venerdì 11 febbraio 2011

Ognuno ha la piazza che si merita


Mentre in Egitto decine di migliaia di persone sono state in piazza per 18 giorni ottenendo le dimissioni di Mubarak, qui in Italia uno sparuto gruppetto di pensionati capitanati dall'onorevole Santanché è sceso in piazza a difendere Berlusconi. Questo video è più chiaro di ogni parola.



4 commenti:

  1. Indeciso tra il riso e il pianto...

    Savio

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  2. QUESTO, QUESTO è il Suo elettorato!!!

    anzi no... torno alla mia vecchia politica... non commenterò...

    Il problema è che sono un uomo troppo passionale per parlare in modo maturo e ragionato dopo la visione di simili abissi di vergogna.

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  3. " a questi politici con la vita che fanno gli vogliamo dare un minimo di svago!"????
    " signora ma lei sua figlia la manderebbe ad Arcore?" "io si!"
    "...l'invidia perchè le sue amiche e le sue ministre sono tutte belle"
    "non ci interessa se la sera va a letto alle otto e mezzo o in discoteca...noi abbiamo votato i politici per quello che sono chiamati a fare..."

    No bimbi, ma stiamo scherzando?? Ma questa è gente vera!! Gente che non è stata pagata per dire ste minchiate perchè ci crede per davvero!!
    Ma si scherza??
    Ringrazio la mia mamma perchè so che morirebbe prima di mandarmi ad Arcore.
    "un po' di svago a questi poveri politici??" mandali a zappà la terra, così lo vedi come si svagano

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  4. Ma per fortuna ci sono ancora delle Donne con la D maiuscola, che si indignano, si vergognano di questa Italia e lo dimostrano.
    Vi allego questa lettera

    Zia Mariella scrive al premier: mi dimetto da cittadina
    «Egregio Presidente del Consiglio,
    è la prima volta che Le scrivo, ma non si preoccupi: non voglio chiederLe nulla. Lei in realtà mi dovrebbe tutto, visto che il Suo mestiere di premier sarebbe provvedere a noi italiani, specie a quelli che sono ultimi o penultimi.
    Io sono anziana, pensionata minima, calabrese; dopo di me ci sono forse solo gli invalidi, gli anziani non autosufficienti, le mamme single extracomunitarie. O forse no: la linea degli ultimi non si vede mai con chiarezza, ma in compenso si vede molto bene la linea dei primi.
    Per carità, non pensi che sono invidiosa: ho capito che non abbiamo le stesse idee su cosa significa essere felici e fortunati, io e Lei (lo sa che siamo coetanei? Anch'io ho 74 anni. Però, a differenza di Lei, io sono giovane sul serio: è una questione di cuore, di anima e quindi di pelle, e non posso spiegarglieLa a parole Sue).
    Le scrivo per dirLe che ho sbagliato. Credevo, in questi 74 anni, d'aver costruito un altro Paese. Un Paese che non ha paura della realtà, tanto da nascondersi nelle bugie e nella tivù. Un Paese che non ruba ai vecchi per non dare ai giovani. Un Paese dove le donne vengono riconosciute per quello che sono: i pilastri e il sale della Terra.
    Ho sbagliato e, a differenza di Lei, mi prendo le mie responsabilità: mi dimetto da cittadina di questo Suo Paese.
    Probabilmente non ho lottato abbastanza, visto che le regole in cui credevo non valgono più nulla, e Lei offende ogni giorno la mia intelligenza pretendendo che creda a ogni menzogna perché Lei “è stato scelto dal popolo”: io sono il popolo, e non L'ho mai scelta. Ma con la legge truffa Lei s'è preso i voti di tutti, e s'è eletto il Suo, di popolo. Ecco, io non voglio starci. Accetti le mie dimissioni».
    Firmato: zia Mariella, Calabria, Italia. Un'altra Italia.

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