mercoledì 1 giugno 2011

L’Italia dei ballottaggi: un’utopia condivisa

Ecco un commento sulle elezioni che mi è piaciuto particolarmente.

L'autore è Andrea Scanzi, scrittore e giornalista che scrive, tra gli altri, sulla Stampa, MicroMega e tiene uno dei suoi blog (“Il criminoso”) sul Fatto online. Di lui avevo già pubblicato il commento al duello tra Bondi e Franceschini a Ballarò in questo post. Inoltre vi consiglio la puntata di Annozero in cui un suo intervento fa irritare Emily Fede che lascia il collegamento per protesta: “Pazienza, lo prenderò come un vanto personale” ribatte Scanzi. (vi metto il video in fondo al post)

Invece mi è piaciuto il post sulle elezioni in tre passaggi in particolare. Ve le propongo qui tagliuzzate:

girotondini INSERTO NUMERO UNO: “Quanti momenti politici vi hanno fatto scattare “appartenenza“? Pochi. Ve ne propongo tre, tutti opinabili.
Il primo è stato il fenomeno dei girotondi. 2002, 2003. L’ondata berlusconiana di ritorno, Nanni Moretti, Sergio Cofferati - non ancora autoesiliatosi a Bologna come versione sfigata di Tex Willer. Durò poco.
Il secondo è stato il V-Day. Nessuno ne parlava. Pareva dover essere un flop. Poi, a Bologna, c’era il mondo. E non solo a Bologna. Un bel brivido. E quando venne da pensare che in fondo non era successo niente, leggemmo le banalità barbose di Eugenio Scalfari su Repubblica (yeowwwwwwnn). E capimmo che la strada era quella giusta.
Il terzo è stato ieri. L’aria è bella, quasi pura. Tutto è andato oltre ogni previsione. C’mon.”

casini-e-rutelli-21INSERTO NUMERO DUE: “Ammetto però che la piazza che più ho osservato, tra una Novara e una Crotone, è stata Napoli.
Il trionfo plebiscitario di Luigi De Magistris è uno degli eventi più belli, stupefacenti e meravigliosi dell’intera storia italiana repubblicana (mentre lo scrivo, già sento il fastidio dei cari – cari, cari – polli di allevamento che sbuffano stizziti e si consolano con un’intervista di Aldo Cazzullo a Latorre sull’importanza di un’alleanza con Casini e Rutelli).”

602-0-20110531_152605_271EF2FA INSERTO NUMERO TRE: “Oggi, però, concedeteci il lusso – fino a ieri impensabile – di sperare infantilmente in un’utopia condivisa, che parta e germogli da una delle città più fiere e devastate di questo paese così bravo a farsi male e così geniale, nel bene e nel male, a stupire. Anzitutto se stesso.”

scalfari A proposito di Scalfari. Per carità, grande giornalista. Ma forse sarebbe ora di andare in pensione. Al di là della sua oggettiva pesantezza stilistica nello scrivere editoriali, ho letto uno stralcio di una sua intervista in cui afferma a proposito del Fatto:

“Il Fatto somiglia al Corriere che centra continuamente le crepe del Pd perché l’ideologia di quel giornale è privilegiare il centro.Il Fatto non si capisce chi privilegia”.

Al che Padellaro, nel suo di editoriale risponde:

“Caro Eugenio grazie di cuore, è il più bel complimento che ci potevi fare.”

Ma come sarebbe a dire che non si capisce bene chi privilegia??? Ma è impazzito? Da quando in qua un giornale (che si rispetti) ha il compito di privilegiare una parte politica? Può privilegiare un pensiero politico piuttosto che un altro, attraverso le opinioni dei suoi giornalisti di punta. Ma da qui a decidere di “centrare le crepe di qualcuno” per privilegiare qualcun altro, beh, a mio avviso ce ne passa! Ed è esattamente il motivo per cui compro il Fatto convinto.

E a proposito di Aldo Cazzullo col suo Pompiere della Sera (made in Travaglio), Latorre e Casini e Rutelli. Già mi sono espresso ieri su quello che spero il Pd non inizi a fare. Basta manovre sotto banco, basta litigi di palazzo, basta candidature impresentabili o calate dall’alto. L’alleanza col centro non è una nostra priorità, Milano e Napoli (e Cagliari ecc ecc) insegnino!

E viva l’Italia!



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