21 aprile 2010, il Messaggero riporta la seguente dichiarazione del monsignore a proposito dell'opportunità del presidente B di prendere la comunione:
«Facciamo subito un po’ di chiarezza. Il presidente Berlusconi essendosi separato dalla seconda moglie, la signora Veronica, con la quale era sposato civilmente, è tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante. Il primo matrimonio era un matrimonio religioso. E’ il secondo matrimonio, da un punto di vista canonico, che creava problemi. E’ solo al fedele separato e risposato che è vietato comunicarsi, poiché sussiste uno stato di permanenza nel peccato. A meno che, ovviamente, il primo matrimonio non venga annullato dalla Sacra Rota. Ma se l’ostacolo viene rimosso, nulla osta».
2 ottobre 2010, il Giornale pubblica la seguente dichiarazione, sempre del monsignore, rispetto alla barzelletta (vecchiotta) con oggetto la presidente di un partito d'opposizione e dal finale bestemmiato:
“Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose e, certamente, non bisogna da un lato diminuire la nostra attenzione, quando siamo persone pubbliche, a non venir meno a quello che e’ il nostro linguaggio e la nostra condizione; dall’altra credo che in Italia dobbiamo essere capaci di non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni politiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato”.
Alla Bindi che protesta contro le affermazioni di monsignor Fisichella, lo stesso chiarisce ulteriormente il concetto (purtroppo molto chiaro):
"Perché la bestemmia sia peccato, è necessario vi sia anche il deliberato consenso di voler offendere Dio e la piena avvertenza di quanto si sta facendo", scrive il neopresidente del Pontificio consiglio per la rievangelizzazione dell'Occidente nella sua rubrica sul settimanale 'Oggi'. "Così - prosegue - mentre il contenuto è sempre grave, non sempre la persona che bestemmia pecca. Ciò non significa indulgere, ma comprendere appunto il contesto in cui si bestemmia. Eludere questa condizione equivale a essere giudici spietati, privi di ogni vera comprensione e misericordia, sempre necessari davanti al peccatore".
E aggiunge:
"Rosy Bindi senza conoscere il mio giudizio sulla barzelletta di Berlusconi e come agisco in queste situazioni, mi ha criticato in modo maldestro, giudicandomi un relativista che deroga al secondo comandamento per difendere i potenti! Non le rispondo per serietà. Certo, avendo buona memoria, mi sorgono tre domande: è peggio dire un’insulsa barzelletta condita da un’imprecazione, o presentare una legge contro la famiglia e pro nozze gay? Salvare la vita di Eluana o preferire l’eutanasia? Migliorare la legge sull’aborto o favorire la Ru486? Da vescovo sono turbato se vedo le pecorelle smarrirsi nei meandri dell’interesse politico, ignorando l’abc della morale cattolica”.
Non fa una piega sta morale cattolica, sin dal suo abc.
Concluderò con un contestualizzabile augurio alle gerarchie cattoliche: cloro al clero!
-tanto non lo penso, si può indulgere... o forse sì??-
Fisichella fa proprio schifo (sperando che anche in questo caso si possa indulgere).
RispondiEliminaP.S. lore rispondo ai tuoi post sempre con ritardo abissale...