giovedì 5 gennaio 2012

La crisi e i lavoratori

Carissimi...
Scrivo un post scontato, inutile, già annunciato. Finalmente voglio dire ciò che c'è da dire su questa crisi (in parte anticipato dal post "Autocritica") senza peli sulla lingua. E se utilizzo categorie concettuali superate pazienza.

Si sta usando la crisi come pretesto per privare i lavoratori dipendenti dei loro diritti acquisiti. In questo senso sta diventando per alcuni una vera occasione perché, anche a crisi finita, certi mutamenti operati in questo momento così difficile verranno mantenuti. C'è chi ha solo il lavoro. E oggi purtroppo non è più un tempo in cui il lavoro e la professionalità di una persona hanno valore. Io che ti do il lavoro mi permetto di decretare le regole, in tutti i sensi, e passo anche per un magnanimo che ti dà la possibilità di fare parte di una grande famiglia, quando a tutti gli effetti ti sfrutto per guadagnare molto, ma molto più di te.

Ma smettiamola di rimanere nell'astratto, parliamo di cose concrete. Facciamo degli esempi, facili da capire e dotati di una valenza quotidiana.

Parliamo di mutua. Il lavoratore ammalato ha diritto fino a sei mesi l'anno a casa dal lavoro pagato, con tanto di contributi. Molto spesso i giorni di mutua sono molti meno (tranne in caso di tumori, operazioni chirurgiche, malattie gravi); tipicamente se ne utilizzano tre o quattro per una brutta influenza. Ebbene dalla quarta mutua annuale in poi, i primi tre giorni non saranno più pagati. Attenzione: lo scopo è far sentire in colpa il lavoratore ammalato perché così aggrava la crisi, non produce, non dà una mano. Come se tutti i lavoratori in mutua fossero dei furbetti che stanno a casa per menarselo o magari arrotondare con dei lavoretti in nero.

Il decreto "Salva Italia" porterà, ad esempio, i supermercati a poter tenere aperto senza limitazioni di numero di giornate o di orario. Questo porterà ad aumentare il numero di ore da distribuire tra i dipendenti, ciascuno nel suo settore e a svalutare il concetto di straordinario. Vi aspettate che per questo si assumano nuove persone? Assolutamente no, si tenderà a far fare molto di più a chi c'è già. Tutto ciò come se il problema della gente che non compra fosse il fatto che i negozi sono chiusi troppo spesso.

Il nodo pensioni. Ci sono persone che sarebbero andate in pensione l'anno prossimo. Con le nuove regole lavoreranno due anni in più, e andranno in pensione con 42 anni di lavoro e 61 d'età: quota 103. Il problema della gente non è che non vuole lavorare, il lavoro fa parte di queste persone più di quanto farà parte di tutti noi messi assieme. Il problema è che il lavoro si sta trasformando, sta diventando perverso e meschino: parole come produttività e competitività sono le parole che coloro che in fondo non se la passano poi così male utilizzano per giustificare, anche con sé stessi, uno sfruttamento indifendibile.

Si pensa di spazzare via tutti gli ammortizzatori sociali: cassa integrazione, mobilità, disoccupazione. In Italia vive il mito che c'è un eccesso di assistenzialismo e di diritti per i lavoratori. Come fossero un peso, come non fossero loro che mandano a tutti gli effetti avanti le cose, con onestà, con diligenza e, a volte, pure con passione, seppur non ne venga molto nelle loro tasche. Gli operai dei cantieri liguri che bloccano l'areoporto passano per dei guastafeste che fanno molto rumore per nulla. Gli operai della Fiat di Marchionne (che tante responsabilità ha avuto in questa congiuntura particolare) passano per degli esaltati che chiedono troppo. Mi è capitato di parlare con persone che si lamentano dei propri dipendenti, che elogiano il lavoro di stati disumani più "produttivi", come la Cina, dove i sogni del grande imprenditore si possono avverare. Quella volta misi a tacere la mia proverbiale lingua lunga in nome della compassione. Insomma dove sono questi diritti? Assumiamo pure ci siano: ebbene li vogliono annullare tutti.

QUESTI sono i problemi, queste sono le cose che interessano agli italiani, questi sono i nodi che bisogna sciogliere per evitare disuguaglianza sociale e malumore. Mi consento un ultimo, bonario, colpo di coda alla discussione di ieri: e noi spendiamo il tempo a parlare di piste ciclabili??? Poi vi sorprendete se prendo fuoco immediatamente.

Il 2012 sarà l'anno della verità e, io penso, della riscossa. Monti al momento non sembra averlo capito. Nel caso tutto ciò non fosse percepito al più presto, sarò in prima fila ad appoggiare forme di protesta e di dissenso diverse da quelle istituzionali.

3 commenti:

  1. Personalmente, mi sembra uno sfogo un po' troppo militante.. Trovare un equilibrio tra garanzie ai lavoratori dipendenti e strumenti per combattere assenteismo e indolenza è un bel problema.. Per le pensioni, poi, non ne parliamo.. (non sono un esperto, ma almeno su questo, i datori di lavoro non credo abbiano grandi vantaggi rispetto ai dipendenti.. Anzi..).

    Magari, in un post del genere, se inserissi anche qualche link a conferma delle cose che scrivi sarebbe più facile distinguere i fatti dalle tue interpretazioni (per poi magari essere d'accordo con le interpretazioni!).

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  2. Il commento è pertinente e ragionato. In effetti avevo il dubbio di confondere troppo le fonti con le mie... chiamiamole... "profezie". Provvederò!

    Il punto sulle pensioni è il più debole della mia trattazione. A tutti gli effetti un datore di lavoro ci guadagnerebbe di più ad assumere un giovane con un contratto fai da te, assicurandosi maggiori sgravi fiscali e maggiore campo d'azione. A quel punto la mia critica è proprio qui: si parla di crescita, di inserimento dei giovani, le solite sparate da campagna elettorale... Una simile misura sulle pensioni potrebbe forse servire a raccattare qualche soldo, ma stagna inevitabilmente la dinamicità dei settori.

    A livello di critica dei datori di lavoro non posso negare che il punto sulle pensioni c'entra davvero poco.

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  3. Vorrei risponderti in maniera organica, ma ci vorrebbe troppo tempo e soprattutto mi sento di saperne molto poco su queste cose.

    Da ignorante, provo a tirare fuori un problema che io vedo sempre:
    risentiamo particolarmente la crisi economica anche per colpa di errori commessi 30/40/50 anni fa: assunzioni di massa senza criterio e senza una minima idea di mobilità, e pensioni a 35/40 anni. Le conseguenze le paghiamo ora e le pagheremo in futuro.

    In aggiunta, cito queste tre cose che mi sembrano spunti pertinenti:

    1) Il mio commento al tuo post precedente: in Italia ognuno si lamenta delle difficoltà della propria "categoria" (così le ho chiamate prima), così mi riesce difficile distinguere quando un sindacato sciopera perché i lavoratori che difende stanno subendo un effettivo danno oppure sciopera per mera contrapposizione ideologica.

    2) Un post che avevo scritto qualche tempo fa: il governo Monti per me è un governo di destra conservatore. Nel tuo post mi sembra che tu sia ben schierato dalla parte del lavoratore dipendente ("l'operaio"): il governo Monti non si farà mai paladino degli operai, per loro ci vorrebbe un bel governo riformista e di sinistra, che non vedremo mai.

    3) Leggi questo:

    http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connect/34db368049ac59e88928bd76cac1782b/Com+Veneto+4+gennaio+2012.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=34db368049ac59e88928bd76cac1782b

    L'avrai già letto, però questo da una speranza: non sono solo contro i lavoratori dipendenti, vogliono ridurre sprechi e punire gli scorretti.

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