9/06: aggiornamento della vicenda nella sezione commenti
Mi sento di dover far circolare questa notizia circa il rapimento/sequestro di una giovane blogger sirio-statunitense che da mesi raccontava sul suo blog "A gay girl in Damascus" le vicende della primavera araba in Siria. A quanto racconta la cugina proprio con un post dal blog di Amina, la ragazza sarebbe stata bloccata per una via del centro e fatta salire di forza su un'auto. Da allora nessuno ne ha saputo piu' niente. Evidentemente il suo servizio di divulgazione di informazioni sulla repressione siriana non e' stato gradito dal presidente Bashar al Assad.
Qui la notizia su Repubblica.it, dove sostanzialmente il giornalista traduce i comunicati della cugina di Amina.
A detta di molti lo strumento che ha permesso la vittoria dei popoli che chiedevano democrazia manifestando contro i regimi dittatoriali e' stato internet: rapidita' ed universalita' della comunicazione le chiavi di volta. Oltre alle pressioni sui nostri governi per una politica estera solidale, noi occidentali non e' che possiamo fare molto da qui per sostenere queste rivolte. Certo, pero', possiamo spendere qualche minuto del nostro tempo per divulgare queste notizie in modo che la consapevolezza di quanto accade al di la' del Mediterraneo possa crescere. Tutto fa.
Leggo sul Fatto che la vicenda di Amina e' molto molto fumosa, al limite della bufala! Infatti:
RispondiElimina1. il suo blog non e' piu' stato aggiornato
2. la foto fornita non e' di Amina ma di una donna che vive nel Regno Unito
3. nessuno (attivisti siriani o giornalisti) l'ha mai conosciuta dal vivo ma ha solo scambiato email con lei.
Si fa due piu' due e si capisce che c'e' qualcosa di ben poco chiaro... vedremo nei prossimi giorni!