Mi aggancio
all'affaire Corona e al post di Lore di qualche giorno fa per
proporre un nuovo punto di vista sulla vicenda. Partiamo da questo articolo come al solito contro corrente, di
Filippo Facci: al di la' della difesa dell'uomo (di cui non so niente e dui cui
non voglio sapere niente), Facci secondo me centra il punto che interessa a me:
Corona in galera e' la rivincita di noi uomini piccoli, noi ligi al dovere, noi
ingobbiti sui libri prima e su scrivanie ora.. Corona in carcere e' la
dimostrazione che - ogni tanto - esiste linearita' tra azioni e sue conseguenze. Pazienza se otto anni possano sembrare molti o se non esista parte
lesa a processo: e' uno che ha sempre vissuto sul confine tra paparazzo ed
estorsore, incurante di regole e autorita'. Come quando, dopo che gli
ritirarono la patente, lo ribeccarono a guidare sulla sua Bentley ai duecento
all'ora; oppure come quando lo beccarono a spacciare banconote false o a
evadere dalla liberta' condizionata (o quello che era), o a corrompere,
diffamare, insultare, eccetera, incurante dell'aggravarsi della sua
posizione e delle conseguenze a processo; per finire con la fuga, tanto per non
farsi mancare niente. Forse pensava che alla fine non sarebbe successo nulla (e
in effetti anche io l'ho sempre pensato). Per una volta non e' stato cosi'. La
vicenda Corona dimostra che fottersene sempre vivendo il momento al massimo,
alla lunga non paga, o almeno in qualche caso non paga: Corona e' un estremo,
ma quante volte, all'Universita', abbiamo rinunciato a uscire la sera o a fare
tardi perche' c'era un esame, quando il nostro vicino di banco invece se ne
fregava e quante volte ci siamo chiesti se in realta' non avesse ragione lui e
se non ci sarebbe poi capitato di pentirci di tutte queste occasioni di vita
buttate? E, ad ogni sacrificio fatto a discapito di amici, serate, famiglia o
vita agiata, quante volte e' capitato di chiedersi se ne valeva la pena e se
non avremmo rimpianto i mesi o gli anni e le esperienze buttati? Ebbene, Corona
ci fa tirare un sospiro di sollievo: siamo cresciuti con lui e ha sempre
rappresentato (in modo estremo) l'altra umanita' che ci ha sempre attratto ma
mai del tutto convinto. Quella del vivi ora perche' vent'anni li hai adesso,
quella del bevi, fuma e drogati perche' tanto magari a senssant'anni non ci
arrivi comunque, eccetera, eccetera.. Noi uomini piccoli viviamo la nostra
piccola e amara rivincita. E' arrivato l'ultimo inverno per la cicala, uno dei
tanti per noi formiche.
Da un lui a una lei, altro esempio: starlette
da isola dei famosi ha ottenuto il successo non commettendo reati ma
immergendosi in toto nel vortice della tv, non quella dei documentari ma
proprio quella dove l'importante e' apparire e non saper fare.. Sara Tommasi piu' o meno nostra coetanea, questa cantava
e ballava quando noi stavamo chini sui libri: usciti dall'Universita', questa
guadagnava centinaia di migliaia di euro tra un'apparizione televisiva e una
serata in discoteca, quando noi - causa crisi e non solo - accettavamo lo
schiavismo da stage per poche centinaia di euro e facevamo carta straccia dei
nostri inutili diplomi. Per tantissimo tempo, uno sfacciato affronto alle
nostre scelte "lungimiranti".. Adesso i valori si invertono: amicizie sbagliate, scelte ancora
piu' sbagliate, parabola che discende vertiginosamente.. Beccatevi questa
intervista:






