Scrivo per stemperare il nervosismo che mi è venuto guardando una mezz'ora della trasmissione di Lerner, su La 7. Si parlava di Berlusconi ma non è direttamente di lui che vorrei discutere. Il discorso riguarda Berlusconi ma indirettamente.
Il nervosismo mi è montato a seguito di un discorso fatto da due studentesse che erano tra il pubblico e che sono state intervistate modello santoro per far capire quello che è il punto di vista dei giovani sulla faccenda e su quali siano le conseguenze "ambientali" o sociali che la faccenda crea (domande del tipo: "Quanto vi sembra che conti la bellezza tra i vostri coetanei?").
Il succo del discorso delle due è stato che Berlusconi - con questi fatti ma ancor prima con i trent'anni di televisione - ha creato un tale clima per cui i giovani - incerti nella loro giovane età - cadono vittime di situazioni spiacevoli in cui alla fine si prostituiscono (in senso letterale ma anche non) a questi orchi cattivi che sono costantemente in agguato. Ancor più, la crisi e la mancanza di
lavoro attuale fanno sì che questi poverini - deboli e incerti, che forse ancora non sanno bene distinguere il giusto dallo sbagliato - si trovino ad accettare compromessi che altrimenti non avrebbero accettato. Insomma, la sostanza è: berlusconi colpevole due volte (nei fatti attuali e nel mondo che ha creato), vittime le povere ragazze.
Quello che mi fa incazzare è questo eterno salvagente nel quale noi (?) giovani pretendiamo di vivere. E non è un discorso soltanto legato a questo fatto ma che rivedo in una valanga di altre situazioni. Personalmente - se mi guardo indietro - mi sento responsabile nel bene e nel male di ogni minimo fatto che ha riguardato la mia vita. Non voglio negare che l'ambiente in cui sono cresciuto (televisivo o familiare) non possa avermi influenzato ma è stato un fatto esattamente uguale al fatto di essere nato in Italia piuttosto che in mezzo all'amazzonia. Uno lo accetta per buono e quello che è è, e da allora ognuno fa quello che vuole e quello che riesce.
Esempi: noi matematici usciamo dall'università e ci lamentiamo che non si trova il lavoro tagliato esattamente su ciò che uno ha studiato.. Lo sapevamo anche prima che non c'era.. Cazzi nostri! Gente che rimane in università o che vuole insegnare a scuola nonostante sia chiaro che prospettive non ce n'è solo perchè quello è il lavoro che ti piace fare: e se piacesse vendere sabbia nel deserto?! Sono d'accordo che il fatto che non ci sia lavoro in quei settori è un sintomo di un mondo che va a rotoli ma nella realtà microscopica di ognuno di noi non conta! Le nuove matricole in università: sono sempre di più ma le percentuali di gente che passa gli esami devono rimanere sempre le stesse a discapito del livello.. Ma perchè?! A me per primo dispiace vedere uno che ce la potrebbe fare ma studia poco e non passa l'esame ma fa parte del gioco..
Le ragazze di B. sono delle prostitute che miravano a favori. Punto e basta. C'è poco da giudicare: si sono giocate le carte che hanno voluto e consapevolmente.. farle passare a vittime per cause ambientali è pazzesco.. E la stessa cosa vale per noi: ognuno è artefice del proprio destino, nel bene e nel male e se ne prende la responsabilità..
Ciao Doson!!!!!!
RispondiEliminaChe bello che sei tornato a scrivere!!! E questo tuo post mi fa riflettere e pensare (non come quelli di Bolo…..no dai scherzo!!!)
In realtà non sono molto d'accordo con te.
Innanzitutto vorrei capire di che età di giovani stiamo parlando perchè secondo me le responsabilità di una persona iniziano quando si è perlomeno maggiorenni o comunque quando una buona educazione (che non sempre è presente) ti ha fornito gli strumenti necessari per capire il mondo che ti circonda, ciò che è giusto o sbagliato.
Per esempio, se un bambino nasce in una famiglia che spaccia sarà normale e forse anche giusto spacciare per lui; oppure se nasce in una famiglia dove il padre picchia la madre allora le sue relazioni amorose saranno segnate dalla violenza perchè cosi ha imparato.
Ma la colpa è sua? E' nato in una famiglia dove ciò che è sbagliato diventa giusto, dove tutto è capovolto; come potrà mai capire il mondo senza provare un dolore enorme dovendosi staccare dall'idea dei propri genitori? sarà molto più facile seguire le orme dei padri!
Questi sono esempi forse troppo marcati; ma se una ragazza oggi vede che le veline fanno strada, che l'immagine della donna viene mercificata e che anche una persona importante come Berlusconi va a puttane come potrà mai capire che le donne sono esseri umani, tanto quanto gli uomini, e che lei stessa vale molto di più di quanto la società non la consideri? Anche per lei sarà molto più facile fare uno spogliarello in web cam per ricevere una ricarica telefonica e adeguarsi all'andamento della società e a ciò che fanno le sue coetanee.
Invece per quanto riguarda le persone che vogliono insegnare oggi, o in generale per chi persegue i propri sogni (anche se la società e il mondo in questo momento non lo permettono), penso che vadano elogiate e incoraggiate (sono loro gli idoli del momento e non le veline), perchè loro si che ci mettono tanta forza e tanta fatica, anche se ogni tanto si lamentano!!! Meglio che loro continuino per la loro strada, anche se è in salita, e poveri quelli che hanno rinunciato ai proprio sogni per adattarsi ad una società che chissà se è giusta o sbagliata!! Chi lo sa se loro nella vita saranno mai felici dopo essersi accontentati?
Francy
Mah, io sulla vicenda in questione continuo a pensare che scagionare le ragazze perchè al giorno d'oggi la mercificazione della donna è insita nella nostra società sia assurdo.. Non voglio negare che la società di oggi sia molto diversa per esempio dalla sicilia di cinquant'anni fa, ma giustificare quelle ragazze a mio parere è un po' come attribuire la colpa della bocciatura di tuo figlio tredicenne non a lui - perchè non ha studiato durante l'anno - ma all'inventore della play station o al padrone della sala giochi sotto casa.. Ok che se fosse vissuto a fianco dell'accademia della crusca magari avrebbe avuto meno distrazioni però non conta.. Sono cazzi suoi! (Peraltro qui non si parla di tredicenni..)
RispondiEliminaIl discorso più legato a noi, invece, nasce dal fatto che mi sembra che certe volte ci si aspetti che la società debba onorare una sorta di contratto che ha firmato con noi durante l'infanzia e tante volte abbiamo fiducia che quelle prospettive che oggi mancano dovranno arrivare perchè il senso comune ci dice che le cose dovranno andare così.. E quando la società non onora questi accordi ci si incazza e ci si lamenta, come se la responsabilità non fosse nostra.. La realtà è che mamma società va per conto suo e che siamo noi a dover avere sempre le giuste prospettive. Se uno non le ha al momento giusto, o le ha ma persevera, se ne deve assumere la responsabilità..
Bello Francy il tuo intervento, dai, si legge che scrivi col cuore!! E poi sono geloso che i miei post non li commenti mai!!!!
RispondiEliminaAllora, sul discorso donne-giustificazioni ecc, capisco il tuo punto di vista Doson, ma per me ognuno di noi devo porsi il problema dell'esempio: coi miei comportamenti, che messaggio lancio al mondo che mi circonda? Ognuno di noi influenza amici, parenti, ecc, figuriamoci un capo di stato! Per B va benissimo così, nel senso che lui è pienamente consapevole di aver contribuito a creare una società in cui genitori in cerca di bricioli di notorietà o soldi sarebbero disposti ad accompagnare alla porta di Arcore le proprie figlie. Ne è pienamente consapevole, se ne vanta pubblicamente ed io lo combatto! Tutto qui.
Per l'altro discorso, invece, io penso che le nostre aspirazioni e ideali non possiamo separarli troppo da quelli della società, perché noi siamo la società! La società è in continua evoluzione, cambiano le sfide, i tabù, i comportamenti, perché cambiamo noi, quindi trovo giusto lottare perché le nostre prospettive siano migliori. Lo so che ora mi odierai, ma personalmente preferisco rincorrere mulini a vento che diventare un uomo pienamente realista ed armonicamente inserito nella società.
Lore, penso che tu abbia un po' travisato il senso del mio discorso.. Non voglio certo negare il fatto che certi personaggi, il clima e la tv influenzino la gente.. E non voglio entrare nel discorso di cosa sia consapevole o non Berlusconi: i fatti parlano da soli..
RispondiEliminaLa discussione che facevo era più che altro legata al fatto che c'è una continua tendenza a considerarsi a prescindere innocenti, scaricando ogni colpa su un qualcosa o un qualcuno più grande di noi, quasi come se fossimo bovini incapaci di fare scelte consapevoli..
E questa cosa io a volte la vedo riflessa in altri ambienti - giovanili e non - dove ci si lamenta che la grande mamma non provvede a noi.. Io no voglio dire che è meglio non perseguire i propri sogni, dico solo che chi lo fa se ne deve assumere la responsabilità..
Si evidentemente ho travisato: condivido il tuo spirito antiscusazionistico (cioe` non cerchiamoci delle scuse di comodo, sto perdendo capacita' dialettiche di ora in ora)! I sognatori devono indubbiamente prendersi la responsabilita' di voler rincorrere il proprio personale sogno, e questo significa non pretendere stipendi assicurati e vite facili. Resto della mia pero' sul diritto di manifestare se i politici ostacolano quei sogni che si pensa siano utili al mondo.
RispondiEliminaLore