lunedì 30 dicembre 2013

Contra Reporters sans frontieres

Ciao a tutti, lo so che manco da un sacco ma bando a ciance e giustificazioni! Guardate un po' questa pubblicità che ho appena visto sulla tv francese:



Ora, probabilmente molti di voi commenteranno che noi italiani ci facciamo la solita figura di merda, che ce la siamo meritata, eccetera, eccetera. Messi sullo stesso piano di Corea, Siria, Cina, Zimbabwe!

Per me invece sono tutte balle e mi sono francamente rotto le palle di vedere come all'estero veniamo trattati con senso di superiorità per quel che riguarda la libertà d'informazione. Non saremo il paradiso in terra - abbiamo tanti problemi, ovviamente - ma metterci alla pari di Siria o Corea è scandaloso. Senza contare poi il finire cinquantasettesimi  in queste pseudo classifiche che questo pseudo ente (lo stesso che ha finanziato la pubblicità di cui sopra) continua ogni anno a pubblicare per me è al limite del ridicolo. Cinquantasettesimi dopo per esempio Niger, Botswana, Samoa, Malta: faccio notare che tutta Samoa ha un quarto della popolazione di Genova (e che se la cerco su google, la sua pagina wikipedia viene dopo quella di Samoa divani!).. Siamo meno liberi di un paese il cui quotidiano più importante ha una tiratura paragonabile a quella del Nuovo Levante! E' davvero difficile non sbottare quando persino gente che viene dal nordafrica (senza offesa, è solo che mi è capitato!) ti parla con la presunzione di chi proviene da un paese più moderno e liberale del tuo! Mi sono rotto le palle: avremo pure un'informazione schiava dei potenti ma - personalmente - trovo ancora più affidabile lo Studio Aperto delle 18 e 20 con i suoi culi e tette e con Mario Giordano che ti fa i sermoni che ciò che esce dalle penne di sti arroganti, ciechi, presuntuosi reporters sans frontieres. E scusate lo sfogo.

giovedì 12 dicembre 2013

Scatolette di tonno ruggenti

Carissimi
giusto due pensieri, maturati in questi mesi di latitanza, alle fermate degli autubus, nei supermercati, agli sportelli, nei bar, nelle peggiori bettole di Genova, nelle università, nelle strade, nei taxi (tutti grillini i tassisti, lo sapevate?).

Vi capita mai di fare sogni ad occhi aperti? A me capita spesso. Nei pensieri più scontati di delirio di onnipotenza mi immagino come Napoleone, con una corona di alloro, durante una processione in Piazza della Vittoria, su un palco sotto l'Arco di Trionfo. Nei momenti più originali mi immagino invece il mio nome su una targhetta in una piazza qualunque della città, tra 50 anni, perché sarò uno dei primi martiri dello squadrismo grillino.

Il popolo non ha quasi mai ragione. Anzi ha quasi sempre torto. Le piccole menti di tutte quelle personcine striscianti nella massa sono troppo deboli e troppo prive di cervello. E difatti leggono post di facile fruizione pieni di bold.

Io ho capito bene chi sono questi qui: amanti del chaos, menefreghisti, giovani idealisti con i soldi, giovani idealisti senza soldi, sognatori rivoluzionari, tipici qualunquisti all'italiana, complottisti, antieuropeisti, persone piene di livore perché, poiché non l'hanno potuto mettere nel culo a qualcuno, si sono convinti che qualcuno lo stia mettendo in culo a loro, i lamentini, per i quali se il bus non arriva, se nevica, se c'è coda alla cassa, allo sportello o al tabacchino, è certamente colpa del fatto che l'Italia è retta da incompetenti. D'altronde sarà ben colpa di qualcuno se non ho lavoro o se quello che ho mi fa cagare? Mia? NOOOOOOOOOOOOO!!! Colpa dei politici, cazzo! Colpa di quegli sporchi ladri accattoni che stanno a Roma!

Se Berlusconi è decaduto è merito loro. Se in Parlamento per sbaglio si fa qualcosa di buono è merito loro oppure, alternativamente, se qualcosa di buono esce da altri, allora si poteva fare meglio, o è solo un cumulo di bugie, o esiste sempre qualcosa da ribattere, correggere, emendare. Se oggi c'è il sole è merito loro.

Io ragazzi sto maturando molta, molta, MOLTA più insofferenza per questi qui che per i berlusconiani. Del resto il mio non è mai stato un odio verso coloro che votavano Berlusconi. Il mio era un odio generalizzato verso questi virus della democrazia, verso i voti manipolabili, la stupidità e la credulità. Per caso beccavo anche coloro che votavano Berlusconi. E ora mi ritrovo ad avercela con il M5S, chissà come mai. Sarà perché ora che il berlusconismo è terminato non sapevo più, come i grillini, con chi prendermela.

Parlano di lotta per l'esistenza e altre romantiche cazzate appassionate che piacciono tanto al pubblico. Non sono i primi e non saranno gli ultimi a parlare di queste cose. Mi conforta sapere che tutti coloro che lo hanno fatto prima sono stati sconfitti dalla Storia.

Non mi stancherò mai di ripeterlo. Io sono per lo STATO. Lo vorrei meno bugiardo, truffaldino ed inefficiente. Ma MAI MAI MAI MAI penserò che la soluzione sarebbe che a reggere le redini dello Stato ci andassi io, che è il sogno segreto di questi qui.

Dostoevsky scrisse che se avesse scoperto che la verità era lontana dal Cristo, egli avrebbe scelto Cristo lo stesso. Ebbene se io scoprissi che la verità è con il M5S, continuerei comunque ad avversarlo, perché se questi sono i modi, i luoghi e i laghi attraverso cui si esprime io non ci sto. Che prendano il potere e che mi chiudano la bocca, avrò una piazza a mio nome. Sempre grande è il piacere di usare il loro mezzo di comunicazione prediletto, veicolo di verità divina, per contrastarli. Per fortuna non ho che quattro lettori, diventerebbero grillini seduta stante.

QUARANTAMILA in Piazza della Vittoria qualche giorno fa. Che esercito! Duecentocinquantamila ne aspettavano. Mah. I numeri sono sempre stati un pò un'opinione. FLOP. Ecco che cosa è stato. Un FLOP. Flop, flop, flop, flop. Mentre tre milioni erano gli ingenui che andavano alle primarie del PD domenica, su cui attendo ad esprimermi.

Non ho mai dimenticato e mai dimenticherò la scatoletta di tonno pinne gialle che doveva essere profanata in modi indicibili. E' ancora lì, piena di olio, di tonno grasso che continua a colare. Dovevate dirlo se vi serviva l'apriscatole. Ce ne sono di economici, anche su Internet.

Per chi non lo avesse capito, questo era un modo per mostrare come sia facile scrivere un post pieno di rabbia a caso.

L'ultima volta che ho scritto un post mi sono beccato del serpente velenoso. Ora vediamo che cosa esce.


sabato 30 novembre 2013

Sfida TV per le primarie PD 2013: il punto del Tommi






Siccome tra una settimana circa ci saranno le primarie del PD, siccome se ne parla poco, sicuramente meno di quanto se ne è parlato l'anno scorso, e siccome volevo fare un post con un titolo figo ("il punto del Tommi", stile "il punto di Paolo Pagliaro") ho cercato di raccogliere un po le idee sul confronto TV andato in onda su "Sky" e su "Cielo" del digitale terrestre ieri sera.

  • Sky ha messo su un sistema di sondaggio in diretta con i telespettatori che potevano votare da casa con domanda "chi ti sta convincendo di più"... come se lo scopo ultimo fosse appunto quello di convincere una platea di polli (almeno, io l'ho letta così, ma, si sa, io sono un polemico a prescindere)
  • Però c'era il sistema "fact-checking" (quanto ci piacciono le sigle inglesi a noi), grazie al quale eventuali cagate o cose parzialmente non vere dette da qualcuno venivano sbugiardate in diretta, chiedendone giustificazione al diretto interessato. 
  • Sull'appoggio al governo Letta, Civati è l'unica voce fuori dal coro cioè vorrebbe ritornare alle urne per eleggere un governo politico e ribadisce ancora una volta che l'impianto delle larghe intese così com'è stato fatto non ha funzionato e non funzionerà. Gli altri due sostengono che gli alfaniani staranno buoni buoni e quindi il governo può proseguire  
  • Sulle privatizzazioni, tutti e tre abbastanza elusivi (vabbè avevano poco tempo), comunque Renzi è per privatizzare con criterio (non come con Telecom.. e ha ragione), Cuperlo è per un ritorno ad una maggiore presenza dello Stato nei servizi. Civati non l'ho capito molto, ma credo sia più orientato più verso un servizio di tipo pubblico.
  • Cuperlo ha tirato in ballo più volte il "senso della sinistra", una sorta di elogio dei valori ideali che il PD dovrebbe incarnare, concentrandosi molto sul tema del lavoro. In questo ricordava un pò Bersani (strano)
  • Alla richiesta di dichiarare il proprio reddito e le proprietà possedute, Civati e Cuperlo mi sono sembrati un po' in imbarazzo a dover dichiarare che percepiscono ottomila euro al mese come parlamentari.
  • Sulla questione omosessuali, unioni, affidi, Civati è quello che ha le idee più chiare: matrimoni egualitari, e affidamento a coppie omosessuali. Dritto al punto e senza tanti complimenti.
  • Renzi ha candidamente ammesso di essere più cauto sull'argomento, tuttavia si dice aperto ad un sistema di unioni alla tedesca. Nauseante la parte finale dove sviolinava il dramma reale di una coppia lesbo di sua conoscenza
  • Cuperlo pessimo su questo tema: un minuto e trenta in cui sostanzialmente ha svicolato. Quaquaraquà.
  • Renzi ha fatto una riflessione sul fatto che in Italia siamo orgogliosi solo del nostro passato, mentre invece bisogna credere in noi stessi per guardare con orgoglio al futuro. Mi ricordava un po' Crozza mentre lo imita, però questo discorso aveva un retrogusto nazionalista che ho apprezzato (vedi post precedente)
  • sulla legge elettorale l'unico che mi è parso chiaro e deciso è stato Civati: ritorno alla legge elettorale precedente con modifiche del caso. Gli altri due hanno tirato in ballo la struttura dello Stato, con un duelletto Cuperlo Renzi il quale, alla domanda "matteo, garantisci che se vinci il nostro paese rimarrà una repubblica parlamentare e non andrà verso il presidenzialismo?" ha dribblato abilmente la domanda.   
  • Da quello che ho capito a queste primarie parteciperà molta meno gente che non a quelle dell'anno scorso: i candidati parlavano di due milioni (contro tre dell'anno scorso). Sondaggi recenti abbassano questo valore ad un milione e mezzo.
  • Il sottoscritto andrà a votare. Per chi? 


giovedì 14 novembre 2013

Italia VS Europa


a due mesi (quasi) dal mio ultimo post, a piu di un mese dall'ultimo post sul blog, ecco che torno a scrivere, mosso da un rigurgito nazionalista.

durante il cazzeggio notturno, causato dalla mia insonnia leggendaria, ecco in cosa sono incappato




A curare e produrre questo crogiuolo di stereotipi e malcostumi (oltretutto in buona parte inventati di sana pianta.. come dire, ovviamente dei malcostumi ce li abbiamo, però meglio inventarsene anche altri, così da tirarci ulteriormente merda addosso) è tale Bruno Bozzetto , fumettista a me sconosciuto prima di ora, ma che pare abbia avuto un certo seguito mondiale.

Questo tipo sembra anche piuttosto in gamba, possibile che abbia partorito una puttanata del genere?
E poi mi chiedo... se l'Italia ti fa tanto schifo, e pare proprio che tu abbia i contatti giusti, perchè non te ne sei andato in qualche altro paese più civile, invece di rimanere qua e sputare sul piatto in cui mangi??

Bah


mercoledì 9 ottobre 2013

La bellezza e i suoi limiti

[Chiedo venia per l'autopromozione ma qualche volta bisogna pure parlare di sé]

Per il Festival della Scienza 2013 ho curato uno spettacolo teatrale sulla matematica dal titolo "La bellezza e i suoi limiti".


Ma insomma: a tutto c'è un limite! … o forse non è proprio così? Probabilmente non tutti sanno che questa parola, in matematica, ha un significato preciso: il limite è uno strumento utile per indagare il comportamento di fenomeni d’interesse nell’infinitamente grande (l’infinito!) e nell’infinitamente piccolo (l’infinitesimo!). Sul concetto di limite si basa la teoria del Calcolo Infinitesimale, che nel corso di oltre venti secoli ha impegnato la mente di decine e decine di pensatori. Uno scapestrato fool shakespeariano coinvolge gli spettatori in un viaggio attraverso la storia del calcolo infinitesimale, dai pitagorici ai giorni nostri, tra verità matematiche, speculazioni filosofiche e aneddoti vari. Fino a scoprire che questi concetti, incubo di generazioni di studenti, appartengono alle nostre quotidianità e possiedono un fascino a cui è difficile resistere.


Gli spettacoli si svolgeranno dal 25 ottobre al 3 novembre coi seguenti orari:
venerdì e sabato 9:00, 10:30, 12:00, 21:00
domenica 18:00

Bisogna prenotare, con una e-mail o un sms o una telefonata a me, perché il numero dei posti è limitato!

Il luogo è sempre lo stesso che molti di voi già conoscono: 
lo "Studio d'arti sceniche" di vico Tana 16r, sede della "Pinguicola sulle Vigne", la nostra 
associazione culturale. 
Da via Balbi, prendete salita Santa Brigida e prima della porta sulla scalinata trovate sulla sinistra una piazzetta, che è proprio vico Tana!

Qui trovate il programma ufficiale del Festival!

lunedì 30 settembre 2013

Quanto conta davvero


Questo è il primo lunedì post crisi di governo, il banco di prova a livello economico dove si misureranno gli effetti dell'ennesimo colpo di coda di quella parte politica (per fortuna, in questo caso, più circoscritta del previsto) sintetizzabile nella pletora di schiavi ancora una volta pronti a tutto per guadagnarsi un posto al sole, anzi un posto nello sguardo del grande capo (che poi, per loro, è un po la stessa cosa)

Chiaramente manco a dirlo questa ennesima, sfibrante crisi politica ha avuto l'effetto previsto: spread su, borse giù.



Ma questo evento come viene percepito dagli altri?

L'atmosfera che c'era nei giorni scorsi era quella che l'Italia sia destinata a tornare "osservato speciale", che tutta l'Europa ed il mondo guardino alle nostre beghe interne con interesse e preoccupazione, dato che (questo siamo stati abituati a credere) da ciò che succede nel nostro orticello dipendono in qualche modo le sorti di parte delle economie mondiali.

Ebbene, forse questo era ciò che effettivamente succedeva fino a due o tre anni fa.

A quanto pare, a giudicare dalle testate dei principali quotidiani on line europei ed extra oceanici (Financial Times, Le Monde, Le Figaro, The New York Times, Bild, Die Welt) le cose non stanno proprio così.

Non che abbia passato tutta la mattina a spulciare tutti i siti dei quotidiani di tutto il mondo, ma sono rimasto stupito del fatto che l'unico articolo in main page per quanto riguarda la crisi italiana, tra i quotidiani poc'anzi citati, si può trovare su El Paìs, in tutte le altre testate ho trovato qualche articolo marginale, nelle sezioni relative all'economia.

Ma proprio pochi, in particolare su Le Figaro troviamo scritto

Le sentiment des experts du Figaro Bourse: cette nouvelle crise ne justifie pas de s’inquiéter outre mesure sur l’évolution des marchés. À cet égard, les discussions sur la recherche d’un compromis au Congrès américain entre démocrates et républicains, sur le Budget fédéral des États-Unis et le plafond de la dette fédérale constituent un sujet de préoccupation autrement plus important pour les marchés financiers mondiaux.

Dunque, non conosco il francese ma più o meno credo si possa tradurre in

L'opinione degli esperti di economia di Le Figaro: questa nuova crisi non giustifica un'inquietudine oltre misura per quanto riguarda l'andamento dei mercati. A questo riguardo, le discussioni sulla ricerca di un compromesso al Congresso americano tra democratici e repubblicani sul bilancio federale degli US  e sul tetto del debito federale costituisce un soggetto di preoccupazione molto più importante per i mercati finanziari mondiali

Insomma, non illudiamoci di essere ancora vicini al centro del mondo.
Il nostro apparato politico fa acqua da tutte le parti, le finanze pubbliche sono al collasso, siamo l'unico paese dell'Eurozona ancora in recessione, la nostra borsa ha perso il 55% negli ultimi anni.

L'ennesima estenuante crisi di governo nostrana credo sia percepita come un'altra guerra tra poveri che si consuma in un paese, ormai, sempre più di periferia.


giovedì 19 settembre 2013

Gramellini: "Non video più"


La prima volta che lo sentii gridare Forza Italia al riparo di una siepe di finti libri rilegati in pelle, ero preoccupato ma incuriosito. Ancora non sapevo che il set era stato montato in un cantiere: se la telecamera avesse allargato l’inquadratura, avremmo scoperto che la scrivania si affacciava su un cumulo profetico di macerie. Quell’uomo d’affari uscito da un telefilm degli Anni Ottanta rappresentava la novità, la sorpresa, per molti la speranza. Ma quando di lì a qualche mese lo rividi arringare il popolo da una videocassetta, lo stupore aveva già ceduto alla delusione. Il terzo filmato produsse sconforto, il quarto fastidio. Non ricordo quando il fastidio si sia trasformato in noia. Io e i suoi video siamo invecchiati insieme: a me cadevano i capelli che crescevano a lui, nella mia libreria i volumi cambiavano mentre nella sua erano sempre gli stessi, miracolosamente intonsi. Logore, invece, le parole: promesse e minacce, sempre più vaghe. Sempre meno riusciva a farmi sorridere e spaventare, alternando la maschera tragica con quella comica sullo sfondo di arredamenti barocchi e bandieroni pomposi.   Ora è tornato a Forza Italia, ma i suoi proclami mi rimbalzano addosso come palline di pongo scagliate da una fionda sfibrata. Vedo le rughe infittirsi, le labbra spezzarsi al pari della voce. Sento parole d’amore che sprizzano livore. Dovrebbe farmi paura e invece non mi fa neanche pena. Solo tanta tristezza: per lui, per me, per noi che da vent’anni scandiamo il tempo delle nostre vite con i videomessaggi di un tizio che ha sostituito la politica con l’epica dei fatti suoi. 
["Buongiorno" di M. Gramellini, 19 settembre 2013] 

domenica 15 settembre 2013

Dato il posto in cui ci troviamo

Un suggerimento per la serata di martedì.
Claudio Bagnasco, il mio maestro di scrittura creativa, ha scritto un nuovo libro, da cui prende il titolo questo post. Si tratta di una raccolta di racconti raccolti al carcere di Marassi. E martedì 17 settembre alle 17.45 lo presenterà al palazzo della Meridiana di Genova.

Concludo il breve post con il trailer del libro (non sapevo che esistessero!!!), a martedì!

martedì 10 settembre 2013

Ghigliolo terre libere!

Dopo qualche settimana di assenza dal VP (chiedo venia!), torno a parlare di mafie e antimafie raccontando di beni sequestrati e confiscati e del loro riutilizzo sociale.

A dispetto della sua immagine di tranquilla provincia sul mar Ligure, lo spezzino "vanta" un cospicuo numero di aziende, case e terreni confiscati alla criminalità organizzata: come si può leggere sul sito dell'agenzia nazionale che li gestisce (ANBSC), in tutta la Liguria i beni confiscati sono 58, di cui 22 in provincia di Spezia e 25 nel genovese, mentre sono solo sei nell'imperiese e cinque nel savonese.
Lo scopo dell'agenzia nazionale è quello di garantire una rapida riassegnazione del bene confiscato in via definitiva ad enti ed associazioni per un riutilizzo sociale dello stesso: in questo modo oltre all'aiuto concreto ad associazioni di volontariato il bene diventa simbolo di riscatto davanti a tutta la popolazione.

Questo è quello che la politica ha legiferato per contrastare le mafie. Poi c'è la società civile, il cosiddetto volontariato: Libera, l'associazione fondata da don Luigi Ciotti che da quindici anni si batte per mantenere alta l'attenzione sui fenomeni mafiosi, promuovendo una cultura di legalità e giustizia e raccontando le storie delle tante vittime delle mafie. Una delle principali caratteristiche di Libera è quella di essere associazione di associazioni, favorendo così il dialogo e la collaborazione fra le più diverse realtà associative del territorio in cui opera.

Il coordinamento provinciale spezzino di Libera si è fatto carico dell'urgenza di assegnare i beni confiscati della nostra zona ed ha avviato un serie di incontri mirati per individuare soggetti interessati. Così "Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII" e "Consorzio Cometa", due realtà che da anni si occupano di accoglienza e recupero nei confronti di persone con disagio sociale, hanno messo insieme le loro peculiarità ed avanzato una "manifestazione d'interesse" per una villa con piscina e annessi terreni per più di 2 ettari sulle colline sarzanesi.


Il progetto si chiama "Ghigliolo Terre Libere" e prevede la costruzione di una realtà che possa dare risposte concrete a forme conclamate di disagio, creando attività, percorsi di apprendimento, conoscenza e condivisione.
In particolare la proposta prevede l’inserimento di una famiglia delle comunità che si occupi dell'accoglienza e della coltivazione dei terreni intorno alla struttura.
A lungo termine, poi, potrebbe nascere una vera e propria cooperativa sociale che si occupi di commercializzare i prodotti sotto il marchio di LiberaTerra, che danni vende prodotti da terre confiscate alle mafie.
A margine, ma non meno importante, la villa dovrebbe diventare punto di accoglienza di pellegrini della via Francigena o di gruppi giovanili di passaggio, luogo di ritrovo per associazioni locali, in generale una struttura aperta al territorio in cui avviare progetti formativi con le scuole o altri enti.

La palla passa ora in mano all'agenzia nazionale, che dovrà esprimersi sull'assegnazione: inutile dire che mi auguro non ci siano intoppi e che si possa presto vedere messo in pratica il progetto Ghigliolo Terre Libere!

lunedì 19 agosto 2013

Cose estreme - Machine Edition


Siore e siori

il VP è lieto di annunciarvi la pubblicazione dell'ultimo post di quella che, ultimamente, sembra stia diventando la rubrica più "in" e sicuramente la meno cadenzata del blog.
Questo mese la redazione di "Cose Estreme" ha scandagliato tutti i database di youtube per individuare e selezionare i video di macchinari più insoliti ed estremi del web.
Gratis per voi, ancora una volta, solo sul VP!!

Partiamo subito con la rassegna

Primo video dedicato a macchine estreme.. Poteva non essere di fattura giapponese?
"The Incredible Machine", proposta in svariati cartoni per bambini, ha preso forma e consistenza nel paese del Sol Levante. Da guardare tutto, per fare un tuffo nel passato  ma anche per rendersi conto di che razza di fuoroni siano i giappi, che con cose comuni quali libri, biglie, palline, macchinine, calamite, bottiglie realizzano delle vere e proprie "opere dinamiche".
Oltretutto vi invito ad ascoltare la musichetta iniziale, solo quella vale tutto il post.





Passiamo oltre
Ci sono tanti tipi di macchine, macchine per tagliare l'erba, macchine per impacchettare cose, macchine per produrre sigarette, e, a quanto pare, macchine che le fumano.
Si, avete capito bene: questo soggetto, secondo me un accanito fumatore, ha realizzato un apparecchio (dall'aspetto chiaramente autoprodotto, anche se di ottima fattura) che si fumasse le zizze al posto suo.
Speriamo abbia smesso, anche perchè sai che spesa dover ogni volta offrire un cicchino anche al "coso"?



Altra macchina, altro compito: dopo l'aggeggio che si fuma le sigarette, ecco a voi il primo macchinario cagante.
Si, avete letto bene anche questa volta: questi artisti/scienziati hanno messo a punto un'installazione (esposta in diversi musei) dal nome emblematico, Cloaca, in grado di masticare, assimilare, digerire e infine defecare.
Guardare per credere





Anche questa puntata di "Cose Estreme" sta per giungere al termine, ma non siate tristi..
Per salutarci con un sorriso, come video di chiusura ecco la macchina più inutile del mondo.
Che cosa fa? assolutamente niente!
Tra l'altro, si trovano in giro gli schemi di montaggio... Costruisci anche tu la "Most Useless Machine", non potrai più farne a meno!!




Alla prossima puntata!


lunedì 12 agosto 2013

L'ultima parola sul signoraggio bancario: cazzate antisemite

Carissimi
Vi racconterò una storia vera, cercando di mostrare quali siano i mali che si annidano in una Rete usata male e quanti pericoli ancora ci siano in un'epoca così priva di ordine, consapevolezza e buonsenso.

Sabato a pranzo io e altri otto amici abbiamo avuto il piacere di fare un pranzo a sud della nostra provincia, in un ristorantino molto carino che apre solo se chiami. I gestori, una coppia gioviale di sessantenni, sono genovesi e fanno dell'ottima cucina ligure per essere in terra emiliana. Il tutto ad un prezzo giusto. Io e la mia piccola brigata abbiamo avuto modo, dopo pranzo, di gustare un'ottima grappa mentre discutevamo animatamente di politica. Io ho dato prova della mia solita irruenza nel presentare le mie idee, tanto da attirare l'attenzione degli altri astanti, di età avanzata e, a quanto pare, anche del gestore. Andando a banco per ordinare due gelati e qualche birra io ed un mio amico che ha votato M5S siamo stati abbordati da lui in una discussione scioccante. I corsivi sono parole udite personalmente.

Di punto in bianco. "Ma voi lo sapete a chi appartiene la banca d'Italia? Essa appartiene allo Stato solo per il 4%. Il resto sono privati." Io ho pensato: "Eccoci. Il solito che ha letto due cagate su Internet e ora crede di rivelarci cose mai udite prima, perché la televisione non le dice. Divertiamoci..." Il punto era essenzialmente questo: un pezzo di carta vale 30 centesimi, molto meno di ciò che viene dichiarato valere alla gente. La differenza me la tengo io privato alle spese di noi poveri idioti. Devo riconoscere di essere stato avvinto dai modi mellifui di questo individuo, che d'ora in poi sarà semplicemente G. Fin qui nulla di drammatico, ma "questi qui modificano il corso della Storia per fare in modo che le cose possano continuare ad andare avanti così, privando gli stati della loro indipendenza monetaria". Allo scopo, addusse due esempi: Saddam Hussein e Gheddafi stavano pensando di iniziare a vendere e comprare oro in euro. Che fine hanno fatto? Qui ci fu il primo di molti sguardi di intesa, accompagnati da un sorrisino, come a dire "Lo vedi? Tutto torna! E ti sto rivelando una cosa che non sapevi, dì la verità...", quell'atteggiamento tipico di quei segaioli di Internet che oramai ben conosciamo, quel modo da complotto, quel senso di "Io e te ci capiamo..." A questo punto ho ribattuto con un "Beh, che le guerre si facciano per ragioni economiche oramai ben lo sappiamo insomma... Nulla di nuovo. E' il materialismo storico di Marx..." Negli occhi di G. un lampo. Essi scintillarono in un modo che non so riportare.

La mia osservazione venne presa come un "La pensiamo allo stesso modo", quando intendevo solo dire con modi civili che non mi stava rivelando un cazzo e che il suo sorrisino poteva farlo tornare sotto la gonna di sua moglie. E' iniziata l'esposizione di un'accozzaglia di cose trite e ritrite. Ho volutamente tirato la corda lasciandolo parlare. Dopotutto ero nel suo locale.

"Vogliamo parlare di Kennedy? Egli volle iniziare a stampar moneta per conto suo. Ma accadde quel che accadde a Dallas quel giorno per caso, no?" "Non parliamo dei simboli massonici impressi sul dollaro, sono solo stupidaggini no?" "Beh, se fosse così capisce bene che sarebbe difficile uscirne fuori..." "Dura così da migliaia di anni. Hai presente l'episodio di Cristo che entra nel tempio e se la prende con quelli del Sinedrio? Non se la prese con i sacerdoti. Se la prese con i cambiavalute ebrei. Da lì la famosa frase date a Cesare quel che è di Cesare..." Campanellino d'allarme. Lontano. Inizio lentamente a capire. "Lo sai quando sono nate le banche?" "Nel Seicento" "Esatto. Guglielmo d'Orange combatteva una guerra. Fu portato da tre ebrei in uno scantinato. Essi gli proposero questo nuovo modo per iniziare ad armarsi meglio e più degli altri... Credo fossero i Rothschild..." Secondo campanello. Ma che cosa mi ricordavano questi discorsi? "Una volta Honoré de Balzac disse che se gli uomini sapessero cosa si cela dietro alle manovre dei potenti troverebbero delle cose terribili." "Lincoln dichiarò che nulla gli importava degli schiavi. Ammise che la guerra di Secessione rispondeva ad una precisa esigenza di far tornare certi conti..." A questo punto G. si accese una sigaretta nel suo locale, incurante degli altri clienti. Terzo campanello: lo Stato, questo stronzo. Passai automaticamente al tu. "Scusami... Ma abbiamo fatto casino prima a parlare di politica? Per questo hai ritenuto potessero interessarci queste cose? Ma quali sono le tue fonti? Le cose vanno dimostrate..." "Ne parlo con voi perché se non interessano a voi giovani queste cose a chi? Noi qui, ora, parlando, è come stessimo facendo una piccola rivoluzione. Il professor Auriti ha cambiato la mia vita. Io voglio solo riportare la mia esperienza." "E sapete che cos'è il gruppo Bilderberg? Se non lo sapete chiedetelo al nostro Presidente del Consiglio Enrico Letta..."

A questo punto autentico coup de theatre. Dovete sapere che sul bancone erano presenti due di quei campanelli che sono di solito nelle reception degli alberghi per richiamare il personale. Un caro amico, convinto che dovesse liberarmi dalla situazione, complice qualche grappa di troppo, ha iniziato ad usarlo davanti a G. in modo singolare, dapprima suonandolo ripetutamente come a tentare di arginare il fiume di parole, poi giocandoci nel seguente modo: lui si poneva ad alta voce una domanda, poi suonava il campanello come fosse stato ad un telequiz e rispondeva da sé alla domanda. "Chi è il più grande nazista di tutti i tempi?" (occhiolino) Drin. "Adolf Hitler." "Chi è il più grande esperto di nazismo di tutti i tempi?" Drin. "Bolo!" G. lo ha ignorato sino a questo punto. Al che ho colto prontamente l'occasione. "Scusalo, è che sto leggendo una Storia del Terzo Reich..." "Anche Hitler stampò moneta senza chiedere nulla a nessuno." "Questo è vero..." Sorrisino finale. "Anche lui ha fatto la fine che ha fatto..." 

Era troppo. Sono sbottato e gli ho detto: "Hai votato M5S!!! Lo sapevo..." Sono stato stupido. Stupido perché a quel punto gli avrei dovuto gridare "Sei un fascista!!!"; ma l'impressione che mi aveva dato sino a quel momento ha condizionato la mia lingua semibrilla nel momento decisivo. "Questo oppio della destra e della sinistra dei partiti è stata inventato per continuare a distogliere la gente dal vero problema... No, io e Gr siamo stati educati dal professor Auriti su come vanno le cose. Io ho partecipo ai convegni di Forza Nuova. Ho sempre detto ai sindacalisti che le cose che avevo da dire sarebbero interessate anche a loro, ma questi qui non capiscono un cazzo". Tutta la forza d'animo di cui dispongo si è concentrata in quel momento nel mio corpo, sono arretrato di due passi, non spiccicando più una sola parola. Mentre il mio amico, che a inizio conversazione aveva intervallato come me lo sproloquio con qualche commento interessato, continuava ad interloquire con lui, io mi sono mangiato le mani per tacere. G. ha poi mostrato una banconota di una ipotetica nuova moneta "che sarebbe una valida alternativa per emanciparci". Osservo al volo che il mio amico grillino ha poi dichiarato che quello "era un coglione. Ma sono tutte cose vere."

Non meritava la mia attenzione. Mi aveva ingannato con delle puttanate pseudoculturali prima di rivelarsi per quello che era: un fascista antisemita. Prima di uscire (ricordo ora, senza aver visto uno straccio di scontrino) con un altezzoso "arrivederci", che sapeva di "non mi vedrai mai più", l'ho udito dire che tre erano i libri sul suo comodino: "Il Capitale di Marx, il Vangelo di Matteo e un testo del professor Auriti." 

Qui inizia la mia analisi. Non ho bisogno di smontare le panzane storiche di questo tipo. Le connessioni sono talmente audaci e prive di senso che possono solo far ridere. Dan Brown gli fa una sega a questo bonario gestore panzone che crede di essere il rappresentante di una razza superiore. Mi ha enormemente interessato di più la sconcertante confusione delle idee che vive in queste persone che si credono informate, avendo letto solo una riga di un pò di tutto. Fascisti con Marx sul comodino?! E' pericolosa questa gente, perché si è evoluta, si è emancipata dal manicheismo "destra vs sinistra", si è "raffinata" strada facendo. E ho finalmente compreso quali fossero le sottili implicazioni, ignote ai tempi in questo blog, sottese alla teoria del signoraggio bancario. Le implicazioni sono che le teorie del complotto di questo genere affondano le radici in un terreno antisemita di vecchia data, fondato sul falso storico dei Protocolli dei Savi di Sion, un documento la cui produzione fu volta a dimostrare che il mondo è in mano all'economia ebraica, una ipotetica enorme cospirazione internazionale in atto da sempre. Una porcata. E di questi tempi coloro che più si scagliano in Italia contro le banche e le sue logiche (sbagliate quanto volete) sono i grillini, il cui terreno ideologico in questa materia non può più essere messo in discussione.

Signori miei io sono tornato a casa turbato. Arrabbiato con me stesso per non aver urlato come avrei voluto. Arrabbiato per aver lasciato parlare uno le cui idee costituiscono oggi reato, "apologia del fascismo". Arrabbiato all'idea che, come questo, ce ne possano essere moltissimi altri. Arrabbiato all'idea che possa anche aver solo lontanamente pensato di avermi influenzato in qualche modo. Sconcertato all'idea che esista, di sottofondo, un humus di sentimenti che, inconsapevolmente, hanno relazioni pericolose con idee pericolose. Sotto sotto, in merito a certe idee, c'è un comune modus pensandi di matrice inconsapevolmente fascista. La maggior parte della gente sfoga questo pensiero votando semplicemente a destra o in generale chi urla di averlo più duro degli altri. Ultimamente parte (chiunque ribatta "non fare di tutta l'erba un fascio" dimostri di aver letto questo bold. Grazie.) di questa generazione più evoluta, quella "informata", si è messa a votare M5S. I quali stanno adottando un meccanismo prodigioso: rendere la gente sfrontatamente sensibile ai complotti, portandola a vederne dappertutto e rassicurarla sul fatto che le informazioni che vengono fornite dal blog del partito sono attendibili, mentre tutte le altre non lo sono. Questo senso di sicurezza è la vera carta vincente del M5S, molto più di tutte le altre stronzate a cui oramai ci hanno abituato.

Mio fratello mi ha rassicurato che questi nostalgici se la cantano e se la suonano da soli, in questi tristi ritrovi tra quattro gatti. Penso che sia vero. Ma penso che sarebbe importante non lasciar penetrare neanche una sola idea derivata da queste follie fasciste in altri movimenti. Il fatto che abbia confuso un fascista antisemita con le teorie di moda presso certi ambienti grillini dovrebbe far riflettere. La loro base ideologica è essenzialmente la stessa. Perlomeno parlando di economia.

Concludo. Mi spingo oltre. Da qui alla fine del post suppongo che sia tutto vero. Se fosse tutto vero, a me misero profano fottuto da qualche banchiere, converrebbe vivere in uno Stato che segue le regole o farmi piombare addosso tutti i mali del mondo, dopo aver pestato i piedi a questi potentissimi cattivoni? Preso atto della situazione che cosa succede? Soluzioni? Proposte? Se è un piano in piedi da centinaia di anni, speriamo davvero di scalzare via questi mostri dai loro troni, mostri che reggono i destini di dittature, re, regine, parlamenti? Mi metto a frodare più che posso perché dopotutto il mondo governato da merde? E' una squallida scusa per giustificarmi tutto? Sotto sotto vorrei prendere il loro posto? Ci sono delle soluzioni reali per uscire da questo ginepraio di complotti, senza magari essere fatti fuori? Insomma qual'è LO SCOPO di informare la gente di questo stato delle cose se poi di soluzioni concrete non se ne propongono? Uscire dall'Europa? E poi?

Ecco il punto. Sotto sotto vorrei prendere il loro posto e mi ritrovo ad assumere gli stessi atteggiamenti di coloro che ritengo di combattere: senso di elezione e linguaggio ben definito e proprio degli aderenti alla nuova ideologia che devono potersi riconoscere e distinguere bene (nomignoli per i nemici politici, ironia a fiumi, simboli, letture sì e letture no, teoremi decisi che non possono essere messi in discussione, scelta di un leader carismatico le cui parole valgono oro). Musica già sentita.

No signori. Il punto è sempre lì. Qui si sta fomentando la gente senza scopo, dandole da mangiare aria e accumulando voti in modo intelligente basandosi sul vecchio gioco di inventarsi un nemico comune: i partiti, le banche e i potenti in generale per coloro che non ci vanno troppo per il sottile.

Spero che in questo blog, dopo questo post, non ci si ponga più dubbi sulla non attendibilità delle teorie del signoraggio bancario. Esse sono inattendibili perché sono nate in un terreno ideologico di un certo genere con i suoi scopi precisi e le sue motivazioni definite: antisemitismo classico. Lasciamo per favore queste elucubrazioni ai nostalgici e agli appassionati di libri di fantapolitica.

venerdì 9 agosto 2013

Yahoo notizie: è già la seconda volta....


... che leggendo le tue idiozie penso che tutto sommato uno scopo di esistere ce l'hai pure tu

Ecco che, durante il mio consueto cazzeggio webbico incappo nel nuovo spot della FIAT 500L destinato al mercato USA.

Carino ed originale questo spot, nel quale ad una coppia che compra la loro nuova car fiammante viene donato un optional speciale: una autentica famiglia italiana che vive nel sedile posteriore e che, chiaramente, è impregnata di tutte le caratteristiche un po' caciarone che evidentemente (probabilmente a ragion veduta) incarnano la proiezione dell'italiano medio all'estero

All'inizio con il mio solito nazionalismo malcelato ho subito guardato torvo cercando di capire dove fosse il confine tra lo scherzo e la presa per il culo.. TUTTAVIA i vari "stereotipi italici" alla fine diventano uno dei punti di forza dell'italianità, finalmente sdoganati e collocati al posto che meritano, ossia quello dell'essere una caratteristica che ci contraddistingue, nel bene e nel male, e che fa parte di noi.

QUI il link alla pagina (su youtube non l'ho trovato)

brava FIAT, perchè però in Italia continui a propinarci dei cessi di pubblicità?

mercoledì 7 agosto 2013

The Rise and Fall of the Third Reich (III)

Carissimi
se potessi dare un sottotitolo a questo post lo intitolerei Costituzionale un cazzo.

Ricorderete come, dopo anni di riflessioni, Hitler giunse alla conclusione che il potere non si sarebbe mai potuto ottenere senza l'appoggio di almeno due dei tre poteri forti della Germania del tempo: il presidente, i grandi finanziatori e l'esercito. Per garantirsi la certezza della riuscita, organizzò un autentico coup de theatre che di fatto fu la sua chiave per diventare dittatore istituzionalmente, in un momento peraltro in cui i suoi consensi erano in calo. Quindi "costituzionale un cazzo", perché forzare gli eventi a proprio uso e consumo è barare.

Il fatto di cui parlo è stato immortalato in foto: l'incendio del Reichstag, il Parlamento tedesco. Con la panzana che i comunisti volevano tentare un colpo di stato e che avevano incendiato loro il Reichstag, il presidente Hindenburg si vide costretto a rendere effettivo un decreto di emergenza, secondo il quale era possibile sospendere i diritti civili, una sorta di perenne stato marziale ("per la protezione del popolo e dello Stato, una misura difensiva contro gli atti di violenza commessi dai comunisti..."). Decreto che rimase attivo sino alla fine della guerra.

"...restrizioni della libertà personale, del diritto di libera espressione delle opinioni, compresa la libertà di stampa, del diritto di riunione ed associazione, violazioni del segreto nelle comunicazioni postali, telegrafiche e telefoniche private, mandati di perquisizione, ordini di confisca e restrizioni della proprietà sono permessi anche al di là dei limiti legali in vigore."

Del resto mi si potrebbe dire che, da un certo punto in poi, costituzionale o meno poco importa. Hitler e i nazionalsocialisti controllavano tutto, il Parlamento era una farsa, la figura del cancelliere (il nostro presidente del Consiglio) e del presidente erano state unite nella nuova carica del "Fuhrer" (la "guida", una parola tedesca simile al nostro "duce"), le elezioni erano una mera formalità retta dal terrore, con punte di consensi oltre il 99%.

Collateralmente, lezione che tutti i potenti furbi del dopoguerra hanno imparato, faccio anche un cenno al modo in cui, perlomeno inizialmente, Hitler poté accumulare così tanti consensi. La parola socialismo, presente nella parola "nazionalsocialismo", fu uno specchietto per le allodole per raccogliere tutti i delusi dalla sinistra. Qualcuno che credeva fermamente nella componente "sociale" del movimento c'era, anche tra i dirigenti del partito (penso in particolare a Gregor Strasser, il quale fu ucciso durante la purga della notte del 30 giugno 1934). Componente presto dimenticata per svelare il vero piano di Hitler, vagheggiato nelle pagine di "Mein Kampf" ed evidente a tutti almeno dal 1936: la guerra.

Questa puttanata del "socialismo" è propria anche di taluni che, ancora oggi, ti guardano e ti dicono che "Mussolini all'inizio era un socialista!" Come se il nome di un partito o le idee fintamente professate da un suo leader possano cambiare lo stato reale delle cose: assassini, briganti, avventurieri e psicopatici.

venerdì 2 agosto 2013

E' finita?

Io penso che la sentenza di ieri segni inevitabilmente la fine di un'epoca in cui tutta la politica italiana si misurava con la figura di Silvio Berlusconi: egli era presidente carismatico e leader indiscusso del principale partito di centrodestra e ora per forza di cose dovrà ridimensionare drasticamente il suo ruolo.


Come tanti facevano notare, non esiste un solo indizio che faccia dubitare dell'imparzialità dei giudici di cassazione che ieri hanno emesso la sentenza, nessuna vicinanza a Magistratura Democratica, nessuna tinta rossa di capelli, nessun calzino turchese, niente, semplici magistrati che hanno compiuto il loro dovere. Non hanno riscontrato irregolarità nei due gradi precedenti di giudizio, quindi nessuna persecuzioni a danno di B, e non si sono fatti intimorire dalle importanti conseguenze del loro pronunciamento. Ergo, i cittadini italiani trovano confermata una fondamentale verità costituzionale:
la legge è uguale per tutti.

Non festeggio per un condannato in più, mi rattristo per il fatto che quel condannato abbia governato per NOVE anni l'Italia.


Ma non è finita qui, se n'è parlato tante volte: l'eredità culturale di questo ventennio ci è entrata nel sangue, quasi nel Dna, e bisognerà lottare duramente per cancellarla. Lo si vede nell'atteggiamento sfrontato di certa politica, nel comportamento impunito di certi dirigenti pubblici, nel fanatismo verso la sua persona da parte di fan e sostenitori ma anche nell'odio e nella perversione di certi suoi avversari che hanno impostato la carriera sulla distruzione sistematica della sua persona.

L'Italia è stanca, lacerata, disillusa. Non c'è niente da festeggiare.

giovedì 1 agosto 2013

Cose estreme atto II


A grande richiesta torna l'attesissimo appuntamento con i video più pazzeschi del web.
Ma non tutti, solo i migliori, qui, per voi, sul VP!
Partiamo subito


Ricordate la storia di Guglielmo Tell che con arco e frecce colpiva la mela posizionata sopra la testa del figlio? e quella dello spadaccino capace di spegnere una candela?
Questo coreano è un po' un misto dei due, ma lui usa un aggeggio più divertente: il boomerang!





nella prima puntata di "Cose Estreme" avevo pubblicato un video di tuffi.. anche in questo caso non poteva mancare qualcosa del genere.
Questo professore vuole dimostrare a tutti che l'attrito dell'acqua può assorbire la forza cinetica di un corpo ad alta velocità in breve spazio, se la superficie è sufficientemente ampia.
E' proprio per questo che si tuffa da 11 metri atterrando di pancia dentro una piscina per bambini dove ci sono 30 cm d'acqua. Guardare per credere



Il surf è il protagonista del prossimo video.
Questo surfista senza paura lo usa per buttarsi giù da una montagna.. Si avete capito bene: una montagna.. d'acqua!



Chi non si è mai divertito a costruire un castello di carte? il mio record personale è 11 piani, e pensavo anche fosse un buon risultato prima di vedere cosa riesce a costruire questo pazzo che risponde al nome di Bryan Berg.
Video in stop motion davvero carino




martedì 30 luglio 2013

Chapeau


Chi mi conosce sa che la Chiesa Cattolica (come istituzione) non mi è mai molto piaciuta.

Non mi piace la struttura gerarchica, sessista e rigida su cui si basa, non mi piace il giro di potere economico che si è venuto a creare, non mi piacciono gli scandali irrisolti e le ambigue connessioni che erano emerse negli anni ottanta, non mi piace l'enorme e spropositato potere immobiliare che ha sul territorio italiano, non mi piace che ci siano esercizi commerciali, scuole, alberghi, ecc con un regime fiscale speciale, detesto con tutte le mie forze l'influenza cattolica nell'educazione offerta dalle scuole italiane (vedi QUI), trovo grottesca e immorale la contraddizione con la quale chi predica la sobrietà e l'austerità lo faccia vestendo tuniche pregiate e portando anelli e crocefissi d'oro, e soprattutto non sopporto le ingerenze (legittimate, tra l'altro, da questo o quel partito, a seconda della situazione) esercitate sul nostro Stato che dovrebbe essere laico.

Attenzione, non ho nulla contro chi crede, anzi... E so bene che della Chiesa fanno parte bravissime persone, che si impegnano duramente e fanno mille sacrifici dedicando la propria vita a chi ha bisogno, per cercare di migliorare questo mondo.



Ne fanno parte, tra l'altro, persone che, da una posizione nella quale sarebbe probabilmente molto più semplice appoggiare ed appoggiarsi a certi dogmi  sessofobi e conservatori, finalmente dimostrano quell' intelligenza, umiltà e rispetto per dire "non mi permetto di giudicare un gay"

E' una cosa forte, secondo me. Una piccola rivoluzione, ma neanche tanto piccola in realtà.
Speriamo sia la prima di una lunga serie!!

Grande Bergoglio, chapeau!!


venerdì 26 luglio 2013

cinque mesi da.....

voglio dedicare questo mio 50° post sul VP ad una questione "interna", sottoponendovi un indovinello

oggi, 26 luglio, ricorrono i 5 mesi da un avvenimento che riguarda il blog (anche ieri, 25 luglio, ricorreva un analogo mesiversario)... Quale?

PS chi indovina non vince nulla

giovedì 25 luglio 2013

...

"Evasione per sopravvivere". Qui rischio di essere querelato se scrivo tutto ciò che mi passa per la testa. Vi lascio immaginare quanto sia scandalizzato dalle dichiarazioni di un noto esponente del PD, che oramai si abbassa a perpetrare la storica demagogia del PDL.

Le tasse sono giuste. Chi non le paga meriterebbe la galera. Il fatto che se così facessi in questo istante svuoterei le strade, i pub, città intere non mi turba. NON EVADE CHI DEVE SOPRAVVIVERE, PERCHE' CHI DEVE SOPRAVVIVERE PROBABILMENTE HA LA BUSTA PAGA QUINDI NON EVADE. Avrei voglia di bestemmiare. Cazzoooooooooooooooooooooooooooooooooooooo, come mi arrabbiooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!

Pensa te se mi devo ridurre a scrivere ovvietà.

mercoledì 24 luglio 2013

The Rise and Fall of the Third Reich (II)

Carissimi
leggendo sistematicamente il libro di cui vi ho parlato l'altra volta, sono incappato in un episodio che non ricordavo, terrificante: il rogo dei libri (in tedesco Bücherverbrennungen), operato in molte città tedesche, dopo l'avvento al potere di Hitler nel gennaio del 1933.

Di striscio osservo che praticamente tutte le misure di nazificazione della Germania potevano dirsi concluse alla fine del 1933. Non meno importanti di altri furono gli interventi nella cultura, nel sistema educativo e nell'istruzione, di ogni ordine e grado. Emblema di questa prostituzione della cultura, il rogo di tutti i libri ritenuti pericolosi per il mantenimento della purezza della mentalità e della cultura tedesche. Al di là dei soliti Marx, Lukacs, Lenin e via dicendo (esponenti di quel "bolscevismo" odiato in egual misura dai nazisti e dalle democrazie occidentali di inglesi e francesi), mi sono sorpreso di trovare testi anche di autori non ebrei e non "bolscevichi", a rimarcare la degenerazione culturale di cui la Germania fu preda in quei giorni.

Le teorie fisiche di Einstein erano ritenute in tutte le università tedesche espressione di una cospirazione ebraica mondiale, con scopo il declino delle scienze naturali germaniche. Proust fu bruciato (questa però è un'opinione mia) perché nel suo capolavoro espone delle vite sessuali e sentimentali decisamente libere da schemi, con delle riflessioni sull'arte non gradite (è ironico che Proust fosse, come Hitler, grande estimatore della musica di Wagner). André Gide (omosessuale), James Joyce (emblema di un'arte "degenerata a puro esercizio intellettuale"), Sigmund Freud, Thomas Mann, Bertold Brecht, Hermann Hesse, Ernest Hemingway (per citare solo quelli di cui so qualcosa).

Il rogo dei libri (più in generale la distruzione di materiale culturalmente scomodo) non è unicamente ascrivibile al nazismo. Passate alla storia certamente la distruzione della biblioteca di Alessandria e il rogo di opere d'arte perpetrato da Savonarola a Firenze nel Quattrocento. Ma capite bene che di immagini reali di questi atti non ce ne sono pervenute, rimangono un pò mitiche, lontane, facenti parte di un mondo "precedente", che nella nostra mente è pure inconsciamente un pò "indietro". Invece qui meno di cento anni fa ci si ritrovava pubblicamente in piazza a bruciare libri, ci sono testimonianze fotografiche del fatto. E' in un certo senso più disturbante.

La cultura in uno stato totalitario coincide con il punto di vista del partito che, sotto molti aspetti, é lo Stato. Non è ammissibile alcun confronto. E' ironico pure il fatto che la Germania, in fondo all'abisso culturale in cui cadde dopo aver donato al mondo il meglio del meglio, trovò proprio una delle molte ragioni della sconfitta del nazismo: le teorie "ebraiche" di Einstein potevano essere utili nella corsa all'armamento atomico, raggiunto prima dagli Alleati. Esse furono bandite e gettate via, recuperate solo troppo tardi. Per fortuna.

Il fatto è che uno stato privo di cultura si atrofizza, si fiacca, si blocca in una visione prestampata e definitiva. La vita è movimento, mutamento. Non ci si può fermare in un punto. Lo scopo è sempre cercare di guardare oltre. Solo un folle molto intelligente ha potuto dare a bere ad un popolo intero che il Terzo Reich sarebbe durato "per mille anni". La cosa che turba un poco è che basta cambiare l'istruzione e l'informazione e il mondo lo modelli a immagine della tua mente di dittatore, anche se malata e perversa. Dimostrerò con il tempo che si è trattato di questo, anche nella nostra Italia recente. Con tutte le sfaccettature di responsabilità della sinistra, che in Germania pagò a carissimo prezzo la sua idealistica difficoltà a concludere nei fatti. Ma delle responsabilità interne ed esterne all'avvento del nazismo parlerò a tempo debito.

Ci sembra di poter concludere che uno stato, anche uno stato totalitario, non possa sopravvivere senza cultura. D'altronde uno stato totalitario esclude per definizione la cultura, che è scambio, confronto, differenti strumenti di lettura del mondo e di noi stessi. In uno stato totalitario esiste solo il partito che ha il 100% del Parlamento, che controlla ogni aspetto della tua vita, del tuo corpo e della tua mente. Più in generale il potere senza cultura determina l'inefficienza del potere stesso. Del resto ho scoperto l'acqua calda: questo è essenzialmente il messaggio di Platone, al di là delle stupidaggini vecchie di duemilaquattrocento anni. TEOREMA: uno stato totalitario non può durare. Nel frattempo può magari portare il mondo sull'orlo della fine, ma non può durare.


mercoledì 17 luglio 2013

Riparte il futuro #2

A febbraio avevo raccontato di un'iniziativa per elezioni politiche 2013 chiamata "Riparte il futuro".

Avendo a suo tempo sottoscritto l'appello mi arrivano periodicamente gli aggiornamenti via email sul destino di questa iniziativa, che aveva al primo punto la modifica della norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416ter), ovvero "l'estensione della perseguibilità dello scambio elettorale politico mafioso non solo alla dazione di denaro ma anche all’altra utilità (incarichi, appalti, informazioni)".


Nel frattempo si è costituito un intergruppo parlamentare che ha elaborato una proposta di legge in questo senso: ieri, 16 luglio, la Camera ha votato all'unanimità (503 favorevoli e 127 assenti) questa riforma. Mi piace riportare le parole di don Ciotti, da vent'anni impegnato nell'avventura di Libera contro le mafie e la corruzione:
«L’approvazione del nuovo 416ter sullo scambio elettorale politico-mafioso è, sotto tre diversi aspetti, un piccolo ma significativo passo avanti.L’aspetto tecnico: la norma finalmente estende la perseguibilità del reato, oltre che allo scambio di denaro, ad altre “utilità”.L’aspetto culturale: viene implicitamente riconosciuto che la corruzione è un problema di democrazia, di vuoto di diritti colmati con la sottocultura della raccomandazione, del favore, del privilegio, dell’abuso.L’aspetto sociale e politico: è il frutto di una collaborazione fra la società responsabile – gli oltre 270mila cittadini che hanno firmato la petizione della Campagna Riparte il Futuro, promossa da Libera e Gruppo Abele per un più serio contrasto alla corruzione – e quella parte di politica seria che ne ha accolto e promosso l’appello.Si tratta ora di procedere su questa strada, perché i passi da fare sono ancora molti. Con una certezza: che quando si uniscono le forze – e ciascuno, nel suo ambito, fa la sua parte – si costruisce cambiamento. È sempre il ‘noi’ che vince».

Ora manca il passaggio del voto al Senato, per questo viene promossa una nuova raccolta firme per chiedere al presidente Grasso di mettere in calendario la votazione prima della fine estate, visto il clima politico di "leggera" instabilità. Se vi va, leggete e firmate!

lunedì 15 luglio 2013

The Rise and Fall of the Third Reich (I)

Carissimi
dopo aver finito il libro di Dostoevskij sono passato alla saggistica. Dopo simili livelli di letteratura bisogna necessariamente staccare un pò. Nel farlo sono tornato ad un mio antico interesse, espresso peraltro da un mio post di anni fa: il nazismo.

Anni fa ho letto due testi in merito, uno alquanto divulgativo "Storia della Germania Nazista" di cui non ricordo l'autore, l'altro la a quanto pare celebre biografia di Hitler di Joachim Fest. Ma scuriosando nella fornitissima biblioteca di Castelnuovo mi sono imbattuto in un libro, "Storia del Terzo Reich", di tal Shirer, americano, che ha subito catturato il mio interesse. Oltre a costituire una mole di informazioni incredibili (oltre 1200 pagine), si tratta un'analisi "a caldo", essendo la prima edizione del libro del 1959, con tutti i limiti intrinseci dovuti a questo fatto. L'autore ha avuto modo di visionare personalmente documenti e materiale di prima mano, conversazioni private, interviste a coloro che hanno vissuto quegli anni; inoltre visse in Germania per un certo periodo negli anni Trenta.

La conferma di avere a che fare con un libro "storico" mi venne da mia madre che, appena lo vide, mi disse che quando lavorava a fine anni Sessanta in una libreria di via Porta degli Archi a Genova, ora scomparsa, lo vendeva moltissimo. Malgrado i limiti ovvi che un'opera simile ha, vista la mentalità retrò di chi scrive e il fatto che si parla di un libro apparso appena a dieci anni di distanza dai fatti, esso è assolutamente godibile. Ho divorato le prime 150 pagine in un baleno.

Come scrissi in quel post, non bisogna mai smettere di indagare e cercare di capire meglio. Shirer, in queste prime pagine, come fosse un ottimo didatta, stressa pesantemente un aspetto, citando fonti e riportando fatti, che non mi era mai capitato di vedere in modo così netto. Dovete sapere che Hitler tentò un primo colpo di Stato in Baviera nel 1923, una comica, se penso a come fu organizzato, passato alla storia come "il putsch della birreria", in seguito al quale Hitler fu imprigionato per sei mesi. Dopo questo flop e memore delle sue riflessioni risalenti a quando vagabondava a Vienna, il futuro dittatore concentrò tutte le sue forze a conquistare il potere in modo rigorosamente costituzionale. Non fu un caso, intendiamoci. Fu una manovra assolutamente calcolata, come dimostrano la condotta relativamente tranquilla che tenne nei dieci anni dopo il colpo di Stato fallito e molte sue dichiarazioni successive. Gli attacchi politici e fisici verso gli avversari e le imperdonabili negligenze dei governanti di allora sono nulla in confronto ai dati: su trentuno milioni di elettori, nel 1928 i nazisti ottennero solo 810.000 voti; nel 1930 i voti salirono a 6.409.600, rendendo il partito nazista il secondo partito del paese.

Importante sottolineare che la crisi del '29 contribuì certamente a mostrare il nuovo partito nazista come il salvatore della patria. Impossibile poi non ricordare la leggenda, che Hitler seppe sempre usare a proprio vantaggio, dei "criminali di novembre": la Grande Guerra era stata perduta nel novembre del '18 a causa di coloro che, dall'interno, pugnalarono alle spalle la Germania (?!). Inutile dire che per Hitler questi responsabili erano i marxisti, i socialisti e gli ebrei. Il tedesco medio visse sempre con una certa stizza questa faccenda di aver perduto la prima guerra mondiale. Unendo a questo il fatto che il '29 mise in ginocchio il paese, generando milioni di disoccupati, forse non dovrebbe sorprendere il dato sopra riportato.

Concludo. Sono particolarmente interessanti le seguenti righe di Hitler sul problema economico. Qui si esprimono insieme il suo antimarxismo e il suo anticapitalismo, una dicotomia davvero originale se giudicata con i metri odierni. Qui, in definitiva, si stabilisce un'alternativa sia al capitalismo democratico sia al marxismo, entrambi caratterizzati dall'ossessione del problema economico. Alternativa sconfitta durante la seconda guerra mondiale.

"Lo Stato non ha proprio nulla a che vedere con determinate teorie economiche o con determinati sviluppi commerciali. Lo Stato è un organismo razziale, non economico. La forza intima di uno Stato coincide rarissimamente con i cosiddetti apogei economici. Non sono le qualità materiali, ma le virtù ideali a contribuire alla formazione di uno Stato. Solo su queste premesse l'economia può fiorire. Ogni qualvolta l'economia diventò l'unico contenuto dell'esistenza del nostro popolo e soffocò le virtù ideali, lo Stato precipitò in rovina..."

sabato 13 luglio 2013

La zanzara, Taormina e le risate di Parenzo


Da qualche giorno, stanco dei soliti CD che ho in macchina da anni, ho scoperto la trasmissione radiofonica "La zanzara", su Radio24, condotto da Giuseppe Cruciani e Daniel David Parenzo.

Per chi non conoscesse la trasmissione devo dire che è divertente: i conduttori commentano notizie per lo piu politiche insieme agli interventi degli ascoltatori, il tutto in maniera piuttosto ruvida .
Leggasi: spesso e volentieri insultano i telespettatori, i quali nonostante conoscano bene il rischio fanno la coda per chiamare (tutto ciò ha un profumo familiare, mi ricorda molto "Gigi il Troione" -RIP-)

Ovviamente ci sono anche tanti ospiti, per lo piu del mondo della politica: Cacciari, Salvini, Biancofiore, per citare alcuni, anch'essi incalzati dalle domande dei giornalisti e, a volte, insultati dal pubblico che chiama da casa.

E' evidente che questa tecnica giornalistica dia i suoi frutti, e devo dire che Cruciani è piuttosto abile nel vestire i panni del cinico, Parenzo a volte da l'impressione di recitare la parte dell'incazzato, ma il risultato è comunque positivo.

Contento della mia scoperta, tornato a casa ho cercato un po di info sui due, e sono incappato nella registrazione di una puntata nel quale, ospite d'onore era -udite udite- l'avvocato Taormina.

Inutile dire che siano iniziate ad arrivare telefonate di insulti, direi piu che meritati, qua sotto un pezzo della trasmissione. E' abbastanza lungo, e per certi versi anche irritante, dato che per la maggior parte del tempo è parlarsi addosso senza dire nulla se non insulti.




Tuttavia il "fenomeno" (che è stato anche parlamentare per Forza Italia nonchè sottosegretario del Ministero degli Interni)  è arrivato a dichiarare

"io ho fatto assolvere un nome importante della politica italiana, ma che in realtà era un criminale concusso e che ha truffato lo Stato" 
E ancora  
"Io ho fottuto la magistratura, cosa c'è di piu bello?"


In tutto questo Parenzo se la rideva beatamente.
Capisco che per fare audience bisogna inventarsene di ogni, capisco anche che tu stia gongolando come un pazzo perchè sai che lo share sta salendo, però cristo, avete invitato uno che ha fatto mani in pasta col malaffare, coi disonesti, coi truffatori dello Stato, uno cho oltretutto con quel suo ghigno ha anche la paraculaggine di vantarsene in pubblico, con quella spocchia e quel senso di impunità di chi pensa essere intoccabile.

Insomma, mentre sto fenomeno diceva queste cose con un certo senso di soddisfazione, i giornalisti non solo non l'hanno silurato (come invece hanno fatto con altri personaggi "minori", non inclini a catalizzare tanto malumeore -e quindi tanto share-) ma quell'altro (Parenzo) se la rideva sotto i baffi, gongolando..

Come dire, l'audience prima di tutto, poi chissenefrega se per questo siamo costretti a leccare il culo ai peggio stronzi


mercoledì 10 luglio 2013

Бесы (I DEMONI)

Carissimi
due sere fa ho terminato questo splendido ennesimo capolavoro di Dostoevskij. Ancora una volta scrivo per difendere con forza una tesi: un grande classico non è automaticamente "per pochi", "pesante", "illeggibile". Questa è letteratura universale, quindi per tutti.

Ma è letteratura universale anche perché non rimane confinata nell'epoca in cui è stata prodotta. Essa è portatrice di piacere squisitamente narrativo, perciò senza tempo. Chi poi può e vuole leggere tra le righe lo faccia. Chi vuole invece leggere semplicemente una bella storia può farlo, esattamente come se leggesse un qualunque altro libro.

Questa volta il grande autore russo ci ha messo un pò a conquistarmi. Di oltre settecento pagine fitte, le prime trecentocinquanta sembrano un'eterna attesa, uno spietato senso di angoscia per qualcosa che deve accadere. La cosa interessante è che poi effettivamente succede di tutto. 

I demoni viene pubblicato tra il 1871 e il 1873. Posteriore a tutti gli altri ben noti capolavori di Dostoevskij, eccetto I fratelli Karamazov, è stato per me una piacevole scoperta. In esso vengono ripresi tutti i grandi temi cari allo scrittore russo (il libero arbitrio, l'esistenza di Dio, le ragioni del male, il nichilismo, il senso di colpa), ma in una compagine narrativa decisamente più movimentata di altre volte (almeno da un certo punto in poi diventa assolutamente mozzafiato). Una foresta di personaggi, ciascuno portatore, come sempre, di una visione della vita e di una morale, contribuisce a rendere un paesaggio variegato, saporito, pieno di colpi di scena e di rivelazioni. Al solito la linea tra bene e male, tra redenzione e perdizione, tra giusto e sbagliato, viene sottilizzata, quasi annullata, ma sempre filtrata da una precisa visione sull'assoluta dignità della persona e della vita umana, come tratto decisivo del creato, con tutte le sue ombre, le sue bassezze, le sue contraddizioni.

Chi sono i demoni? I demoni di Dostoevskij sono anzitutto i demoni interiori. Il peccato più grave di tutti è imbruttire la propria natura umana consapevolmente, facendo del male a sé e agli altri. E poi ci sono i demoni reali, il pretesto narrativo per scatenare gli avvenimenti. In questo romanzo Dostoevskij vuole prendere le distanze, non senza ironia, da tutti quei filoni filorivoluzionari e nichilisti che attanagliavano la cultura borghese del tempo, dando uno spaccato dell'evolversi di una piccola cellula terroristica in una piccola cittadina di provincia. Filoni che prendevano tutti le mosse da un annullamento della morale, dove per morale non si intende quella predicata nei salotti, ma quella pura, pulita, essenzialmente cristiana, che pone al centro l'uomo e la sua salvezza, in questa vita e nell'altra. Lo scopo di questi rivoluzionari quasi maldestri è minare il tessuto della società per poterne sconfessare i principi e le sicurezze. In alcuni casi si è mossi da un autentico spirito di compassione per le classi più povere ed emarginate, in altri da una cieca volontà di potenza quasi senza scopo, in altri ancora da una noia mortale che porta all'indifferenza per il mondo.

Non volendo e non potendo svelare troppo, lasciatemi solo tratteggiare per sommi capi i personaggi principali, nella speranza di invogliarvi a leggere questo libro. Stepan Trofimovic è la caricatura, il russo accademico, che intervalla nei suoi discorsi frasi in francese, che si fa portatore (ad un livello esclusivamente intellettuale) dei valori rivoluzionari. Quando si tratta di agire questo personaggio cade preda di deliri, febbri, nevrosi. Intimamente non abbandona mai la visione conservatrice della sua classe.  In me questo personaggio ha scatenato una tenerezza senza fine. Il figlio, invece, Piotr Stepanovic, è un personaggio privo di scrupoli, che architetta tutte i disastri ai danni della "ridente" cittadina. Portatore di una visione folle e priva di morale, è convinto che l'umanità debba dividersi in due: gli intelligenti e le capre su cui i primi possano cavalcare. La vita umana (rigorosamente degli altri) può essere sacrificata per un'idea. Impossibile elencare qui tutti i demoni. Particolare menzione meritano però Kirillov, Sciatov e Lebdiakin. Il primo è certo che Dio non esista e si balocca per tutto il libro di suicidarsi per questo. Il secondo è un ex-demone alla ricerca di una fede rinnovata che ha compreso che la rivoluzione non può essere fatta da uomini della risma di Piotr Stepanovic, e per questo dissente con i maneggi della piccola organizzazione. Lebdiakin invece è un demone come ce ne sono tanti nei libri di Dostoevskij: bevitore, attaccato al denaro, ciarliero, imbarazzante. Uno dei tanti "del sottosuolo".

Tre figure femminili. Varvara Petrovna è la "compagna di vita" di Stepan Trofimovic, donna pratica e saldamente ancorata ai valori del passato, ma con intelligenza. Julia Michailovna è invece la moglie del governatore locale, che collabora senza saperlo allo svilupparsi della catastrofe, solo perché è "di moda" avere idee progressiste. Sopra tutte Lizaveta Nikolaievna, tipica figura femminile passionale dostoevskiana, di una negatività agghiacciante, tutta intenta ad autodistruggersi consapevolmente, incapace di resistere all'attrazione esercitata su di lei dal figlio della Petrovna, Nikolai Stavroghin.

La vera invenzione di questo libro, forse una delle personalità meglio riuscite allo scrittore russo, è proprio il personaggio di Nikolai Stavroghin. Egli è il punto comune tra tutti i personaggi, motore ideale della vicenda e demone per eccellenza. Sadico, incomprensibile, bestiale, sembra privo di una motivazione nell'esercizio del male. Si dimostra relativamente estraneo agli intrighi del piccolo gruppo di rivoluzionari, ma è visto da tutti come l'ispiratore, l'anima, il midollo dell'organizzazione. Le ultime pagine del romanzo sono fitte delle parole assolutamente scioccanti di Stavroghin.

Dostoevskij è un grande perché se ne frega di costruire personaggini costruiti, appartenenti  al bene o al male, secondo l'abitudine di certi scrittori mediocri del suo tempo. Dostoevskij racconta di personaggi reali, pieni di contraddizioni, difficili da interpretare, difficili da giudicare, che semplicemente, tra le pagine che stiamo leggendo, vivono.