mercoledì 14 novembre 2012

I "giovani" in politica


Ciao a tutti

un breve post per sollevare una questione della quale avrei già voluto scrivere tempo fa
Sono anni che ce la meniamo dicendo che la classe politica italiana è "vecchia", che devono entrare "volti nuovi", che c'è bisogno di "rinnovamento".

A me personalmente viene un po da ridere quando questo o quel partito, dati alla mano, si vantano di aver favorito l'ingresso di giovani o giovanissimi, in politica.
Non perchè ritenga che sia una cosa negativa, ma perchè secondo me sono dichiarazioni fuorvianti, per certi versi prive di significato.

Secondo me bisogna capire cosa si intende per "giovane": non sempre la giovinezza anagrafica corrisponde alla freschezza mentale ed al rinnovamento del quale ci sarebbe bisogno.
A me che mi frega se in politica entrano persone di 25-30 anni se poi hanno una mentalità vetusta da prima repubblica?

Per esempio, ai tempi del loro ingresso in politica anche Casini e D'Alema erano giovani (vedi foto)




Cos'è che ci si aspetta da un giovane? Secondo me la freschezza e l'indipendenza di chi non ha per certi versi nulla da perdere, e che quindi abbia, se fosse necessario, la forza di dare contro e non allinearsi con le linee guida del proprio partito.
Per giovane io intendo qualcuno che abbia le palle, eventualmente, di mandare a cagare i capi dei suoi capi, che non rimanga "avulso" dalla chimera del potere, forte del fatto che ha ancora una vita lavorativa davanti a se.
Insomma, da un giovane io mi aspetto che sia politicamente poco ricattabile.



Questo non sembra succedere, almeno nella maggioranza dei casi.

Perchè?

Gli elementi sono tanti, ma secondo me uno dei cardini che fa si che si instauri questo fenomeno è la mancanza di un limite al numero dei mandati, tema a parer mio di primaria importanza, ancora piu importante della riduzione del numero dei parlamentari e riduzione dei privilegi, e tutte le varie favole paventate piu o meno da tutti i partiti.

Parliamoci chiaro: se io sono un giovane di 30 anni che entra in politica con tutte le migliori intenzioni e mi si prospetta l'eventualità di una lunga e ben retribuita carriera politica a tempo indeterminato è difficile che mi metta apertamente di traverso a coloro che, domani, potrebbero darmi la possibilità di ricoprire ruoli politici importanti.
Se sono così forte da non cedere e porto avanti le mie battaglie politiche interne ad uno schieramento, evidentemente la stessa dirigenza farà in modo di favorire coloro che non si mettano di traverso, e verrei isolato. Insomma verrebbe premiato il "giovane-vecchio"
Viceversa se sono un politico di professione da anni ed anni, è ancor piu difficile che rischi il mio posto, dato che un altro lavoro non l'ho mai fatto e non lo saprei fare.





Se ci fosse costituzionalmente un limite del numero dei mandati secondo me le cose cambierebbero radicalmente.
Chi entrerebbe in politica lo farebbe sapendo di non poter pensare di vivere per sempre di quello, quindi, presumibilmente, entrerebbe dopo essersi costruito una propria realtà individuale e indipendente, con lo scopo esclusivo di servire il paese per un certo periodo circoscritto.

Ci sarebbero, magari, 45enni che entrano in politica con alle spalle 20 anni di lavoro, con una maturità e soprattutto un'indipendenza ben diversa di un 30enne che già da 10 anni milita tra le fila di questo o quel partito con la speranza di ricoprire ruoli sempre piu importanti, forte del fatto che, se uno riesce ad entrare a certi livelli potrà vivere solo di quello.

Ma ci sarebbero anche 25-30 enni che entrerebbero sapendo già che quando avranno 40-45 anni non potranno piu vivere di quello, e che quindi avrebbero tutto l'interesse a fare in modo che il mondo che li aspetterà alla fine della loro esperienza politica sia migliore di quello che hanno trovato


Probabilmente è un ragionamento ingenuo, ma secondo me questo tema è volutamente trattato riducendo tutto, in maniera superficiale, alla sola età anagrafica.

Fumo negli occhi, insomma, per non affrontare il problema come andrebbe affrontato


3 commenti:

  1. Condivido in buona parte quello che hai scritto anche se non credo che alla fine dei due mandati una persona possa abbandonare del tutto la politica: alla fine quello e' il mestiere che sa fare e sarebbe come chiedere ad un ingegnere di fare il panettiere dopo due mandati! Anche altrove (vedi USA), credo che chi ha raggiunto il limite di mandati possa ricoprire altri ruoli istituzionali e, se non lo fa, credo sia piu' per senso civico che per altro.. In Italia invece probabilmente salterebbero da una poltrona all'altra comunque. C'e' da dire che in ogni caso il limite garantirebbe un turnover e un ricambio generazionale che ora non c'e', quindi vi sarebbe tanto da guadagnare.

    Comunque, al di la' della mentalita' del giovane politico entrante, io ho anche altre paure: in questo periodo sembra che l'essere giovani di per se' sia una credenziale sufficiente per avere diritto a contare qualcosa nelle istituzioni. E invece non e' abbastanza, ma pochi se ne curano..

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  2. Sul limite dei mandati sono assolutamente d'accordo, magari tre però, non due. Perché ha ragione Doson a considerare positiva l'esperienza acquisita. Una volta scaduti i termini dei mandati parlamentari uno può fare il consigliere politico, assumere ruoli quadro nei partiti, o addirittura tornare a battersi nelle sfide elettorali ma in contesti diversi: parlamento europeo, consigli regionali o comunali...
    La ricattabilità purtroppo non si evita solo coi limiti di mandati, ma secondo me serve un cambio di mentalità per un autocontrollo dei partiti stessi. Un giovane di 20/25 con una carriera politica brillante alle spalle, che dopo 15 anni deve tornare a guadagnarsi da vivere senza la politica sarà sempre e comunque a disagio, ritrovandosi a iniziare un lavoro a 40 anni.

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  3. Doson: il nocciolo del post è proprio quello, cioè il fatto che la sola età anagrafica ultimamente sembra una condizione "sufficiente" per contare qualcosa, secondo me un grosso errore

    Lore: non intendevo dire che dopo i 10 o 15 anni in parlamento uno non possa piu occuparsi di politica.. quello che intendo è che secondo me ci vorrebbe un limite di mandati per ricoprire ogni carica..
    Secondo me sarebbe da evitare il fossilizzarsi all'interno delle istituzioni (parlamento, consiglio regionale che sia) ma non vuol dire che uno che ha fatto due mandati in parlamento non si possa proporre come consigliere regionale... se viene eletto buon per lui!!

    In ogni caso "corredo" il post con alcuni link:


    Post di Scalfarotto, a favore del limite

    Riflessione trovata su internet che spiega il perchè, secondo l'autore, il limite al numero dei mandati non sia applicabile in italia. Non ho verificato le informazioni, ma il succo, forse ragionevole, è che dovrebbero essere i partiti a sbrigarsela, cosa che il PD ha provato a fare

    sempre a proposito di PD: ecco i derogati del partito e una vecchia e divertente dicharazione di uno dei miei personaggi preferiti: il presidente del PD Rosy Bindi

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