Cari amici...
Una sola parola sulla vicenda che coinvolge Filippo Penati e sulla questione morale. Penati, classe '52, nato a Monza, è stato sindaco, eletto due volte, di Sesto San Giovanni dal '94 al 2001. Dal 2004 al 2009 è presidente della provincia di Milano, nel 2010 si candida a presidente della regione Lombardia ma viene sconfitto. Nel luglio 2011 è accusato per corruzione e tangenti.
Se ne fa un gran parlare e viene sbandierato dall'elettorato di centro-destra come la prova che "sono tutti uguali", come a deresponsabilizzare i loro indagati per associazione mafiosa (ispirandosi al celebre discorso in Parlamento di Craxi del '93). Sarà scontato dirlo, ma questo non è possibile: chiunque abbia responsabilità, dall'una e dall'altra parte politica, deve essere giudicato e le autorità devono poter stabilire le responsabilità suddette.
Chiunque pensi che non c'è differenza morale OGGI tra le due parti politiche commette un errore storico: non parlo semplicemente di una corruzione PERSONALE o di sottomettersi o meno alla giustizia (queste sono faccende da valutare caso per caso) parlo di un atteggiamento, di una impostazione verso le istituzioni. Che Berlusconi abbia sempre puntato a screditarle è sotto gli occhi di tutti; quindi smettiamola.
A sinistra, se vogliamo, la questione morale si ripresenta in un'altra forma: una eccessiva morbidezza, un preoccupante "lasciar passare" di cui paghiamo le conseguenze oggi per gli errori di ieri e di cui pagheremo le conseguenze domani se le cose non cambieranno oggi. In QUESTO SENSO sono tutti responsabili politicamente. Ma che ci sia un indiscriminato "no" da parte di tutta la classe politica e da parte di tutto l'elettorato al valore delle istituzioni è falso.
La questione borghese.
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