giovedì 17 maggio 2012

BRAVI TUTTI..

... era questo lo slogan dei giorni immediatamente successivi al referendum dei primi di maggio dello scorso anno.
Bravi tutti, tra le altre cose, per aver contribuito ad indirizzare l'Italia verso una politica energetica migliore..
 
Già, peccato che a piu di un anno dal referendum di energia ed ambiente non se ne parli più.
Anzi, a dire il vero già dalla settimana successiva al referendum non se ne è più parlato.




Pensavamo di essere ad una svolta, e invece abbiamo votato assecondando l'immobilismo, premiando la linea demagogica e populista di coloro che si sono sciacquati la bocca per mesi facendoci due palle così con l'energia solare, la cogenerazione, la coibentazione, promesse che si sono rivelate per quello che sono: balle, favole.

Quindi a cosa è servito? Che cosa è cambiato?

Personalmente credo che la risposta sia, com'era prevedibile, una: niente.

I vari partiti per un po hanno sventolato il risultato come una grande vittoria contro il governo Berlusconi (vedi immagine sopra), i gruppi "AMBIENTALISTI" sono scomparsi dalla scena con all'attivo tanta pubblicità gratuita, e l'Italia è ancora in una situazione molto grave, oltre che dal punto di vista ambientale,  anche dal punto di vista economico, dato che questa mancanza di una politica energetica costa al sistema paese milioni e milioni di euro ogni anno.

5 commenti:

  1. Fai bene a riprendere un argomento che, come scrivi tu, è stato ingiustamente sepolto..

    Certo, non si può dire che durante quest'anno non ci siano state altre cose su cui opinione pubblica e governo tecnico si siano concentrati.. Non sarebbe cambiato sicuramente niente e saremmo nello stesso immobilismo anche se in agenda non ci fosse stato nulla, però secondo me quest'anno chi è al governo - per una volta - ha di che giustificarsi: periodo di vacche magre anche e soprattutto per investimenti a lungo termine e priorità ad altre problematiche.. Ma hai ragione che prima o poi bisognerà confrontarsi anche con questo problema!

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  2. Tommi, io credo che il referendum di giugno 2011 sia stato vissuto come una vittoria soprattutto per quanto riguarda l'acqua bene comune: se ci pensi è pazzesco come si sia riusciti a raggiungere il quorum con l'avversione di quasi tutti i maggiori partiti.

    Per quanto mi riguarda (lo sapete) quello sul nucleare è stato il quesito più sofferto di tutti: ho votato sì quasi unicamente per la paura che l'Italia non sapesse gestire una tecnologia così pericolosa. Per questo penso di aver votato bene ancora oggi, pur sapendo (allora come oggi) che molte delle soluzioni proposte da certi NoAlNucleare fossero solo discorsi. Non avevo dubbi che sarebbe finita così, nel totale disinteresse della politica per un piano energetico sostenibile.

    Del resto. Del resto quello sul nucleare non è stato l'unico quesito a cadere nel dimenticatoio: è sotto gli occhi di tutti (vedi bolletta AMGA) come le amministrazioni abbiano disatteso la volontà dei cittadini di togliere la quota di "adeguatezza della remunerazione del capitale investito". I comuni in questo momento sono fuori legge, perché continuano a chiedere quel 7% ad ogni utente per assicurare un profitto all'azienda che gestisce la rete idrica.

    Ha ragione anche Doson: non è certo il momento più fortunato per l'Italia, ma forse quello che servirebbe è proprio programmazione a lungo termine su piani energetici: attirerebbe qualche investimento estero in più e darebbe respiro alle nostre aziende.

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  3. non sono d'accordo col fatto che il referendum dell'anno scorso sia stato incentrato sull'acqua pubblica, tutt'altro:
    inizialmente era partito per l'abolizione del lodo alfano e acqua pubblica, poi subito dopo fukushima è stato inserito anche il referendum anti-nucleare, cogliendo la palla al balzo per sfruttare il potere mediatico di una catastrofe che è costata molte vite umane.
    e ricordo bene che sui telegiornali, talk-show ecc l'argomento piu discusso era proprio sul nucleare e quello che si sarebbe dovuto fare al suo posto.

    e non sono neanche tanto d'accordo sul fatto che il referendum sia stato osteggiato dai principali partiti: sel e idv schierati fin da subito, il PD inizialmente non sapeva cosa fare ma poi ricordo sagre, banchetti, iniziative ecc per il raggiungimento del quorum, e anche il PdL era diviso: il grande capo invitava ad andare al mare, ma alcuni esponenti dichiaravano "votate quello che volete"

    è vero anche che siamo in un periodo delicato, e come dici tu lore sarebbe proprio il momento giusto per regolamentare la pianificazione energetica, anche perchè è certamente questo uno dei settori strategici di un paese industrializzato come il nostro.

    Ma, al momento, una presa di posizione forte in questo senso non porterebbe vantaggi politici ad alcuno, anzi rischierebbe di far mettere di traverso ai partiti quei poteri forti che vogliono che le cose restino come sono, quindi tanto vale far cadere tutto nel dimenticatoio

    ..che tristezza..

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    1. Con ordine:
      1. a mio avviso il referendum è stato vissuto più per l'acqua pubblica che per il nucleare, nonostante magari in televisione dopo Fukushima parlassero di nucleare per -come dici tu- fare sensazionalismo! Però, se andiamo a vedere i dati sull'affluenza,
      http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=F&dtel=12/06/2011&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S
      scopriamo che il terzo quesito, ovvero quello relativo al nucleare, è stato votato da 15.000 persone in meno del primo e addirittura da 18.000 in meno del secondo. Queste persone sono andate a votare perché ritenevano importante esprimersi sull'acqua-bene-comune ma hanno rifiutato la scheda sul nucleare: non è mica poco, considerando la sovraesposizione mediatica su nucleare e la sottoesposizione sull'acqua.

      2. ribadisco che il referendum è stato osteggiato dai PRINCIPALI partiti, infatti Idv aveva una sua raccolta firme personale, che poi non è andata a buon fine, mentre i grandi partiti non si sono curati della cosa (SeL non lo conto fra i grandi partiti). Quando è stato indetto il referendum (con la raccolta firme dei comitati, non di Idv) gli unici a crederci sono stati gli Idv (ripeto senza contare Sel). Poi a poche settimane dal voto, soprattutto con l'aria che si respirava alle amministrative di Milano e Napoli, anche il PD ha cominciato ad interessarsene, facendo qualche timido passo avanti, fino poi a salire scandalosamente sul carro dei vincitori. Il referendum è stata una vittoria popolare, non partitica.

      Tommi, rimuovi subito quegli ultimi due paragrafi di commento: tu fai una battaglia giustissima di denuncia delle ambiguità di certi ambienti "verdi" o di sinistra, e poi affermi "tanto vale far cadere tutto nel dimenticatoio"?!?? NOOO, vai avanti, reclama il tuo (nostro) diritto ad essere amministrati da un governo che si interessa anche dei piani energetici, non arretrare, HAI RAGIONE!

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  4. ma lowre!!
    non era riferito a me il lasciare cadere tutto ;)
    anzi, presto o tardi vorrei iniziare una nuova serie di post che sicuramente interesseranno tutti un sacco (!), e che si occupernno dei rapporti tra produzione energetica, mercato e poteri forti.

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