Il fatto è che, nella maggior parte dei casi, uno
studia non solo per avere più facilità a trovare lavoro ma anche per
avere più facilità ad avere una posizione migliore rispetto a chi non ha
studiato. La realtà italiana di oggi (per la poca esperienza che mi
sono fatto) è che le aziende assumono te piuttosto che un altro perchè,
sì, ti sei laureato bene, magari con esperienze all'estero e lavori part
time durante il weekend ma poi ti mettono a fare un lavoro che dieci
anni fa veniva assegnato ad un ragioniere un po' sveglio. E allora a che
cosa è servito tutto questo? Studiare ormai serve soltanto ad avere più
probabilità di trovare un lavoro, punto e basta? Se è così è male
perchè ci sarà parecchia gente insoddisfatta e quei pochi che non si
rassegneranno saranno costretti ad andare all'estero.
Detto questo, come sappiamo tutti, ci sono
discipline per cui una laurea non garantisce affatto il lavoro e ve ne
sono altre per cui l'ingresso nel mondo del lavoro passa forzatamente
attraverso stage mal o non retribuiti al solo scopo di farsi un po' di
curriculum. Strumenti che sono ormai utilizzati dalle aziende a fini
quasi ricattatori nei confronti della domanda lavorativa a discapito
della vera occupazione, quella con un contratto e uno stipendio veri.
Banche che assumono stagisti per un anno a 500 euro al mese informandoli
il primo giorno che non vi sarà nessuna possibilità di assunzione
(Questo accade a Genova. Che vuoi, la crisi..). Multinazionali che ogni
anno di x stagisti ne tengono x-decimi, per poi assumere nuovamente x
stagisti e così via. Le stesse aziende che, appena varcato il confine,
adottano politiche (e stipendi) completamente diversi. Se davvero non
c'è occupazione, perchè non regolamentare queste cose? Questo giro di
stagisti sono posti di lavoro in meno, stipendi in meno, ricchezza in
meno. E sono numeri che - a livello di grandi aziende - non possono fare
la differenza ma servono solo a migliorare il risultato annuale
ottenuto dall'amministratore delegato di turno.
E poi un ultimo aspetto: gli straordinari. Ambito
consulenza: le maggiori aziende di consulenza in ambito tecnologico ed
economico non pagano gli straordinari. E' illegale, perchè dovrebbero
farlo per la maggior parte dei contratti; ma ti impongono di farli e poi
non te li pagano. La mia non è un'esperienza diretta perchè la mia
(piccola) azienda si è sempre comportata onestamente ma sono stato
contornato da situazioni come queste. Un progetto da chiudere e si è in
ritardo: una, due, tre, persino cinque ore di straordinario al giorno
non pagate. Tutti i giorni, per settimane. "Perchè non cambi?" - chiedi
al collega. "Perchè dappertutto è così". Ed è vero: quasi dappertutto è
così. E, di nuovo, sono le stesse multinazionali della consulenza che,
varcato il confine, si comportano diversamente. Non pagare gli
straordinari è sfruttare il lavoratore, evadere le tasse ma anche
togliere occupazione al paese. Perchè se quelle ore le pagassero come
dovrebbero pagarle (cioè di più di quelle canoniche, perchè oltre orario
lavorativo), probabilmente qualche contratto in più lo farebbero. E,
allora, perchè il governo non interviene? Dove sono i sindacati? Perchè
non ristabilire la legalità? La litania su imu e sacrifici, su iva,
tasse ed evasori, va bene se la beccano tutti. Multinazionali e grandi
gruppi non esenti.
Sollevi una bella questione: dove sono i sindacati?
RispondiEliminala mia sensazione è che quest'organo, che dovrebbe fare da ponte tra il mondo del lavoro e le istituzioni, sia un po' bloccato, o meglio, si dia da fare per battaglie "singole" ma poi non intervenga a dovere per un cambiamento strutturale.
Che ne pensi?
Non lo so, può darsi.. Sicuramente ci sono sindacati più potenti di altri e sicuramente molte delle battaglie che combattono non godono della mia simpatia, però non conosco quasi per nulla l'ambiente.. Di sicuro mi piacerebbe che problematiche come quelle che ho descritto venissero risolte non dai sindacati ma dal mercato: "Mi sfrutti e mi sottopaghi? Bene, cambio azienda". Alla lunga, vedendo il continuo perdere competenze che finiscono alla concorrenza, l'azienda cambia registro e comincia a riconoscere diritti che prima non riconosceva.. In assoluto non è un'idea utopistica ma probabilmente lo è in questo periodo di crisi e in particolare per il mercato italiano che è particolarmente bloccato..
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