venerdì 30 novembre 2012

Un paese ridicolo: solidarietà a Sallusti

Scusate, so che il titolo è forte ma provate a leggere fino in fondo.

In questi giorni il direttore di un importante quotidiano nazionale si trova agli arresti domiciliari per un articolo pubblicato cinque anni fa sotto pseudonimo da un giornalista della testata di cui era responsabile. Sto parlando di Alessandro Sallusti e della sua condanna per diffamazione aggravata e omesso controllo.


I fatti sono raccontati molto chiaramente su questa pagina del Corriere, ma li riassumo: una ragazzina di tredici anni finisce ricoverata in neurologia per esaurimento nervoso in seguito a un aborto. Di mezzo c'è anche una decisione del giudice dei minori che, dopo aver sentito la bambina ed essersi assicurato che entrambi i genitori (separati) fossero informati, autorizza l'operazione. Il caso monta sui giornali e Libero pubblica un commento molto tagliente, in cui ricostruisce in maniera falsa e tendenziosa i fatti e infine emette il giudizio:
«Se ci fosse la pena di morte, se mai fosse applicabile, questo sarebbe il caso. Al padre, alla madre, al dottore e al giudice»
Il tutto firmato Dreyfus. Quando un articolo è pubblicato sotto pseudonimi o addirittura non è firmato, ne risponde direttamente il direttore editoriale. Il giudice in questione se la prende (giustamente) e querela per diffamazione il direttore di Libero, ovvero Alessandro Sallusti.

Tra una doverosa querela per diffamazione, alla quale è giusto ricorrere se il giornalista invece di informare DISinforma, e una condanna a 14 MESI DI RECLUSIONE in via definitiva c'è tutto il mio sdegno e disappunto! Non sono esperto di giurisprudenza italiana, non mi sono informato sulle leggi che regolamentano la libertà di espressione e la deontologia giornalistica all'estero, però non ho dubbi: dovrebbero esistere pene alternative per reati di questo tipo, come sanzioni personali o alla testata di appartenenza, provvedimenti disciplinari dell'albo di categoria, radiazioni, servizi sociali o articoli riparatori. 

Detesto il modo di agire del direttore Sallusti, penso sia un pessimo giornalista e sono spesso in forte contrasto con le sue idee politiche ma, per coerenza, non posso tacere di fronte a questa vicenda.

I giornalisti non possono scrivere quello che pare a loro, nell'impunità, ma allo stesso modo non è giusto che rischino il carcere se commettono errori (con o senza dolo) o se esprimono opinioni anche forti. Mi auguro che il parlamento che subentrerà a questo saprà porre rimedio a questa situazione ingiusta e ipocrita.

Altrimenti sarò costretto ad esprimere ancora la mia solidarietà a gente come Sallusti!

ps: segue il video della dichiarazione alla Camera dell'onorevole Renato Farina datata 27 settembre in cui ammette la paternità dell'articolo incriminato e chiede pubblicamente scusa al giudice per aver scritto il falso.

8 commenti:

  1. Io non sono d'accordo con tutti questi discorsi..

    Non e' che perche' sei giornalista puoi scrivere quello che ti pare senza pagarne le conseguenze o quasi: se, per fare un esempio, uno domani dal nulla scrivesse su un quotidiano nazionale che io sono un pedofilo mi rovinerebbe la vita! E me la rovinerebbe molto di piu', per fare un altro esempio, di un broker finanziario che si intaschi i cento mila euro che gli ho affidato. Il secondo (in teoria) va in galera, perche' non il primo?

    Ogni mestiere ha i suoi rischi e le sue conseguenze e depenalizzare riducendo alla sola pena pecuniaria reati di questo tipo erge i giornalisti a una categoria che tutto puo' e nulla ha da rischiare.

    Il discorso poi sarebbe ancora piu' ampio: a quello che ho sentito, Sallusti poteva evitare il carcere appellandosi a mille leggicole: non lo ha fatto per principio.. Se uno decide di non difendersi sono anche un po' cazzi suoi!

    E' chiaro che e' un argomento difficile perche' si ha paura che una degenerazione dall'altra parte possa imbavagliare l'informazione rendendola ricattabile ma cio' non significa che non debba essere considerato il carcere per alcune tipologie di diffamazioni deliberate e gravi!

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  2. Stranamente io e Doson non siamo d'accordo :)

    L'ho scritto che un giornalista non può essere impunito, ma il carcere serve a punire un reato del genere? Il carcere tiene lontani pedofili da ragazzini, assassini e violenti dalla gente, ladri da banche, ecc. Lo vogliamo usare anche per tenere lontani giornalisti (o presunti tali) dalla carta stampata? Non basterebbe una pena come la radiazione dall'albo? O l'allontanamento temporaneo? Io diffamato da un giornalista, con una vita rovinata, che beneficio traggo dal sapere che questo giornalista è in carcere? Nessuno, preferirei che Sallusti fosse obbligato ad ammettere che ha sbagliato, ha scritto cose imprecise, ecc. Questo lo capirei, ma altro no.

    E' chiaro che se mi proponi i casi limite di un pazzo che fa sul suo giornale apologie di reato è un altro paio di maniche...

    E' vero che Sallusti ci ha marciato sopra, probabilmente l'avrà fatto per visibilità, per dare credito alla sua battaglia contro i magistrati, ma io contesto la possibilità prevista dal codice penale.

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  3. Ma il carcere e' prima di tutto un deterrente! Se no per essere sicuri di tenere un ladro distante da una banca dovremmo tenerlo in carcere a vita! E invece basta promettergli che se lo si becca si fa tre anni e questo spesso basta affinche' la smetta.. O almeno questo e' il principio!

    L'albo dei giornalisti non conta nulla e lo dimostra la vicenda stessa: Farina si firmava Dreyfus perche' era stato radiato dall'albo! Basta che ci sia qualcuno che ha voglia di pubblicarti e hai vinto.

    Ti cito casi limite perche' il carcere serve proprio per i casi limite. Il fatto che ci finisca Sallusti e' affar suo: poteva difendersi e non ci sarebbe finito!

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  4. Sono d'accordo con Doson nel dire che Sallusti potrebbe benissimo difendersi e invece sta facendo tutta questa scenata per avere visibilità, o almeno dare visibilità al problema. Lore, secondo me non basta la radiazione dall'albo o l'allontanamento: un giornalista può comunque continuare a scrivere (è la base della libertà di opinione). Ci vuole quindi una punizione esterna al proprio lavoro, che sia carcere, lavori socialmente utili o una multa va deciso a seconda dei casi.

    Comunque, Travaglio ha scritto un editoriale dicendo che Sallusti é "il direttore di quel coso chiamato il Giornale", e questa è la risposta della redazione del Giornale:

    Un coso chiamato Marco Travaglio ha scritto un articolo su un coso chiamato il Fatto Quotidiano dicendo che Alessandro Sal­lusti è «il direttore di un coso chiamato il Gior­nale , dunque convinto di essere un giornali­sta».
    Qualcoso ci sfugge nella prosa di quel co­so chiamato Travaglio: il rispetto per le perso­ne, che siano Sallusti, i redattori del Giornale o i suoi lettori. D’altra parte, la parola «rispetto» non compare nei brogliacci delle Procure. E il suddetto coso non è in grado di farla propria.

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  5. Volevo scrivere un post sull'argomento, Lore mi hai anticipato.

    Secondo me è vero che Sallusti se la mena, ma fa anche bene: io sono sostanzialmente d'accordo con Lore

    Scusate, ma se l'albo non serve a niente allora perchè c'è? tanto vale toglierlo? NO: l'albo dovrebbe essere un punto di riferimento, essere radiato dovrebbe significare quanto di peggio possa succedere ad un professionista.. Se questo non avviene significa che forse bisognerebbe rivalutare questo titolo, non infliggere una pena che va OLTRE il confine professionale.

    In galera mi immagino ci debbano andare assassini, stupratori, ladri (e in quest'ultimo caso dipende), ma non qualcuno che ha pubblcato, per conto di un altro, un articolo.
    Se la pena fosse la radiazione dall'albo anche per il direttore che pubblica commenti anonimi non basterebbe? (oltre ovviamente a multe pecuniarie, obbligo di articoli di rettifica con scuse in prma pagina ecc) Secondo me sarebbe già un bel deterrente (se Sallusti fosse radiato dovrebbe scrivere pezzi anonimi per Feltri, che si dovrebbe far carico del rischio di essere radiato pure lui, e così via...)

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  6. A parte che dopo che scrivono che sono un pedofilo io potrei magari suicidarmi quindi delle scuse il giorno dopo me ne farei ben poco.. Comunque se un ponte progettato da un ingegnere cade, questo non viene soltanto radiato dall'albo degli ingegneri! Ogni professionista si assume le conseguenze del lavoro che svolge e del come lo svolge..

    Puo' darsi che in questo caso sia sbagliato che Sallusti vada in carcere (ma, ripeto, poteva evitarlo, credo bastasse addirittura scusarsi e non lo ha mai fatto) ma per me e' ragionevole anche che, nel momento in cui un direttore di giornale fa pubblicare sul suo giornale uno che non potrebbe pubblicare perche' radiato dall'albo, beh allora che si assuma le conseguenze di quello che c'e' scritto sull'articolo!

    Comunque tra parentesi qualche giorno fa ho sentito un'intervista alla radio in cui lo stesso Sallusti si diceva favorevole al carcere per i giornalisti nei casi in cui la diffamazione e le falsita' siano deliberate..

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  7. Menomale tommi, non sono solo!

    Mettiamo in chiaro alcuni punti su cui non occorre tornare ogni volta:
    1. Sallusti ha sbagliato a far pubblicare in forma anonima un articolo scritto da un radiato dall'albo (questo lo confermi tu Doson, non lo sapevo) in cui si dichiara il falso. Per questo dev'essere punito.
    2. Sallusti ha marciato abbondantemente sopra questa vicenda, per finire in carcere si è proprio dovuto impegnare. Da quello che ho capito inizialmente il processo non è stato proprio seguito dall'avvocato difensore, poi evidentemente Sallusti ci ha visto un'occasione di pubblicità ed è andato fino in fondo.

    Chiariti questi due punti, io credo che tu non possa equiparare la categoria degli ingegneri, dei medici, degli avvocati, a quella dei giornalisti. L'articolo 21 della costituzione (ci ricorda qualcosa??) condiziona fortemente il ruolo dei giornalisti nella società, pertanto ribadisco che prevedere il carcere per un reato di opinione (augurarsi la pena di morte per qualcuno) o per aver scritto il falso è grave, pericoloso, poco sano. Nella mia visione sarebbero preferibili pene alternative.

    Per l'esempio del diffamato suicida credo che in quel caso il diffamatore rimarrebbe accusabile di induzione al suicidio....


    ps: Sallusti rimane una persona di cui ho stima nulla, vedi quello che scrivi in fondo al tuo commento e vedi la messinscena di sabato con arresto a telecamere accese nel suo ufficio ed evasione dai domiciliari: patetico.

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  8. http://www.ilpost.it/filippofacci/2012/12/05/ce-un-caso-sallusti/

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