lunedì 22 agosto 2011

Marrazzo si confessa

Per chi fosse interessato ai risvolti umani della vicenda politico-giudiziaria dei trans di via Gradoli che nel 2009 costarono le dimissioni al governatore del Lazio, qualche giorno fa Concita De Gregorio ha pubblicato un'intervista a Piero Marrazzo. Inserisci link
Il giornalista ha rilasciato alcune dichiarazioni molto personali a quasi due anni di distanza dallo scandalo che lo coinvolse. Io, che a suo tempo avevo giudicato molto negativamente Marrazzo per la sua condotta morale di politico (si vedano i miei commenti a questo nostro post del 2010), l'ho trovato interessante perché lontano dalle solite interviste dirilasciate da uomini pubblici che recitano più o meno "Sì è vero ho fatto una cazzata ma Tizio e Caio l'hanno fatta molto più grossa".
E soprattutto mi colpisce l'autoanalisi della sua debolezza:
"Io non sono omosessuale. Non ne faccio un vanto, ma non lo sono. [...] Dai transessuali cercavo un sollievo legato alla loro femminilità. Il fatto che abbiano attributi maschili è irrilevante nel rapporto, almeno nel mio caso. Non importa, non c'è scambio su quel piano. È il loro comportamento, non la loro fisicità, quello che le rende desiderabili.".
E confesso di essere rimasto un po' affascinato dall'immagine dell'uomo di potere che, colto in fragranza, si fa da parte e si ritira in convento a meditare sulla sua "crisi di mezza età":
"A Montecassino ho ripreso in mano due libri, le confessioni di Sant'Agostino e l'autobiografia di Simenon. IInserisci linkl primo mi ha aiutato a capire che se hai conosciuto il male non devi più nasconderti, devi continuare a guardarlo in faccia. Nella vita di Simenon mi interessava il tema dei sensi di colpa di un padre. Ecco, sono ripartito da questo"

Che sia sincero o meno non posso saperlo, forse il tempo saprà dimostrare quanto sia autentica la sua voglia di rivalsa, la sua volontà di lucido superamento del fatto, però intanto mi bastano le pubbliche scuse nei confronti dei suoi elettori.

Non capisco infine chi, come Maria Luisa Agnese sul Corriere, critica Marrazzo di esaltare la donna muta che ascolta il suo uomo senza interloquire: mi sembra un po' esagerato leggere nelle confessioni pubbliche di un uomo in difficoltà un attacco all'emancipazione femminile! E voi cosa ne pensate?

3 commenti:

  1. Anzitutto la riflessione di Maria Luisa Agnese ha un fastidioso profumo di "infiliamoci il femminismo a tutti i costi". Ma probabilmente una donna che trova il proprio compagno di vita a letto con un trans si chiede più che negli altri due casi (il caso di una donna o il caso di un uomo) dove è sbagliata. Senza motivo secondo me. Ma penso succeda. Forse perchè negli altri due casi ha un'etichetta preconfezionata da affibbiare allo stronzo di turno.

    Come Lore, ho molto apprezzato l'atteggiamento di Marrazzo nei confronti del risvolto politico della faccenda e della pericolosità della ricattabilità. Sono tra l'altro d'accordo con lui sul fatto che non è il caso di fare dietrologia (nonostante la scia di sangue che Marrazzo si è lasciato dietro non sia inconsistente...)

    In merito alla sua affermazione... Massimo rispetto ma... Insomma... Con tutte le prostitute, di lusso e non, che ci sono, perchè proprio un trans? Con tutto che la femminilità di alcuni trans è indiscussa, la perplessità resta. Concedo però a chi non è omosessuale che il senso di proibito che può dare un'esperienza del genere possa essere superiore.

    Ho invece trovato l'immagine di Montecassino, luogo in cui ritrovare se stessi con un classico come "Le Confessioni" (che in ogni caso consiglio) di sapore eccessivamente petrarchesco, la ciliegina di troppo sulla torta; idea intrigante ma relativamente priva di contenuto.

    BOLO

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  2. Ah, giusto per fare conversazione...

    Non stiamo parlando di un caso umano. Il mio oculista di fiducia, il quale mi ha anche fatto cambiare gli occhiali ultimamente perchè sono peggiorato, ha abbandonato la moglie (non so se ha figli) per andare a vivere insieme con un trans nella bassa.

    BOLO

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  3. Solo un breve commento, visto che ne abbiamo già discusso sul mio blog (http://frz40.wordpress.com/2011/08/19/le-straordinarie-doti-di-un%E2%80%99accuditrice-ad-ore/#comments ).

    Trovo quest'intervista patetica come vano tentativo di Repubblica di ridar luce ad un personaggio discutibile e irrispettosa nei confronti delle donne.

    E se discutibile fu il suo comportamento di allora, inaccettabili sono le giustificazioni di adesso.

    Dice: “Una prostituta è molto rassicurante. È una presenza accogliente che non giudica. I transessuali sono donne all’ennesima potenza, esercitano una capacità di accudimento straordinaria. Mi sono avvicinato per questo a loro. È, tra i rapporti mercenari, la relazione più riposante. Mi scuso per quel che sto dicendo, ne avverto gli aspetti moralmente condannabili, ma è così. Un riposo. Avevo bisogno di suonare a quella porta, ogni tanto, e che quella porta si aprisse".

    Da queste frasi quali messaggi passano? Uno: che per un padre di famiglia “bisognoso di riposo” è giustificabile bussare alla porta di una battona. Due: che i trans, quelli sì, che sono donne!

    A quelle porte, caro amico mio, ci bussa per sesso. E basta. Le prime volte, da scapoli, forse per far esperienza, forse per mancanza di materia prima. Ma poi, se ci si bussa ancora è perché quel che si è trovato (de gustibus!…) piace, e se ne vuole ancora e sempre di più e di diverso. E, mi scusi la crudezza, quel che si ha di fronte, non è una donna, né un uomo, né un trans, ma è solo un corpo pagato per essere disponibile.

    Che poi, da questo, possano nascere anche rapporti interpersonali è possibile, ma vengon dopo. Molto dopo. E se vengono, allora sarebbe più responsabile fare come l’oculista dell’amico “anonimo” e non andare a chiudersi in convento o rilasciare interviste come quella pubblicata.

    A presto

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