martedì 21 agosto 2012

Made in China






In Europa (piu in generale nel mondo occidentale) ci sono leggi che tutelano il diritto sul lavoro, altre che si occupano di salvaguardia dell'ambiente, altre ancora che tutelano i diritti degli animali..
Sono tutte cose giuste, e lodevoli, e io sono contento che sia così..

MA

contemporaneamente importiamo da paesi molto poco virtuosi (Cina in testa) quantitativi sterminati di generi alimentari, prodotti manufatturieri, giocattoli, vestiti, elettrodomestici, e chi ne ha piu ne metta..


Le aziende occidentali, come tutti sappiamo, vanno a braccetto con i governi di tali nazioni, le prime creandosi giri di affari immensi dati i costi di produzione molto bassi, i secondi accogliendo a braccia aperte investitori disposti ad investire grossi capitali sul proprio territorio.

Tutto questo a che prezzo? 


Semplice: passando sopra agli stessi principi sui quali si reggono le democrazie occidentali..
Diritti sul lavoro (e piu in generale diritti umani) calpestati, disastri ambientali enormi dei quali trapelano solo poche notizie, per non parlare di ciò che fanno agli animali (raccapricciante il video piuttosto famoso e che girava tempo fa su internet delle pelliccerie cinesi o delle fabbriche di bile, sempre in Cina).

Mi viene da ridere, poi, se penso che l'Unione Europea ha stipulato il trattato 20-20-20 e poi continuiamo ad investire e supportare la Cina, che accende in media una centrale da 300 MW (a carbone) AL GIORNO, dove, insomma, produrre costa meno ma inquina MOLTO di più (vedi questo articolo)


Insomma, se da un lato ci affanniamo a mostrare a noi stessi la faccia virtusa della nostra società, dall'altro essa si regge in parte su un sistema economico  perverso che rema contro quasi totalmente a questi stessi principi.

Perchè se il disastro (umano, animale, o ambientale che sia) avviene fuori dal nostro orticello non vuol dire che non avvenga, tanto piu se a causarlo siamo noi stessi.

La contraddizione è così evidente che quasi non ci facciamo piu caso, e la cosa è preoccupante.

Ho molta poca fiducia nella capacità delle persone (io per primo) di boicottare in massa i prodotti provenienti da tali paesi (alla fine fa comodo a tutti risparmiare 10 € a fronte dell'etichetta "made in China", che ormai si trova dappertutto) però un'intervento dall'alto, magari direttamente dall'UE, potrebbe fare molto.

Embargo? (leggasi: tassazioni enormi sui prodotti provenienti da paesi che non rispettano determinati criteri)

Forse impossibile (per equilibri geo politici, accordi governi - multinazionali, ecc), ma (a mio avviso) auspicabile.



2 commenti:

  1. Bel post Tommi: sei stato decisamente un grande acquisto per il Vpostulato, e a costo zero!! Sei mica cinese anche tu?

    Lo sai come la penso su queste questioni: e io so che tu non sei d'accordo con me, lo ribadisci anche alla fine del post.

    Credo che le direttive UE che invochi siano solo utopia ora come ora, quindi possiamo aspettare a braccia conserte, oppure reclamarle ai nostri politici, oppure ancora iniziare noi a fare una scelta. Acquisti ragionati, consapevoli. Informandosi e decidendo di volta in volta se vogliamo o meno dare i nostri soldi a quel prodotto. Sicuramente non riusciremo mai a dirci completamente puliti, ma secondo me anche le mezze misure contano!

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  2. Belìn se son cinese!! (belìn è infatti una nota parola asiatica..)

    comunque, a livello personale sono d'accordo con te.

    informandosi, certamente, si può fare molto a livello singolo e personale, e anche io sono convinto che nel nostro piccolo possiamo influenzare, anche se poco, il mercato.

    evidentemente però non c'è abbastanza cultura su questo tema (e ripeto io non sono esente dal discorso) però è anche vero che le istituzioni e le associazioni dei consumatori ben poco fanno, e anzi spesso confondono le idee: basta vedere la storia del marchio "made in italy".. si fatto in cina al 90 %.

    mi viene in mente la questione della differenziata: fino a 10 / 15 anni fa in pochi la facevano, spinti dal senso civico.
    Da quando però sono entrate in vigore norme piu restrittive ma soprattutto campagne di sensibilizzazione e iniziative amministrative le cose sono cambite.

    insomma, il consumo critico è lodevole e andrebbe sempre perseguito, ma sui grandi numeri, per cambiare effettivamente le cose, secondo me resta indispensabile un intervento dall'alto.

    ma rimane il problema: come fare a favorire un cambiamento in questo senso?
    a livello politico gli unici che perseguono temtiche del genera sono gli estremisti di destra (forza nuova per intenderci)...

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