mercoledì 6 marzo 2013

Sotto la cenere

Incendio Città della Scienza - Napoli
Foto LaPresse/Cantile dal post.it
Da giorni ormai si parla solo di politica nazionale: parlamento in attesa di insediarsi: cosa farà Grillo, come reagirà il PD, chi sarà incaricato da Napolitano, chi saranno i presidenti di camera e senato, chi il presidente della repubblica, perché il Pdl se ne sta zitto zitto.

Ieri però è successo un fatto di una gravità eccezionale che rischia di essere derubricato ad evento di cronaca regionale mentre dal mio punto di vista ha un valore simbolico ben più ampio. 
Città della Scienza di Napoli è stata distrutta quasi completamente da un incendio devastante.
Chiunque sia stato e per qualsiasi motivo l'abbia fatto, non ha solo provocato venti milioni di euro di danni alla struttura fisica, ma ha anche sottratto un altro motivo di speranza ai tanti napoletani che lottano quotidianamente contro il degrado della loro città.
Ne scrive Roberto Saviano su Repubblica:

Bagnoli, Italsider, Città della scienza: territorio chiave per capire il Mezzogiorno.
L'Italsider era stato il sogno di riscatto, l'idea che attraverso l'industrializzazione si potesse rilanciare il sud Italia, emanciparlo, costruire una classe operaia che acquisisse consapevolezza politica. Così un luogo meraviglioso venne trasformato in un'immensa fabbrica.
Ma Bagnoli per le nuove generazioni non è l'Italsider: è il contrario. È un'area da salvare anche dai fallimenti di una sinistra finita sotto le macerie del muro di Berlino. Il sogno della Città della scienza sembrava essere stato realizzato perché la sua costruzione aveva sottratto quell'area alla speculazione edilizia.

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