Cari amici,
ho intitolato questo Post con una, a quanto pare, celebre (io non la avevo mai sentita) massima firmata Giulio Andreotti. Poche righe per trasmettervi tutta la mia sorpresa dopo la lettura delle prime 250 pagine del libro di cui al post precedente.
Mi sono risvegliato nell'Italia di trent'anni fa e ho avuto una sensazione negativa: siamo vissuti e stiamo vivendo in un Paese che pare gestisca e abbia sempre gestito l'asse del potere attraverso pochissime mani. Non che non lo sapessimo. Ma vedere così tanto sangue sparso e così tanta ingiustizia gratuita lì, spiegata sulla carta, mi ha infiammato. Mi immagino un popolo italiano così cieco e così indifeso da non porsi nemmeno le domande che ci poniamo noi oggi. Mi rapisce un forte senso di pietà e di tenerezza di fronte a una moltitudine di uomini e di donne che conducevano una vita normale, all'oscuro di diabolici maneggi. Parliamo essenzialmente di vittime. Parliamo di una sorta di età dell'oro dominata dall'ingenuità, un'ingenuità per la quale oggi non c'è più posto.
Ecco. Io questa pietà e questa tenerezza non l'ho più per le moltitudini di oggi. Perchè questo? Perchè oggi le cose, volendo, si possono sapere. E memori del passato siamo in grado di valutare e discernere il presente con la cultura. Cos'è la cultura? Uno strumento, per non dire LO strumento, per leggere e interpretare la realtà. Mi viene il sospetto non che la gente non sappia ma che non voglia sapere, che stia bene così. Anzi la maggior parte della gente direbbe di sapere già quel che serve. Qui non si tratta di politica, di destra o sinistra o vecchi stilemi di un passato ormai morto. No. Si tratta della dignità della persona umana. Una dignità che in Italia sembra essersi venduta e con piacere.
Cosa è accaduto? Che ne è stato quella "moltitudine bambina" a cui secoli fa faceva riferimento il filosofo Locke? Un parallelo. 1980, terremoto in Irpinia. Lo Stato manda aiuti. Qualcuno al Nord magari grugna verso i terroni mangioni, ma nessuno pensa a delle speculazioni. Ai giorni nostri, terremoto all'Aquila. TUTTI già sanno che ci saranno delle speculazioni, intercettazioni e film documentario a parte. O almeno il sospetto viene. Per fortuna... Qualcuno magari non ci crede. Ma quel qualcuno non ha più la scusante dell'ignoranza. Eppure non ci crede. Boh...
Semi preparati anni fa sono germogliati, le nuove generazioni, la nostra compresa, si sono cibate dei frutti di questi alberi mefitici e il loro sangue è stato contaminato. Il livello di consapevolezza raggiunto, o raggiungibile, si è sterilizzato. Mi credete o non mi credete se vi dico che se ciò che NOI sappiamo oggi del nostro presente i nostri genitori lo avessero saputo del loro, avrebbero scosso le fondamenta della terra?
Ma chiudo con una parola di speranza. Non voglio atteggiarmi a eroe solitario che si accascia disperato su un palco in fiamme alla fine di un'opera. Non siamo soli. Persone che valgono e tengono alto l'onore del nostro Paese ce ne sono. Ma talvolta sembra di essere circondati dalla nebbia.
A quanto pare Andreotti ha ragione. Lui è ancora vivo. Altri, che il potere non lo hanno mai avuto, non ci sono più.
Grazie dell'informazione che mi date grazie a questo blog
Il vostro corrispondente dall'Emilia
Bel post Bolo!
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