichella ai separati
Scritto da
Lore
alle
13:46
NON RISPOSATEVI DOPO UN DIVORZIO!
E SE PROPRIO ORMAI SIETE RISPOSATI, RIDIVORZIATE:
VOSTRO ALLORA SARA` IL REGNO DEI CIELI!!!
Nuova illuminante intervista di un importante membro della gerarchia vaticana. Monsignor Fisichella ci spiega come mai e` assolutamente regolare che il presidente Silvio Berlusconi abbia potuto prendere la comunione al funerale di Vianello. E` molto semplice: essendosi separato da Veronica Lario (con cui era sposato con rito civile), e` tornato ad essere un semplice separato dalla moglie-con-rito-cattolico quindi assolutamente libero di partecipare alla comunione.
Ma ci state prendendo per il culo????
Lo potete leggere qui.
giovedì 22 aprile 2010
Paralleli
Scritto da
Unknown
alle
22:18
"Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire".
"Se si arriva a una decisione in cui c’è una maggioranza e una minoranza, la minoranza si deve adeguare nel suo comportamento alla decisione della maggioranza".
(Voltaire, XVIII secolo)
"Se si arriva a una decisione in cui c’è una maggioranza e una minoranza, la minoranza si deve adeguare nel suo comportamento alla decisione della maggioranza".
(Silvio Berlusconi, 2010)
Vicolanza maruega
Scritto da
Lore
alle
18:19
Ecco la lettera di uno studente dell'ateneo genovese che racconta la sua esperienza di aggressione nei vicoli un sabato sera di qualche tempo fa.
Mi sono chiesto come avrei reagito io nei panni di un avventore del Moretti.
E voi?
Cara Repubblica, Sabato 21 marzo all'1 e 40 un mio amico è stato accoltellato in Via San Bernardo. Un nordafricano gli ha rubato il cellulare dalla tasca dei pantaloni, e lui ha osato richiederlo indietro, con la posatezza che uno studente alto un metro e 65, solo, può avere verso chi lo ha appena rapinato. Erano sotto la M dell'insegna Moretti, il locale tanto caro a De Andrè. La risposta è stata immediata, muta: una "lamata" nella pancia. Matteo ha 23 anni, e non sa spiegarsi come abbia rischiato di trovarsi col fegato trafitto e l'orrore del sangue nero che sgorga. Non è andata così, fortunatamente. La lama ha bucato la pelle e ha incontrato l'ultima costola, il sangue è sgorgato rosso. Ora ha solo una piccola cicatrice con cui stupire i nipotini e conquistare le ragazze, ma anche tanta angoscia e rabbia.Anche io ho 23 anni e adoro il venerdì sera nei vicoli. E so benissimo che poteva succedere a me. La tecnica dei furti in quel fazzoletto di vicolo è cosi perfetta da essere riproposta sempre, identica. "Occhio ai marueghi che rubano i portafogli", ci diciamo ogni volta che si attraversano i pochi metri tra il "Grigua" e il "Moretti". Certo, generalizziamo a sfavore dei marueghi, i marocchini, ma nessun dubbio che siano nordafricani. Così pure sostiene la polizia. Uno fa lo sgambetto o spinge il malcapitato contro il collega, che "riceve" la vittima disorientata e le infila le mani in tasca. Lavorano come in una catena di montaggio, a queste rapine di sapore fordista. A molti miei amici e conoscenti, me compreso, è capitato almeno una volta di ricevere tali attenzioni, ma conoscere l'inghippo evita ormai il furto del portafogli o del cellulare. È assurdo che nell'incredibile microcosmo dei vicoli di Genova i bar, i giovani e l'allegria delle serate debbano convivere con i furti e i coltelli. Non riesco a capire come sia possibile che l'amministrazione comunale si preoccupi molto più dei decibel notturni, proponendo di anticipare sempre più la chiusura dei locali, ben sapendo che il Moretti, per quanto affollato e rumoroso, sia il miglior guardiano possibile di Via San Bernardo. La via è probabilmente una delle più critiche dell'intera città, l'insegna del locale accesa e lo sciame di clienti alle porte sono un faro accecante, rassicurante, in una via altrimenti buia e poco frequentata.Voglio dare voce a chi la pensa come me e il mio amico accoltellato. Siamo giovani studenti, tolleranti, ospitali, cosmopoliti. Chiaramente non razzisti, anzi. Vogliamo un'Italia multietnica e multiculturale. Amiamo mangiare i kebab turchi, i chawarma arabi, parlare con i negozianti eritrei o cingalesi. Siamo affascinati dai modelli tedeschi, francesi e inglesi che abbiamo conosciuto studiando all'estero, dove un melting pot forzato ma più riuscito del nostro ha regalato una società in cui si possono vedere egiziani in auto o kenioti in giacca e cravatta (o magari presidenti). Adoriamo la pelle d'ebano dei nigeriani, nocciola degli indiani, gli occhi dolcissimi dei senegalesi. Ma i nostri amici delle grandi città italiane strabuzzano gli occhi a sentire i racconti notturni dei vicoli. Tutti noi genovesi conosciamo qualcuno derubato, minacciato con un coltello o una siringa. Nella capitale una ragazza può tranquillamente tornare a casa da sola di notte. E a Genova? Una follia se passasse per via San Bernardo, Piazza Cavour, Piazza Caricamento, Via Gramsci. I più incattiviti e esasperati credono di risolvere il problema votando Lega Nord. Noi no. Non intendiamo sparare nel mucchio a chi ha la nostra età ma è stato immensamente meno fortunato di noi, nascendo in una parte di mondo povera se non poverissima. In molti abbiamo viaggiato in Africa, Asia, Sudamerica, e sappiamo bene quanto la gente di questi paese sia ospitale, allegra, in difficoltà. Sicuramente non educata come quella europea, ma molto più generosa e amichevole. Più solidale delle decine e decine di ragazzi e ragazze genovesi che stazionavano davanti al Moretti quella sera. In molti hanno visto il mio amico ferito sotto i loro occhi sollevare la maglietta zuppa di sangue e urlare di rabbia: "Mi ha accoltellato! Mi ha accoltellato!". Il suo grido è rimbombato nella piazzetta brulicante come in una stanza vuota, tutti hanno continuato a sorseggiare meccanicamente le birre e i Negroni. Un tentato omicidio verso un nostro coetaneo non è servito ad attirare il coraggio, ma peggio ancora neanche l'interesse, di nessuno. Tutti i giovani uomini presenti in quel momento sono stati pavidi, e hanno preferito mettere la testa sotto la sabbia con codardia, nell'attesa che il siparietto come un lampo svanisse. E il gruppo di nordafricani ha solo smesso di contare i telefonini e i portafogli appena rubati, il quasi assassino ha riposto in tasca il coltello appena piantato nella pancia al mio amico, e si sono allontanati come se niente fosse, indifferenti.*Studente universitario
Mi sono chiesto come avrei reagito io nei panni di un avventore del Moretti.
E voi?
Cara Repubblica, Sabato 21 marzo all'1 e 40 un mio amico è stato accoltellato in Via San Bernardo. Un nordafricano gli ha rubato il cellulare dalla tasca dei pantaloni, e lui ha osato richiederlo indietro, con la posatezza che uno studente alto un metro e 65, solo, può avere verso chi lo ha appena rapinato. Erano sotto la M dell'insegna Moretti, il locale tanto caro a De Andrè. La risposta è stata immediata, muta: una "lamata" nella pancia. Matteo ha 23 anni, e non sa spiegarsi come abbia rischiato di trovarsi col fegato trafitto e l'orrore del sangue nero che sgorga. Non è andata così, fortunatamente. La lama ha bucato la pelle e ha incontrato l'ultima costola, il sangue è sgorgato rosso. Ora ha solo una piccola cicatrice con cui stupire i nipotini e conquistare le ragazze, ma anche tanta angoscia e rabbia.Anche io ho 23 anni e adoro il venerdì sera nei vicoli. E so benissimo che poteva succedere a me. La tecnica dei furti in quel fazzoletto di vicolo è cosi perfetta da essere riproposta sempre, identica. "Occhio ai marueghi che rubano i portafogli", ci diciamo ogni volta che si attraversano i pochi metri tra il "Grigua" e il "Moretti". Certo, generalizziamo a sfavore dei marueghi, i marocchini, ma nessun dubbio che siano nordafricani. Così pure sostiene la polizia. Uno fa lo sgambetto o spinge il malcapitato contro il collega, che "riceve" la vittima disorientata e le infila le mani in tasca. Lavorano come in una catena di montaggio, a queste rapine di sapore fordista. A molti miei amici e conoscenti, me compreso, è capitato almeno una volta di ricevere tali attenzioni, ma conoscere l'inghippo evita ormai il furto del portafogli o del cellulare. È assurdo che nell'incredibile microcosmo dei vicoli di Genova i bar, i giovani e l'allegria delle serate debbano convivere con i furti e i coltelli. Non riesco a capire come sia possibile che l'amministrazione comunale si preoccupi molto più dei decibel notturni, proponendo di anticipare sempre più la chiusura dei locali, ben sapendo che il Moretti, per quanto affollato e rumoroso, sia il miglior guardiano possibile di Via San Bernardo. La via è probabilmente una delle più critiche dell'intera città, l'insegna del locale accesa e lo sciame di clienti alle porte sono un faro accecante, rassicurante, in una via altrimenti buia e poco frequentata.Voglio dare voce a chi la pensa come me e il mio amico accoltellato. Siamo giovani studenti, tolleranti, ospitali, cosmopoliti. Chiaramente non razzisti, anzi. Vogliamo un'Italia multietnica e multiculturale. Amiamo mangiare i kebab turchi, i chawarma arabi, parlare con i negozianti eritrei o cingalesi. Siamo affascinati dai modelli tedeschi, francesi e inglesi che abbiamo conosciuto studiando all'estero, dove un melting pot forzato ma più riuscito del nostro ha regalato una società in cui si possono vedere egiziani in auto o kenioti in giacca e cravatta (o magari presidenti). Adoriamo la pelle d'ebano dei nigeriani, nocciola degli indiani, gli occhi dolcissimi dei senegalesi. Ma i nostri amici delle grandi città italiane strabuzzano gli occhi a sentire i racconti notturni dei vicoli. Tutti noi genovesi conosciamo qualcuno derubato, minacciato con un coltello o una siringa. Nella capitale una ragazza può tranquillamente tornare a casa da sola di notte. E a Genova? Una follia se passasse per via San Bernardo, Piazza Cavour, Piazza Caricamento, Via Gramsci. I più incattiviti e esasperati credono di risolvere il problema votando Lega Nord. Noi no. Non intendiamo sparare nel mucchio a chi ha la nostra età ma è stato immensamente meno fortunato di noi, nascendo in una parte di mondo povera se non poverissima. In molti abbiamo viaggiato in Africa, Asia, Sudamerica, e sappiamo bene quanto la gente di questi paese sia ospitale, allegra, in difficoltà. Sicuramente non educata come quella europea, ma molto più generosa e amichevole. Più solidale delle decine e decine di ragazzi e ragazze genovesi che stazionavano davanti al Moretti quella sera. In molti hanno visto il mio amico ferito sotto i loro occhi sollevare la maglietta zuppa di sangue e urlare di rabbia: "Mi ha accoltellato! Mi ha accoltellato!". Il suo grido è rimbombato nella piazzetta brulicante come in una stanza vuota, tutti hanno continuato a sorseggiare meccanicamente le birre e i Negroni. Un tentato omicidio verso un nostro coetaneo non è servito ad attirare il coraggio, ma peggio ancora neanche l'interesse, di nessuno. Tutti i giovani uomini presenti in quel momento sono stati pavidi, e hanno preferito mettere la testa sotto la sabbia con codardia, nell'attesa che il siparietto come un lampo svanisse. E il gruppo di nordafricani ha solo smesso di contare i telefonini e i portafogli appena rubati, il quasi assassino ha riposto in tasca il coltello appena piantato nella pancia al mio amico, e si sono allontanati come se niente fosse, indifferenti.*Studente universitario
mercoledì 21 aprile 2010
Associazione studenti africani
Scritto da
gio
alle
22:49
Oggi la mia piatta giornata lavorativa è stata interrotta dall'irruzione di uno studente africano (così si è presentato) che mi domandava soldi. Qualche ora fa mi arriva questa mail da un ragazzo del Disi (la mail è firmata ed indirizzata a tutto il dipartimento):
Due ragazzi di colore sono passati cinque minuti fa nella stanza dottorandi 210.
Dichiarano di raccogliere fondi per una "associazione studenti africani".
Però a quanto pare la prima hit di google con questa stringa parla di truffa.
http://blog.panorama.it/italia/2009/02/11/associazione-studenti-africani-la-truffa-e-servita/
Appena glielo abbiamo detto sono andati via...
Dal momento che ormai si presentano ogni anno con buona cadenza e oso pensare che non si presentino soltanto a matematica, mi è sembrata buona cosa farne pubblicità sul blog. (E poi questo blog era così equo e solidale che non sono riuscito a resistere alla tentazione di buttar lì un po' di cattivi sentimenti..).
Due ragazzi di colore sono passati cinque minuti fa nella stanza dottorandi 210.
Dichiarano di raccogliere fondi per una "associazione studenti africani".
Però a quanto pare la prima hit di google con questa stringa parla di truffa.
http://blog.panorama.it/italia/2009/02/11/associazione-studenti-africani-la-truffa-e-servita/
Appena glielo abbiamo detto sono andati via...
Dal momento che ormai si presentano ogni anno con buona cadenza e oso pensare che non si presentino soltanto a matematica, mi è sembrata buona cosa farne pubblicità sul blog. (E poi questo blog era così equo e solidale che non sono riuscito a resistere alla tentazione di buttar lì un po' di cattivi sentimenti..).
martedì 20 aprile 2010
Link - 20 Aprile
Scritto da
Unknown
alle
19:25
- Altro bel post di Leonardo (combinazione) su Gomorra e simili;
- Post di Bordone su un articolo relativo all'aborto di Susanna Tamaro;
- Dal Fatto Quotidiano di domenica, l'ultima vignetta di Stefano Disegni;
- Altre foto dell'eruzione del vulcano in Islanda, queste ancora più belle delle precedenti;
- Infine, una bella notizia dal mondo del calcio, sulla storia di un giovane calciatore della primavera della Samp.
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lunedì 19 aprile 2010
Il signoraggio bancario
Scritto da
gio
alle
22:32
Introduzione.
L’altra sera, con i miei amici Cella e Ronco, ci siamo imbarcati in una discussione economica (sulla quale nessuno dei tre è esperto) molto complicata e che verteva su un’analisi del ruolo delle banche all’interno delle dinamiche economiche della nostra società.
Il loro punto di vista consisteva in parole povere nell’affermare l’esistenza di un certo tipo passaggi molto poco chiari e sconosciuti ai più che potrebbero avere – a lungo o a breve termine -conseguenze tragiche.
La discussione era complicata: loro si esprimevano in modo confuso e io (che in ogni discussione che si rispetti alla fine mi trovo sempre a svolgere il ruolo dello scettico) attaccavo ogni passaggio per partito preso (e non so neanche perchè). Sicchè, alla fine, si è deciso di andare alla fonte della discussione visionando i tre filmati che ne avevano dato origine.
E l’esito della proiezione sullo stato d’animo del sottoscritto è il seguente: un vago senso di confusione e la percezione di non riuscire ad afferrare il problema nella sua interezza. E un’ombra di dubbio che qualcosa di strano davvero ci sia ed infine – forte - il bisogno e il desiderio di capire meglio e un po’ più scientificamente la questione. Ed anche per questo scrivo.
Il problema.
I tre filmati rappresentano il succo della discussione ma sono molto lunghi (durano in tutto mezzora) e immagino che molti ne possano essere scoraggiati: quindi credo sia meglio, prima, dare qualche sketch sull’argomento (per come l’ho capito io). Premetto che tutto ciò che scrivo può (e spero che sia) essere inesatto e addirittura sbagliato. Vorrei qui essere smentito.
- La banconota non rappresenta più un quantitativo in oro racchiuso in una caveau di una banca. Ha ormai un valore intrinseco.
- Ormai le transazioni tra banche avvengono per via telematica e non esiste quasi più un passaggio fisico di moneta tra di esse. Cioè se da Genova una banca deve trasferire ad Hong Kong un milione di euro lo fa esclusivamente con un clic del mouse.
- Una banca, se ha un patrimonio di 100, può prestare fino a 90. ma nel momento in cui presta 90 (stante la promessa di restituzione da parte di chi riceve il prestito), il suo patrimonio (il termine probabilmente non è esatto ma serve a far capire) resta di 100. Se io che ho ricevuto il prestito, decido di riversarlo in banca, il patrimonio della banca diventa 190. C’è quindi un surplus di 90 inesistente.
- Non essendo più necessaria una corrispondenza tra il patrimonio della banca ed il suo caveau, le monete vengono stampate dalle banche stesse. Quindi, quello che seguendo questa logica può succedere è che una banca prenda dei biglietti di carta, ci scriva sopra “10 euro” e te li presti, quando – però – in realtà lei di suo non ti ha prestato proprio niente (mi riferisco ai 90 in sovrappiù del punto precedente). Cioè ti sta “prestando” una cosa che in realtà non aveva. Tu lo dovrai restituire con gli interessi ed accrescerai il patrimonio della banca (che prima del tuo arrivo – nel caso considerato – era zero).
- Questo stesso discorso può essere esteso ai rapporti vigenti tra lo Stato e la Banca d’Italia (ormai gestita per lo più da privati) in quanto quest’ultima presta i soldi allo Stato quando ve ne sia necessità alimentando così il debito pubblico.
- I punti precedenti insieme ad altre considerazioni hanno – nei video – come conseguenza finale l’interpretazione della nostra società come di una società schiavizzata dalle banche. Ma questo punto preferirei lasciarlo fuori dalla discussione e (per ora?) lo inserirei nell’insieme degli effetti scenici (musichetta da mistero, frasi ad effetto, ecc..) che costituiscono in qualche modo il taglio “complottistico” che si è voluto ai video e che forse già di per sè ne minano anche un po’ la credibilità.
Conclusione.
Ieri ho dato un’occhiata a wikipedia e ad altro trovato sul web per cercare di farmi un punto di vista più obiettivo sull’argomento. Quei pochi risultati però magari li scriverò in un altro post. Nel frattempo attendo commenti…
I video.
sabato 17 aprile 2010
Link - 17 Aprile
Scritto da
Unknown
alle
15:43
- Grandissimo post di Leonardo, uno dei miei preferiti;
- Per la serie "Informazione Utile", editoriale del Giornale sul fatto che Marchionne si metta sempre un maglione negli incontri ufficiali e mai una cravatta;
- Lettera di Saviano in risposta a Berlusconi dopo la critica a chi parla di mafia, facendo cattiva pubblicità all'Italia. E commento di Gramellini nel suo "Buongiorno";
- Foto sull'eruzione del vulcano in Islanda, dal solito Big Picture del Boston.com.
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giovedì 15 aprile 2010
Vogliono Berlusconi Morto
Scritto da
Unknown
alle
22:35
Sull'Unità di domenica scorsa, Sergio Staino ha pubblicato questa vignetta (domenica era il giorno dopo della tragedia dell'aereo polacco caduto in Russia):
La vignetta è di dubbio gusto, e anche Staino l'ha subito ammesso. Però è satira, i politici e i giornali non dovrebbero occuparsene più di tanto, al massimo un trafiletto o una piccola critica. Invece, lunedì:
Oltre a questo titolo, arrivano anche le critiche di due a caso, Gasparri e Capezzone. Forse non hanno un po' esagerato?? Ormai non hanno più limite. E il direttore del Giornale era a Libero quando uscivano queste prime pagine su Prodi e il PD, non credo che l'Unità abbia occupato la prima pagina per dire "Vogliono Prodi Morto". Come sempre, buona parte dei giornali italiani invece di informare la gente, occupano le loro pagine di nulla. E lo conferma anche Concita De Gregorio, che perde del tempo per rispondere al Giornale. Chi invece fa bene a rispondere è Staino, che disegna la (geniale) contro-risposta:
(Grazie a NonLeggerlo Blogspot per le immagini del Giornale e di Libero)
La vignetta è di dubbio gusto, e anche Staino l'ha subito ammesso. Però è satira, i politici e i giornali non dovrebbero occuparsene più di tanto, al massimo un trafiletto o una piccola critica. Invece, lunedì:
Oltre a questo titolo, arrivano anche le critiche di due a caso, Gasparri e Capezzone. Forse non hanno un po' esagerato?? Ormai non hanno più limite. E il direttore del Giornale era a Libero quando uscivano queste prime pagine su Prodi e il PD, non credo che l'Unità abbia occupato la prima pagina per dire "Vogliono Prodi Morto". Come sempre, buona parte dei giornali italiani invece di informare la gente, occupano le loro pagine di nulla. E lo conferma anche Concita De Gregorio, che perde del tempo per rispondere al Giornale. Chi invece fa bene a rispondere è Staino, che disegna la (geniale) contro-risposta:
(Grazie a NonLeggerlo Blogspot per le immagini del Giornale e di Libero)
Two Lovers
Scritto da
Bolo
alle
00:24
Abbandono per un secondo la tematica caustica politica che mi piace tanto per consigliarvi un film tutt'altro che impegnato, ma che mi ha lasciato bene impressionato e a cui penso di tanto in tanto da due giorni.
A quanto ne so nessuno dei membri di questo blog ha esattamente i miei stessi gusti in fatto di cinema, ma luoghi di scambio come questo sono fatti apposta per far conoscere agli altri cose sconosciute (io ho scoperto un sacco di cose che non sapevo!!!)
Interpretazione di valore per il Joaquin Phoenix di "Match Point", nella parte di Leonard, uomo in preda a un disturbo bipolare che si traduce nella vita vera in un amore per due donne profondamente diverse, una Gwyneth Paltrow bellissima finalmente affrancata dal ruolo di candida ragazza acqua e sapone e una Vinessa Shaw (già vista in qualche commediola un pò inutile), tenera e disponibile, capace di suscitare in più di un punto un sentimento di pena autentica.
La trama in sè è piuttosto prevedibile, ma durante il film si viene travolti da un senso di partecipazione per il personaggio di Leonard e ci si trova a capire che il suo dissidio traduce qualcosa di più che una semplice indecisione amorosa, poi non così lacerante. Si tratta più di due modi di concepire l'esistenza e di vedere il futuro. Il bravo Joaquin Phoenix rende bene il viso di un uomo segnato, dal vissuto tormentato ma tutto sommato insignificante. Intristisce vederlo così impegnato nella ricerca della sua strada; sembra continuamente spaesato, i suoi movimenti sono rigidi, la sua fiducia commovente. Così si viene assaliti via via da sentimenti contrastanti verso questi due poli, verso queste due donne. In un certo istante mi sono sentito travolgere da quella positività che nasce dalla voglia di riscatto e dal sentore della felicità, parteggiando palesemente per una delle due. Il tutto si risolve in un bellissimo finale, senza il quale forse la storia in sè non mi avrebbe lasciato molto.
Da segnalare la presenza di Isabella Rossellini, nel ruolo della madre di Leonard: la sua capacità di rendere così tanto con uno sguardo o un sorriso è straordinaria. Inutile dirvi che, per un melomane come me, la presenza in una sequenza del film di un tema tratto dall'opera "Cavalleria rusticana" di Pietro Mascagni, livornese, ha solo contribuito a convalidarne il giudizio positivo. Un amico mi ha insegnato che bisogna sempre guardare i titoli di coda. Ebbene ritrovare quel tema nei titoli di coda mi ha fatto pensare che io non avrei saputo sceglierne uno migliore per rendere l'atmosfera generale in cui il film mi ha lasciato.
A quanto ne so nessuno dei membri di questo blog ha esattamente i miei stessi gusti in fatto di cinema, ma luoghi di scambio come questo sono fatti apposta per far conoscere agli altri cose sconosciute (io ho scoperto un sacco di cose che non sapevo!!!)
Interpretazione di valore per il Joaquin Phoenix di "Match Point", nella parte di Leonard, uomo in preda a un disturbo bipolare che si traduce nella vita vera in un amore per due donne profondamente diverse, una Gwyneth Paltrow bellissima finalmente affrancata dal ruolo di candida ragazza acqua e sapone e una Vinessa Shaw (già vista in qualche commediola un pò inutile), tenera e disponibile, capace di suscitare in più di un punto un sentimento di pena autentica.
La trama in sè è piuttosto prevedibile, ma durante il film si viene travolti da un senso di partecipazione per il personaggio di Leonard e ci si trova a capire che il suo dissidio traduce qualcosa di più che una semplice indecisione amorosa, poi non così lacerante. Si tratta più di due modi di concepire l'esistenza e di vedere il futuro. Il bravo Joaquin Phoenix rende bene il viso di un uomo segnato, dal vissuto tormentato ma tutto sommato insignificante. Intristisce vederlo così impegnato nella ricerca della sua strada; sembra continuamente spaesato, i suoi movimenti sono rigidi, la sua fiducia commovente. Così si viene assaliti via via da sentimenti contrastanti verso questi due poli, verso queste due donne. In un certo istante mi sono sentito travolgere da quella positività che nasce dalla voglia di riscatto e dal sentore della felicità, parteggiando palesemente per una delle due. Il tutto si risolve in un bellissimo finale, senza il quale forse la storia in sè non mi avrebbe lasciato molto.
Da segnalare la presenza di Isabella Rossellini, nel ruolo della madre di Leonard: la sua capacità di rendere così tanto con uno sguardo o un sorriso è straordinaria. Inutile dirvi che, per un melomane come me, la presenza in una sequenza del film di un tema tratto dall'opera "Cavalleria rusticana" di Pietro Mascagni, livornese, ha solo contribuito a convalidarne il giudizio positivo. Un amico mi ha insegnato che bisogna sempre guardare i titoli di coda. Ebbene ritrovare quel tema nei titoli di coda mi ha fatto pensare che io non avrei saputo sceglierne uno migliore per rendere l'atmosfera generale in cui il film mi ha lasciato.
mercoledì 14 aprile 2010
Io non ci sto
Scritto da
Unknown
alle
23:17
Breve riassunto della storia: ad Adro, in provincia di Brescia, alcune famiglie si sono lamentate di non poter o non voler pagare la retta per la mensa dei propri figli (non mi ricordo se all'asilo o alle elementari) perché troppo costosa. Ventiquattro famiglie non hanno pagato, e sicuramente tra queste famiglie c'era chi veramente non poteva permettersi di pagare questa retta. Come risposta, il sindaco leghista Oscar Lancini ha minacciato prima di Pasqua di lasciare a digiuno i bambini. E' nato così uno scontro interno ad Adro tra i sostenitori del sindaco, che "pretendono il rispetto" delle regole, e le famiglie "dissidenti" appoggiate dai sindacati, non disposte a pagare la retta.
Personalmente, credo che lamentarsi delle rette da pagare sia una gran moda e tra chi non paga la retta c'è chi lavora in nero, ha un 740 che neanche un barbone, e poi gira col Mercedes e va a far la settimana bianca (e di persone così in Italia ce ne sono tante); questi andrebbero identificati e puniti. Ma c'è anche chi non può effettivamente permettersi la retta, e il comune avrebbe il DOVERE di andargli incontro, analizzando caso per caso e aiutandoli, senza se e senza ma. Ma indipendente dalle mie posizioni, minacciare di lasciare i bambini a digiuno è una cosa orribile, vagamente razzista e tipica di quei toni leghisti che vanno molto in Lombardia e dintorni. E, ahimè, cose così si sentono sempre più spesso, e la gente si indigna sempre meno.
Per fortuna c'è chi ancora si indigna, c'è ancora chi ha un cervello per pensare in maniera autonoma, c'è ancora chi ha un senso di comunità, cosa molto rara in una nazione egoista (nel senso di "io guardo solo a me e alla mia famiglia, al resto ci penseranno gli altri") come l'Italia.
Un cittadino di Adro, ha versato 10.000 euro e ha pagato le rette a tutte le famiglie, mandando una lettera all'amministrazione locale che mi è piaciuta moltissimo:
Qui c'è la lettera originale, e qui un'altra lettera inviata al Corriere dopo che tutti hanno chiesto interviste a questo anonimo cittadino.
Indipendentemente da come la si pensi sul fatto in sé, sapere che ci sono persone così dà una speranza in più a questa povera Italia. Sarebbe bello avere una classe politica con anche solo un decimo dello spessore di questo cittadino di Adro.
Personalmente, credo che lamentarsi delle rette da pagare sia una gran moda e tra chi non paga la retta c'è chi lavora in nero, ha un 740 che neanche un barbone, e poi gira col Mercedes e va a far la settimana bianca (e di persone così in Italia ce ne sono tante); questi andrebbero identificati e puniti. Ma c'è anche chi non può effettivamente permettersi la retta, e il comune avrebbe il DOVERE di andargli incontro, analizzando caso per caso e aiutandoli, senza se e senza ma. Ma indipendente dalle mie posizioni, minacciare di lasciare i bambini a digiuno è una cosa orribile, vagamente razzista e tipica di quei toni leghisti che vanno molto in Lombardia e dintorni. E, ahimè, cose così si sentono sempre più spesso, e la gente si indigna sempre meno.
Per fortuna c'è chi ancora si indigna, c'è ancora chi ha un cervello per pensare in maniera autonoma, c'è ancora chi ha un senso di comunità, cosa molto rara in una nazione egoista (nel senso di "io guardo solo a me e alla mia famiglia, al resto ci penseranno gli altri") come l'Italia.
Un cittadino di Adro, ha versato 10.000 euro e ha pagato le rette a tutte le famiglie, mandando una lettera all'amministrazione locale che mi è piaciuta moltissimo:
Io non ci sto
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che:
- Non sono “comunista”. Alle ultime elezioni ho votato per FORMIGONI. Ciò non mi impedisce di avere amici dì tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
- So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo?
Che non mi vengano a portare considerazioni “miserevoli”. Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino..)
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo?
Vorrei sentire i miei preti “urlare”, scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il “commercio”.
Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare “partito dell’amore”. Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia.
So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”.
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case.
Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) Venga dalle tasse del papa di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1200 euro mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno?
Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto?
Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro.
Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E chi semina vento, raccoglie tempesta!
I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quei giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi?
E se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto.
Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione, in tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010.
Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa.
Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varra la spesa.
Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del “grande fratello”.
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie.
Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo.
Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce.
Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto.
Un cittadino di Adro
Qui c'è la lettera originale, e qui un'altra lettera inviata al Corriere dopo che tutti hanno chiesto interviste a questo anonimo cittadino.
Indipendentemente da come la si pensi sul fatto in sé, sapere che ci sono persone così dà una speranza in più a questa povera Italia. Sarebbe bello avere una classe politica con anche solo un decimo dello spessore di questo cittadino di Adro.
Il video contromano
Scritto da
Lore
alle
00:19
Dopo essere arrivato a Cambridge, ha fatto un micro video sulla sua esperienza: se vi ha appassionato la storia di un uomo che pianifica e porta a termine 97 giorni di cammino, date un'occhiata qui.
martedì 13 aprile 2010
Omopedosessuofilità
Scritto da
Lore
alle
23:27
E' molto grave che una persona con il ruolo di rappresentante del Vaticano nel mondo, se avete presente cosa si propone di essere il Vaticano, abbia la possibilità di:
1. riportare un presunto dato scientifico senza citare una precisa fonte ("molti scienziati");
2. usare tale dato per difendere l'operato della chiesa dall'accusa di aver avuto poca attenzione sul caso della violenza di preti sui minori(sì, è vero, alcuni preti sono pedofili, ma i pedofili più numerosi sono quegli sporcaccioni libidinosi dei gay);
3. trattare un tema così delicato come il rapporto fra omosessualità e pedofilia in poche parole, facendo passare implicitamente l'idea che i gay se la fanno volentieri coi bambini.
Questo terzo aspetto apre poi ad una serie di reazioni a catena a cui è impossibile che il cardinale non abbia pensato.
Spiegatemi perchè l'italiano medio, che spesso non arriva a capire la differenza fra gay e trans -ad esempio- e li pensa tutti indaffarati a fare gay pride e vendere coca ai presidenti delle regioni, sentendo la frase riportata dai media non dovrebbe peggiorare l'opinione che aveva sui gay? Ma pensate al padre a cui il figlio ha appena dichiarato la sua omosessualità, o al bulletto della III F la cui principale occupazione è far pesare atteggiamenti effemminati del povero sfigato di I A, o mille casi come questi del quotidiano.
Cosa fa la chiesa per loro?
Li getta in pasto ai mass media come merce di scambio, un lancio al ribasso:
"ah zì? tite che prete=petofilo?!?
e allora peccatevi qvesta: frocio=petofilo!!! ah aha ah"
Che strano gioco è questo? Vince chi la spara più grossa?
Stiamo davvero parlando di persone illuminate che indicano la salvezza nell'amore, o di quale altro tipo di personaggi?
Preferisco allora farmi una risata leggendo qui. E che questi individui continuino pure a sguazzare nella merda che gli esce dalla bocca (scusate la finezza).
1. riportare un presunto dato scientifico senza citare una precisa fonte ("molti scienziati");
2. usare tale dato per difendere l'operato della chiesa dall'accusa di aver avuto poca attenzione sul caso della violenza di preti sui minori(sì, è vero, alcuni preti sono pedofili, ma i pedofili più numerosi sono quegli sporcaccioni libidinosi dei gay);
3. trattare un tema così delicato come il rapporto fra omosessualità e pedofilia in poche parole, facendo passare implicitamente l'idea che i gay se la fanno volentieri coi bambini.
Questo terzo aspetto apre poi ad una serie di reazioni a catena a cui è impossibile che il cardinale non abbia pensato.
Spiegatemi perchè l'italiano medio, che spesso non arriva a capire la differenza fra gay e trans -ad esempio- e li pensa tutti indaffarati a fare gay pride e vendere coca ai presidenti delle regioni, sentendo la frase riportata dai media non dovrebbe peggiorare l'opinione che aveva sui gay? Ma pensate al padre a cui il figlio ha appena dichiarato la sua omosessualità, o al bulletto della III F la cui principale occupazione è far pesare atteggiamenti effemminati del povero sfigato di I A, o mille casi come questi del quotidiano.
Cosa fa la chiesa per loro?
Li getta in pasto ai mass media come merce di scambio, un lancio al ribasso:
"ah zì? tite che prete=petofilo?!?
e allora peccatevi qvesta: frocio=petofilo!!! ah aha ah"
Che strano gioco è questo? Vince chi la spara più grossa?
Stiamo davvero parlando di persone illuminate che indicano la salvezza nell'amore, o di quale altro tipo di personaggi?
Preferisco allora farmi una risata leggendo qui. E che questi individui continuino pure a sguazzare nella merda che gli esce dalla bocca (scusate la finezza).
La colpa è dei gay
Scritto da
Unknown
alle
12:23
A proposito di pedofilia, il cardinal Bertone ha detto:
“Non c’è alcun collegamento tra la pedofilia e il celibato a cui sono sottoposti i sacerdoti; e invece questo tipo di patologie sessuali sono da mettere in relazione all’omosessualità”
Quindi la colpa di tutti i recenti casi di pedofilia è da attribuirsi ai froci, non alla Chiesa o a certi tipi di educazione/repressione.
Ma oltre l'enorme bestialità sul collegamento omosessualità/pedofilia, a me sembra che Bertone ammetta tra le righe che ci sono molti preti omosessuali, che si sono fatti preti non per vocazione ma per evitare il "tremendo" peccato dell'omosessualità.
UPDATE: Oggi il Vaticano ha rettificato: Bertone è stato male interpretato, si riferiva non agli omosessuali in generale, ma solo a quelli all'interno della chiesa. Quindi: se io sono gay sono tranquillo e ai bambini non penso, se un giorno per sbaglio decido di farmi prete, il giorno stesso dell'ordinazione inizio a provare un'irrefrenabile attrazione per tutti gli esseri umani nati dopo il 1995. A questo punto mi aspetto il trattato scientifico a cui si riferisce Bertone, si accettano suggerimenti per il titolo.
P.S. Un'altra perla: nella rettifica, il portavoce dice che "non competono a noi affermazioni mediche". In effetti, non intervengono mai in argomenti in cui non sono competenti......
domenica 11 aprile 2010
Napolitano e i rischi di questa situazione
Scritto da
Bolo
alle
19:29
Su questo argomento scrissi il terzo e ultimo commento al post di Iacopo.
Legittimo impedimento... Ieri sono rimasto turbato dall'apprendere che Napisan (Luciana santa subito) ha firmato questo provvedimento. Ancora una volta la faccenda sembra formale ma è sostanziale. Non me ne fotte un cazzo se il Presidente del Consiglio non si presenta ad una udienza, pace. Ormai ha accumulato sufficiente potere da cavarsela. Non mi interessa se invece che andare ad una udienza di uno dei suoi processi mette su party a base di coca e puttane. Quel che mi preoccupa è che sembra tutto normale. Non scadrò nel discorso della necessità di non fare entrare nelle aule del potere persone indagate per crimini come quelli di cui è indagato Berlusconi o peggiori. GRAZIE AL CAZZO. Punterò il dito contro una demenza generale che non reagisce. E' normale secondo voi? Qualcuno crede sul serio che il problema sia se Berlusconi va o non va a una cazzo di udienza?
Il problema vero è che queste sembrano prove generali, veri e propri controllare la tenuta delle istituzioni di fronte all'arroganza e alla prepotenza. Test che vanno tutti a favore dell'arrogante in questione... Quando si tratterà di qualcosa di enormemente più grave che faremo? Sembrerà normale. Questo mi preoccupa... Io non sono un uomo dai toni bassi... sto cominciando a dubitare della buona fede di Napolitano. Fino a poco tempo fa difendevo la sua integrità e la sua voglia di non creare guerre mediatiche. Mi sono anche detto che probabilmente è l'informazione corrente che ce lo fa passare come un uomo di basso profilo. Ma adesso mi pongo un dubbio: sarebbe in grado di contrastare palesi attacchi alla tenuta delle istituzioni? Non vi porterò esempi storici noti di sinistre sterili e uomini di rappresentanza deboli di fronte alla degenerazione delle istituzioni. Non possiamo fare altro che sperare.
O no? Qui la mia mancanza di praticità mi assale. Per questo chiedo a voi... Luoghi come quello in cui sto scrivendo sono probabilmente il futuro: agglomerati di persone che discutono e parlano. Ma poi? Che cosa si può FARE per impedire la deriva? Possiamo anche far finta di niente. Ma poi?
In momenti come questo mi cadono le palle e mi sembra di essere circondato da ciechi.
Lo riaffronterò meglio in un altro post... Ora poi voglio farmi un giro tra le varie cose che sono state scritte!
Legittimo impedimento... Ieri sono rimasto turbato dall'apprendere che Napisan (Luciana santa subito) ha firmato questo provvedimento. Ancora una volta la faccenda sembra formale ma è sostanziale. Non me ne fotte un cazzo se il Presidente del Consiglio non si presenta ad una udienza, pace. Ormai ha accumulato sufficiente potere da cavarsela. Non mi interessa se invece che andare ad una udienza di uno dei suoi processi mette su party a base di coca e puttane. Quel che mi preoccupa è che sembra tutto normale. Non scadrò nel discorso della necessità di non fare entrare nelle aule del potere persone indagate per crimini come quelli di cui è indagato Berlusconi o peggiori. GRAZIE AL CAZZO. Punterò il dito contro una demenza generale che non reagisce. E' normale secondo voi? Qualcuno crede sul serio che il problema sia se Berlusconi va o non va a una cazzo di udienza?
Il problema vero è che queste sembrano prove generali, veri e propri controllare la tenuta delle istituzioni di fronte all'arroganza e alla prepotenza. Test che vanno tutti a favore dell'arrogante in questione... Quando si tratterà di qualcosa di enormemente più grave che faremo? Sembrerà normale. Questo mi preoccupa... Io non sono un uomo dai toni bassi... sto cominciando a dubitare della buona fede di Napolitano. Fino a poco tempo fa difendevo la sua integrità e la sua voglia di non creare guerre mediatiche. Mi sono anche detto che probabilmente è l'informazione corrente che ce lo fa passare come un uomo di basso profilo. Ma adesso mi pongo un dubbio: sarebbe in grado di contrastare palesi attacchi alla tenuta delle istituzioni? Non vi porterò esempi storici noti di sinistre sterili e uomini di rappresentanza deboli di fronte alla degenerazione delle istituzioni. Non possiamo fare altro che sperare.
O no? Qui la mia mancanza di praticità mi assale. Per questo chiedo a voi... Luoghi come quello in cui sto scrivendo sono probabilmente il futuro: agglomerati di persone che discutono e parlano. Ma poi? Che cosa si può FARE per impedire la deriva? Possiamo anche far finta di niente. Ma poi?
In momenti come questo mi cadono le palle e mi sembra di essere circondato da ciechi.
Lo riaffronterò meglio in un altro post... Ora poi voglio farmi un giro tra le varie cose che sono state scritte!
Le urne stupranti
Scritto da
Bolo
alle
19:18
Il mio primo intervento in questo blog fu un commento al primo post di iacopo sul tema Chiesa e Politica... Poichè non funge il copia e incolla scrivo un breve post per ciascuno degli altri due scritti in modo che possiate andarli a leggere. Sono contento di essere qui! Il primo riguarda l'uso del linguaggio-
Ecco di seguito il testo del mio commento:
Nella copia di "Repubblica" del 3 aprile 2010, ho trovato un paio di spunti.
A pagina 2 un trafiletto parla di un episodio avvenuto a Carpi. L'assessore comunale alle politiche sociali, Miria Ronchetti, Pd, si è dimessa dopo avere spinto un pò troppo l'acceleratore con una frase su Facebook sulla faccenda dei preti pedofili: "Ma non è che i preti non vogliono l'aborto perchè vogliono tanti bambini a loro disposizione?"
A pagina 34, nella rubrichetta "L'Amaca" curata da Michele Serra, ho trovato una scioccante affermazione del nostro amico Fabrizio Cicchitto, fanatico del "Partito dell'Amore": "La vittoria di Torino è stata clamorosa, politicamente parlando uno stupro..."
A questo punto mi sono fermato a pensare. Dove inizia e dove finisce la libertà di dire quel che si vuole? Non si tratta della solita vecchia storia del "Io al bar dico quel che mi pare, tu politico, prete, conduttore televisivo non puoi". Si tratta di un atteggiamento nell'uso delle parole, di una certezza da parte di chi parla che non verrà ripreso da nessuno, in nome, a suo dire, della libertà di parola. Non stiamo esagerando?
D'altronde è vero che esiste pure una esagerazione dall'altro lato, quello del politically correct a tutti i costi, anche quello del ridicolo. A questo proposito mi viene in mente una affermazione di qualche tempo fa della buona Emma Bonino, "sfracellata" nell'arena romana, in merito alla stupida e inutile questione del crocifisso: "Bisogna rispettare tutti. I credenti, i non credenti, i diversamente credenti..." ?! MA COME??? Diversamente credenti? In che credono? In una "diversa abilità" di un Dio zoppo? Da un lato uno come Cicchitto si permette di usare parole come "stupro" in merito ad una vittoria politica e dall'altro esistono pudori anni Ottanta sull'uso di parole come frocio o sordo. Gli ebrei, per esempio, se la prendono sempre per tutto: un predicatore di nome Raniero Cantalamessa (che buffo...) ha azzardato un paragone, indubbiamente infelice, tra l'antisemitismo e l'accanimento degli ultimi tempi contro la Chiesa. Ora si pretendono le scuse. Mah...
Mettiamo ordine. In un mondo come quello di oggi sembra impossibile dire alcunchè senza offendere nessuno (o dare la possibilità di chi è stato attaccato di professarsi offeso e vittimizzarsi...). Il PDL ha fatto suo questo punto di vista e lo ha estremizzato, (in nome della difesa del supposto diritto di dire quel che si vuole, di esprimere le proprie "opinioni" come se esistessero solo quelle e non i fatti...) dando luogo ad imbarazzanti show pubblici (recente una manifestazione dove si inneggiava alla morte di Santoro...) e stando bene attenti a bacchettare quando era ora chi di dovere di fronte a parole come dittatura, regime o peggio. Invece a parte i paragoni con Lucifero di DiPietro, esiste da parte dell'opposizione un ritegno eccessivo nel dibattito quotidiano. Che fare? Non e' quasi oltraggioso che la signora Ronchetti si sia dimessa dopo le sue forti affermazioni quando il Presidente del Consiglio siede nel suo trono indisturbato? Ecco il punto. Anche in nome di una ipocrita coerenza politicamente corretta l'opposizione, e l'idea stessa di sinistra, ha le mani legate su quel che può dire e pubblicare, il potere no. I ruoli si sono rovesciati!!! Assurdo...
Ripeto... Che fare? Badate bene che non si tratta solo della forma del linguaggio, ma dell'intento con cui viene usato. E' difficile dirlo... Io penso che se il potere si è appropriato delle forme e dei riti del linguaggio a suo uso e consumo, noi non possiamo che riprendercelo e rendergli tutto il suo valore COSTRUTTIVO. Oppure possiamo dormire sereni mentre in strada girano urne stupranti.
Ecco di seguito il testo del mio commento:
Nella copia di "Repubblica" del 3 aprile 2010, ho trovato un paio di spunti.
A pagina 2 un trafiletto parla di un episodio avvenuto a Carpi. L'assessore comunale alle politiche sociali, Miria Ronchetti, Pd, si è dimessa dopo avere spinto un pò troppo l'acceleratore con una frase su Facebook sulla faccenda dei preti pedofili: "Ma non è che i preti non vogliono l'aborto perchè vogliono tanti bambini a loro disposizione?"
A pagina 34, nella rubrichetta "L'Amaca" curata da Michele Serra, ho trovato una scioccante affermazione del nostro amico Fabrizio Cicchitto, fanatico del "Partito dell'Amore": "La vittoria di Torino è stata clamorosa, politicamente parlando uno stupro..."
A questo punto mi sono fermato a pensare. Dove inizia e dove finisce la libertà di dire quel che si vuole? Non si tratta della solita vecchia storia del "Io al bar dico quel che mi pare, tu politico, prete, conduttore televisivo non puoi". Si tratta di un atteggiamento nell'uso delle parole, di una certezza da parte di chi parla che non verrà ripreso da nessuno, in nome, a suo dire, della libertà di parola. Non stiamo esagerando?
D'altronde è vero che esiste pure una esagerazione dall'altro lato, quello del politically correct a tutti i costi, anche quello del ridicolo. A questo proposito mi viene in mente una affermazione di qualche tempo fa della buona Emma Bonino, "sfracellata" nell'arena romana, in merito alla stupida e inutile questione del crocifisso: "Bisogna rispettare tutti. I credenti, i non credenti, i diversamente credenti..." ?! MA COME??? Diversamente credenti? In che credono? In una "diversa abilità" di un Dio zoppo? Da un lato uno come Cicchitto si permette di usare parole come "stupro" in merito ad una vittoria politica e dall'altro esistono pudori anni Ottanta sull'uso di parole come frocio o sordo. Gli ebrei, per esempio, se la prendono sempre per tutto: un predicatore di nome Raniero Cantalamessa (che buffo...) ha azzardato un paragone, indubbiamente infelice, tra l'antisemitismo e l'accanimento degli ultimi tempi contro la Chiesa. Ora si pretendono le scuse. Mah...
Mettiamo ordine. In un mondo come quello di oggi sembra impossibile dire alcunchè senza offendere nessuno (o dare la possibilità di chi è stato attaccato di professarsi offeso e vittimizzarsi...). Il PDL ha fatto suo questo punto di vista e lo ha estremizzato, (in nome della difesa del supposto diritto di dire quel che si vuole, di esprimere le proprie "opinioni" come se esistessero solo quelle e non i fatti...) dando luogo ad imbarazzanti show pubblici (recente una manifestazione dove si inneggiava alla morte di Santoro...) e stando bene attenti a bacchettare quando era ora chi di dovere di fronte a parole come dittatura, regime o peggio. Invece a parte i paragoni con Lucifero di DiPietro, esiste da parte dell'opposizione un ritegno eccessivo nel dibattito quotidiano. Che fare? Non e' quasi oltraggioso che la signora Ronchetti si sia dimessa dopo le sue forti affermazioni quando il Presidente del Consiglio siede nel suo trono indisturbato? Ecco il punto. Anche in nome di una ipocrita coerenza politicamente corretta l'opposizione, e l'idea stessa di sinistra, ha le mani legate su quel che può dire e pubblicare, il potere no. I ruoli si sono rovesciati!!! Assurdo...
Ripeto... Che fare? Badate bene che non si tratta solo della forma del linguaggio, ma dell'intento con cui viene usato. E' difficile dirlo... Io penso che se il potere si è appropriato delle forme e dei riti del linguaggio a suo uso e consumo, noi non possiamo che riprendercelo e rendergli tutto il suo valore COSTRUTTIVO. Oppure possiamo dormire sereni mentre in strada girano urne stupranti.
Link - 11 Aprile
Scritto da
Unknown
alle
15:31
- Commento ottimistico di Leonardo sulle passate elezioni regionali;
- Post interessante su cosa succederebbe in caso di attentato alle più alte cariche degli Stati Uniti, venuto fuori in questi giorni a causa di quel che è successo in Polonia. Sembra la trama di un film catastrofico, invece è stato scritto e studiato dai servizi segreti americani;
- Paralleli Italia/Thailandia;
- Post in stile Spinoza, degna di nota questa: "Calderoli: «nel 2013 Berlusconi al Quirinale e la Lega a Palazzo Chigi». Ora ci conto molto, sui Maya."
Categorie:
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Chi si tocca è perduto
Scritto da
Unknown
alle
14:53
Domenica mattina, leggo l'"Amaca" di Serra su Repubblica:
Credo che la cosa migliore sarebbe, come i protestanti, avere preti sposati e con famiglia. Avere una famiglia, dei figli, porta a comprendere molto meglio i problemi dei fedeli che un prete deve affrontare, e soprattutto porta anche una serenità ed una maturità che risolverebbe molti dei problemi che la chiesa sta avendo in questo periodo a causa di preti pervertiti, immaturi e incapaci di esercitare quel ruolo di "padri" della comunità che dovrebbe competergli.
Ma, anche senza cambiare così radicalmente le regole della Chiesa romana, basterebbe finirla col negare tutto ciò che riguarda il sesso: la chiesa difende gli embrioni, la famiglia, i figli, ma per quanto riguarda il come fare i figli niente da dire. Mettetevi sotto alle coperte la prima notte di nozze, e qualcosa succede. Il sesso serve solo per procreare, non per vivere bene con la propria moglie, per essere più consapevoli di se stessi eccetera. Poi, se si vieta il sesso prima del matrimonio o l'uso del preservativo bene così, ma visto che il preservativo e il sesso prima del matrimonio esistono, non basta solo dire "non si fa, punto", ma bisogna affrontare il problema, parlarne e dire che il sesso è bello, ma non protetto e solo con la propria moglie. Probabilmente ci sarebbe qualche giovane in più che, senza diventare o un represso o un pervertito (o tutte e due le cose), si sentirebbe vicino alla Chiesa.
C'è il blogger Leonardo che ha scritto un bellissimo racconto inventato riguardo alla sessuofobia dei preti, consiglio di leggerlo: In Bagno coi Maestri.
La spinosa buriana sui preti pedofili, al netto del comprensibile risentimento delle vittime di ieri e di oggi, non aggiunge molto a quanto già sapevano e dicevano, magari bisbigliando, le nostre nonne e zie meno timorate e più loquaci. I tempi mutati suggerirebbero, piuttosto, qualche considerazione più pacata, e più pietosa, sul dogma del celibato e sulla quasi inspiegabile sessuofobia vigente nella Chiesa romana. Da miscredente, e dunque da malpratico di queste cose, mi viene da domandare (gentilmente) se non esista un rapporto tra la negazione del sesso e il susseguente deragliamento dell'eros in direzioni incontrollabili e perverse. Non ho mai capito bene -nemmeno da piccolo, pur avendo avuto un ottimo catechista domenicano, e non pedofilo- quale sia il nesso tra l'esistenza di Dio, la fede, la spiritualità, e la gran quantità di veti, moniti e tabù sessuali che paiono, specie ultimamente, appassionare il clero come poche altre cose. Se poi capita che i toni anticlericali e l'animosità "politica", di fronte a scandali sessuali che riguardano i preti, siano così accesi, non c'è da stupirsi troppo: se ti ostini a mettere le regole sessuali, l'astinenza, la famiglia "quella vera", la castità, le reprimende sui gay, l'autocontrollo zelante al centro del dibattito; se alzi con le tue mani, e a dismisura, la montagna della Colpa, non puoi lamentarti quando ti frana addosso.Lasciando quindi da parte la cronaca di questi giorni e l'ostinazione della Chiesa nel chiudersi a difesa del Papa invece che scusarsi, prendersi le proprie responsabilità e affrontare la situazione una volta per tutte, la domanda di Serra è una domanda che molti si fanno, io per primo. La negazione del sesso non solo in senso fisico, ma anche a parole: è un argomento tabù, l'educazione sessuale si fa con i fiori e le api, nel confessionale si chiede "ti tocchi?" o si parla di "atti impuri", e così via. Si tenta di evitare il problema attraverso il proibizionismo spinto e non di affrontarlo, e di farlo affrontare ai ragazzi fin da giovani. In questo modo poi, un ipotetico ragazzo che si fa prete si ritrova adulto a dare consigli sulla sessualità senza saperne effettivamente niente, o ad avere "pensieri" su ragazze o nei casi estremi, di diventare un pedofilo perché la sessuofobia porta inevitabilmente a perversioni nelle persone più deboli, o comunque a viversi male la vita, da repressi.
Credo che la cosa migliore sarebbe, come i protestanti, avere preti sposati e con famiglia. Avere una famiglia, dei figli, porta a comprendere molto meglio i problemi dei fedeli che un prete deve affrontare, e soprattutto porta anche una serenità ed una maturità che risolverebbe molti dei problemi che la chiesa sta avendo in questo periodo a causa di preti pervertiti, immaturi e incapaci di esercitare quel ruolo di "padri" della comunità che dovrebbe competergli.
Ma, anche senza cambiare così radicalmente le regole della Chiesa romana, basterebbe finirla col negare tutto ciò che riguarda il sesso: la chiesa difende gli embrioni, la famiglia, i figli, ma per quanto riguarda il come fare i figli niente da dire. Mettetevi sotto alle coperte la prima notte di nozze, e qualcosa succede. Il sesso serve solo per procreare, non per vivere bene con la propria moglie, per essere più consapevoli di se stessi eccetera. Poi, se si vieta il sesso prima del matrimonio o l'uso del preservativo bene così, ma visto che il preservativo e il sesso prima del matrimonio esistono, non basta solo dire "non si fa, punto", ma bisogna affrontare il problema, parlarne e dire che il sesso è bello, ma non protetto e solo con la propria moglie. Probabilmente ci sarebbe qualche giovane in più che, senza diventare o un represso o un pervertito (o tutte e due le cose), si sentirebbe vicino alla Chiesa.
C'è il blogger Leonardo che ha scritto un bellissimo racconto inventato riguardo alla sessuofobia dei preti, consiglio di leggerlo: In Bagno coi Maestri.
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mercoledì 7 aprile 2010
Link - 6 Aprile
Scritto da
Unknown
alle
00:11
- Riflessione post elettorale di Bersani e controriflessione di Gilioli;
- Sempre Gilioli, un po' banale ma sempre attuale: il conflitto di interessi in Italia;
- Vignetta rivolta all'elettore medio di centro destra (ma è vero o no che l'elettorato medio di centro destra è così?);
- Foto splendide sull'arrivo della primavera;
- Infine, video di un attacco americano a Baghdad: dall'elicottero, dei soldati scambiano un teleobiettivo di una macchina fotografica per un fucile, sparano e uccidono due giornalisti e altri civili.. il video sembra preso da un film o da un videogioco, invece è guerra.
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