domenica 9 gennaio 2011

Intervista a Golser


La posizione di Golser espressa in televisione nell'intervista con Lilli Gruber su La7. E sugli abusi sessuali ci sarà un vertice con il procuratore Rispoli

BOLZANO. «Il celibato? Un grande valore e una grande disciplina, ma non è un dogma: se ne può parlare».
Lo ha detto il vescovo di Bolzano-Bressanone Karl Golser, ospite su La 7 della giornalista altoatesina Lilli Gruber, conduttrice di Otto e mezzo. Secondo Golser, dunque, i tempi sono maturi per discutere il celibato sacerdotale. Quest’obbligo è dettato da una norma del Diritto Canonico che affonda le radici nell’XI secolo, ma non è un dogma di fede: in teoria può essere modificata. Infatti, lo stesso obbligo non è previsto per le chiese di rito orientale, che hanno una struttura normativa differente rispetto alle chiese latine.
Il dibattito sul celibato sacerdotale è esploso con lo scandalo della pedofilia. E’ stato soprattutto il teologo svizzero Hans Kung, con una serie di riflessioni pubblicate anche su Repubblica, a spingere su questo tasto. Amico negli anni della gioventù di Ratzinger, Kung è stato successivamente allontanato dall’i nsegnamento della teologica cattolica proprio per le sue posizioni ritenute dalla Chiesa troppo «progressiste». L’accostamento tra pedofilia e celibato è un’equazione che è stata però respinta con forza dalla Chiesa («il problema nella società tocca indifferentemente celibi e sposati») e a metà marzo papa Benedetto XVI è intervenuto ribadendo la «sacralità» del celibato sacerdotale. Parole che qualcuno ha interpreato come una netta chiusura.
Golser, che in passato ha collaborato con il Papa, non è nuovo ad interventi che si smarcano da quello che è comunemente ritenuto il pensiero dominante all’interno delle istituzioni ecclesiastiche. Aveva stupito, ad esempio, alla vigilia della nomina a capo della chiesa altoatesina, la sua apertura sulla tutela giuridica degli omosessuali, pur ribadendo un «no» deciso all’unione matrimoniale per i gay. Ora questa uscita sul celibato sacerdotale, che senz’a ltro farà discutere. Quella di Golser è una voce ascoltata: non va dimenticato che è presidente dell’Associazione dei teologi moralisti italiani. Da notare che un pensiero analogo a quello espresso ieri sera da Golser in tv è stato manifestato recentemente da Carlo Maria Martini, cardinale emerito di Milano e «pulpito» autorevole della Chiesa.


Tornando alla pedofilia, alla Gruber Golser ha detto che «solo adesso la Chiesa Cattolica ha la conoscenza vera e propria che la pedofilia non può essere guarita. Prima si pensava che un sacerdote, se riconosceva di aver sbagliato ed era disposto a fare una terapia, potesse essere inserito in un’altra struttura pastorale. Oggi si sa che non è così e anche la Chiesa chiede la loro rimozione». Quanto ai casi dei sacerdoti omosessuali, Golser ha precisato: «Bisogna distinguere tra pedofilia e omosessualità, che invece non è una malattia. Per l’esercizio del sacerdozio, ciò che vale per eterosessuali vale anche per gli omosessuali, ovvero la capacità di vivere secondo le regole della Chiesa».
Il vescovo ha anche annunciato che lunedì prossimo incontrerà il procuratore Capo della repubblica di Bolzano, Guido Rispoli. Un incontro che nasce dall’iniziativa avviata dalla Diocesi per raccogliere on-line le segnalazioni delle vittime (vere o presunte) di abusi sessuali da parte di rappresentanti della Chiesa cattolica in Alto Adige.
La Procura ha apprezzato la scelta della Diocesi, ma anche ricordato che eventuali abusi vanno immediatamente segnalati alla magistratura, a meno che non ci si trovi di fronte ad episodi che palesemente sono caduti in prescrizione. «Fino ad ora ho riscontrato cinque-sei casi veri di abusi, su una cinquantina di segnalazioni pervenute sul nostro sito - ha detto il vescovo a La 7 - si tratta di vicende drammatiche risalenti a 30-40-50 anni fa, su cui le vittime oggi hanno bisogno di esprimersi». I tempi indicati da Golser, fanno ritenere che non ci saranno segnalazioni che potranno tradursi in inchieste.
Rispoli ieri ha ribadito di apprezzare non poco l’atteggiamento di collaborazione della curia altoatesina: «Una volontà di dialogo che il vescovo Golser ha già dimostrato in passato», ha aggiunto il procuratore. I tempi del grande freddo scoppiato durante il caso don Carli sembrano davvero lontani


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